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Il genocidio asburgico. 1866-1918, Come il governo di Vienna progettò e portò a compimento un genocidio di Italiani

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Rinascimento
view post Posted on 5/1/2011, 16:51 by: Rinascimento




QUOTE (Italoromano @ 5/1/2011, 01:07) 
Questo perchè sostanzialmente la minoranza italiana veniva generalmente ritenuta una sorta di quinta colonna cospiratrice e disgregatrice, quasi una "razza sovversiva" per antonomasia...anche il tanto strombazzato progetto riformatore dell'Impero, di cui era convinto propugnatore Francesco Ferdinando, in realtà poi si risolveva in una triplicizzazione della Duplice Monarchia, elevando l'elemento serbo-croato al rango di quelli teutonico e magiaro; progetto dal quale l'elemento italiano veniva sostanzialmente escluso (e financo declassato, aggiungerei).
Non è così, più o meno, caro Rinascimento?

Quanto alla furia croata abbattutasi sulle popolazioni italiche del NordEst nel 1849 bisogna purtroppo anche ricordare che il buon Cecco Beppe aveva contratto un bel debito di gratitudine con Jelacic che, insieme a Radetzky, aveva di fatto salvato, colle sue truppe croate, il traballante trono imperiale, apparso lungamente in balia degli spifferi rivoluzionari interni nel corso del fatidico - a partire dall'abbandono del Metternich, letteralmente destituito a furor di popolo - 1848.

Non si può che essere d'accordo, caro Italoromano, con quanto tu scrivi. L'impero asburgico andava elaborando il progetto cosiddetto del "trialismo", che proponeva di costruire un terzo regno, quello della Slavia, accanto a quelli d'Austria ed Ungheria. A pagarne le spese sarebbero stati proprio gli Italiani, di cui era prevista la cancellazione.



IL PROGETTO DEL TRIALISMO. IL GOVERNO IMPERIALE APPOGGIA IL NAZIONALISMO SLAVO A SCAPITO DEGLI ITALIANI
Era parte del generale programma di Vienna di slavizzare a forza la Venezia Giulia e la Dalmazia, in conformità al progetto cosiddetto “trialistico”, che voleva affiancare al regno austriaco ed a quello ungherese un terzo “regno”, quello degli “Slavi del sud”. I sacrificati sarebbero stati naturalmente gli Italiani, i quali sarebbero finiti inglobati in questo “regno” contro la loro volontà e sottoposti ad una slavizzazione forzata.
Il nazionalismo slavo fu infatti blandito e favorito in ogni modo, al fine di meglio legare all’impero le sorti dei popoli sloveno e croato, ed il governo austriaco coltivò il progetto di fare di Trieste la capitale del “terzo regno”, quello degli Slavi del sud, appunto de-italianizzandola e slavizzandola. Per farla breve, il governo viennese progettava di comprarsi l’appoggio degli Sloveni e Croati concedendogli diritti e poteri che sarebbero stati negati agli Italiani, e discriminando questi ultimi.
L’accordo di Mürsteg dell’ ottobre 1903 fra Austria e Russia per la sistemazione dei Balcani in caso di scomparsa della Turchia europea. L’accordo di Mürsteg, concluso tra l’Austria e la Russia, in contrasto con le aspirazioni autonomistiche dei popoli balcanici, stabiliva la divisone della Balcania Turca in due sfere d’influenza, una russa e l’altra austriaca. L’Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono designato di Francesco Giuseppe e di fatto all’epoca reggente (causa l’età dell’imperatore regnante), aveva il progetto di creare una terza monarchia nell’impero, accanto a quella di Austria ed Ungheria: la Slavia danubiana. I territori italiani di Venezia Giulia e Dalmazia avrebbero dovuto essere slavizzati ed inglobati in questo nuovo “regno”, in cui gli slavi del sud avrebbero avuto parità politica coi tedeschi e gli ungheresi, mentre gli italiani sarebbero dovuti sparire o ridursi ad una minoranza discriminata ed emarginata.

La propaganda asburgica ebbe successo presso Sloveni e Croati nel predicare l’odio contro l’elemento italiano e nel sobillare il loro nazionalismo e la loro xenofobia. Oltre alle estesissime persecuzioni contro gli Italiani nel periodo 1866-1914, organizzate dal governo viennese e supportate attivamente dai nazionalisti Sloveni e Croati, le stesse battaglie sull’Isonzo durante la Prima Guerra Mondiale misero in evidenza con quale ferocia gli slavi arruolati nell’esercito austriaco uccidevano o torturavano i prigionieri italiani, o compivano scempi sui cadaveri dei caduti. Un grande studioso come Piero Pieri, il maggior storico militare italiano e combattente durante la Prima Guerra mondiale, ricorda come la propaganda austriaca trovò buona accoglienza presso Sloveni e Croati, spingendoli ancora di più ad odiare gli Italiani.

Il nazionalismo sloveno e croato, formatosi durante il periodo asburgico e con l'appoggio del governo, che se ne serviva per erodere gli spazi della popolazione italiana della Venezia Giulia, nel primo dopoguerra non fece che proseguire, con gli stessi uomini e le stesse idee, quello che era stato formulato nell'originario progetto "trialistico".
Le modalità medesime non furono poi differenti, poiché il governo jugo-slavo, come prima aveva fatto quello asburgico, proseguì la pulizia etnica in Dalmazia, operata con la violenza, mentre in Venezia Giulia si rese responsabile di una estesa campagna terroristica, compiuta per il tramite di organizzazioni para-militari costituite e dirette dall'esercito jugoslavo stesso.

 
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