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Il genocidio asburgico. 1866-1918, Come il governo di Vienna progettò e portò a compimento un genocidio di Italiani

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Rinascimento
view post Posted on 16/1/2011, 23:19 by: Rinascimento




Caro ItaloRomano,

hai senz'altro ragione in ciò che scrivi sull'italofobo Conrad von Hotzendorf e sul suo progetto di "punire" l'Italia per il suo (del tutto inesistente) tradimento. L'idea di assalire a tradimento il nostro paese, quando era vittima di un grave terremoto o impegnato in un conflitto con la Turchia, dimostra inoltre che questo "maresciallo" era privo di lealtà, senso dell'onore e persino sincerità. Con quale diritto poi accusasse l'Italia di tradimento (inesistente: la Triplice era puramente difensiva ed era stata l'Austria ad attaccare la Serbia)? Era un ipocrita.
Non era però affatto il solo ad essere ostilissimo all'Italia nelle alte sfere del potere asburgico.
Mi sono permesso d'inserire un piccolo e del tutto incompleto "album di famiglia".
Buona notte!




ITALOFOBIA ED ANTI-ITALIANESIMO DEGLI ASBURGO
Conrad von Hotzendorf aveva proposto per due volte un attacco proditorio contro un alleato, senza alcuna violazione del trattato da parte dell’Italia e neppure alcuna provocazione. Egli aveva persino suggerito di scendere sul suolo italiano “alla maniera degli antichi barbari” (sic). Persino la Strafexpedition fu voluta in buona misura più che il suo odio patologico verso il popolo italiano che per ragioni strategiche, essendo l’esercito asburgico minacciato alle sue spalle da quello russo.
Buon ultimo, questo comandante ebbe una parte importante nel determinare la deportazione nei lager asburgici di decine di migliaia di Italiani, in questo associandosi alle analoghe richieste del comandante della “armata dell’Isonzo”, il croato Boroevic. Persino le memorie di Conrad von Hotzendorf si segnalavano per il loro atteggiamento italofobo, come ricorda il grande storico Piero Pieri.

L’odio verso l’Italia aveva comunque il suo massimo rappresentante in Francesco Giuseppe, giustamente definito dal D’Annunzio come “angelo della forca sempiterna”.
Si è già ricordato ad inizio di questo filone di discussione che egli si prefiggeva un genocidio o pulizia etnica degli Italiani in Dalmazia, Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, in ciò d’altronde seguendo le orme di altri sovrani della sua dinastia. Massimiliano I compì un massacro spaventoso di ladini in Alto Adige, dando l’inizio alla germanizzazione dell’area. Maria Teresa si segnalò anch’essa per un’ulteriore snazionalizzazione della regione alto-atesina, con persecuzioni, cacciate o germanizzazioni forzate degli Italiani (ladini e trentini) ivi residenti.
Francesco Giuseppe aveva preso ad odiare intensamente gli Italiani sin dal 1848, quando salì al trono in seguito all’abdicazione del padre (infermo di mente, così come fu mentalmente instabile il figlio Rodolfo).
L’abdicazione paterna fu sollecitata dai circoli conservatori di corte, che vedevano nel giovane Francesco Giuseppe, dal carattere debole e facilmente manipolabile, lo strumento adatto per compiere una politica repressiva. Il nuovo monarca si appoggiò al feroce maresciallo Radetzky, responsabile di un regime brutale, con oltre mille condanne a morte dopo la fine della guerra, l’impiego dell’artiglieria a tappeto su intere città (Milano, Brescia, Venezia), la distruzione per rappresaglia di interi villaggi italiani, le continue violenze soldatesche sulla popolazione indifesa anche in tempo di pace.
Radetzky si era così espresso in modo reciso: "Bisogna slavizzare la Dalmazia per toglierla alla pericolosa signoria intellettuale di Venezia alla quale le popolazioni italiane si rivolgono con eccessiva ammirazione". Il maresciallo giunse a minacciare gli abitanti del Lombardo-Veneto di compiere una pulizia etnica di ampie proporzioni, che sarebbe dovuta consistere nelle sue intenzioni nella cacciata od uccisione della maggior parte della classe dirigente locale e la sua sostituzione con elementi germanici: questo era già stato compiuto in altre regioni dal cosiddetto “impero”.
La cosiddetta “marcia di Radetzky” divenne popolarissima in Austria (lo è ancora adesso) ed, a testimonianza dell’ostilità di Francesco Giuseppe verso l’Italia anche dopo la costituzione della Triplice Alleanza, l’anniversario della sconfitta italiana di Custoza continuò ad essere celebrato a corte con regolarità.

Degno erede e successore del dannunziano “angelo della forca sempiterna” Francesco Giuseppe, Carlo I d’Asburgo, ultimo “imperatore” della dinastia
Questi espresse il suo atteggiamento verso l’Italia e gli Italiani in ciò che scrisse il 26 agosto 1916 in risposta a Guglielmo II di Germania.
L’allora arciduca sollecitava l’invio non di truppe germaniche, ma solo di cannoni, affinché l’offensiva contro l’esercito italiano “venga condotta esclusivamente dalle mie truppe. Tutto il mio esercito definisce la guerra contro l'Italia la nostra guerra. Ciascun ufficiale nutre in petto fin dai suoi giovani anni l'ardente desiderio trasmessogli dai padri, di combattere contro il nemico ancestrale.”
 
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