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Benito Mussolini, Il Duce

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Nicoliberale
view post Posted on 24/7/2009, 11:07 by: Nicoliberale




Perdonatemi, ieri non avevo tempo di smontare tutto l'intervento precedente di Frentano e oggi ne ho uno nuovo...provvedo subito...:lol:

Allora iniziamo...

CITAZIONE
In venti anni benito riuscì a bruciare questa posizione prima sperperando il credito internazionale che aveva quale stato favorevole allo status quo ed in funzione anticomunista sovvertendo l'equilibrio delle forze nelle inutili e costose guerre in etiopia e in spagna, peraltro moralmente esecrabili, divenendo così un dittatore considerato da tutti all'estero un "gangster" come lo chiamò chamberlain

Per Chamberlain Mussolini sarà stato un gangster, ma Chamberlain, come politico e statista, non valeva nemmeno un quarto di Mussolini: era un pavido, un incapace sotto il profilo politico, che si calò le braghe davanti alle mire espansionistiche Hitleriane a Monaco nel '34. Mussolini schierò 4 divisioni sul Brennero per fermare Hitler ( non sarebbero forse servite, ma il gesto fu senza dubbio coraggioso, tanto è vero che Hitler non si mosse).
L'Italia è contata qualcosa nel mondo per la prima volta con Mussolini, in bene o in male, ma contava, su questo non si può discutere: Monaco '34, espansionismo coloniale, politica anti-comunista ( ma anche antiliberista), trattati e prove di forza con la Jugoslavia, avvicinamento con la Francia a partire dal '34 se non erro con una serie di accordi ( scrivo se non erro perchè come al solito vado a memoria, quindi in certe cose che non mi ricordo bene posso sbagliare :lol:), forte peso all'interno della società delle nazioni ( tanto che non dapprima i governi francese e inglese non si mossero contro l'Italia per la guerra in Etiopia, ma furono quasi costretti dall'indignazione, ipocrita, dell'opinione pubblica dei loro paesi).

CITAZIONE
la nazione più forte d'europa (la germania)

Certamente la nazione più potente, ma per la sottomissione l'importante è la violenza ideologica e politica e la Germania era certamente la nazione più violenta sotto questo punto di vista.

CITAZIONE
Mussolini fraintese completamente i rapporti di forza e distrusse un equilibrio del quale l'italia, che era un paese fondamentalmente debole, era uno dei principali beneficiari, finendo poi negli anni 30 con il perdere ogni libertà di azione.

Mussolini non fraintese, ma fu Stalin che ruppe i rapporti di forza schierandosi con la Germania con il patto Molotov-Ribbentrop, prima come trattato di non aggressione il 23 agosto 1939, poi come trattato di amicizia il 28 settembre 1939, 11 giorni dopo l'aggressione sovietica alla Polonia ( controllate la data del 28 settembre, perchè anche qui sono andato a memoria, potrei aver sbagliato di un giorno o due)

CITAZIONE
Tutti i vantati traguardi sociali ottenuti dal fascismo venivano ottenuti all'estero in misura non certo minore e senza dover pagare il prezzo della libertà ad un dittatore totalitarista.

( Tranne in Russia e Germania) Quoto: la libertà è garante di progresso e non c'è totalitarismo o dittatura che tenga. :quoto:
Però in Italia i vantaggi sociali si ebbero per la prima volta, in forma moderna, con il fascismo e questo è innegabile.

CITAZIONE
Era un ottimo politico? io direi un abile arrivista ed opportunista, ma come statista, al contrario di hitler o stalin, ma anche di churchill e roosevelt, non valeva niente. Era un qualsiasi idi amin o mobuto, un dittatoruncolo di provincia che alla prima avversità si sgonfiò. I suoi errori non vennero solo dopo il 36, ma furono l'intera instaurazione di un governo bellicista e reazionario, destinato alla guerra.

Un buon politico deve anche essere arrivista ed opportunista: io non ci trovo nulla di scandaloso.
Quoto sul ruolo di grandi statisti di Hitler, Stalin, Churchill, ma non su quello di Roosvelt, un uomo che non capì mai Stalin.
Certamente la sottrazione della libertà non può essere perdonata. Ma il fascismo non può essere considerato un movimento reazionario, ma piuttosto rivoluzionario.

Leggiti i discorsi di Mussolini, i suoi scritti: troverai un uomo con la sua personalità, certamente passionaria e rivoluzionaria, ma dallo spiccato senso critico e con una conoscenza storica invidiabile. Non per niente nei suoi viaggi in Europa fu accolto nei dai socialisti/ marxisti più influenti, come Rosa Luxembour.

CITAZIONE
1) la russia 4a potenza industriale nel 1917? nei fatti, che erano ben diversi, aveva una potenza industriale inferiore a quella di stati uniti, gran bretagna, germania, francia e pareggiava o quasi col giappone e l'italia. Se fosse stata la quarta potenza del mondo sarebbe arrivata a berlino. I suoi impianti industriali erano arretrati e comunque inadeguati alla produzione bellica (laddove l'urss riuscì a decuplicare la propria produzione in due anni).
Comunque, all'arrivo di stalin al governo, la già poca forza industriale del paese era stata annullata dalla guerra civile; l'industrializzazione forzata imposta da stalin letteralmente salvò l'unione sovietica da un futuro di schiavitù ed annientamento sistematico da parte dei tedeschi. Con metodi brutali? sicuro. Peggiori del male? non direi.
Nei fatti cosa accadde? che nel 1925 l'urss era industrialmente a zero, e l'italia le era divenuta molto superiore. Nel 1939, dopo venti anni di stalin e di mussolini, l'italia era uno zero, e l'urss era la seconda potenza industriale del mondo.

Che bello sono nel mio adesso...:lol:
Ti posso dire che il discorso è completamente sbagliato, ma proprio senza nessuna fatica.
Si la Russia prima del '17 e a partire dal 1905 con la riforma di Stolipin conobbe un periodo di crescita non solo industriale, ma anche agricolo. Già sul finire dell'800 la Russia si avviava a rapidi passi sul cammino dell'industrializzazione, senza i metodi stalinisti ovviamente. Queste considerazioni le possiamo ritrovare anche ne " Lo sviluppo del Capitalismo in Russia" di Lenin, scritto nel 1897: un lavoro immenso, erudito e pieno di dati comprovati.
A Berlino non arrivò la Russia perchè dall'altra parte aveva un'altra potenza come la Germania e a sud-ovest l'impero Austro ungarico.
La guerra civile fece danni economici fino al 1921, quando Lenin, vedendo il disastro provocato dal "Comunismo di Guerra" decise di passare alla Nep, che permetteva timide aperture al capitalismo. Dal 1921 al 1928 la Russia conobbe un periodo realtivamente calmo, di prosperità economica e di crescita. Dopo il 1928, con la sconfitta dell varie correnti all'interno del partito Stalin iniziò il programma leninista di collettivizzazione al quale si opposero i contadini. Deportazioni, fucilazioni, rivolte si susseguirono fino al 1932 quando Stalin decise di avviare la carestia terroristica per piegare le resistenze. Giochetto fatto e Stalin si ritrovò in una Russia stremata ( a metà 1933) con un'alta popolazione nei campi di lavoro. Cosa fece? I campi di lavoro e i prigionieri di questi, nel numero di milioni, a partire dal periodo di Jagoda e poi di Ezov e Beria, alimentarono l'economia russa che, senza l'arrivo dei tedeschi, è definita "schiavistica", proprio perchè basata sul lavoro nei campi e dei prigionieri nei vari settori. Quindi senza sapere hai sparato una marea di cagate. Poi si può parlare dei dati: la Russia crebbe realmente in 10 anni del 14% circa. I piani quinquennali prospettavano crescite, mai avverate, del 25% in 5 anni.
Nel 1925 la Russia era superiore all'Italia industrialmente. Nel periodo fascista, questo è vero, la crescita del Pil non fu alta, ma nemmeno in Russia fu eccezionale, come ti ho citato. Poi se consideriamo il fatto che la Russia aveva una popolazione 5 volte quella italiana, un regime schiavistico, concentrato sull'industria pesante, sempre in crescita in quegli anni e poi nella guerra fredda, troviamo che il fatto che fosse diventata la seconda potenza industriale del mondo non è pazzesco: piuttosto ci dobbiamo chiedere se il comunismo sia un sistema economico intelligente e prospero.

CITAZIONE
la lira pesante era una idiozia che distrusse le nostre esportazioni per mere questioni di prestigio; la distruzione della malaria era una invenzione. Mia nonna si ammalò di malaria nel 1938, in abruzzo. Il pareggio del bilancio andò perduto praticamente subito; l'italia fu in rosso per tutti gli anni trenta.La crescita fu FATTUALMENTE inferiore sia al periodo giolittiano sia al periodo postfascista. Di fatto si parla di stagnazione economica.

Certamente la lira forte no aiutò le esportazioni, ma devi considerare che la politica economica fascista era autarchica, quindi si può parlare di successo da quel punto di vista. Da un punto di vista industriale il raggiungimento della quota 90 del cmabio con la sterlina si ritorse contro Mussolini che pensava di indebolire i grnadi gruppi industriali, che invece prosperarono con questa politica.
Come ti ho già detto il pareggio di bilancio fu sacrificato nel '29 per continuare a investire in ammodernamenti infrastrutturali e battaglie del grano. Ma nel '25 vi fu il pareggio di bilancio...
Certamente la crescita fu inferiore al periodo precedente e post fascista.
Io non considero la potenza delle nazioni in base alle colonie, ma possiamo dire che il rifornimento di materie prime, la ricchezza accumulata, gli enormi investimenti, le legioni straniere giocarono un ruolo fondamentale per la Grande guerra e per il periodo immediatamente successivo. Tutti vantaggi che l'Italia non aveva...




Edited by Nicoliberale - 24/7/2009, 12:42
 
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