L'analisi dei dati demografici relativi alle percentuali di popolamento italiano in Venezia Giulia e Dalmazia conferma l'esistenza di pratiche di snazionalizzazione contro gli Italiani.
DALMAZIA
Le percentuali d’Italiani sul totale della popolazione dalmata, che comprendeva appunto Italiani, Croati, Serbi, Montenegrini, Greci, Armeni, Aromuni, Magiari ecc., segnano un costante e rapidissimo calo nel giro di poche generazioni:
1845 - 19.7%
1865 - 12,5%
1869 - 10,8%
1880 - 5,8%
1890 - 3,1%
1900 - 2,6%
1910 - 2,7%
Si può quindi osservare che nel volgere di 65 anni gli Italiani in Dalmazia diminuirono in percentuale d’oltre i 8/10 della loro popolazione. In rapporto alla popolazione dalmata totale, la percentuale d’Italiani del 1910 era all’incirca 1/7 di quella del 1845. La diminuzione del gruppo etnico italiano in confronto a quello dell’insieme complessivo degli abitanti di Dalmazia era stato quindi di 6/7: dal
19,7% del 1845 al
2,7% del 1910.
TRIESTE E GORIZIA
Anche i dati dei censimenti di Gorizia e Trieste, i due grandi centri urbani della Venezia Giulia, documentano un mutamento analogo, anche se la diminuzione della popolazione italiana fu meno drammatica rispetto al caso della Dalmazia.
A Gorizia, il censimento del 1880 vedeva le seguenti percentuali: Italiani 70,7%; Sloveni 17,8%; Austriaci 11,2%. Invece, il censimento del 1910 segnava un mutamento drastico; Italiani 50,6%; Sloveni 36,8%; Austriaci 11,1%; Nel 1880 gli Sloveni costituivano il 16,3% degli abitanti, mentre nel 1910 erano diventati il 35,1% della popolazione totale. L’aumento era stato del
218%, pressoché interamente a discapito della percentuale d’Italiani.
Trieste vedeva nel 1910 il 64,7% d’Italiani, un 24,8% di Sloveni, un 5,25% d’Austriaci. Soltanto trent’anni prima la situazione era stata però ben diversa ed era stata modificata da una forte immigrazione, poiché nel 1910 il 43% dei Triestini erano immigrati, di cui il 30% dall’interno dell’impero e solo per il 13% dall’esterno. Nel 1880 gli Sloveni costituivano il 3,8% degli abitanti, mentre nel 1910 erano diventati il 12,6% della popolazione totale. L’aumento di questo gruppo etnico era stato del
623%, tale da portarlo da una minoranza inconsistente ad un quarto del totale della cittadinanza.
ISTRIA
Una situazione comparabile si può riscontrare nella vicina Istria, nella quale si ebbe una diminuzione della popolazione italiana in 28 comuni, talora drastica. I cambiamenti dal 1880 al 1910 furono i seguenti, nei 28 comuni in cui gli Italiani diminuirono in percentuale:
-Albona vide meno che dimezzata la sua popolazione italiana (dal 32,58% al 14,69%);
-Antignana (dal 3,30% al 2,00%), Barbana d’Istria (dal 4,37% al 2,29%), Bogliuno (dal 14,73% allo 0,55%), Buie d’Istria (dal 95,26% al 90,80%), Capodistria (dall’80,18% al 75,87%), Castelnuovo d’Istria (dallo 0,52% allo 0,10%), Cittanova d’Istria (dal 97,84% al 91,69%);
-Fianona conobbe la percentuale d’Italiani ridotta ad un terzo (dal 30,69% all’11,07%);
-Gimino ne perse i 3/4 (dall’8,12% al 2,73%);
-Grisignana conobbe un calo di 27 punti percentuali (dal 99,33% al 72,07%); Isola d’Istria (dall’81,09% al 73,45%),
-Maresego vide la scomparsa della piccola comunità italiana locale (dall’1,11% allo 0,00%), come anche Matteria (dallo 0,06% allo 0,00%);
-Montona conobbe un calo di oltre la metà della percentuale della popolazione italiana (dal 75,92% al 32,70%);
-A Moschiena il popolamento italiano si ridusse in percentuale ad un dodicesimo (1/12) di quanto era stato in un recente passato (dal 4,54% allo 0,38%); Occisla-San Pietro (dallo 0,27% allo 0,15%);
-Parenzo vide un calo di 20 punti percentuali (dall’85,90% al 65,62%);
-a Pinguente la percentuale d’Italiani si ridusse ad un decimo di quanto era stata nel 1880 (dal 39,06% al 3,88%); Pirano (dall’80,93% all’80,03%);
-a Pisino la percentuale d’Italiani fu dimezzata (dal 15,58% al 7,82%);
-Pola (dal 46,38% al 43,55%), Rovigno d’Istria (dal 95,95% all’88,12%), Rozzo (dal 7,31% al 6,33%), San Dorligo-Dolina (dallo 0,17% allo 0,02%), Villa Decani (dallo 0,65% allo 0,14%);
-Visignano d’Istria vide un calo d’Italiani di 15 punti percentuali (dal 61,98% al 47,57%),
-a Volosca-Abbazia la comunità italiana perse 24 punti percentuali e si ridusse in proporzione ad un settimo (1/7) di quanto era stata nel 1880 (dal 27,57% al 3,59%).
Un simile tracollo del popolamento italiano era avvenuto nel volgere di soli trent’anni (1880-1910), in pratica poco più di una generazione.
La pressione slava su Trieste e la Venezia Giulia, favorita dalle autorità imperiali in funzione anti italiana, viene descritta da numerosi autori contemporanei ai fatti, che riportano una notevole mole documentaria in proposito: si possono ricordare Luigi Barzini, Ruggero Fauro, Virginio Gayda, Attilio Tamaro.
Con tutte le cautele e le distinzioni necessarie in un’analisi storica, due grandi storici come Ernesto Sestan (
Venezia Giulia. Lineamenti di una storia etnica e culturale, Udine 1997) ed Angelo Ara (
Fra nazione e impero. Trieste, gli Asburgo, la Mitteleuropa, a cura di C. Magris, Milano 2009) riconoscono che l’impero asburgico favoriva l’immigrazione slava nella Venezia Giulia, a discapito dell’elemento italiano.
Riguardo alla Dalmazia, è riferimento imprescindibile la giù più volte citata opera del professor Luciano Monzali “
Italiani di Dalmazia. Dal Risorgimento alla Grande Guerra”, Firenze 2004.
Gli esiti della politica asburgica, diretta a favorire in ogni modo l’immigrazione degli Slavi in Venezia Giulia, sono state descritte dallo studioso Giorgio Rustia, dedito da anni all’analisi di tematiche riguardanti la storia delle terre orientali d’Italia, nel suo
Un contributo di analisi alle valutazioni della relazione “Sui rapporti italo-sloveni dal 1880 al 1956”, (
https://digilander.libero.it/nvg/docRustia.html). Quella del dottor Rustia è un'analisi molto attenta e minuziosa, corredata da ampie statistiche e da precisi calcoli matematici applicati alla demografia.
Ottimo il recente studio demografico e statistico di Olinto Mileta Mattiuz, “
Popolazioni dell’Istria, Fiume, Zara e Dalmazia (1850-2002)”, Centro di Ricerche Storiche di Rovigno-Ades, 2005. Si può consultare ancora Guerrino Perselli, “
I censimenti della popolazione dell'Istria, con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936”, Trieste-Rovigno 1993.
Edited by Rinascimento - 7/8/2012, 09:34