| Il 30 agosto di 50 anni fa il cadavere arrivò finalmente a Predappio a bordo di un'appariscente auto americana
'La salma nascosta', la misteriosa vicenda del corpo del Duce
La scomparsa delle spoglie mortali di Mussolini fu per 11 anni un enigma irrisolto della storia italiana, sepolto sotto una spessa coltre di intrighi e rocambolesche peripezie, tra conventi e cimiteri. Un libro scritto da Fabio Bonacina racconta cosa accadde dopo Piazzale Loreto Roma, 28 ago. (Ign) - Dopo Piazzale Loreto si chiude un'epoca e si apre la storia di una sepoltura che ci mette undici anni a compiersi. Un giallo che si svolge tra Milano, le colline lombarde e le rosse pianure romagnole, inscindibilmente intrecciato con le vicende di un'Italia che attraversa le tensioni a tinte forti del dopoguerra, traghettandosi faticosamente verso il più morbido Belpaese degli anni '50. In mezzo, c'è di tutto: ci sono conventi, nostalgici del Fascio che s'improvvisano tombaroli, appariscenti auto americane lanciate attraverso la Val Padana, riesumazioni e furti, soldi sporchi, negoziazioni parlamentari, cronache sensazionalistiche, poliziotti in carriera e frati di provincia, perfino sedute spiritiche. E, soprattutto, c'è un corpo che ancora non appartiene alla Storia, una salma insepolta che attraversa in incognito più di un decennio di vicende italiane. Un corpo martoriato, perso in una lunga odissea di trafugamenti, occultamenti e ripetute necroscopie, tra intrighi e colpi di scena fino alla sepoltura, finalmente, in un giorno di fine agosto di cinquant'anni fa. Ed è una salma che a questa storia, ed al recente passato del Paese, è legata a doppio filo. Perché quel corpo, nascosto e rivendicato, è la salma del Duce.
Le vicende del cadavere più controverso della Penisola sono ricostruite dal libro di Fabio Bonacina "La salma nascosta. Mussolini dopo Piazzale Loreto da Cerro Maggiore a Predappio (1946-1957)" (Vaccari Srl). Già edito nel 2004, il testo esce ora in una seconda edizione in occasione del cinquantenario dell'inumazione. Bonacina ha attinto a fonti dell'epoca e raccolto testimonianze in presa diretta per tracciare i percorsi seguiti dalla vicenda, riannodandone le fila in un anno di ricerche.
La storia della salma nascosta inizia dopo il 30 aprile 1945, quando "il corpo viene sepolto al cimitero di Musocco, a Milano, in tomba anonima per impedire i pellegrinaggi dei nostalgici", racconta Bonacina. Lì resta fino all'aprile '46 quando, nella notte tra il 22 e il 23, il simpatizzante fascista Domenico Leccisi "scavalca il muro del campo santo con due complici e trafuga il corpo, che nell'operazione perde una gamba e le falangi di una mano". "Non sapendo dove mettere il corpo, lo portano a Madesimo (SO), dove uno dei tre ha una casa in affitto, e qui lo nascondono".
"Il giorno dopo - prosegue Bonacina - scoppia il putiferio". La misteriosa scomparsa diventa un caso internazionale. I giornali avallano con piglio da scoop le ipotesi più strampalate riguardo alla sorte del corpo. C'è chi scrive che sia stato portato a Roma all'altare della Patria, chi da Franco in Spagna, chi da Churchill. Compaiono articoli che raccontano della polizia in seduta spiritica da un 'radiobioterapista', un doganiere in pensione riciclatosi come medium. Mentre si forgiano le congetture più fantasiose, le autorità si mettono in moto e arrestano uno dei tre complici. Gli altri due, sentendosi braccati, portano la salma a Milano. "La consegnano al convento Sant'Angelo, e Leccisi cerca di convincere i frati a nascondere la cassa". Però "le indagini vanno avanti", racconta Bonacini. "Leccisi viene arrestato, così come i due frati coinvolti. Ciò fa scalpore, i due religiosi sono personaggi molto quotati nella Milano dell'epoca". A rendere l'intrigo ancora più complicato, le pagine della cronaca conventuale di Sant'Angelo relative a quel giorno vengono strappate da mani ignote. Il 12 agosto, dopo l'arresto dei due frati, che verranno incriminati anche per spaccio di denaro falso, forse consegnato loro da Leccisi, la salma viene consegnata alla polizia presso la Certosa di Pavia.
"Comincia qui la fase di Cerro Maggiore", prosegue Bonacina. "Il Governo si è ripreso la salma, il problema è ora evitare che la vicenda si ripeta". Viene incaricato di gestire la faccenda Vincenzo Agnesina, ex capo della guardia presidenziale fascista nel '43, divenuto questore di Milano. "Agnesina chiama il cardinale di Milano, Ildefonso Schuster, che a sua volta chiede aiuto al frate Carlo Varischi da Milano". Padre Carlo propone di portare il corpo al convento di clausura di Cerro Maggiore. "E qui abbiamo l'unico documento ufficiale dell'intera vicenda - spiega Bonacina -: si tratta della ricevuta datata 25 agosto '46 con cui la questura di Milano affida a nome del Governo italiano la salma ai frati cappuccini di Cerro". Le condizioni: nascondere la cassa, non rivelarne a nessuno il contenuto e tenerla fino a che il capo della polizia ne avesse chiesto la restituzione. E a questo punto, a furia di trasferimenti e peripezie, i resti mortali del Duce sono racchiusi in una piccola cassa probabilmente lunga un metro, aggiunge Bonacina. "La salma viene trasportata al convento da Agnesina e padre Carlo. Non viene sepolta, ma sistemata in una piccola cappella poco usata di fianco all'altare, e poi in un armadio a muro".
Così, fra periodici sussulti nell'opinione pubblica riguardo al destino della salma scomparsa, rivendicazioni da parte della famiglia e interrogazioni parlamentari da parte del Movimento Sociale, si arriva al 1957. Quell'anno "succede qualcosa. La società italiana è cambiata, non siamo più nel dopoguerra, il fascismo non è più un rischio". Ma ciò che davvero sblocca la situazione è qualcosa che avviene nelle aule del Parlamento, e in cui si riannoda una storia vecchia di undici anni: nelle peripezie della salma rispunta Leccisi. L'ex tombarolo ha fatto carriera, è ora parlamentare, prima nelle liste del MSI e poi nel Gruppo Misto. E il Governo, monocolore democristiano, è presieduto da Adone Zoli, predappiese e antifascista. "Ma è un governo debole, non sta in piedi da solo: gli servono appoggi esterni. E gli manca un voto. Qui entra in gioco Leccisi: si offre di non votare contro il Governo in cambio di una risoluzione della questione della salma di Mussolini". Riportandola a casa, a Predappio.
"Il Governo chiama allora il vice capo della polizia italiana: è Agnesina". Di nuovo corsi e ricorsi storici. Agnesina contatta Padre Carlo, suo vecchio compagno di viaggio nel trasporto della salma a Cerro 11 anni prima. I due tornano al convento a riprendere la cassa. Ma non vanno con un furgone: usano una vistosa auto americana, una 'Packard', "nelle loro intenzioni per non farsi notare". Il 29 agosto del '57 partono da Cerro e arrivano nel pomeriggio al cimitero di Musocco, dove fanno tappa per la notte. Temendo di essere pedinati, cambiano la targa della macchina: tolgono quella che indica 'Milano' e con il fil di ferro ne attaccano una di New York. "Sempre per non farsi notare", scherza Bonacina. Il mattino dopo il poliziotto e il frate salgono sulla 'Packard' e partono per la Romagna. Arrivano a Predappio alle 12.10 del 30 agosto, giusto in tempo perché il Governo possa dare, come da programma, l'annuncio ufficiale della riconsegna della salma a Donna Rachele. Il corpo del Duce viene sepolto il giorno dopo al cimitero di San Cassiano con una cerimonia pubblica. E, finalmente, riconsegnato alla Storia.
Si chiude così una vicenda italiana che è "un contenitore di molti argomenti e personaggi, ed anche un parabola della nostra amministrazione pubblica", sottolinea Bonacina. Sullo sfondo, le cronache dell'epoca, "che andavano a tentoni, avallando ipotesi poco attendibili": un grande affresco storico in cui vicende, colpi di scena e umori popolari s'intrecciano, percorrendo gli anni della una faticosa rinascita di un Paese che cerca di venire a patti con il proprio passato.Fonte: http://www.adnkronos.com/IGN/Cultura/?id=3.0.2667323078------------------------------------------------------------------------ Vorrei rassicurare tutti coloro che ci leggono che questa non è "l'esaltazione" di un personaggio o di un ideologia passata, ma è un semplice articolo culturale dell'adnkronos che tratta della vicenda di un protagonista della Storia d'Italia. Se il pezzo vi scandalizza, non leggetelo. Grazie... Dopo tanti anni, ancora misteri su quest'uomo. Durante un intervista con Klaus Davi, il Senatore Marcello Dell'Utri avrebbe detto: "Mussolini sbagliò, ma con lui Stato più presente". Edited by Peppero - 13/6/2009, 02:07
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