CITAZIONE (|Fen| @ 5/6/2009, 16:42)
Se non per quanto riguarda l'esercito, è innegabile che ad inizio secolo gli immigrati italiani erano considerati tutto tranne che cittadini americani. Anzi erano parecchio discriminati.
Conosco personalmente uomini e donne emigrati negli Stati Uniti negli anni sessanta e settanta.
Ho ascoltato tanti loro racconti.
Sul loro documento di riconoscimento vi era una dicitura che riportava la razza.
Agli italiani non spettava essere nè "white" nè "negro".
Eravamo una razza a parte.
Per legge.Per un lungo periodo si era soggetti ad una quarantena degna degli appestati.
Bisognava stare isolati per evitare di contaminare i cittadini statunitensi.
Per legge.Non era possibile accedere a tutti i posti di lavoro, ma solo ad alcuni impieghi, predestinati.
Per legge.
Al minimo reato si veniva rispediti in Italia: non erano necessari un processo, testimoni, un iter burocratico: bastava la segnalazione del datore di lavoro.
Per legge.
Questo, ed altro ancora.
Quando vedo che le lampedusane incinte perdono il bambino in grembo perchè devono correre in un ospedale lontano con l'elicottero, mentre agli immigrati nei centri di accoglienza vengono fatte tutte le visite, o quando vedo che lo Stato italiano spende miliardi e miliardii per progetti di integrazione e per case popolari per gli stranieri, quando vedo che un italiano che vuole avere un figlio dallo stato non becca un quattrino, quando mi dicono che gli italiani non hanno voglia di lavorare, ed io anni fa con una laurea in tasca con 110, presa in quattro anno meno una sessione, devo mettermi in coda per una prova di guida con camoin, presso un'azienda di trasporti*, dietro un gruppo di stranieri che evidentemente hannno più diritto di me di lavorare; quando mi dicono che sono razzista, quando mi dicono che anche noi siamo emigrati (ma con quali condizioni!!!!!!), mi cadono le braccia.
Perdonate l'OT.
*Sia ben chiaro che considero quello del camionista un lavoro dignitosissimo, rispettabile e, tra l'altro, soggetto a grandi vessazioni.
Volevo dire che i politicalmente corretti, tutti presi dall'assioma che "gli italiani non hanno voglia di lavorare", non si accorgono che quel giorno della prova di guida io ed altri italiani eravamo dietro a tutti, in casa nostra, ultimi nel nostro diritto.
Edited by Bibliotecario - 7/6/2009, 10:47