Cari amici Char 08, Dardanide, Giuseppe Mazzini, Italo.Romano,
grazie sincere a voi tutti.
Colgo l'occasione dell'argomento dell'antisemitismo propagandato dall'impero asburgico in funzione anti-italiana per un breve
excursus storico: la politica nazista in Venezia Giulia. Essa infatti ricalcò nella sostanza la linea già tracciata dalla politica imperiale.
Buona notte a tutti
CONTINUITA' FRA LA POLITICA ASBURGICA E QUELLA NAZISTA IN VENEZIA GIULIA
L’invasione nazista conferma il legame, già riscontrato in precedenza,
fra i progetti e le finalità di distruzione della italianità della Venezia Giulia dei nazionalisti Tedeschi e dei nazionalisti Slavi, ossia la loro alleanza.
Come si è già diffusamente ricordato in precedenza, nel periodo dell’occupazione asburgica della Venezia Giulia
l’amministrazione austriaca si era alleata di fatto con i nazionalisti Slavi al fine di distruggere l’italianità della Venezia Giulia, avendo deciso Francesco Giuseppe di “procedere alla germanizzazione e slavizzazione” della Venezia Giulia, della Dalmazia e dell’Alto Adige “con energia e senza riguardo alcuno”.
L’operato dei nazisti nella seconda guerra mondiale attesta la continuità di tale programma, compiuto secondo modalità analoghe: espulsioni di Italiani, immigrazione di Slavi, germanizzazione e slavizzazione delle scuole, della toponomastica ecc., e naturalmente lager e massacri.
I nazisti che promossero tali azioni erano
praticamente tutti Austriaci ed in massima parte ex amministratori asburgici, e nel proprio bagaglio ideologico
attingevano direttamente alla mentalità dell’Austria imperiale. Anzi,
Hitler stesso, che si preoccupò personalmente della ri-costituzione dell’unità amministrativa cosiddetta del
“Litorale adriatico”, oltre ad essere un Austriaco in Venezia Giulia non faceva che riproporre progetti e finalità già propri alle autorità imperial-regie.
La stessa “soluzione finale” in Venezia Giulia ricalcò strettamente le orme dell’amministrazione asburgica, che già aveva cercato di diffondervi l’antisemitismo, strumentalmente alla propria politica anti-italiana.
Inoltre, a rafforzare il parallelismo, sia nel periodo dell’occupazione asburgica, sia in quello dell’occupazione nazista, i nazionalisti Slavi, appoggiati e favoriti dal governo austro-germanico (di fatto austriaco in entrambi i regimi), si allearono con quest’ultimo contro gli Italiani.
Come si era ricordato in precedenza, la stessa formazione del nazionalismo sloveno e croato avviene durante il dominio asburgico ed in parte in sua conseguenza, con strumentalizzazione anti-italiana. Similmente, è sempre all’era asburgica che risale un’alleanza di fatto fra l’amministrazione imperiale ed i nazionalisti Slavi in Venezia Giulia, oltre al progetto di germanizzare e slavizzare la regione.
Si ritrova pertanto una
grande continuità storica,
sia per i metodi, sia per le finalità, nell’azione dei nazionalisti Austriaci e Slavi in Venezia Giulia, dal periodo asburgico a quello nazista.
Dopo l’8 settembre il III Reich attuò il progetto, già anteriore, di creazione di due “Länder” dipendenti da Berlino; l’uno comprendente il Trentino e l'Alto Adige, l'altro il Friuli e la Venezia Giulia. Il 10 settembre, la Cancelleria del Reich decideva ufficialmente la costituzione dell'Alpenvorland con capitale Bolzano e dell'Adriatisches Küsteriland con capitale Trieste, rispettivamente affidati al Gauleiter del Tirolo Franz Hofer, ed al Gauleiter della Carinzia Friedrich Rainer. In tal modo, il 15 ottobre 1943 nasceva ufficialmente l'Adriatisches Küstenland che comprendeva Udine, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume inclusi i territori di Buccari, Ciabar, Casta e Veglia.
Sin dagli inizi, ed in modo sistematico, emerse come questa ripartizione amministrativa, inglobata nel III Reich, perseguisse un chiaro progetto di de-italianizzazione dei territori occupati, di cui era parte integrante l’idea di procedere ad una slavizzazione.
Germanizzazione e slavizzazione dell’amministrazione. Gli incarichi più importanti della regione furono affidati abitualmente ad
ex funzionari asburgici che già avevano amministrato la Venezia Giulia sotto dominio imperiale. Vi furono però alcune, apparenti, eccezioni, fra cui particolarmente significativa quella del generale delle SS Odilo Globocnik, un austro-tedesco con origini in parte slovene (il cognome Globocnik è appunto sloveno), nato e cresciuto a Trieste sotto il dominio asburgico, che fu incaricato anche di procedere alla deportazione degli Ebrei che vivevano in Venezia Giulia. Inoltre, ai funzionari italiani in subordine, che rimasero al loro posto per esigenze amministrative, furono regolamente affiancati altri di origine tedesca e slava.
Germanizzazione e slavizzazione della toponomastica, dell’insegnamento, della lingua ufficialeInoltre, il nazista Rainer provvedè a germanizzare e slavizzare la toponomastica, l’insegnamento, le lingue ufficiali.
Già il nome scelto dai tedeschi per la nuova regione aveva allarmato i cittadini giuliani, poiché Adriatisches Küstenland (“Litorale austriaco”, termine quanto mai arbitrario, non avendo i germanofoni mai superato il 5% del totale degli abitanti della Venezia Giulia neppure durante il dominio austriaco, per di più quasi tutti militari o funzionari in servizio temporaneo) era infatti lo stesso nome che indicava quella zona ai tempi del dominio asburgico.
Inoltre, il Gauleiter dispose che le lingue tedesca e slava tornassero ad essere lingue ufficiali e la loro conoscenza fu resa indispensabile nei concorsi e nell'esercizio delle funzioni pubbliche. Ancora, egli le reintrodusse nelle scuole di ogni ordine e grado.
Parimenti, il Rainer finanziò ed appoggiò i sedicenti “circoli culturali” sloveni e croati, oltre che i giornali e le pubblicazioni in queste lingue.
Tricolore proibito, monumenti italiani distruttiOgni segno esteriore della presenza italiana nel cosiddetto “Litorale austriaco” venne gradualmente cancellato. Fu addirittura proibita l’esposizione del tricolore e questo provvedimento giunse a colpire le insegne dei reparti militari della RSI che operavano al fianco dei tedeschi nella regione. Non fu però proibito ai reparti militari slavi, formati da Sloveni e Croati provenienti dalle aree transalpine, di adoperare le proprie insegne.
Persino i monumenti italiani della regione furono distrutti. A Capodistria quello dedicato a Nazario Sauro fu abbattuto, mentre a Gorizia il monumento dedicato ai caduti italiani della prima guerra mondiale fu fatto saltare in aria da un gruppo di Slavi, che agì sotto la protezione delle SS.
Espulsioni e deportazioni di Italiani, immigrazione di SlaviIl regime nazista provvedè inoltre ad espellere un buon numero di “cittadini della RSI” (il cosiddetto “Litorale austriaco” hitleriano non era infatti compreso nella repubblica sociale), ed ad imporre rigide restrizioni al movimento degli Italiani che volessero recarsi nei territori inglobati nel Reich. Inoltre, provvide a massicce deportazioni di Italiani nei campi di concentramento, anzitutto, ma non esclusivamente di Ebrei Italiani.
Al contempo, il Globocnik si fece promotore di una immigrazione di Slavi dalla Slovenia e dalla Croazia nella Venezia Giulia. Egli addirittura sviluppò un progetto di far stanziare nel Goriziano, in Carnia e nell'Alto Friuli i Cosacchi, alleati dei Tedeschi, dell'atamano Piotr Krassnoff (autore del noto libro
Dall'Aquila imperiale alla Bandiera Rossa). Circa 15.000 uomini seguiti dalle rispettive famiglie si videro affidare un territorio fra Venezia Giulia e Friuli a cui fu data la denominazione di Kosakenland.
Cancellazione dei reparti militari italiani ed attribuzione di competenze a reparti di nazionalisti slaviIgnorando le proteste del governo di Salò, il Globocnik una volta assunto l'incarico dispose che i cittadini della regione fossero esentati dal servizio militare nella RSI, con il chiaro intento d’impedire una formazione di reparti militari italiani nella regione.
Le unità fasciste presenti in Venezia Giulia furono raggruppate nella «Milizia Difesa Territoriale» (MDT), salvo i carabinieri e la Guardia di finanza cui erano affidati compiti diversi. La MDT operava alle dipendenze del comando SS ed era inquadrata nella Landschutz, la polizia territoriale di cui facevano parte, anche le varie formazioni di slavi che si erano alleati con i tedeschi.
L'aggressività anti-italiana dei reparti slavi ed il tacito assenso dei nazistiLe diverse formazioni di Slavi che operavano in Venezia Giulia sotto comando tedesco erano alquanto differenziate: cetnici serbi, ustascia croati, domobranci sloveni, belagardisti d’ispirazione cattolica, varie formazioni di altri movimenti politico-militari sorti dal marasma della guerra civile jugoslava.
Per quel che qui interessa, si devono fare subito due osservazioni in proposito. In primo luogo, questi vari reparti di Slavi era in lotta intestina tra loro, e sovente si avevano degli scontri, malgrado fossero tutti alleati dei Tedeschi. Tuttavia, sebbene in conflitto reciproco, queste varie unità slave facevano sempre fronte comune contro gli Italiani. In secondo luogo, il generale delle SS Odilo Globognik e più in generale le autorità germaniche non ostacolavano affatto gli atti di violenza degli Slavi ai loro ordini contro gli Italiani.
Il funzionario della RSI in visita nei territori occupati da Hitler riferiva a Salò che «Grazie alla politica […] praticata dai tedeschi sloveni e croati trovano il modo di manifestare tangibilmente il loro odio secolare contro gli italiani. […] Armati per combattere i partigiani comunisti, essi svolgono al contrario tutta la loro attività nel combattere gli italiani perché tali».
Edited by Rinascimento - 28/1/2011, 09:36