| Continuo a non essere convinto da quanto scrive Mack Smith.
1) l'ordine presunto a tutti i dipendenti pubblici di lasciare la Sicilia nel 1941 mi appare davvero incredibile. A parte il fatto che non ricordo d'aver letto niente del genere in De Felice (massimo biografo di Mussolini) o in Rochat (massimo storico della II guerra mondiale italiana), una simile iniziativa sarebbe stata del tutto insensata, specialmente in un momento di guerra. Non sto dicendo che l'ordine non ci sia stato, ma che, in assenza di una fonte precisa fornita da Denis Mack Smith, non si può parlare di sua inesistenza
2) i discorsi di ordine "razziale" di Mussolini fatti durante la guerra sono invece veri e riportati anche altrove, ma, riferiti come fa Mack Smith, risultano fuorvianti. Mussolini, come la quasi totalità dei fascisti, non era stato per nulla razzista sino al 1938, anzi si era più volte apertamente dichiarato contrario ad ogni teoria del genere. Questo atteggiamento era condiviso in pratica dalla totalità del fascismo o quasi. In seguito il "duce" iniziò a coltivare idee del genere, per suggestione del nazismo tedesco. Quando la guerra prese ad andare male, Mussolini, anziché incolpare se stesso, prese a supporre che la colpa fosse degli Italiani, che non si sarebbero dimostrati all'altezza, avanzando anche singolari ipotesi di natura "razziale". Ad esempio, egli parlò di rimboschire l'Appennino per rendere più freddo il clima e temprare maggiormente gli Italiani (sic!). Qui ora si passa alla questione del giudizio di Mussolini verso i meridionali, nel 1941-1942 (non prima e non dopo!). Rommel ed altri nazisti erano dei razzisti autentici e facevano proprie le teorie naziste sulle "razze", che supponevano fra l'altro una (assurda anche geneticamente) divisione dell'Italia fra nord da una parte, centro e sud dall'altra. Rommel giungeva al punto di scartare i soldati italiani d'origine non settentrionale, inviandoli nelle retrovie. Quando gli vennereo riferite le sconfitte o le cattive rese delle truppe italiane in nord Africa, riportate con commenti insultanti dai nazisti, Mussolini per giustificarsi chiamò in causa le presunte differenze razziali fra Italiani. In realtà, annota De Felice, egli non ci credeva proprio.
Questo è quanto ricordo, poi dovrei andare a controllare. Si tratterebbe in ogni caso di qualche frase pronunciata in oltre 60 anni di vita e 20 di governo, in cui, coi fatti, Mussolini dimostrò di non essere stato affatto ostile agli Italiani d'origine meridionale.
buona domenica a tutti
Edited by Rinascimento - 12/3/2011, 13:24
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