...LA VALLE D'AOSTASalute a tutti! Sono nuovo di questo forum, fresco d'iscrizione, ma intendo subito partecipare. Gentile collega Daniele Italico, condivido in pieno la tua precisazione sulla (...ma addirittura meglio sarebbe dire "sulle") parlata locale di questa meravigliosa valle piemontese, cioè un cosiddetto"Patois", un dialetto che potrebbe essere definito di stampo franco-provenzale ...anche se io preferirei levare l'aggettivo "Franco" e lasciare solo "Provenzale". In questo modo la parlata locale della Valle, a priori, già sulla carta, tenderebbe a scindersi più nettamente dalla lingua francese, la lingua "d'Oil" dei parigini. Infatti la Provenza - in seno all'Occitania - è culturalmente molto affine all'area geografico-culturale della penisola, per molti versi più che con la Francia. Detto questo, occorre fare altre precisazioni: la prima, che non bisogna MAI dimenticare e che, anzi, deve sempre essere il prologo, il preambolo, l'introduzione d'ogni discussione su questa italica valle di confine, è che quest'ultima appartiene inconfutabilmente alla regione geografica italiana, dalla "nostra" parte delle Alpi. La seconda è che la sua appartenenza storica alla medesima area geografico-culturale, fin dalla preistoria, passando attraverso la grandezza di Roma antica (...come ci ricorda tangibilmente la stessa "Augusta Praetoria"-Aosta), fino ai giorni nostri, è altrettanto indiscutibile. Orbene, si potrebbe obiettare che noi non vogliamo vedere come i cognomi degli abitanti autoctoni o la toponomastica, siano di impronta francese ...Tutt'altro! Mai fare un'errore del genere! Ebbene ...come tutti noi sappiamo, la nostra "povera" Patria è stata per secoli vilipesa, calpestata ed umiliata. Tutt'oggi c'è gente che si ostina a considerare tutto ciò che è estero come "migliore" ....ed è proprio in questo quadro che - fin dal tempo del Ducato di Savoia (del quale la valle faceva parte col resto del Piemonte) e poi sotto il Regno d'Italia tenuto della stessa casata, si era di fatto portato il Francese ad essere la lingua ufficiale e, comunque, della cultura e della nobiltà, di queste montagne nostre. Lo stesso raggio d'azione socio-politico-culturale dei governi d'allora verteva verso la potente vicina Francia e verso quei territori francofoni del Ducato a cui si apparteneva. Le vie d'accesso e comunicazione col resto d'Italia, per contro, erano non soltanto materialmente, ma anche psicologicamente chiuse. Ci fu, insomma, una criminale azione -più o meno conscia, più o meno voluta fino in fondo, ma purtroppo attuata di fatto per secoli! - di francesizzazione d'un territorio assolutamente italiano, da parte di tutta una classe dirigente, per secoli! Di generazione in generazione, facile gioco hanno avuto - quindi - la lingua e più modestamente la cultura francese di insinuarsi in questa terra italiana, dove erano estranee ed IMPORTATE (...prova ne è, come abbiamo visto, che il Francese è solo una lingua burocratica imposta a scuola, mentre la lingua del popolo è diversa). Da tutto questo alla "francesizzazione" della toponomastica, dei nomi di battesimo e dei cognomi. il passo è breve! ...Anzi, tale diabolica e barbarica opera è scesa lentamente, come una peste, con la complicità di chi governava, fino ad altre valli piemontesi che - pur se anch'esse indiscutibilmente italiane - ne portano i segni nella toponomastica straniera. Solo in epoca recente, penso agli anni 1920-40, ci fu una primavera di redenzione, un purtroppo breve ritorno alla lingua Patria, col ripristino di una toponomastica italiana ...anche se per poco tempo a causa degli imbelli governi succeduti!
Sperando di tornare a postare presto, lascio un saluto a tutti!