Forum Patriottismo - Patria, Nazione, Irredentismo, Italia, Tradizione, Storia, Geografia, Cultura, Politica, Attualità, Società

Il Milite Ignoto e la lezione al Paese

« Older   Newer »
  Share  
Peppero
view post Posted on 4/11/2021, 18:15 by: Peppero
Avatar

Amministratore bannerino

Group:
Amministratori
Posts:
19,121
Location:
*'*ITALIA*'*

Status:
Anonymous


Ho voluto inserire due articoli. Il secondo, scritto da Biloslavo, ch'io ritengo eccellente giornalista, mi ha deluso un pochino. Sarebbe stato meglio lasciare fuori il covid, ma capisco anche che l'autore scrive per il giornale di Minzolini...

Il Milite Ignoto
Dopo la 1ª Guerra Mondiale, le Nazioni che vi avevano partecipato vollero onorare i sacrifici e gli eroismi delle collettività nella salma di un anonimo combattente caduto con le armi in pugno.

L'idea di onorare una salma sconosciuta risale in Italia al 1920 e fu propugnata dal Generale Giulio Douhet.

​Il relativo disegno di legge fu presentato alla camera italiana nel 1921.

Approvata la legge, il Ministero della guerra diede incarico ad una commissione che esplorò attentamente tutti i luoghi nei quali si era combattuto, dal Carso agli Altipiani, dalle foci del Piave al Montello; e l'opera fu condotta in modo che fra i resti raccolti ve ne potessero anche essere di reparti di sbarco della Marina.

Fu scelta una salma per ognuna delle seguenti zone: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare.

Le undici salme, una sola delle quali sarebbe stata tumulata a Roma al Vittoriano, ebbero ricovero, in un primo tempo, a Gorizia, da dove furono poi trasportate nella Basilica di Aquileia il 28 ottobre 1921. Qui si procedette alla scelta della salma destinata a rappresentare il sacrificio di seicentomila italiani.

La scelta fu fatta da una popolana, Maria Bergamas di Gradisca d'Isonzo, il cui figlio Antonio si era arruolato nelle file italiane sotto falso nome essendo suddito austro-ungarico, caduto in combattimento nel 1916. La salma dell'Ufficiale fu recuperata al termine del combattimento e tumulata. Il S.Ten. Antonio Bergamas fu ufficialmente dichiarato disperso quando un violento tiro di artiglieria sconvolse l'area ove era stato sepolto e, conseguentemente, non potendosi più riconoscere la la sepoltura, l'Ufficiale fu giuridicamente dichiarato disperso. La bara prescelta fu collocata sull'affusto di un cannone e, accompagnata da reduci decorati al valore e più volte feriti, fu deposta in un carro ferroviario appositamente disegnato.

Le altre dieci salme rimaste ad Aquileia furono tumulate nel cimitero di guerra che circonda il tempio romano.

Il viaggio si compì sulla linea Aquileia-Venezia-Bologna-Firenze-Roma a velocità moderatissima in modo che presso ciascuna stazione la popolazione ebbe modo di onorare il caduto simbolo.

La cerimonia ebbe il suo epilogo nella capitale. Tutte le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti, con il Re in testa, e le bandiere di tutti i reggimenti mossero incontro al Milite Ignoto, che da un gruppo di decorati di medaglia d'oro fu portato a S. Maria degli Angeli.

Il 4 novembre 1921 il Milite Ignoto veniva tumulato nel sacello posto sull'Altare della Patria.

Al Milite Ignoto fu concessa la medaglia d'oro con questa motivazione:

"Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz'altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria."

www.esercito.difesa.it/storia/pagine/il-milite-ignoto.aspx

Il Milite Ignoto e la lezione al Paese diviso su tutto
4 Novembre 2021 - 06:00
Amor di Patria, sacrificio, unità e identità nazionale, libertà sono le pietre miliari scolpite nella nostra storia, che ancora oggi, 100 anni dopo, risuonano più che attuali nel ricordo del Milite ignoto
di Fausto Biloslavo

Amor di Patria, sacrificio, unità e identità nazionale, libertà sono le pietre miliari scolpite nella nostra storia, che ancora oggi, 100 anni dopo, risuonano più che attuali nel ricordo del Milite ignoto.

Il 4 novembre di un secolo fa l'Italia vittoriosa nella Grande guerra, ma segnata nelle carni dalla tragedia di 651mila caduti, li onorava tutti chinando il capo davanti alle spoglie di un soldatino senza nome. Non un generale che dalle retrovie mandava al macello i suoi uomini o un politico che cavalcava la guerra senza avere mai sentito sibilare una pallottola. Il milite ignoto è un fante che aveva sputato sangue e sudore nel fango delle trincee scelto da una madre distrutta dal dolore per la perdita del figlio giovanissimo fra una sfilza di bare con i resti di caduti mai identificati.

In tempi di pandemia, di rifiuto dei vaccini e di cortei No pass il soldatino senza nome dovrebbe ricordare a tutti, da una parte e dall'altra della barricata, il senso di comunità nazionale.

E farci capire che maggioranza silenziosa o minoranza rumorosa, diritto dei tanti o egoismo di pochi dobbiamo vincere assieme la guerra invisibile che ancora tormenta l'Italia e il mondo intero. Il milite ignoto era un uomo del popolo che un po' costretto, un po' spinto dal patriottismo e dalla speranza di portare la pelle a casa ha fatto l'Italia con il suo sacrificio. Non è di destra, né di sinistra, ma un simbolo per tutti. Cento anni dopo possiamo e dobbiamo onorarlo ricordando che ci siamo battuti assieme contro il virus cinese, che ha falciato 130mila fratelli d'Italia, in gran parte con altre patologie, ma che senza la pandemia avrebbero potuto essere in gran parte ancora a lungo fra noi. E nella stragrande maggioranza cerchiamo di uscirne assieme con un vaccino, che necessariamente, non avendo la sfera di cristallo, deve essere un atto di fede nella scienza e di speranza. In tanti non ci credono e pensano di vivere in una «dittatura sanitaria» che limita la libertà via green pass. Non vanno demonizzati o considerati disertori da fucilare alla schiena come nel carnaio della Grande guerra. Pure loro, però, dovrebbero meditare sull'esempio del Milite ignoto, che non era un kamikaze e forse avrebbe voluto la libertà di scegliere se andare a morire sul Carso oppure no, ma è partito lo stesso fra mille dubbi e paure combattendo per liberarci da un nemico straniero. Da allora ad oggi con altrettanti dubbi e paure solo assieme, uniti, nel rispetto di tutti, senza egoismi o prevaricazioni, possiamo vincere la «guerra», come 100 anni fa.

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/mi...to-1986671.html

 
Web Web  Top
0 replies since 4/11/2021, 18:15   24 views
  Share