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"Marco Polo Croato?" Ossia dei furti croati alla cultura italiana

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Catenaccio!
view post Posted on 14/4/2009, 14:48 by: Catenaccio!




INFORM - N. 163- 5 settembre 2007

Una iniziativa della comunità turistica croata scatena la polemica

Croazia, patria di Marco Polo?

Fabio Rocchi (ANVGD): “Storia che non sta in piedi”


ROMA – Per iniziativa della Comunità turistica croata nell’isola dalmata di Curzola sono stati presentati una brochure e un cortometraggio - “Croazia: la patria di Marco Polo” – nell’ambito della commemorazione della battaglia navale di Curzola (l’8 settembre 1298 Genova sconfisse Venezia) e durante la quale fu catturato dai genovesi Marco Polo.

La notizia della iniziativa è riportata da “La Voce del Popolo” di Fiume.Il giornale italiano riferisce anche che “il direttore dell’Ente, Niko Bulic' ha dichiarato, presentando il progetto, che filmato e brochure sono basati su ricerche scientifiche e che servono per affermare il dato di fatto che Marco Polo, uomo di mare e primo esploratore dell’Estremo Oriente, è nativo di Corzula, e che dunque la Croazia è la sua patria”.

La brochure è stata stampata in 150 mila copie in quattro lingue diverse: 10 mila copie in croato, 40 mila in inglese e 50 mila in cinese e giapponese. Il filmato, un cortometraggio di una quindicina di minuti , è stato registrato in sei lingue : croato, inglese, giapponese, cinese, russo e spagnolo. Non in italiano però. E la Voce del Popolo trova “assolutamente ingiusto che film e brochure non siano anche in lingua italiana, se niente altro almeno per il fatto che si tratta della madrelingua di Marco Polo, e della lingua nella quale ha scritto la sua opera Il Milione, senza bisogno di scendere in inutili polemiche sulla effettiva cittadinanza di Marco Polo, visto che all’epoca l’isola era chiaramente sotto la Serenissima”.

Sulla ‘questione cittadinanza di Marco Polo’ non è invece disposta a lasciar correre l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Fabio Rocchi, segretario nazionale ANVGD è furioso: “Dopo la grottesca appropriazione del Bronzo di Lussino, esposto per mesi a Firenze come “Atleta della Croazia” e ora impolverato a Zagabria, la Croazia ci riprova per l’ennesima volta con Marco Polo, fornendogli il passaporto di cittadino croato a tutti gli effetti”.

Marco Polo croato? è “la Storia che non sta in piedi”, dice Rocchi. Dunque, le ‘prove scientifiche’ sulla nascita di Marco Polo a Curzola, per Rocchi sono un “ulteriore e risibile tentativo di appropriazione identitaria” che “getta le radici nell’ignoranza storica più totale”. Sia perché Marco Polo “è riconosciuto quale nato a Venezia dall’universalità degli studi e degli studiosi”, sia perché, “pur volendo attribuirgli origini familiari di Curzola, l’isola era al tempo territorio della Serenissima e la popolazione autoctona era di cultura latino-veneta”. “Della Croazia – aggiunge velenosamente Rocchi - non si sentiva ancora neanche lontanamente parlare”.

Si tratta dunque di un “pessimo tentativo di croatizzazione” che, rimarca a Rocchi, “dimostra una volontà, stavolta sì scientifica, di riscrivere la storia a proprio uso e consumo, regalando passaporti ai nomi eccellenti per farli propri su accattivanti depliant”. “Ci potrà cadere qualche ignaro turista, ma la cultura e la storia sono tutt’altra cosa: si scrivono sui libri, non sui depliant” ironizza il segretario nazionale ANVGD. (Inform)

http://www.mclink.it/com/inform/art/07n16329.htm





Marco Polo croato:
la Storia che non sta in piedi


Dopo la grottesca appropriazione del Bronzo di Lussino, esposto per mesi a Firenze come “Atleta della Croazia” e ora impolverato a Zagabria, la Croazia ci riprova per l’ennesima volta con Marco Polo, fornendogli il passaporto di cittadino croato a tutti gli effetti. Ci ha pensato la Comunità Turistica croata pubblicando 150mila copie di una brochure e di un cortometraggio di 15 minuti nel quale vengono dichiarate le prove “scientifiche” della nascita di Marco Polo nell’isola dalmata di Curzola e la cui patria sarebbe quindi indiscutibilmente la Croazia (notizia da “La Voce del Popolo” del 5 settembre 2007).
Tale ulteriore e risibile tentativo di appropriazione identitaria getta le radici nell’ignoranza storica più totale, sia perché Marco Polo è riconosciuto quale nato a Venezia dall’universalità degli studi e degli studiosi, sia perché, pur volendo attribuirgli origini familiari di Curzola, l’isola era al tempo territorio della Serenissima e la popolazione autoctona era di cultura latino-veneta; della Croazia non si sentiva ancora neanche lontanamente parlare.
Questo pessimo tentativo di croatizzazione dimostra una volontà – stavolta sì scientifica – di riscrivere la storia a proprio uso e consumo, regalando passaporti ai nomi eccellenti per farli propri su accattivanti dépliant. Ci potrà cadere qualche ignaro turista, ma la cultura e la storia sono tutt’altra cosa: si scrivono sui libri, non sui dépliant.

Fabio Rocchi
Segretario Nazionale ANVGD
Roma, 5 settembre 2007

http://www.anvgd.it/da/200711.pdf





giovedì 6 settembre 2007

Marco Polo croato? Preoccupante iniziativa


Dispiace constatare un altro nuovo, patetico tentativo di falsificazione storica da parte della Comunità turistica croata, resasi recentemente protagonista di un arrogante episodio sfruttando il nome del celebre viaggiatore Marco Polo.Recentemente sono state infatti pubblicate 150mila copie di una brochure e di un cortometraggio di 16 minuti intitolato “Croazia. La patria di Marco Polo” nel quale vengono dichiarate le prove“scientifiche” della nascita del protagonista de Il milione nell’isola dalmata di Curzola.La brochure è stata stampata in 10.000 copie in croato, 40.000 in inglese e 50.000 in cinese e giapponese. Il filmato, invece, è stato registrato nelle precedenti lingue nonché in spagnolo. Non c’è che dire, una discreta mole di lavoro per coprire l’ignoranza storica più totale, sia perché Marco Polo è riconosciuto quale nato a Venezia dall’universalità degli studi e degli studiosi, sia perché, pur volendo attribuirgli origini familiari di Curzola, l’isola era al tempo territorio della Serenissima e la popolazione autoctona era di cultura latino-veneta; della Croazia non si sentiva ancora neanche lontanamente parlare.Come si legge giustamente in un comunicato diffuso dall’ANVGD nazionale “la cultura e la storia sono tutt’altra cosa: si scrivono sui libri, non sui depliant”.

6 Commenti:

Blogger Alberto commenta...
eh già, avevo sentito parlare già anni fa di questo "tentativo" da parte croata di far passare Marco Polo per croato...
E ovviamente nessuna autorità italiana protesta o prova a smentire questi imbroglioni...
Aggiungo inoltre che in Croazia vigeva (ma forse è ancora in vigore...) una legge che vieta ai cittadini italiani l'acquisto di beni immobili nella repubblica croata.
Gran brutta roba il nazionalismo, specie quando viene esasperato a questi livelli!

Anonymous Anonimo commenta...
Scusate, non è nazionalismo, ma sciovinismo, cioè orgoglio smisurato, incapacità di confrontarsi col mondo esterno, mancanza di senso della realtà, odio per chiunque non appartenga alla nazione.
Il nazionalismo vero è semplicemente amore per la propria identità culturale ed etnica, e voglia di difenderla in caso di minaccia eterna, e si saà che le minacce alla libertà ed identità dei popoli non vengono mai a mancare.
I croati sono uno dei popoli più sciovinisti d'Europa

Anonymous Anonimo commenta...
I am from Marko Polo island Korcula in Croatia. You must know that your country was ocuping Croatian teritory fro centuries. In the past we had to talk italian language and we educated in Italy. We even had to have translations of our names in italian. Surnam Polo is common surname on this island and there are scientific evidences that Marko Polo was croatian. I am sorry, but that is true. And I have never noticed that croatians are the most sovinistc nation in Europe. I think that this is more a quality of italians (my own touristic experience from italy).

Anonymous Anonimo commenta...
sei un povero scemo. Mi spiace ma è la verità. L'istria, Fiume e la Dalmazia sono da secoli territori di cultura latino-veneta. Voi croati ci siete capitati dai pascoli dell'interno dove dovreste ancora stare. Siete un popolo inutile

Anonymous Anonimo commenta...
1) Le uniche testimonianze sulla nascita e l'origine di Marco Polo sono di stampo veneziano. Potete leggere Alvise Zorzi "vita di Marco Polo veneziano" che è molto documentata da “parte veneziana”. Zorzi è anche discendente del Doge Zorzi e possiede un archivio privato.
2) A Curzola (Korcula) Marco Polo si fermò e vi rimase per affrontare la flotta Genovese. Persa la guerra venne arrestato. Questa è la versione di Giambattista Ramusio (biografo cinquecentesco) non priva di contraddizioni come quella riportata da Jacopo da Acqui. Secondo lo Zorzi si tratta di “versioni eroiche”
3) Le popolazioni dalmate del tempo (a cavallo del 1200 e inizio1300) erano per lo più discendenti dagli illiri “romanizzati” che chiesero l'intervento dei veneziani per difendersi dalle scorribande dei pirati croati. Nel corso del tempo l'avanzata turca spinse i croati verso la costa e li portò ad unirsi a queste popolazioni (e quindi a Venezia) in funzione antiturca.
4) Dalle testimonianze del tempo emerge che Marco Polo è un uomo di cultura e lingua veneziana, per essere più chiari Polo non si schierò mai con la pirateria ne tanto meno con il Regnum Chroatiae et Dalmatiae (il regno di Dalmazia e Croazia) che dal 1102 veniva unito con quello d'Ungheria e nemmeno alla Repubblica di Dubrovnik (Ragusa).
5) L’idea di Marco Polo non veneziano venne già elaborata nella Jugoslavia di Tito che ne rivendicò l’origine jugoslava. Purtroppo sulla jugoslavità prima e la croaticità dopo il 1991 non ci sono testimonianze ne documenti.
Il luogo di nascita per essere chiari non è certificato da nessuno, secondo le testimonianze del tempo Marco Polo si dichiarò veneziano e nato a Venezia.

Anonymous Pier Paolo commenta...
Intervengo per completare quanto da me scritto sopra: Secondo una tradizione di genealogisti del secolo 900’ la famiglia Polo avrebbe raggiunto Venezia nel 1033 dalla città di Sebenico (Sibenik). Anni in cui Sebenico chiese l'intervento di Venezia proprio per fronteggiare gli slavi.

Fonte: http://quaglia.blogspot.com/2007/09/marco-...eoccupante.html



La Voce del Popolo 26/06/04

La TV croata dimostrerà la «croaticità» di Marco Polo


Il quotidiano di Spalato "Slobodna Dalmacija" dello scorso 9 giugno ha dedicato ampio spazio ai progetti televisivi che verranno messi in cantiere dall'emittente di stato croata, soffermandosi sui documentari di carattere storico. L'articolista Zeljana Matijevi? ha intervistato il redattore responsabile dei programmi culturali Miro Brankovi?. Quest'ultimo ha illustrato le iniziative che verranno realizzate, e che appariranno sui piccoli schermi a partire dall'autunno del 2005. Tra queste ricordiamo i 12 episodi concernenti il viaggiatore Marco Polo. Per ripercorrere le tappe della vita e dell'impresa dell'autore de "Il Milione", i produttori della serie visiteranno una dozzina di paesi, e seguiranno con attenzione gli scritti dello scopritore del Catai. In siffatto modo - sempre secondo le parole di Brankovi? - "dimostreremo che era croato"! In un primo momento si può pensare si tratti di un'iniziativa poco seria, intrapresa da qualche dilettante, con poca dimestichezza con la storia dell'area adriatica. Invece no, si tratta di un progetto (supponiamo anche costoso) della tv nazionale con sede a Zagabria, che andrà ad arricchire il palinsesto della stessa. Ciò che deve far riflettere è l'obiettivo che tale serie di documentari si prefigge di raggiungere. Da quanto abbiamo appreso dall'articolo sopracitato, ciò che preme è dimostrare - ignoriamo però in che modo - la presupposta croaticità di un personaggio che tale non era. Come sappiamo l'avidità di certi circoli croati tende a fagocitare la storia e la cultura della Dalmazia, facendole passare esclusivamente per croate, alterando di volta in volta nomi, cognomi, titoli di opere letterarie, sino ad arrivare all'esplicita deturpazione del passato della regione. Ancora una volta il ragionamento fatto è stato pressappoco il seguente: Marco Polo fu originario di Curzola, oggi quest'isola fa parte della Repubblica di Croazia, di conseguenza non può essere altro che croato! Aggiungiamo, ancora, che una tale argomentazione indica innanzitutto una grande ignoranza storica, uno spessore culturale inesistente o quasi, e, permettetemi, un disprezzo verso quella civiltà formatasi nel corso dei secoli, che non ha nazionalità alcuna, ma è semplicemente dalmata. Quando ci accingiamo ad analizzare i secoli antecedenti la seconda metà del XIX secolo, parliamo di storia dalmata - non dimenticando mai l'eterogeneità di questo territorio - e dobbiamo abbandonare il concetto di nazionalità, in quanto non ha senso utilizzarlo per i periodi che lo ignorano. La società di antico regime trovava il suo punto di riferimento nella "piccola patria", che corrispondeva al territorio ove si era nati, di conseguenza si apparteneva a quel contesto. Dante Alighieri era un italiano? Certamente no, era un fiorentino. Ma Firenze si trova in Italia, potrà obiettare qualcuno. È vero, ma nel XIII secolo - lo stesso secolo in cui visse Marco Polo - non esisteva una coscienza nazionale italiana e nemmeno in altre parti d'Europa. Tra Firenze e Torino, tra Venezia e Palermo, ecc., intercorrevano enormi differenze sia culturali sia linguistiche. Non a caso Massimo D'Azeglio ebbe modo di scrivere nell'introduzione ai "Miei ricordi" "S'è fatta l'Italia, ma non si fanno gli Italiani", cioè, una volta unificato il territorio dello stivale, bisognava unificare gli abitanti della penisola, abbattendo quelle differenze così marcate che rendevano assai difficile accomunare, ad esempio, i calabresi ai liguri, i lombardi ai sardi e così via, e, certamente, non facilitavano l'affermarsi di un senso di appartenenza ad una nazione. Lo stesso discorso vale anche per i territori dell'odierna Croazia. Per la Dalmazia, poi, la situazione si fa ancora più specifica in quanto era abitata da due popolazioni: quella romanza e quella slava, che subirono influenze reciproche, per dare luogo a una civiltà ibrida, con caratteristiche particolari tra il contado ed i centri urbani. Questa sistematica e permanente volontà di croatizzare tutto e tutti non fa certo onore ai contraffattori. Come è noto questi "interventi" interessano esclusivamente, o quasi, i lidi dell'Adriatico orientale - non invece la Slavonia, la Moslavina, ecc.- ove incontriamo sì la civiltà italica, ma è la regione ove germogliò e si sviluppò anche la letteratura croata. Tutto ciò, però, sembra non interessare. Quel patrimonio storico -culturale-architettonico dev'essere necessariamente spacciato per croato, ignorando e accantonando la realtà storica. Colui che verrà presentato sotto altre "vesti" e passato a miglior vita molti secoli or sono, non può replicare. Chi crede ancora nell'onestà intellettuale, invece, non può fare finta di niente. Tacere significherebbe acconsentire un'assurdità e favorire la diffusione del falso, dimenticando così il fatto che stiamo parlando di una terra ricca, complessa e affascinante, alla quale si vuole togliere la sua vera essenza.

Kristjan Knez

Fonte: http://www.axnet.it/forum/la-voce-26-t383196.html

Edited by Peppero - 14/4/2009, 16:07
 
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