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Posts written by Peppero

view post Posted: 5/8/2021, 14:04 Washington Post e Times fanno insinuazioni su atleti italiani - »Segnalazioni Anti-Italianismo
Mi entra da un orecchio e mi esce dall'altro. La sua mental coach ha fatto un ottimo lavoro, bravo Marcell e brava anche Nicoletta Romanazzi...

Tokyo 2020, Jacobs: "Scetticismo Usa? Non mi tocca"
05 agosto 2021 | 07.51


L'atleta azzurro: "Sono qui grazie al duro lavoro". Sarà portabandiera nella cerimonia di chiusura
"Lo sSetticismo Usa dopo l'oro nei 100 metri? Non mi tocca assolutamente". Così Marcell Jacobs, campione olimpico dei 100 metri, dopo aver conquistato la finale con la staffetta 4x100 risponde alle velate accuse di doping sulle sue prestazioni da parte di alcuni media americani e inglesi. "Io so che sono arrivato sin qua facendo tanti sacrifici, con tanto lavoro, tante sconfitte e tante delusioni - sottolinea l'atleta - Mi sono sempre rialzato e tirato su le maniche e so che tutto quello che è successo è solamente grazie al duro lavoro". "Non mi tocca assolutamente e non gli rispondo - dice ancora Jacobs - perché gli darei solo importanza".

Con la medaglia d'oro "ci sto dormendo. Me la tengo nel letto e ogni tanto mi giro e la ammiro", dice ancora, aggiungendo: "Andare negli Usa? Visto che sto cominciando questi rapporti con mio padre, ho pensato di andare lì ogni tanto ma non ho nessuna intenzione di andare ad abitarci perché qui mi trovo benissimo, ho tutto quello che mi serve".

Nel frullatore delle Olimpiadi sono finite anche le scarpe dell'atleta. C'è chi dice che quelle usate da Jacobs garantiscano un vantaggio tecnico: "Ogni marchio ha praticamente le scarpe che sono identiche l'una all'altra. Io ho fatto apposta dei test, quando mi hanno mandato queste scarpe, sui 60-70 metri. Se si paragonano le scarpe nuove alle vecchie, la differenza è questione di sensazioni, perché dai dati non abbiamo visto nessuna grande differenza. Le velocità, le ampiezze e le frequenze sono quelle: si tratta soprattutto di come ci si adatta alla scarpa".

Capitolo staffetto: "Sono molto contento, siamo entrati in pista con grande spirito di squadra e abbiamo raggiunto un'altra finale: domani andrà sicuramente meglio perché corriamo di sera e non con queste condizioni meteo. Non vedo l'ora". Le batterie si sono svolte sotto il sole di mezzogiorno, ora locale: "Non sono condizioni ottimali e non mi sono sentito al meglio, ma domani daremo il 110%".
Jacobs portabandiera nella cerimonia di chiusura Tokyo 2020

Jacobs sarà il portabandiera azzurro nella cerimonia di chiusura dei Giochi di Tokyo, in programma domenica 8 agosto alle ore 20 (le 13 in Italia). Lo ha deciso il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, d’intesa con il Capo Missione, Carlo Mornati. L’oro a cinque cerchi nei 100 metri sventolerà il tricolore nell’Olympic Stadium che - il 1° agosto - l’ha consegnato alla storia, grazie al successo nella gara regina dell’atletica, impreziosito dal record europeo (9"80). Jacobs raccoglie il testimone di Jessica Rossi (Tiro a Volo) ed Elia Viviani (Ciclismo) che erano stati gli alfieri nella Cerimonia di Apertura della XXXII edizione dei Giochi Olimpici Estivi.
Atletica, staffetta 4x100 azzurra in finale con record italiano

La staffetta azzurra della 4x100 metri piani si è qualificata per la finale alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Il quartetto composto da Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu ha chiuso al terzo posto la sua semifinale, in 37''95, dietro Cina e Canada, con il record italiano.


https://www.adnkronos.com/tokyo-2020-jacob...FAQXRi3fMNx3v8l

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view post Posted: 5/8/2021, 13:32 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
Bronzaaaaaii!!! Che è sempre meglio di banzai. Ancora un bronzo ma conquistato con il karate nella gara di kata singolo. Pensate che la nostra atleta Viviana ha dovuto competere con gli USA, che hanno mandato a Tokyo una karateka di origine nipponica, Sakura Kokumai, forse per fare presa sui giudici locali. Ebbene, la giuria ha scelto ugualmente l'azzurra. Medaglia di bronzo per noi, storica, essendo la prima in questa disciplina olimpica, e tanti saluti, o meglio, sayonara alla rivale...


Buona la prima! Viviana Bottaro conquista il bronzo nel kata
La genovese ha battuto in finale la statunitense Sakura Kokumai con il punteggio totale di 26.48 contro il 25.40 dell’avversaria. È la prima medaglia olimpica nel Karate per l'Italia

Dal nostro inviato Antonino Morici

Viviana Bottaro è la prima medaglia italiana nel karate, un bronzo di grande valore nel giorno del debutto assoluto della disciplina nel programma olimpico. La genovese, 33 anni, ha battuto nella finale per il terzo posto del kata la statunitense Sakura Kokumai strappando un punteggio di 26.48 contro il 25.40 dell’avversaria (18.62 per la parte tecnica, 7.86 per quella atletica).

ESPERIENZA—

Atleta delle Fiamme Oro, è una delle più forti al mondo nel kata, come dimostra il numero 3 del ranking Wtf e il palmares (un oro, quattro argenti e due bronzi europei, più due bronzi mondiali). È stata la prima della nostra spedizione a ottenere il pass per Tokyo, senza nemmeno partecipare alla Premier League di Dubai di febbraio 2020, che aveva seguito da casa. Fino al 2017 è stata l’anima del "dream team" del kata con Michela Pezzetti e Sara Battaglia, la squadra più vincente della storia azzurra: 2 ori, 3 argenti, 3 bronzi europei, 1 argento e 3 bronzi mondiali (nel 2016 vinsero addirittura tutte le tappe di Premier League, la competizione più importante a livello internazionale). Questa medaglia è il traguardo più importante della sua carriera, raggiunto accanto al fidanzato Nello Maestri, ex atleta azzurro (1 oro europeo, 1 bronzo mondiale a squadre) e ora tecnico del Centro Sportivo Esercito nonché della Nazionale italiana.

IL PERCORSO—

Al Nippon Budokan la sua giornata è stata un crescendo. Nella mattinata giapponese due ottime esecuzioni nelle eliminatorie: 25.54 nel primo kata, 25.60 nel secondo, un bottino che le è valso il passaggio al ranking round in seconda posizione. Lo stesso piazzamento ottenuto nella pool a tre che ha definito le finali per l’oro e per il bronzo. La Bottero si è arresa solo alla padrona di casa Kiyou Shimizu, che si è giocata l’oro con l’altra favorita della vigilia, la fuoriclasse spagnola Sandra Sanchez, ma il suo “papuren” ha strappato 18.48 punti per la parte tecnica e 7.98 per quella atletica, per un totale di 26.46. Da qui la sfida per medaglia contro la statunitense Sakura Kokumai, qualificatasi nell’altra pool con il punteggio di 25.54. Dopo l’infortunio che ha estromesso Angelo Crescenzo dalla corsa all’oro nella categoria -67 kg, domani toccherà a Luigi Busà nel kumite (-75 kg) e Mattia Busato nel kata. Chiusura il 7 agosto con Silvia Semeraro (61 kg).

www.gazzetta.it/olimpiadi/discipli...202923471.shtml



KARATE
Tokyo 2020, karate: fantastica Bottaro, è bronzo nel Kata femminile

L’azzurra supera l’americana Kokumai nella finale per il terzo posto della disciplina all’esordio olimpico
05 agosto 2021

Prima storica medaglia per l'Italia nel karate alle Olimpiadi di Tokyo 2020: nella categoria Kata femminile, l'azzurra Viviana Bottaro ottiene uno splendido bronzo battendo nella finale per il terzo posto l'americana Sakura Kokumai con il punteggio di 26.48. Ottima prova per la 33enne di Genova, già vicecampionessa del mondo nove anni fa, che con questo risultato porta così a 35 le medaglie azzurre in Giappone, 18 quelle di bronzo.

Pioggia di medaglie per l’Italia in questa giornata alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Uno splendido risultato arriva anche dal karate, disciplina all’esordio nella storia dei Giochi, che porta nel medagliere uno storico bronzo grazie a Viviana Bottaro. L’azzurra delle Fiamme Oro sconfigge l’americana Sakura Kokumai nella finale per il terzo posto della categoria Kata, l’esercizio individuale che consiste in un combattimento reale ma contro uno o più avversari immaginari. La spedizione tricolore sale così a 35 medaglie totali in Giappone, di cui 18 di bronzo.

Al Nippon Budokan della capitale nipponica prova combattiva per la 33enne di Genova, già vicecampionessa mondiale nel 2012 e oro europeo in tre occasioni (2013, 2014 e 2017). Davanti a lei nulla può l’americana Kokumai, delle Hawaii, che cede con il punteggio di 25.40 contro il sorprendente 26.48 della karateka ligure. Perfetta e convincente l’esibizione della Bottaro sia negli attacchi che nelle parate, con il pubblico presente nel palazzetto che le tributa un lungo applauso e l’Italia che firma quindi un risultato storico.


www.sportmediaset.mediaset.it/spec...8-202102k.shtml

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view post Posted: 5/8/2021, 11:09 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
Si ricomincia a raccogliere frutti sportivi, medaglia di bronzo per Viviani nella specialità ciclismo su pista 4 prove...

Viviani da applausi! È ancora sul podio: rimonta di bronzo nell’Omnium
Tredicesimo dopo la prima prova, il campione olimpico di Rio 2016 e portabandiera azzurro risale e chiude al terzo posto

Dal nostro inviato Ciro Scognamiglio


Dopo l’oro olimpico conquistato cinque anni fa, il 15 agosto 2016 a Rio de Janeiro, Elia Viviani si conferma ancora sul podio a cinque cerchi nell’omnium! Al velodromo di Izu, con questa specialità proposta in una nuova formula (4 prove invece di 6, tutto in un giorno invece di due), il veronese ha conquistato una grande medaglia di bronzo.

La rimonta—
Il veronese era partito male nello scratch, chiuso in tredicesima posizione, e poi aveva cominciato la risalita con una discreta tempo race (risalito all’11/a posizione) ma soprattutto con una grande prova nell’eliminazione, la sua preferita, che era riuscito a vincere (6° posto parziale in classifica). E ha interpretato alla grande la corsa a punti conclusiva, sempre all’attacco, chiudendo la classifica finale appunto al terzo posto con 124 punti. Oro al britannico Walls, con 153 punti. Argento al neozelandese Stewart con 129.

FONTE https://www.gazzetta.it/olimpiadi/discipli...200246398.shtml

view post Posted: 5/8/2021, 10:22 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
E dopo il bronzo di Paltrinieri e l'argento di Rizza, il bellissimo oro di Stano nella marcia. Straordinario. E il medagliere cresce..

Tokyo 2020, Stano oro nella 20 chilometri di marcia
L'azzurro ha chiuso in 1h21'05. Argento e bronzo ai giapponesi Ikeda e Yamanashi

Massimo Stano ha vinto la medaglia d'oro nella 20 km di marcia alle Olimpiadi di Tokyo 2020 in 1h21'05''. Il pugliese ha dominato la gara precednedo recede i due giapponesi padroni di casa Koki Ikeda (1h21'14'') e Toshikazu Yamanishi (1h21'28'') in una prova condotta dal dodicesimo chilometro. È la terza medaglia d’oro nella 20 km di marcia, nella storia azzurra, dopo quella di Maurizio Damilano a Mosca ’80 e quella di Ivano Brugnetti ad Atene 2004. Settimo oro per la spedizione azzurra a Tokyo 2020.

Stano, terzo a metà gara sul circuito da un chilometro all’Odori Park, prende progressivamente il controllo. L'azzurro detta il ritmo con due spagnoli (Garcia e Martin), ii giapponesi Yamanishi e Ikeda e due cinesi (Wang e Zhang). Stano è capofila anche al passaggio al quindicesimo chilometro (1h01'27"). L'italiano accelera nel 17esimo km (parziale di 4'04'') piegando di fatto la coppia spagnola e quella cinese. Resiste soltanto il duo giapponese e si forma un terzetto che passa al km 18 a 1h13'30" dopo un mille da 3'48". Stano è straordinario all’inizio del km 19, con un'altra scossa che manda in crisi Yamanishi. L’azzurro passa a 1h17'22" (3'52"), Ikeda stringe i denti ma deve alzare bandiera bianca. Stano vola verso il traguardo e l'oro con il pollice in bocca, per dedicare il successo olimpico alla figlia Sophie nata nel mese di febbraio.


www.adnkronos.com/tokyo-2020-stano...hABo6PHWqtOw0IN

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view post Posted: 5/8/2021, 07:52 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
Paltrinieri fa il bis e dopo l'argento prende un altra medaglia nel nuoto. Stavolta guadagna un bronzo nel nuoto di fondo (10 km), mentre Rizza nella canoa sprint si colloca dopo l'ungherese e ci regala un secondo posto, una medaglia d'argento. Bravi entrambi...

Tokyo 2020, nuoto di fondo: Paltrinieri bronzo nella 10 km
Seconda medaglia per l'azzurro dopo l'argento conquistato negli 800 stile libero: "Più di così era impossibile"

Gregorio Paltrinieri conquista la medaglia di bronzo nella 10 km di nuoto di fondo ai Giochi di Tokyo 2020 in 1.49.01. Dopo la gioia dell'argento negli 800 stile libero in vasca, l'azzurro riesce di nuovo a salire sul podio nelle acque libere dopo una gara faticosa sempre all'inseguimento. Oro al tedesco Florian Wellbrock e argento all'ungherese Kristof Rasovszky. Nessun italiano in campo maschile era andato in medaglia e Paltrinieri lo ha fatto dopo aver avuto la mononucleosi, grande prova dell'azzurro. Mario Sanzullo chiude 12esimo.
"Più di questo non potevo fare. E' la giusta ricompensa dopo due mesi d'inferno. Vado via da Tokyo con due medaglie e posso ritenermi soddisfatto", ha detto Paltrinieri. "I piani non erano questi, ma per come sono arrivato va benissimo. Oggi faceva molto caldo, io neanche mi sono accorto dell'accelerazione di Wellbrock. Poi Fabrizio (Antonelli, ndr) mi ha spronato ad andare a riprendere i primi, mi ha perfino fatto saltare il primo rifornimento. Alla fine il tedesco era irraggiungibile, ha disputato la gara perfetta. Ho provato a superare il magiaro che è stato bravo a non darmi lo spazio", ha aggiunto il campione azzurro.

Il tricampione europeo, bimondiale e olimpico dei 1500 non ha neanche la forza di esultare, perché è andato oltre i propri limiti. "Ho voluto questo bronzo a tutti i costi, perché queste Olimpiadi non mi avevano ancora appagato del tutto: adesso sì. Il quarto posto nei 1500 è stata una brutta botta. Vado via comunque con il sorriso, perché più di così era impossibile. Questa medaglia è una delle più sofferte della mia carriera, ma me la sono meritata, perché nonostante una condizione difficile non ho mollato. Sono contento di aver combattuto e di aver dato il massimo - prosegue Paltrineri, tesserato per Fiamme Oro e Coopernuoto - Fosse per me ci riproverei anche la settimana prossima. Adesso ho tre medaglie olimpiche in tre discipline differenti (800, 1500 e 10 km) ed è bello anche questo".


www.adnkronos.com/tokyo-2020-nuoto...3Wu6rh8sOjuc2pz

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Tokyo 2020, Rizza è d'argento nella canoa
Per stabilire l'ordine d'arrivo necessario il fotofinish. Italia sul podio in questa specialità dopo 13 anni

L'azzurro Manfredi Rizza ha conquistato la medaglia d'argento nella canoa sprint, nel K1 200 metri, alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Per stabilire l'ordine d'arrivo è stato necessario il fotofinish. L'azzurro ha chiuso al 2° posto in 35"080, oro all'ungherese Sandor Totka (35"035) e bronzo al britannico Liam Healt (35"202).

La canoa sprint italiana torna sul podio olimpico dopo 13 anni (Pechino 2008). Per l’Italia Team si tratta del 10° argento a Tokyo 2020.

“Una medaglia che ci meritavamo, siamo riusciti a mettere nelle migliori condizioni tutti quanti. Un grande lavoro di squadra”. E' il commento del Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak, Luciano Buonfiglio che ha aggiunto: "Complimenti a Manfredi e al tecnico federale Stefano Loddo che hanno scelto un percorso, a noi sposato, che li ha premiati. Questa medaglia ci deve far capire che dobbiamo essere sempre più squadra e dobbiamo stare insieme, perché mancano solo due anni a Parigi. Questa è una medaglia che deve insegnarci che se lavoriamo seriamente possiamo fare grandi cose: nella canoa slalom dobbiamo riprenderci quello che ci è sfuggito, nella velocità dobbiamo lavorare sulle nuove distanze e sulle barche olimpiche senza disperdere energie".

"A Parigi dobbiamo essere ancora più pronti e più forti. E’ una medaglia che rappresenta una iniezione di energia e non vedo l’ora di ricominciare a lavorare con le direzioni tecniche per il 2024. Sono stato felice di aver avuto il Presidente del Coni, Giovanni Malagò accanto a me durante la gara -ha aggiunto il presidente federale-. Ci ha fatto sempre sentire la sua vicinanza e la sua fiducia, così come voglio ringraziare la preparazione olimpica e lo staff del Coni. Tutto ha funzionato alla perfezione, un’organizzazione eccezionale, sono fiero di far parte di questa grande famiglia e di aver contribuito con questa medaglia al successo dell’Italia sportiva. E’ stata una olimpiade difficile e forse proprio per questo nel villaggio si è cementata ancora di più questa amicizia tra tutte le discipline”.


www.adnkronos.com/olimpiadi-rizza-...yvJfo8itpgSQFYJ

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view post Posted: 4/8/2021, 13:07 Calabria: strane creature trasparenti avvistate dai bagnanti - »Scienza, Tecnologia e Informatica
E' proprio strano, sembra una via di mezzo tra un pesce e una medusa...

Calabria: strane creature trasparenti avvistate dai bagnanti e pescatori
di Angelo Petrone

Si tratta di animali del sottotipo dei tunicati, salpa fusiformis tipico dell’Oceano Atlantico.
Per alcuni sembrano di plastica trasparente, per altri somigliano alle meduse e pertanto generano paura. Le curiose creature che sono giunte sulle coste della Calabria e riprese in numerose immagini e video sui social sono, però, del tutto innocue ed anzi svolgono un ruolo benefico per l’ambiente. Conosciuti come tunicati (Salpa Fusiformis), questi piccoli animali sono invertebrati, trasparenti e si alimentano di fitoplancton. Come accennato svolgono un ruolo benefico per l’habitat marino essendo dei ”pulitori dal mare” visto che catturano l’anidride carbonica presente nell’acqua accumulandolo sui fondali in un meccanismo che salvaguardia l’ambiente marino, ma soprattutto contrastando gli effetti dell’inquinamento.
Nonostante popolino, di solito, gli oceani, è possibile osservarli sporadicamente anche nelle nostre acque. Intanto le autorità scientifiche hanno lanciato un appello ai bagnanti e ai pescatori che in questo periodo affollano le spiagge, di non catturarli né tanto meno ucciderli.


www.scienzenotizie.it/2021/07/13/c...scatori-4146820

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view post Posted: 4/8/2021, 13:01 Bolsena. Ritrovamenti in Etruria di 3000 anni fa. - »Storia d'Italia
Altra interessante scoperta archeologica. Curioso l'omino bronzeo, dall'aspetto sembra un extraterrestre...

Un gigantesco giacimento di 3000 anni fa scoperto sul fondale del Lago di Bolsena
di Angelo Petrone 23:27 2 Agosto 2021

Una piccola statua di tremila anni fa ha stupito gli esperti.

Un giacimento di oggetti risalenti a tremila anni fa è stato scoperto sul fondale del Lago di Bolsena dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio dell’Etruria Meridionale. Le ricerche, finalizzate a migliorare la conoscenza dell’antico insediamento collocato in un’area oggi sommersa, hanno portato gli esperti a studiare l’Aiuola, un accumulo monumentale di rocce la cui funzione è ignota; forse un’area nella quale si praticavano culti all’aperto con l’accensione di fuochi e il seppellimento di cibo, in segno di offerta, racchiusi in vasi e bruciati.
Tra i tanti oggetti risalenti agli inizi dell’Età del Ferro portati alla luce, spicca un busto di una figurina di bronzo. Si tratta di un corpo in posizione tutta da interpretare, con un copricapo scanalato, che tiene nelle mani poste al margine di braccia molto sottili, due oggetti circolari forati la cui natura è ignota. Il viso e gli occhi, per gli esperti, ricorda molto i bronzetti sardi, ma con richiami iconografici anche nel geometrico di origine greca. La piccola statua si inserisce in maniera eccezionale all’interno dello scarso patrimonio della plastica figurativa in epoca villanoviana.

Fonte: https://www.scienzenotizie.it/2021/08/02/u...bolsena-1247210

A Bolsena gli archeologi fanno un ritrovamento eccezionale: statue bronzee di 3000 anni fa
A quattro metri di profondità, una statuina alta una manciata di centimetri, fusa in bronzo, di fattura “nuragica”, legata cioè all’antichissima civiltà sarda che echeggia le rotte dei Fenici nel Mediterraneo.
autore Martina Capit -

Eccezionale ritrovamento nel Lago di Bolsena, dove delle piccole statuette bronzee appartenenti a 3000 anni fa, appartenenti all’antica civiltà sarda sono state rinvenute in profondità, Barbara Barbaro l’archeologa subacquea del servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza per l’Etruria meridionale afferma che si tratta di un ritrovamento eccezionale, la statuetta è delineata con degli occhi e un copricapo caratteristico, come qualcosa di divino.

Il ritrovamento è avvenuto nel giacimento sacro dell’Aiola, risalente al X-IX secolo avanti Cristo (fase dell’età del Ferro), completamento sommerso nelle profondità, un gigantesco giacimento “sacro”, un grande tumulo di pietre completamente sommerso, identificato ora come il luogo di culto del famoso Villaggio preistorico di capanne su palafitte del Gran Carro.

Considerato luogo sacro dagli archeologi, è un ammasso di pietre in fondo al lago, e si tratta della prima età del Ferro. Ci sono ritrovamenti anche di anfore, scodelle, anelli e oggetti d’argento e spille in bronzo, e resti animali come vittime sacrificali, si tratta di dei dalla forma femminile, il bronzetto ha nelle sue mani due oggetti ma deve ancora essere studiato.

“Il bronzetto nuragico testimonia oggi come questo Villaggio fosse un punto strategico di contatto sulla tratta tra costa ed entroterra, che toccava Vulci, Bisenzio, Gran Carro e Orvieto”. C’è ancora molto da scoprire e gli archeologi stanno facendo il possibile per risalire al significato dei bronzetti che delineano una forma orientale.

La zona nella tarda epoca antica si trovava certamente all’asciutto in un’area che oggi è caratterizzata da sorgenti d’acqua calda che sgorgano da diversi punti in cui erano depositati, c’è ancora molto da scavare e da ritrovare, il lavoro è ancora lungo, il complesso monumentale di pietre è di 60 per 80 metri circa, afferma l’archeologa “Richiama il mondo sardo–fenicio e orientale che testimonia oggi il contatto della zona di Bolsena con il mondo asiatico“.

https://news.fidelityhouse.eu/cronaca/a-bo...-fa-519491.html

Bolsena, scoperto giacimento sacro di 3.000 anni fa: riaffiorano statuine in bronzo sarde
di Laura Larcan

Il Lago di Bolsena restituisce un gigantesco giacimento sacro di 3000 anni fa. La preistoria sommersa viene riscritta. A quattro metri di profondità, quel piccolo oggetto incrostato sembrava agli occhi dei subacquei «una semplice scoria di fusione». Una volta riemerso e ripulito, la grande sorpresa. Si tratta di un bronzetto, una statuina alta una manciata di centimetri, fusa in bronzo, di fattura “nuragica”, legata cioè all’antichissima civiltà sarda che echeggia le rotte dei Fenici nel Mediterraneo. Un unicum. «Una figura lavorata con alcuni elementi stilistici caratteristici che rimandano all’antica civiltà della Sardegna», racconta Barbara Barbaro l’archeologa subacquea del servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza per l’Etruria meridionale (doretta da Margherita Eichberg), che sta seguendo le operazioni di indagini nel Lago, in collaborazione con il Centro Ricerche Archeologia Subacquea (CRAS Aps). Gli occhi incisi, un copricapo particolare, rimanderebbero alla figura di una divinità (e non di un guerriero in miniatura). «Richiama il mondo sardo-fenicio e orientale che testimonia oggi il contatto della zona di Bolsena con il mondo asiatico». C’è l’emozione nella voce degli archeologi e degli specialisti, soprattutto di Egidio Severi, l'assistente tecnico archeologo subacqueo, che stanno guidando le immersioni.
Il Lago di Bolsena continua a regalare sorprese e a riscrivere la storia delle civiltà protostoriche. Il bronzetto nuragico, infatti, è solo uno dei tantissimi reperti che stanno riemergendo dalle acque, dal complesso cosiddetto della “Aiola”, un gigantesco giacimento "sacro", un grande tumulo di pietre completamente sommerso, identificato ora come il luogo di culto del famoso Villaggio preistorico di capanne su palafitte del Gran Carro (o Gran Caro secondo la dicitura originaria) risalente al X-IX secolo avanti Cristo (fase dell’età del Ferro), considerato dagli studiosi (e dai libri di storia) un importantissimo insediamento d’età villanoviana tra i più vasti e meglio conservati di quest’epoca. Ma anche tra i più misteriosi. «Dopo 60 anni di indagini e studi sul villaggio - continua Barbara Barbaro - abbiamo focalizzato le indagini per la prima volta sull’Aiola. Pensavamo che non desse risultati, poi, con i primi saggi subacquei sono riaffiorati i primi indizi chiave che ci hanno fatto capire che si tratta di un luogo di culto, centro di riti religiosi».
«Il monumentale complesso ellittico, formato da un grosso cumulo di pietrame informe senza leganti, dell’ampiezza di 60 per 80 metri circa, non era infatti stato finora interpretato - spiega l'archeologa - Questo in epoca antica si trovava certamente all’asciutto in un’area in cui è attestata, anche oggi, la presenza di sorgenti calde che sgorgano da più punti dell’accumulo». Il materiale rinvenuto finora si inquadra nella prima età del Ferro (IX sec. a.C) come quello rinvenuto nell’area della palafitta. «Ma sono stati individuati per la prima volta anche strati con materiale attribuibile al Bronzo Finale (XII-X sec. a.C)».

«La parte superiore dell’Aiola, dove probabilmente si svolgevano i riti si presentava con una superficie costellata di roghi e frammenti di vasi, ma soprattutto ha restituito una grande quantità di oggetti metallici, anche frammentati, tra cui fibule, anellini, spilloni in bronzo, rotelle a raggi forse d’argento e molte fusaiole anche finemente decorate», sottolinea l'archeologa.

Si indaga ora sui vasi, di forma biconica, con copertura a scodella: «All’interno custodiscono resti combusti di semi e ossa di animali. Erano offerte seppellite per le divinità “ctonie”, legate alla terra. E’ la prima volta che viene documentato questo rito. Probabilmente si tratta di divinità femminili perché i reperti trovati richiamano al mondo femminile sulla base degli studi effettuati sui corredi nelle sepolture», spiega Barbaro. Uno spettacolo sott’acqua, per un sito che prende sempre più forma accanto ad una millenaria sorgente d’acqua calda. La storia si riscrive.

L'attenzione in queste ore è dedicata soprattutto al bronzetto nuragico: «Siamo di fronte ad un busto di una figurina di bronzo fusa che si inserisce eccezionalmente nello scarso patrimonio finora conosciuto della plastica figurativa protostorica dell’Etruria. Ancora tutta da interpretare la posizione di questo personaggio con corpo e copricapo scanalato, che tiene nelle mani poste al termine delle esili braccia, due oggetti circolari delle quali è ancora incerta la connessione con le espansioni laterali del copricapo. Questo presenta un viso e soprattutto una resa degli occhi molto simile ad alcuni bronzetti sardi, con richiami iconografici anche nel geometrico greco, tuttavia l’incredibile importanza del rinvenimento risiede proprio nell’unicità nel panorama della plastica figurativa villanoviana».

«Il bronzetto nuragico testimonia oggi come questo Villaggio fosse un punto strategico di contatto sulla tratta tra costa ed entroterra, che toccava Vulci, Bisenzio, Gran Carro e Orvieto». Siamo di fronte ai centri che prefigurano la fondazione delle città etrusche. Le recenti indagini hanno anche definito la nuova mappa del Villaggio del Gran Carro, che appare ora molto più ampio: di quasi dodici ettari di estensione. «In acqua se ne conserva ancora un ettaro e mezzo».


https://www.ilmessaggero.it/social/bolsena...zo-6116564.html

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view post Posted: 4/8/2021, 11:31 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
Oro e record del mondo sul velodromo di Izu grazie al quartetto azzurro su ruote Ganna, Lamon, Consonni e Milan...

Ganna&Co. da impazzire. Danimarca demolita: oro col record del mondo!
L'Italia dell'inseguimento a squadre segna lo straordinario crono di 3'42"032. Ganna, Lamon, Consonni e Milan superano i campioni del mondo e trionfano a Izu

dal nostro inviato Ciro Scognamiglio

4 agosto - IZU (GIAPPONE)

Al velodromo di Izu, prefettura di Shizuoka, la finale dell’inseguimento a squadra maschile non ha tradito le attese di grande spettacolo. E l’Italia del c.t. Marco Villa ha conquistato uno splendido oro!!! Sul podio saliranno Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e naturalmente il trascinatore, Filippo Ganna. Il tutto con un nuovo, sensazionale record del mondo: 3'42"032. La Danimarca, che schierava Lasse Norman Hansen, Niklas Larsen, Frederik Madsen e Rasmus Pedersen ed era favorita, si è dovuta accontentare dell’argento. Bronzo all’Australia, che nella finale per il terzo e quarto posto ha battuto la Nuova Zelanda. Quinto posto per il Canada, poi Germania, Gran Bretagna e Svizzera.

La storia—
I progressi di questo gruppo negli ultimi anni sono stati impetuosi, e una pietra miliare era stata la prima volta sotto i 4 minuti, ai Mondiali di Londra 2016. La conferma nell’elite mondiale era arrivata prepotente ai Mondiali di Berlino 2020, quando gli azzurri si erano arresi soltanto alla Danimarca e poi avevano conquistato la medaglia di bronzo.
Il veneto Lamon, classe 1994, è tesserato per il team Continental Biesse Arvedi ed è l’unico che non svolge una attività su strada di alto livello. Il lombardo Simone Consonni è nel World Tour, ha sfiorato diverse volte il successo di tappa al Giro d’Italia e ha rinnovato con la francese Cofidis. Il friulano Milan, appena 20 anni, è alla Bahrain-Victorious e per certi versi ricorda Filippo Ganna, anche se forse è meno cronoman e più velocista, oltre che potenzialmente un ottimo ultimo uomo per un velocista di prima fascia. E infine il trascinatore Ganna, in questo momento l’unico ciclista italiano tra i super-top del mondo. Parigi 2024 non è poi cosi lontana.


https://www.gazzetta.it/olimpiadi/discipli...172387796.shtml



view post Posted: 4/8/2021, 10:09 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
Bravo, ben detto Malagò...

Malagò: "Jacobs dopato? Dispiacere e imbarazzo per queste insinuazioni"
Il numero uno del Coni: “Qualcuno non sa accettare la sconfitta...”

Dispiacere e imbarazzo. Il numero uno del Coni Giovanni Malagò ha parlato delle insinuazioni che arrivano dagli Usa e dalla Gran Bretagna per l’oro di Jacobs nei 100 metri. “Jacobs accusato di doping? Le considerazioni di alcuni vostri colleghi sono veramente fonte di grande dispiacere e anche imbarazzo sotto tutti i punti di vista. Dispiace che qualcuno dimostri di non saper accettare la sconfitta - dice Malagò -. Oggi ha risposto bene Paolo Camossi, allenatore di Marcell. Parliamo di atleti che vengono sottoposti quotidianamente ai controlli antidoping e quando fanno un record tutto si raddoppia. Il numero dei test è impressionante. Per questo la mia è una difesa a spada tratta di Marcell”.

https://www.gazzetta.it/olimpiadi/discipli...143166198.shtml

view post Posted: 3/8/2021, 19:39 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
Ho messo il post anche nella sezione anti-italianismo perchè in assenza di qualsiasi indizio o prova, insinuare pubblicamente che la vittoria di un nostro atleta sia sospetta, o parlare di doping ignorando i controlli da lui fatti, significa macchiare intenzionalmente l'onore di un campione la cui unica colpa pare sia quella di essere cittadino italiano...

Jacobs, i sospetti del Washington Post: "A lui il beneficio del dubbio, all'atletica no"
Il quotidiano statunitense lo definisce "Obscure Italian from Texas" e accusa: "La storia recente dell'atletica mondiale è disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping". Anche il Times segue la linea: "L'arrivo di una nuova stella mette in allerta"

La vittoria di Marcell Jacobs non ha fatto in tempo a compiere il percorso inverso rispetto a lui, raggiungendo gli Stati Uniti, che ha sollevato immediate polemiche. La più rumorosa, quella avanzata dal Washington Post, che in un articolo, lancia l'attacco: "Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all'atletica no".
L'allusione, nemmeno tanto velata, è che il risultato del velocista italiano - che ha vinto i 100 metri in 9"80 davanti all'americano Fred Kerley, che ha corso in 9"84 - non sia genuino. Un'ombra che evoca volutamente il peggiore dei sospetti: il doping.
Colpa, per il Post, della storia recente dell'atletica mondiale, "disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping". Sulle pagine del giornale statunitense, Jacobs diventa "Obscure Italian from Texas". Che significa "Sconosciuto", ma con quell'accezione di oscuro che avanza sospetti anche senza esplicitarli. per quello, il commento è decisamente più chiaro: "Non è colpa di Jacobs se la storia dell'atletica leggera fa sospettare per i miglioramenti così improvvisi e così enormi".

Un punto di vista che trova sponde soltanto nel mondo anglofono. Quella del britannico Times, ad esempio: "Da Ben Johnson a Gatlin a Coleman, l'arrivo di una nuova stella mette in allerta", scrive il giornale inglese. Che al commento aggiunge una statistica: delle 50 migliori prestazioni mondiali sui 100 metri, tolte le 14 di Bolt, ne restano 36. E di queste, 32 sono state prodotte da velocisti poi risultati positivi ai controlli antidoping.

E proprio il capo dei corrispondenti sportivi del Times, con un tweet molto dibattuto in rete, solleva dubbi, sebbene non esplicitandoli: "Il nuovo campione olimpico dei 100 metri, Marcell Jacobs, è andato sotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso 9,84 in semi e 9,80 per vincere. Ah bene".

www.repubblica.it/dossier/sport/ol...cobs-312708315/

"Campioni imbroglioni...". Il vergognoso processo a Jacobs
2 Agosto 2021 - 15:30
Il Washington Post e il Times mettono sotto accusa l'atleta azzurro con assurde allusioni sul doping
di Antonio Prisco

Mentre Tokyo 2020 trova la stella di Marcell Jacobs, il nuovo re dei 100 metri, dagli Stati Uniti arriva una polemica a dir poco vergognosa. Il Washington Post lo definisce "Obscure Italian from Texas" e accusa: "La storia recente dell'atletica mondiale è disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping".

Nemmeno il tempo di ricevere le meritate celebrazioni e la leggendaria impresa di Jacobs già solleva immediate polemiche. La più fastidiosa è quella avanzata dal Washington Post, che in un articolo, lancia l'attacco: "Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all'atletica no". L'allusione, nemmeno tanto velata, è che il risultato del velocista italiano - che ha vinto i 100 metri in 9"80 guarda caso proprio davanti all'americano Fred Kerley, che ha corso in 9"84 - non sia pulito. Un'ombra che evoca volutamente il peggiore dei sospetti per un'atleta: il doping.

Questa becera congettura del Post trova il suo fondamento nella storia recente dell'atletica mondiale, "disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping". Sulle pagine del giornale statunitense, Jacobs diventa"Obscure Italian from Texas". Che significa "Sconosciuto", ma con quell'accezione di oscuro che avanza sospetti anche senza esplicitarli. Il commento successivo è decisamente più chiaro: "Non è colpa di Jacobs se la storia dell'atletica leggera fa sospettare per i miglioramenti così improvvisi e così enormi".

Il punto di vista ha trovato immediata sponda anche Oltremanica e non poteva essere altrimenti dopo il trionfo dell'Italia a Wembley. Il Times sentenzia: "Da Ben Johnson a Gatlin a Coleman, l'arrivo di una nuova stella mette in allerta". Al commento poi aggiunge una statistica: delle 50 migliori prestazioni mondiali sui 100 metri, tolte le 14 di Usain Bolt, ne restano 36. E di queste, addirittura 32 sono state prodotte da velocisti poi risultati positivi ai controlli antidoping.

Ma non finisce qui il capo dei corrispondenti sportivi del Times, Matt Lawton con un tweet molto dibattuto in rete, solleva ulteriori dubbi, sebbene non esplicitandoli: "Il nuovo campione olimpico dei 100 metri, Marcell Jacobs, ha rotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso 9,84 in semi e 9,80 per vincere. Ah bene". Insomma congetture senza senso, che celano un'unica certezza, la doppietta azzurra Euro 2020 e oro olimpico nei 100m ha fatto "rosicare" e non poco inglesi e americani.

www.ilgiornale.it/news/sport/jacob...re-1966530.html

Lo stesso articolo in inglese, per chi ci segue dagli States

“Cheating champions …”. The shameful trial of Jacobs
Brandy Sport a day ago 160 REPORT

While Tokyo 2020 finds the star of Marcell Jacobs, the new king of the 100 meters, from the United States comes a shameful controversy to say the least. The Washington Post defines it “Obscure Italian from Texas” and accuses: “The recent history of world athletics is littered with pop up champions who later revealed themselves doping cheaters“.

Not even the time to receive the well-deserved celebrations and Jacobs’ legendary feat already raises immediate controversies. The most annoying is the one advanced by the Washington Post, who in an article launches the attack: “It would be unfair to accuse Jacobs: he should be given the benefit of the doubt, but not athletics.” The allusion, not so veiled, is that the result of the Italian sprinter – who won the 100 meters in 9 “80 coincidentally right in front of the American Fred Kerley, who raced in 9” 84 – he is not clean. A shadow that deliberately evokes the worst of suspicions for an athlete: the doping.

This vulgar conjecture of the Post finds its foundation in the recent history of world athletics, “littered with pop-up samples that turned out to be doping cheaters”. On the pages of the US newspaper, Jacobs becomes“Obscure Italian from Texas”. What does it mean “Stranger”, but with that sense of obscure that advances suspicious even without making them explicit. The next comment is much clearer: “It is not Jacobs’ fault that the history of athletics makes us suspect for such sudden and enormous improvements.”

The point of view also found immediate support across the Channel and it could not have been otherwise after Italy’s triumph at Wembley. The Times sentences: “From Ben Johnson to Gatlin to Coleman, the arrival of a new star warns.” He then adds a statistic to the comment: of the 50 best performances in the world on 100 meters, minus the 14 of Usain Bolt, 36 remain. And of these, even 32 were produced by sprinters who tested positive for doping controls.

But the Times’ chief sports correspondent does not end there, Matt Lawton with a much debated tweet online, it raises further doubts, although not making them explicit: “The new 100m Olympic champion, Marcell Jacobs, broke the 10 seconds for the first time in May. He came here and ran 9.84 in suits and 9.80 to win. Ah well.” In short, senseless conjectures, which conceal a single certainty, the blue double for Euro 2020 and Olympic gold in the 100m has made the British and Americans “rosy” and not a little.

www.italy24news.com/sports/news/80316.html





Texas-born Italian sprints from unknown to Bolt’s successor
By Eddie Pells | AP
Today at 5:30 p.m. EDT

TOKYO — The 100 meters at the Olympics is the event that turns sprinters into kings: Jesse Owens, Carl Lewis, Usain Bolt.

On one of the most unusual nights the sport has ever seen, fans, experts, and even the racers themselves needed a lineup card.
Get the latest news and results from the Tokyo Olympics

The race that has long defined Olympic royalty went to a Texas-born Italian who hadn’t cracked 10 seconds until this year. He’s a 26-year-old whose best days before this came in the long jump. He’s a man even the runner in the next lane didn’t really know.

At the Tokyo Olympics, Marcell Jacobs is The World’s Fastest Man.

“I think I need four or five years to realize and understand what’s happening,” Jacobs said.

The Italian crossed the line in 9.8 seconds Sunday night to capture the first 100-meter medal ever for the country better known for its soccer prowess. Pietro Mennea won the 200 at the 1980 Olympics in Moscow and Livio Berruti won that race at the 1960 Games in Rome.
Advertisement

Even in a contest with no clear favorites — American Ronnie Baker was a candidate and China’s Su Bingtian ran a shocking 9.83 in the semis — Jacobs came from nowhere.

He topped America’s Fred Kerley, a 400-meter runner who moved down in distance because he saw a medal chance, and Canada’s Andre DeGrasse, who adds another 100-meter bronze to the one he won Rio.

Kerley finished second in 9.84 and DeGrasse was next at 9.89.

“I really don’t know anything about him,” Kerley said of the new gold medalist. “He did a fantastic job.”

Jacobs’ path was made that much clearer because of who wasn’t in the race. The reigning world champion, Christian Coleman, is serving a ban for missed doping tests. The world leader in 2021 and the favorite to win the gold, Trayvon Bromell, didn’t make it out of the semifinals.

Bolt, who has commandeered the Olympic and every other sprint stage since 2008, is retired.

He was a sure thing in all nine Olympic sprints he ran from the Beijing Games — a stretch of dominance that redefined track and field, but also left a gaping hole in the sport when he called it a career.

“He changed athletics forever,” Jacobs said. “I’m the one who won the Olympics after him. That’s unbelievable. But drawing comparisons, I don’t think it’s the time now.”

Bolt’s world record is 9.58.

Before Sunday, Jacobs’ personal best was 9.95.

“I mean, 9.8 from the Italian guy?” DeGrasse said. “I didn’t expect that. I thought my main competition would be the Americans.”

Nope. The Italians.

Perhaps the only person at the track who really knew the new champ was the man who hugged him after he crossed the finish line. That was Gianmarco Tamberi, the Italian high jumper who tied Qatari’s Mutaz Essa Barshim for gold.

Tamberi and Barshim ended their evening-long jump-fest in a dead heat — a rare result that appeared headed for a jump-off to decide gold and sliver. But after huddling with an official who told them two gold medals were possible, Barshim -- the two-time world champion who won silver in Rio and bronze in London - agreed to call it a tie for first.

Bedlam ensued.

Barshim ran up to the stands to celebrate. Tamberi covered his face with his hands and rolled on the ground. “I was in ecstasy,” he said. He was clearly a man looking for someone to hug.

He found just the person a few minutes later when Jacobs crossed the line first. Tamberi leaped into the broad-chested sprinter’s arms and curled his own arm around Jacobs’ bald head.

“My heart was exploding,” Tamberi said.

Only a night before, they’d been sitting in Jacobs’ tiny room in the Olympic village playing video games.

“And we said, ‘Can you imagine if we win?”” Jacobs said. “(We said) ’No, no, no. It’s impossible. Don’t think this.’”

Not long after the two golds were secure, Italy’s premier, Mario Draghi, stated the obvious — “You’re honoring Italy,” he said — and announced he’d be inviting the athletes to his office, the Chigi Palace, when they return home.

Theirs was one of many beautiful moments on a most unusual Day 3 of the Olympic track meet. Another highlight came from Venezuelan Yulimar Rojas' toppling of a 26-year-old world record in the triple jump. Her new mark is 51 feet, 5 inches (15.67 meters).

Other vignettes didn’t involve medals.

Luca Kozak tripped on a hurdle and looked over three lanes to see a Jamaican opponent, Yanique Thompson, had suffered the same fate. Kozak helped her back to her feet.

Later, in the men’s 800 semifinals, American Isaiah Jewett got tangled up with Botswana’s Nijel Amos and the two went tumbling to the ground. They helped each other up and jogged slowly together toward the finish line.

“I don’t want any bad blood, because that’s what heroes do -- they show their humanity through who they are and show they’re good people,” Jewett said.

The day’s other gold medal went to Gong Lijao of China, who bested American Raven Saunders of the United States.

Saunders, who is Black and gay, wears an “Incredible Hulk” mask when she competes, closed out the medals ceremony by lifting her arms above her head and forming an “X” with her wrists.

“It’s the intersection of where all people who are oppressed meet,” she explained.

All memorable.

And then came the man hardly anybody knew.

Even though the run came in front of a nearly empty stadium, you could practically hear the collective “Who?” echoing across the seats. From all places, that is, except for from the Italian contingent.

A good hour after the victory, some of those reporters and coaches were on the track taking pictures with their country’s new high-jump and sprint heroes. They had Italy’s green, white and red flag draped around their shoulders and were still hugging it out — COVID protocols be damned.

Quite an evening for Jacobs, who was born in El Paso – the son of an American father and an Italian mother. The parents split when Jacobs was 6 months old and he moved to Italy and never got to know his dad.

They reconnected about a year ago by phone, as the sprinter tried to learn about his roots.

Now, the world is learning about him.

“My dream was to arrive here and run a final,” Jacobs said. “And we ran a final. And we won a final. It’s amazing. I have no words to describe this moment.”


www.washingtonpost.com/sports/olym...82d8_story.html


Edited by Peppero - 4/8/2021, 08:07
view post Posted: 3/8/2021, 19:17 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
CITAZIONE (dardanide @ 3/8/2021, 16:58) 
Peccato per la scherma quest'anno, ma congratulazioni immense all'inaspettato duo d'oro dell'atletica.

Vero, sorpresa inaspettata quanto gradita. Speriamo ce ne siano ancora così...
view post Posted: 3/8/2021, 19:15 Washington Post e Times fanno insinuazioni su atleti italiani - »Segnalazioni Anti-Italianismo
Giornalisti americani e britannici invidiosi, fanno insinuazioni pesanti sui nostri atleti, in particolare su Jacobs. I primi non accettano che l'uomo più veloce del mondo sia un atleta italiano, del quale dicono di non sapere nulla, ignorando i ultimi suoi cinque anni di allenamento e gare, mentre i secondi rosicano probabilmente per la sconfitta calcistica (non saprei dare altra spiegazione). Purtroppo non sono riuscito a trovare l'articolo originale del Times...

Jacobs, i sospetti del Washington Post: "A lui il beneficio del dubbio, all'atletica no"
Il quotidiano statunitense lo definisce "Obscure Italian from Texas" e accusa: "La storia recente dell'atletica mondiale è disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping". Anche il Times segue la linea: "L'arrivo di una nuova stella mette in allerta"

La vittoria di Marcell Jacobs non ha fatto in tempo a compiere il percorso inverso rispetto a lui, raggiungendo gli Stati Uniti, che ha sollevato immediate polemiche. La più rumorosa, quella avanzata dal Washington Post, che in un articolo, lancia l'attacco: "Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all'atletica no".
L'allusione, nemmeno tanto velata, è che il risultato del velocista italiano - che ha vinto i 100 metri in 9"80 davanti all'americano Fred Kerley, che ha corso in 9"84 - non sia genuino. Un'ombra che evoca volutamente il peggiore dei sospetti: il doping.
Colpa, per il Post, della storia recente dell'atletica mondiale, "disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping". Sulle pagine del giornale statunitense, Jacobs diventa "Obscure Italian from Texas". Che significa "Sconosciuto", ma con quell'accezione di oscuro che avanza sospetti anche senza esplicitarli. per quello, il commento è decisamente più chiaro: "Non è colpa di Jacobs se la storia dell'atletica leggera fa sospettare per i miglioramenti così improvvisi e così enormi".

Un punto di vista che trova sponde soltanto nel mondo anglofono. Quella del britannico Times, ad esempio: "Da Ben Johnson a Gatlin a Coleman, l'arrivo di una nuova stella mette in allerta", scrive il giornale inglese. Che al commento aggiunge una statistica: delle 50 migliori prestazioni mondiali sui 100 metri, tolte le 14 di Bolt, ne restano 36. E di queste, 32 sono state prodotte da velocisti poi risultati positivi ai controlli antidoping.

E proprio il capo dei corrispondenti sportivi del Times, con un tweet molto dibattuto in rete, solleva dubbi, sebbene non esplicitandoli: "Il nuovo campione olimpico dei 100 metri, Marcell Jacobs, è andato sotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso 9,84 in semi e 9,80 per vincere. Ah bene".

www.repubblica.it/dossier/sport/ol...cobs-312708315/





Texas-born Italian sprints from unknown to Bolt’s successor
By Eddie Pells | AP
Today at 5:30 p.m. EDT

TOKYO — The 100 meters at the Olympics is the event that turns sprinters into kings: Jesse Owens, Carl Lewis, Usain Bolt.

On one of the most unusual nights the sport has ever seen, fans, experts, and even the racers themselves needed a lineup card.
Get the latest news and results from the Tokyo Olympics

The race that has long defined Olympic royalty went to a Texas-born Italian who hadn’t cracked 10 seconds until this year. He’s a 26-year-old whose best days before this came in the long jump. He’s a man even the runner in the next lane didn’t really know.

At the Tokyo Olympics, Marcell Jacobs is The World’s Fastest Man.

“I think I need four or five years to realize and understand what’s happening,” Jacobs said.

The Italian crossed the line in 9.8 seconds Sunday night to capture the first 100-meter medal ever for the country better known for its soccer prowess. Pietro Mennea won the 200 at the 1980 Olympics in Moscow and Livio Berruti won that race at the 1960 Games in Rome.

Even in a contest with no clear favorites — American Ronnie Baker was a candidate and China’s Su Bingtian ran a shocking 9.83 in the semis — Jacobs came from nowhere.

He topped America’s Fred Kerley, a 400-meter runner who moved down in distance because he saw a medal chance, and Canada’s Andre DeGrasse, who adds another 100-meter bronze to the one he won Rio.

Kerley finished second in 9.84 and DeGrasse was next at 9.89.

“I really don’t know anything about him,” Kerley said of the new gold medalist. “He did a fantastic job.”

Jacobs’ path was made that much clearer because of who wasn’t in the race. The reigning world champion, Christian Coleman, is serving a ban for missed doping tests. The world leader in 2021 and the favorite to win the gold, Trayvon Bromell, didn’t make it out of the semifinals.

Bolt, who has commandeered the Olympic and every other sprint stage since 2008, is retired.

He was a sure thing in all nine Olympic sprints he ran from the Beijing Games — a stretch of dominance that redefined track and field, but also left a gaping hole in the sport when he called it a career.

“He changed athletics forever,” Jacobs said. “I’m the one who won the Olympics after him. That’s unbelievable. But drawing comparisons, I don’t think it’s the time now.”

Bolt’s world record is 9.58.

Before Sunday, Jacobs’ personal best was 9.95.

“I mean, 9.8 from the Italian guy?” DeGrasse said. “I didn’t expect that. I thought my main competition would be the Americans.”

Nope. The Italians.

Perhaps the only person at the track who really knew the new champ was the man who hugged him after he crossed the finish line. That was Gianmarco Tamberi, the Italian high jumper who tied Qatari’s Mutaz Essa Barshim for gold.

Tamberi and Barshim ended their evening-long jump-fest in a dead heat — a rare result that appeared headed for a jump-off to decide gold and sliver. But after huddling with an official who told them two gold medals were possible, Barshim -- the two-time world champion who won silver in Rio and bronze in London - agreed to call it a tie for first.

Bedlam ensued.

Barshim ran up to the stands to celebrate. Tamberi covered his face with his hands and rolled on the ground. “I was in ecstasy,” he said. He was clearly a man looking for someone to hug.

He found just the person a few minutes later when Jacobs crossed the line first. Tamberi leaped into the broad-chested sprinter’s arms and curled his own arm around Jacobs’ bald head.

“My heart was exploding,” Tamberi said.

Only a night before, they’d been sitting in Jacobs’ tiny room in the Olympic village playing video games.

“And we said, ‘Can you imagine if we win?”” Jacobs said. “(We said) ’No, no, no. It’s impossible. Don’t think this.’”

Not long after the two golds were secure, Italy’s premier, Mario Draghi, stated the obvious — “You’re honoring Italy,” he said — and announced he’d be inviting the athletes to his office, the Chigi Palace, when they return home.

Theirs was one of many beautiful moments on a most unusual Day 3 of the Olympic track meet. Another highlight came from Venezuelan Yulimar Rojas' toppling of a 26-year-old world record in the triple jump. Her new mark is 51 feet, 5 inches (15.67 meters).

Other vignettes didn’t involve medals.

Luca Kozak tripped on a hurdle and looked over three lanes to see a Jamaican opponent, Yanique Thompson, had suffered the same fate. Kozak helped her back to her feet.

Later, in the men’s 800 semifinals, American Isaiah Jewett got tangled up with Botswana’s Nijel Amos and the two went tumbling to the ground. They helped each other up and jogged slowly together toward the finish line.

“I don’t want any bad blood, because that’s what heroes do -- they show their humanity through who they are and show they’re good people,” Jewett said.

The day’s other gold medal went to Gong Lijao of China, who bested American Raven Saunders of the United States.

Saunders, who is Black and gay, wears an “Incredible Hulk” mask when she competes, closed out the medals ceremony by lifting her arms above her head and forming an “X” with her wrists.

“It’s the intersection of where all people who are oppressed meet,” she explained.

All memorable.

And then came the man hardly anybody knew.

Even though the run came in front of a nearly empty stadium, you could practically hear the collective “Who?” echoing across the seats. From all places, that is, except for from the Italian contingent.

A good hour after the victory, some of those reporters and coaches were on the track taking pictures with their country’s new high-jump and sprint heroes. They had Italy’s green, white and red flag draped around their shoulders and were still hugging it out — COVID protocols be damned.

Quite an evening for Jacobs, who was born in El Paso – the son of an American father and an Italian mother. The parents split when Jacobs was 6 months old and he moved to Italy and never got to know his dad.

They reconnected about a year ago by phone, as the sprinter tried to learn about his roots.

Now, the world is learning about him.

“My dream was to arrive here and run a final,” Jacobs said. “And we ran a final. And we won a final. It’s amazing. I have no words to describe this moment.”


www.washingtonpost.com/sports/olym...82d8_story.html


Edited by Peppero - 4/8/2021, 15:12
view post Posted: 3/8/2021, 09:41 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
E' oro nella vela grazie alla coppia Tita e Banti. Grandissimi...

Tokyo 2020, Tita e Banti medaglia d'oro nella vela
La coppia azzurra si impone nei Nacra 17. L'Italia a quota 29 medaglie, superati i podi di Rio

Ruggero Tita e Caterina Banti conquistano la medaglia d'oro nella vela alle Olimpiadi di Tokyo 2020. La coppia azzurra si impone nei Nacra 17 chiudendo al sesto posto la medal race, un piazzamento sufficiente per salire sul gradino più alto del podio grazie al miglior posto ottenuto nelle 12 prove di qualifica. Ai due azzurri è bastato controllare i britannici Gimson e Burnet, medaglia d'argento, per chiudere al comando la classifica finale. Il podio è completato dai tedeschi Kohlhoff e Stuhlemmer, bronzo.
Per l'Italia è il quinto oro e la medaglia numero 29 in questa edizione dei Giochi: superati i podi di Rio 2016. La vela azzurra non vinceva un oro olimpico dal trionfo di Alessandra Sensini a Sydney 21 anni fa.

"E' meraviglioso, una emozione grandissima. Siamo veramente molto contenti", ha detto Tita alla Rai. "Abbiamo sempre performato bene in Giappone, il campo di regata si adattava bene alle nostre peculiarità", ha aggiunto l'azzurro, che ha dedicato la medaglia "a tutto lo staff e alle persone a casa che, chi in silenzio e chi no, ci hanno supportato sempre, ci sono stati vicini e ci hanno aiutato davvero tanto".

"Con Ruggero ci siamo trovati benissimo in barca, siamo super coordinati e sincronizzati. In cinque anni ci sono stati anche momenti di difficoltà, abbiamo dato sempre il massimo. Sono stati 5 anni in cui abbiamo vinto tante medaglie e siamo venuti qua per ritirarla. Qui abbiamo pensato solo ad andare al massimo in barca", le parole di Banti. "Oggi abbiamo marcato la Gran Bretagna, ma ha pagato la costanza, abbiamo cercato di esserlo, di non fare grossi errori e navigare al meglio che potevamo e ha pagato", ha aggiunto.
Sensini: "Bravissimi, ho rivissuto Sydney"

"Questo oro di Banti e Tita nella vela è qualcosa di fantastico, mi hanno regalato un momento bellissimo perché coi ricordi ripercorri quanto hai fatto, vincere un oro olimpico è qualcosa di unico che resta per sempre. Sento con questo loro successo 21 anni dopo un legame profondo, un segno di continuità con il mio di Sydney. E' un po' come far parte di una stessa squadra". Alessandra Sensini, oro olimpico nel windsurf 21 anni fa (per lei anche un argento a Pechino 2008 e e due bronzi ad Atlanta e Atene ndr), parla così all'Adnkronos del successo ottenuto dalla coppia azzurra.

"Tita e Banti sono stati bravissimi perché hanno fatto quello che dovevano da manuale, calcolando tutto e non perdendo mai il focus", sottolinea Sensini, l'ultimo oro olimpico nella vela azzurra prima dell'impresa odierna di Banti e Tita. "Non hanno mai rischiato perché avevano un margine importante, ma l'oro non era matematico, sono quei momenti in cui non devi fare follie. Sono stati anche in attacco e bravi a controllare sempre il diretto avversario inglese che è stato sempre lì. Sono sempre stati vicini ed è quello che dovevano fare. Bravissimi".

https://www.adnkronos.com/vaccini-senza-ag...YMC87UU8YLI1BTr
tita_banti_fg
view post Posted: 2/8/2021, 13:12 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
Giuria tirchia, nella ginnastica artistica a corpo libero Vanessa Ferrari avrebbe meritato qualche punto in più. Ci regala un argento...

Vanessa Ferrari, finalmente è tua: storico argento a 30 anni
Dopo i quarti posti di Londra 2012 e Rio 2016 la Ferrari chiude il corpo libero dietro alla statunitense Carey: è la prima medaglia individuale azzurra della ginnastica
di Valerio Piccioni

Finalmente! Chi la dura la vince la medaglia. Vanessa Ferrari spezza la maledizione del quarto posto e conquista l’argento nel suo corpo libero con una splendida interpretazione, fatta di una eleganza e di una gestualità da pelled’oca, sulla musica di “Con te partirò” di Andrea Bocelli. L’oro va alla statunitense Jade Carey che replica quanto era successo nell’all round, il concorso individuale, vinto da Suni Lee: orfana di Simone Biles, la squadra americana trova comunque altre protagoniste vincenti. La Carey trionfa con 14.366 puntando tutto sull’acrobatica e sulla difficoltà dell’esercizio. Lo dice la combinazione fra “nota di partenza”, il parametro della difficoltà dei movimenti scelti, e l’esecuzione. La Carey pone l’asticella più in alto, 6.300 il suo livello, mentre Vanessa è a 5.900. Ma l’azzurra è più brava nell’esecuzione: 8,300 rispetto agli 8.066 della Carey e chiude con 14.200. Sono i telecronisti brasiliani, peraltro pure loro coinvolti perché c’è in gioco c’è la loro Rebeca Andrade (che finirà quinta), a illustrare forse più della giuria, la riuscita del minuto e 29 secondi dell’esercizio della Ferrari. “Da podio, sicuramente da medaglia, minimo da medaglia!”, dicono. E anche noi abbiamo la stessa impressione senza aspettare il verdetto della giuria. Sul podio, terze a pari merito, la giapponese Murakami e la russa Melnikova (14.166).

La gara—

Vanessa ha fatto quello che aveva annunciato, non tradiva ansia, non rubava con lo sguardo le esecuzioni di chi l’aveva preceduta. “Ho pensato solo a me stessa” e deve averlo davvero fatto. La Ferrari ha proposto come previsto le tre diagonali complesse con una interpretazione coinvolgente e una serie di movimenti perfetta, solo un minimo passettino all’ultimo arrivo. Ma tutto pulito e coinvolgente. Questo è l’argento della forza di volontà e dell’amore per il suo sport, più forte degli infortuni, dei mille guai, degli anni che passano e delle giovanissime che spingono. Per la ginnastica italiana al femminile è il ritorno a medaglia e in particolare all’argento a distanza di 93 anni dalla prima e fino a pochi minuti fa unica presenza sul podio, quella della prova a squadre di Amsterdam 1928. Tokyo, la stessa Tokyo del professor Franco Menichelli, medaglia d’oro proprio nel corpo libero di Vanessa, ci porta ancora una volta fortuna. Questa medaglia, non c’è dubbio, è strameritata.

FONTE https://www.gazzetta.it/olimpiadi/discipli...117947971.shtml

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view post Posted: 2/8/2021, 07:57 Olimpiadi Tokyo 2020. - »Sport e Competizioni
CITAZIONE (armigero @ 1/8/2021, 19:12) 
Perche' la scherma non ha ottenuto la stessa medaglia? :cry:

Non lo so, non sono un tecnico e non insegno scherma. Di sicuro è stato interrotto un record che durava da mezzo secolo. In questo stesso topic, pagina precedente, vai al post del 30/7/2021 e leggiti l'articolo "Olimpiadi di Tokyo, veleni sulla scherma. Di Francisca: «Ct non all’altezza, Errigo emotiva»." Qui sotto trovi il seguito, la risposta a Velasco, quella di Cipressa e altre critiche al CT.

Tokyo 2020: Di Francisca, risposta a Velasco e nuovo affondo su Errigo
L'ex campionessa replica alle critiche arrivate nei giorni scorsi.

La medaglia d'oro a Londra 2012 replica alle critiche e lancia un'altra bordata all'ex collega.

Dopo le critiche nei suoi confronti da parte dell'ex c.t. della Nazionale di pallavolo, Julio Velasco, Elisa Di Francisca prova a mettere i puntini sulle i in un'intervista al 'Corriere della Sera', e tra le altre cose si lancia un nuovo affondo nei confronti di Arianna Errigo.

"Velasco? Penso sia stata una forma di solidarietà verso il collega, ha le sue ragioni e ci sta - ha detto Di Francisca, provando a spiegare la reazione di Velasco alle critiche nei confronti del c.t. del fioretto femminile, Andrea Cipressa -. Velasco era un allenatore, o lo è ancora, questo non lo so, e deve essersi sentito toccato personalmente: immagino anche che a sua volta abbia avuto degli atleti che hanno detto male di lui... Poi lui ha una personalità forte, è uno che dice pane al pane e vino al vino, non è vero? Ecco, allora capisco. Ma chissenefrega: se avrò modo di incontrarlo, se un giorno ci conosceremo, ne parleremo".

Su Errigo, invece, ha affermato con forza: "Io ho parlato solo perché mi è stato chiesto un parere: non è che mi sono svegliata al mattino e ho deciso di sparare a zero. Quindi è stata una risposta a quello che Arianna aveva detto dopo una gara della Coppa del Mondo nella quale avevamo perso a squadre e io ero stata rimontata nell’ultimo match dalla russa Deriglazova. Mi aveva fatto rimanere male con quel post nel quale aveva detto che avevo sbagliato tutto, che avevo preso una valanga di stoccate e che non avrei dovuto essere io a chiudere".

"Quando scrisse quello ero ancora in squadra - ha poi aggiunto -: dunque leggere le sue frasi mi ha fatto due volte male perché la prima arrabbiata ero io, con me stessa. Sì, quel post mi ha ferito: non aspettavo altro che rispondere a lei. Sinceramente Arianna non si sarà sentita a suo agio nei momenti successivi alla sconfitta contro la Francia: ho voluto allora ricordarle quello che lei ha detto a me. L’ho fatto in maniera diversa perché ora non so più in squadra e sono come una spettatrice che valuta dall’esterno. Aspettavo l’occasione e in più questo è un mio parere".

www.sportal.it/tokyo2020/tokyo-202...-su-errigo.html

Dopo il flop a Tokyo, nella scherma azzurra volano stracci. Il ct Cipressa sbotta: «Basta insulti e faide interne»
L’allenatore della squadra della specialità di scherma risponde all’ex-schermitrice Di Francisco: «Accetto critiche solo se costruttive, non insulti pesanti»

Per la scherma italiana i Giochi di Tokyo 2020 sono stati deludenti per diversi analisti e personalità ai vertici dello sport azzurro. Nonostante la disciplina abbia portato nel medagliere della spedizione dell’Italia 5 medaglia (una in più di Rio 2016, ma senza ori), sono arrivate aspre critiche e commenti sulle prestazioni degli atleti italiani, come quelle del presidente del Coni Giovanni Malagò che si è detto «amareggiato» per l’andamento della scherma in Giappone dopo l’esclusione della squadra maschile di fioretto dal podio. Il risultato, secondo Malagò dovrà servire per «una profonda riflessione da parte della federazione, perché tra tre anni ci sono i Giochi di Parigi e da domani si deve lavorare per ricostruire un ambiente». Ma non sono state le parole del numero uno del Coni a far indispettire il Commissario tecnico del fioretto Andrea Cipressa, che ha risposto alle parole dell’ex schermitrice Elisa Di Francisca. La vincitrice dell’oro a Londra 2012 aveva giudicato come «non all’altezza» la compagna di nazionale ed ex amica Arianna Errigo, bronzo nel fioretto a squadre in Giappone, ma a secco di risultati individuali.

Lo scontro nella scherma azzurra dopo il flop a Tokyo

Lo sfogo di Cipressa delinea l’ambiente pesante che si respira nella selezione. «Non ho alcuna voglia di censurare le critiche che mi vengono mosse», ha detto il tecnico, «purché esse siano costruttive e non si limitino a una violenza verbale inaudita e insulti pesanti e gratuiti che scaturiscono da odi, antipatie personali e faide di fazioni opposte». Le parole di Cipressa si riferiscono al commento di Di Francisca che, dopo aver battuto proprio la Errigo nella finale del fioretto a Londra 2012, non rimase più in buoni rapporti con la compagna, oggi ex-amica come emerge anche dal libro che ha pubblicato, “Giù la maschera”. Secondo Cipressa, l’atteggiamento e le parole della ex-azzurra, che ha rinunciato a Tokyo per vivere a modo la sua seconda gravidanza, è un «voltafaccia disgustoso», come ha scritto l’allenatore su Facebook, di una persona che «sputa veleno nel piatto in cui ha mangiato».

FACEBOOK
Andrea Cipressa is feeling sad :(.
yesterday at 7:31 AM ·
"Se un uomo fa del suo meglio, cosa si può volere di più?"
George S. Patton
Succede che, anche quando hai lavorato sodo e curato ogni dettaglio, le cose non vadano come avevi sognato. Chi gareggia per vincere sa che la sconfitta è parte del gioco. Anche la più cocente.
Vivo di sport e per lo sport e questo mi ha fatto sperimentare sempre emozioni incredibili: da vittorie straordinarie (le ricordate ancora?) che nutrono l’anima a pesanti delusioni dalle quali credi di non poterti più riprendere.
Invece ci si riprende eccome e lo dico perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Fa male e brucia ma, nel calendario della mia mente le più crudeli cadute sono tuttora dei punti cardine della mia crescita come uomo di sport e come persona.
Quando pensi a un campione o a una persona di successo, generalmente pensi alle sue medaglie, alle sue vittorie epiche, ma difficilmente pensi alle sconfitte e alle delusioni o alle volte in cui si è sentito sopraffatto e ha pensato magari di mollare.
Cadere è il rischio dell’imparare a camminare. È importante mantenere la fiducia e riprovare. Ho sempre pensato che la sconfitta in una gara, pur dolorosa, non è una sconfitta nella vita. A prescindere dall’entità della sconfitta non si perde il proprio valore, questo lo dico a tutti quelli che mi attaccano personalmente perché le loro aspettative non sono state del tutto soddisfatte.
Sono consapevole del lavoro da fare e non mi nascondo certo dietro a un dito ma mal digerisco la cattiveria gratuita e la maleducazione.
Chi vince festeggia e chi perde impara.
Non ho alcuna voglia di censurare le critiche che mi vengono mosse, purché esse siano costruttive e non si limitino a una violenza verbale inaudita e insulti pesanti e gratuiti che scaturiscono da odi, antipatie personali e faide di fazioni opposte. Sono pronto al confronto e a un mea culpa se necessario ma non accetto voltafaccia “disgustosi” da chi, fino a poco tempo fa, mi osannava con messaggi di stima, apprezzamento e affetto.
Il riferimento alla ex fiorettista Jesina che, dall’alto del suo ruolo di “opinionista” sputa veleno nel piatto in cui ha mangiato sminuendo pure il valore di atlete che, se pure non quello sperato, hanno ottenuto un risultato olimpico degno di rispetto, non è assolutamente velato, anzi.
Ringrazio Velasco per aver espresso in maniera chiara ed esplicita un pensiero che molti, fortunatamente, condividono.
Non cerco giustificazioni a vittorie o sconfitte dalle une e dalle altre si impara e si costruisce.
A volte però tacere è di una raffinatezza indiscussa.

www.open.online/2021/08/01/tokyo-2020-scherma-cipressa/

Olimpiadi Tokyo 2020 Scherma, mai così male da Mosca 1980: anatomia della crisi azzurra
Da Matteo Zorzoli
TOKYO 2020 - Lotte intestine, rimonte inspiegabili e, soprattutto, l'assenza di un oro gettano ombre sulla spedizione della scherma italiana in Giappone. Mai così fallimentare da Mosca 1980. Una vita fa

Se non è fallimento poco ci manca. A Tokyo 2020 il programma della scherma, storicamente fortino azzurro alle Olimpiadi, si chiude con zero ori all'attivo. Non accadeva da Mosca 1980: 41 anni in cui almeno un'atleta/squadra è salito sul gradino più alto del podio. In Russia l’Italia raccolse un solo argento (sciabola a squadre), ma era un format completamente diverso: solo 8 armi in pedana, niente spada e sciabola femminile.

A vedere il bicchiere mezzo pieno ci sono gli argenti di Daniele Garozzo (fioretto), di Gigi Samele (sciabola) e della sciabola a squadre maschile con l’emozione per la medaglia conquistata da Aldo Montano, oltre ai bronzi di fioretto e spada femminile. Ma non basta per ribaltare il giudizio negativo della spedizione. A ribadirlo sono due figure apicali della disciplina e dello sport italiano, il presidente della Federscherma, Paolo Azzi, e quello del Coni, Giovanni Malagò.

“Bilancio non positivo, tornati a Roma faremo le valutazioni necessarie. Ma è chiaro che ci saranno dei cambiamenti. Sia tecnici e sia tra gli schermidori” (Azzi)
"Oggi era l’ultimo giorno per avere una speranza di fare qualcosa di importante e invece ci amareggia tanto non essere neanche in zona medaglia. Questo sicuramente comporterà delle riflessioni" (Malagò)

Il paragone con i recenti Giochi è inevitabile: a Rio de Janeiro furono quattro le medaglie (1 oro di Garozzo e 3 argenti), ma non erano presenti in programma i tornei a squadre di sciabola maschile e fioretto femminile. A Londra 2012 addirittura sette, tre garantite solamente dal podio del fioretto individuale femminile: oro per Elisa Di Francisca, argento per Arianna Errigo e bronzo per l'eterna Valentina Vezzali. Quest'ultime poi vinsero anche il torneo a squadre.

Ecco allora che la lente dell'inquisizione si sposta inevitabilmente sull'arma che ci ha regalato più emozioni in pedana: il fioretto. Nei giorni scorsi nel mirino era finito il c.t. Andrea Cipressa per la gestione a luci e ombre dell'ormai ex Dream Team femminile e di big come Foconi e Garozzo. Le rimonte degli avversari (Francia e Giappone in primis) si sono moltiplicate così come le polemiche e le guerre intestine (vedasi quella tra Arianna Errigo ed Elisa Di Francisca, ex amiche ora nemiche. Cipressa ha definito le critiche dell'ex fiorettista un "voltafaccia disgustoso"). Da vetrina dello sport olimpico italiano, il fioretto si è presto trasformato in una polveriera con nessun vincitore. E il medagliere della scherma ne soffre: l'Italia ha chiuso al 10° posto, primo Paese della classifica senza ori, con Estonia e Hong Kong, tradizionalmente meno avvezzi al combattimento con armi, davanti. Con un solo oro in più saremmo passati secondi alle spalle della Russia. Proprio quello che ci avrebbe reso la quinta nazione a salire sul gradino più alto per 50 volte in un singolo sport olimpico. Il countdown per Parigi 2024 è già iniziato. Parafrasando Cipressa, ci sarà da soffrire.
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www.eurosport.it/scherma/tokyo-202...980/story.shtml

Olimpiadi Tokyo 2020, Scherma - Malagò: "Scherma decisamente male, faremo sicuramente delle riflessioni"
TOKYO 2020 - Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, si dichiara molto amareggiato per i risultati ottenuti dalla scherma a Tokyo. Per la prima volta in 40 anni neanche un oro, un risultato deludente che "comporterà riflessioni".
Da Marco Arcari

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, è molto amareggiato per i risultati ottenuti dalla scherma italiana in questi Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Nel tracciare un bilancio sulla spedizione azzurra, come riportato dai colleghi di Sportface, il dirigente sportivo romano ha dichiarato: "Oggi era l’ultimo giorno per avere una speranza di fare qualcosa di importante e invece ci amareggia tanto non essere neanche in zona medaglia. Questo sicuramente comporterà delle riflessioni". Impossibile dargli torto, non fosse altro per i numeri, davvero incredibili, raccolti nel Paese del Sol Levante. Mai, negli ultimi 40 anni, la scherma italiana era infatti rimasta a secco di ori e mai così tante squadre avevano faticato nel corso di una singola Olimpiade.

Giovanni Malagò
@giomalago
Jul 23
Brividi forti. Emozioni speciali. Come voi, pronti a onorare il tricolore e a farlo sventolare in alto a #Tokyo2020 per regalarci un sogno da vivere a occhi aperti. Con forza, talento e orgoglio. Forza ragazze, avanti ragazzi. Andiamo #Italia! #OlympicGames #ItaliaTeam

L'Italia ha chiuso al 10° posto nel medagliere della scherma, con 3 argenti e 2 bronzi. Daniele Garozzo (fioretto maschile) e Luigi Samele (sciabola maschile) sono stati i due soli alfieri capaci di conquistare medaglie negli individuali. Tre invece i podi per le squadre: argento nella sciabola maschile, bronzi nella spada e nel fioretto femminili. Davvero un bottino di magra per uno sport su cui gli Azzurri hanno sempre contato. A Rio de Janeiro furono quattro le medaglie (1 oro e 3 argenti), ma non erano presenti in programma i tornei a squadre di sciabola maschile e fioretto femminile. A Londra 2012 addirittura ben sette, tre garantite solamente dal podio del fioretto individuale femminile: oro per Elisa Di Francisca, argento per Arianna Errigo e bronzo per l'eterna Valentina Vezzali, le quali poi vinsero anche il torneo a squadre.


www.eurosport.it/scherma/tokyo-202...575/story.shtml

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