| Ad ogni modo, questo è l'articolo di chi non approva la cosa e ha tutta la mia solidarietà. Per me Belluno è e rimarrà sempre città veneta. Senza Belluno non è più il vero Veneto di FERDINANDO CAMONDunque tutta Belluno vuol passare col Trentino-Alto Adige? E il Consiglio provinciale ha detto sì? Se la secessione dal Veneto va in porto, il Veneto ne avrebbe un danno immenso. Cambierebbe tutto. La sua immagine, la sua completezza, di regione col mare più affollato d’estate e con le montagne più belle d’inverno, il possesso del cuore delle Dolomiti, appena dichiarate dall’Unesco «patrimonio dell’umanità», la sua cultura e la sua storia, perfino la sua memoria letteraria. E perfino la sua italianità. Perché dire Trentino è un po’ come dire Alto Adige, e l’Alto Adige non è italiano. Camminavo per Brunico, a un passo dall’Austria, con una nipotina, la nipotina vede una cartaccia per terra, la raccoglie e la mette nel cassonetto, passa una bolzanina in bicicletta e la rimprovera: «Non usarlo tu, quello è mio». È suo? Qui i cassonetti son tanti, come son tanti i fiori alle finestre. La Provincia autonoma ha un «servizio fiori», che rifornisce di fiori alberghi e case. Ma può farlo perché riceve dallo Stato assai più di quel che dà allo Stato: il rapporto vien calcolato al 120 per cento. Galan sostiene che i soldi in più che lo Stato dà al bolzanino sono i soldi in meno che dà al Veneto. E cioè: sono soldi veneti. E allora: di chi è quel cassonetto? Se dall’Alto Adige passi in Austria, vedi subito un crollo di ricchezza. Non è ricco il loro Tirolo, è ricco il nostro Sud-Tirolo. Nel Tirolo meno fiori, meno verniciature recenti, supermercati meno sontuosi, e meno affollati. Ma se dall’Alto Adige scendi a Cortina, hai la stessa impressione: corre meno denaro, i prezzi son più alti, le attrezzature più povere. Il Bellunese sta peggio di Cortina: ha montagne stupende, piste lunghe e numerose, e tuttavia ha qualcosa di povero, disadorno, abbandonato. La Val di Zoldo, con il comprensorio del Civetta, è un centro sciistico ricco di piste come in Alto Adige il Plan de Corones. Ma sul Plan de Corones ci van tutti (anche la Roma, anche l’Inter), lo Zoldano è semideserto. Sebastiano Vassalli ha scritto che lì, sotto il Pelmo, «ha visto gli dèi». Ma io sul Pelmo sono stato in vetta, che è larga come una piazza, e gli dèi non c’erano. Anche se i veneti chiamano quella vetta «el caregòn de Dio». Lo Zoldano è una zona di gelatai, sono emigrati tutti per fondare le più grandi gelaterie della Germania. Là guadagnano bene. Non tornano indietro neanche d’estate. Pietro Citati va più a Nord, intorno a San Candido, e ha scritto che gli dèi li ha visti lì. È più probabile che abbia ragione Vassalli, i monti bellunesi son più belli. Dino Buzzati ci camminava sopra e intorno fino agli ultimi anni, e in suo nome han chiamato Dino l’orso importato dalla Slovenia (un anno fa lo davan per morto, ma adesso han scoperto che è tornato a casa, perché qui non c’eran orse). Che succede ora, se tutta quest’area abbandona il Veneto? Avremo un Veneto «senza montagne», troncato all’altezza del Trevigiano Nord? Solo pianura e mare? Anche l’Altopiano di Asiago vuole lasciare il Veneto, e per l’Altopiano passare nella regione confinante vorrebbe dire rinnegare la storia. Perché l’Italia è stata fatta qui, l’Austria è stata combattuta qui. «Uomo veneto» e «trincea» sono sinonimi. Vorrebbe dire, con un secolo di ritardo, la vittoria dell’Austria. I grandi libri sulla formazione dell’Italia, a partire da quello di Emilio Lussu, andrebbero annotati da capo, perché come li leggiamo ora non sarebbero più veri. C’è un paese sull’Altopiano (nell’elenco telefonico, il 95 per cento han lo stesso cognome), che quando ci fu l’opzione tra Mussolini e Hitler, optò per Hitler. Ancor oggi nelle trattorie cantano canzoni hitleriane, le ho sentite. Con la secessione, l’Altopiano gli darebbe ragione. Andrebbero abolite le canzoni, tipo «Bombardano Cortina - dicon che gettan fiori -, tedeschi traditori»: a Cortina stan raccogliendo firme per la doppia cittadinanza, italiana e austriaca. Queste secessioni sono un disastro economico, culturale, storico. La soluzione è un’altra: autonomia anche per il Bellunese. Anzi, meglio: tutte Regioni speciali o tutte normali.www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr...one=29&sezione=
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