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"Marco Polo Croato?" Ossia dei furti croati alla cultura italiana

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GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 27/8/2012, 17:31




rendiamoli pan per focaccia! Rubiamo anche noi qualche gloria croata per farla passare come italiana.....qualcuno me ne suggerisce qualcuna? :deserto: :o: :ph34r:

forse quel tiratore olimpico,quel GIOVANNI cernogoraz....spacciamo lui per italiano! :roargh: :asd:

Guarda un po a che livello bisogna scendere....
 
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Daniele Italico
view post Posted on 28/8/2012, 12:33




Quello, anche se giocava per la Croazia, di famiglia e' italiano. Lui stesso si sente italiano e parla veneto, e la cosa mi riempie di gioia.
Per cio' che concerne il resto, non credo che ci sia bisogno di usare personaggi della Croazia, basta fare informazione e usare le loro stesse armi, quali brochures, video, spot pubblicitari e quant'altro, in modo da diffondere la verita' vera, e cioe' che la Croazia non ha personaggi di grande rilievo e che si sta appropriando di quelli altrui per favorire la' il turismo. Lo sfruttamento di personaggi come Ulisse, Artu' e altri dovrebbe far indignare britannici, greci e altri popoli e suscitare una qualche reazione. Questo fatto mi ricorda un po la Corea quando ha cominciato a diffondere, durante le scorse Olimpiadi di Pechino, la notizia che Confucio non era cinese bensi' coreano, e questo ovviamente per dirottare il turismo altrove e accaparrarsi cosi' i turisti stranieri. La Cina, per la bufala diffusa sui giornali occidentali, e' andata su tutte le furie e c'e' stato quasi lo scontro diplomatico tra le due nazioni.
 
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Dario1990
view post Posted on 3/9/2012, 03:18




QUOTE (Daniele Italico @ 28/8/2012, 13:33) 
Quello, anche se giocava per la Croazia, di famiglia e' italiano. Lui stesso si sente italiano e parla veneto, e la cosa mi riempie di gioia.
Per cio' che concerne il resto, non credo che ci sia bisogno di usare personaggi della Croazia, basta fare informazione e usare le loro stesse armi, quali brochures, video, spot pubblicitari e quant'altro, in modo da diffondere la verita' vera, e cioe' che la Croazia non ha personaggi di grande rilievo e che si sta appropriando di quelli altrui per favorire la' il turismo. Lo sfruttamento di personaggi come Ulisse, Artu' e altri dovrebbe far indignare britannici, greci e altri popoli e suscitare una qualche reazione. Questo fatto mi ricorda un po la Corea quando ha cominciato a diffondere, durante le scorse Olimpiadi di Pechino, la notizia che Confucio non era cinese bensi' coreano, e questo ovviamente per dirottare il turismo altrove e accaparrarsi cosi' i turisti stranieri. La Cina, per la bufala diffusa sui giornali occidentali, e' andata su tutte le furie e c'e' stato quasi lo scontro diplomatico tra le due nazioni.

Non ho mai sentito di questa notizia, per non mi sorprende affatto la reazione della Cina. Infatti la Cina è sempre stata molto sensitiva riguardo certi temi storici. Bisogna solo pensare alla controversia sull'isola di Taiwan, che si chiama 'la Repubblica di Cina' in contrasto con la Repubblica Popolare Cinese a Pechino. La Cina minaccia di rompere rapporti diplomatici con chiunque osa riconoscere l'indipendenza del Taiwain (oppure la sua rivendicazione come unico governo legittimo di tutta la Cina).

L'Italia doveva andare su tutte le furie su questa vicenda, ma il governo è evidentemente indifferente al furto all'identità italiana. Già, al di là di Marco Polo, ho letto articoli croati affermare che Antonio Bajamonti, sindaco di Spalato, fosse "fieramente croato."

Il Ministero della Cultura in particolare dovrebbe vergognarsi di non aver mai fatto nulla di fronte a questi attentati alla nostra storia. Ma da quando l'Italia perse la seconda guerra mondiale non ha più il coraggio di difendersi. È una tragedia. Sono orgoglioso di essere italiano, ma fa molto male vedere come i nostri politici rovinano il paese.
 
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view post Posted on 3/9/2012, 20:36
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CITAZIONE
Il filmato, un cortometraggio di una quindicina di minuti , è stato registrato in sei lingue : croato, inglese, giapponese, cinese, russo e spagnolo. Non in italiano però. E la Voce del Popolo trova “assolutamente ingiusto che film e brochure non siano anche in lingua italiana, se niente altro almeno per il fatto che si tratta della madrelingua di Marco Polo, e della lingua nella quale ha scritto la sua opera Il Milione

Veramente, se non erro, il Milione è stato scritto in francese, o meglio, in lingua d'oil...
 
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view post Posted on 3/9/2012, 21:16
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CITAZIONE (Repubblica dell'Ossola @ 3/9/2012, 21:36) 
CITAZIONE
Il filmato, un cortometraggio di una quindicina di minuti , è stato registrato in sei lingue : croato, inglese, giapponese, cinese, russo e spagnolo. Non in italiano però. E la Voce del Popolo trova “assolutamente ingiusto che film e brochure non siano anche in lingua italiana, se niente altro almeno per il fatto che si tratta della madrelingua di Marco Polo, e della lingua nella quale ha scritto la sua opera Il Milione

Veramente, se non erro, il Milione è stato scritto in francese, o meglio, in lingua d'oil...

Vero: era una lingua colta molto usata a quell'epoca e prima.
 
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Daniele Italico
view post Posted on 3/9/2012, 21:21




E' stato scritto, tradotto (e modificato, sigh!) in molte lingue, ma il primo manoscritto, quello completo, sfortunatamente scomparso, era per certo in lingua venesian. La copia più simile o fedele, perchè circolante intorno al Trecento, è in toscano. Naturalmente con il passare dei tempi il libro originale è andato perduto e si conoscono alcune cose giusto perchè citate in opere diverse e successive, cioè rinascimentali. Fu sempre un italiano agli inizi del Novecento a ricomporre l'opera di Polo, mettendo insieme i pezzi ritrovati nei diversi musei d'Europa. Ha unito pagine scritte soprattutto in veneto e toscano, ma anche latino e francese.
 
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Daniele_Manin
view post Posted on 14/9/2012, 22:17




Ma vedete, anche se Marco Polo fosse nato e morto a Curzola, sarebbe comunque italiano, perché Curzola al tempo era veneziana per lingua, cultura e tradizioni...quindi di cosa stiamo parlando?

Archimede era di Siracusa, ma nessuno di noi si sogna di considerarlo italiano, perché al tempo Siracusa era greca fino al midollo...


PS: che i croati fantastichino su Marco Polo mi importa fino a un certo punto...a me quello che fa più male è vedere le nostre guide turistiche sulla Croazia che sono palesemente tradotte dalle originali in croato, con tutte le relative storture storiche (in una trovai la storia di Pola riassunta dal 1866, senza nessun cenno al dominio veneziano; di Zara si ricordavano alcune insurrezioni della popolazione locale contro Venezia nel '200/300 e poi si passava a piè pari nel secondo dopoguerra...una cosa scandalosa!).
 
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view post Posted on 15/9/2012, 14:04
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La storia della sua nascita a Curzola è un falso, come ha confermato il massimo storico croato Scotti, realizzata proprio per deviare i turisti in Croazia e fare soldi. Tra l'altro qualcuno ha pure slavizzato il suo cognome in Pilić, sostenendo che siamo stati noi a cambiarlo.
Non solo le guide turistiche, pure su wikipedia ho visto numerose omissioni...
 
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Daniele_Manin
view post Posted on 15/9/2012, 15:02




CITAZIONE (Peppero @ 15/9/2012, 15:04) 
pure su wikipedia ho visto numerose omissioni...

Dici? Io invece apprezzo molto che la versione italiana conservi i nomi italiani della città (se cerci "Dubrovnik" ti appare la pagina di "Ragusa", per fare un esempio).
 
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view post Posted on 15/9/2012, 19:58
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Troppo poco rispetto a ciò che viene sottaciuto o alle cavolate scritte.
 
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view post Posted on 26/1/2014, 11:34
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Un altro articolo su Polo

IL CASO
«Marco Polo croato?
Falso, è solo marketing»
Inaugurato un museo a Curzola, secondo i dalmati isola natale dell’esploratore. Romanelli: «Tentativo per attirare turisti». Gli storici: operazione senza fondamenti

In tutto sono appena 279 km quadrati e poco più di 17 mila abitanti.Ma una cosa è certa: non demordono facilmente. Dopo la pre-inaugurazione in Cina a Yangzhou (che era stata presenziata dall’ex presidente croato Stjepan Mesic), nei giorni scorsi a Korcula (o Curzola, in italiano) ha aperto definitivamente i battenti il museo dedicato a Marco Polo. Al centro delle sale (e dell’attenzione dei turisti potenziali) i viaggi, le scoperte, ma anche la vita quotidiana dell’«esploratore », perché, come non hanno mancato di sottolineare gli organizzatori nella nota diffusa durante la presentazione, Marco Polo è (a detta loro) «Il personaggio più noto originario di Korcula che nel XIII secolo visitò la lontana e sconosciuta Cina ». Proprio sulla paternità dei natali di Marco Polo, si è scatenata da tempo una querelle che sembra non trovare soluzione.

«Ho visto con raccapriccio questo ennesimo tentativo di assumersi una paternità inesistente - dice Beppe Gullino, docente di Storia moderna all’università di Padova- il problema è che a quel tempo i certificati di nascita spesso non c’erano, quindi non abbiamo un documento per mettere fine ufficialmente a questo scempio. Mai dati storici sono chiari: il padre di Marco Polo era un mercante veneziano, la madre era veneziana, e lui stesso ha sposato una donna veneziana e ha avuto con lei figli cresciuti a Venezia. Senza contare che, a partire dal nome (Marco, più veneziano di così non si può), per arrivare a quello che lui stesso chiama "ritorno in patria", altra scenografia non si vede nelle sue memorie che quella della città lagunare ». Insomma, che il primo vagito di Marco Polo sia stato fatto in terra dalmata (che all’epoca, però, era d’influenza veneziana a tutti gli effetti), oltre ad essere del tutto improbabile, poco importerebbe. La formazione e la vita di Marco Polo hanno infatti una collocazione precisa: Venezia. Come se non bastasse, poi, c’è il «titolo» del Milione a parlar chiaro. Omeglio, il titolo originario, scritto in lingua d'oeil, come il libro stesso: Le livre de Marco Polo citoyen de Venise, dit Million, où l'on conte les merveilles du monde (il libro di Marco Polo, cittadino di Venezia, detto Il milione, dove si raccontano le meraviglie del mondo).

«Non c’è nessun fondamento scientifico in questa millantata paternità - spiega Alvise Zorzi, storico veneziano - Marco Polo non è un personaggio immaginario, di lui ci restano svariati documenti, a partire dal testamento di suo padre. La famiglia Polo, infatti, era nota a Venezia fin dal X secolo». Maallora, perché questo fiorire di falsi storici? «Vanno avanti da un bel po’ di tempo - dice Giandomenico Romanelli, docente dell’Università di Ca’ Foscari ed ex direttore della Fondazione Musei civici di Venezia - cose di questo tipo però si possono affermare soltanto con documenti alla mano, altrimenti si tratta soltanto di pure operazioni di marketing per i turisti». E in effetti, «la paternità ritrovata» di Marco Polo, puzza di marketing. Specialmente se si considera che l’offerta speciale dei ticket d’ingresso è rivolta niente meno che ai cittadini cinesi, che entreranno sempre gratis nel museo. «Per fare concorrenza a Venezia ci vuole ben altro - ha detto il sindaco Giorgio Orsoni, - si tratta solo dell’ennesimotentativo di appropriazione di miti veneziani che lungo le coste della Dalmazia accade da tempo. Niente di nuovo. E niente di preoccupante. Ciò che vale, in questo, è soltanto il giudizio degli storici, e quand’anche i natali fossero (e non sono) di Curzola, Marco Polo rimane e rimarrà sempre un veneziano ». E mentre le istituzioni veneziane fanno spallucce, la «rivisitazione storica» continua. D’altra parte l’ha scritto anche Calvino, quando, nelle sue Città invisibili (cap VI) fa parlare Marco Polo con il Kubilai Khan: «Le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano - disse Polo - forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo. O forse parlando d'altre città, l'ho già perduta a poco a poco». Sarà andata così anche nelle ricostruzioni degli storici di Curzola..

Alice D’Este

http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...406953990.shtml

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