CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35)
In Spagna, o meglio in alcune parti di essa, sono esistite molto a lungo società segrete criminali, anche se poi esse si sono estinte. Nel Seicento erano molto diffuse e comuni nel territorio della Castiglia e dell'Andalusia. Ne parla anche Cervantes.
Indubbiamente, ma così come c'erano nella Spagna di Cervantes c'erano anche nella Garfagnana di Ariosto e nella Parigi di Cyrano. Dobbiamo considerare che molte informazioni vengono da leggende e racconti e quindi sono da prendere con le molle. Come ho detto precedentemente: ''
le notizie "più attendibili" giungevano dalle opere di romanzieri inglesi e francesi del XIX secolo, ispirate a novelle spagnole del XVI secolo.''
CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35)
Da quel che ne so, la setta dei Beati Paoli è una leggenda o quasi. La mafia poi ha preteso rivendicare la sua eredità, ma questo, oltre ad essere indimostrabile, è comunque cagionato da un uso propagandistico della storia da parte dei mafiosi.
Se posso dare il mio contributo, aggiungo che furono soprattutto anarchici e liberali ad esaltare i banditi per il fatto che questi avevano il coraggio di violare le leggi e ribellarsi ai potenti. Ci si lasciava anche influenzare dalle opere di Schiller, Hugo, Scott, Russo, Puskin, Linares etc. E' così che tra l'Ottocento e il Novecento il bandito diventa romantico, una sorta di eroe agli occhi del volgo. Qualcosa che troviamo ancora oggi, se pensiamo alla propaganda di quei movimenti indipendentisti che vedono in certi briganti del Risorgimento solo santi martiri.
CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35)
E' indubbio che, parlando di associazioni criminali segrete, sia molto difficile. Tuttavia, esistono alcuni punti fermi:
1) nella Spagna "barocca" vi erano gruppi criminali bene organizzati: la Garduna può non essere esistita, ma bande deliquenziali dedite ad attività di tipo "mafioso" esistevano.
Su questo sono daccordo, però anche l'Italia del tempo aveva la sua malavita organizzata, e le consorterie di bravi esistevano pure al nord: a Bologna come a Modena, Forlì, Padova, Firenze e Venezia. Come ho scritto precedentemente, abbiamo testimonianze che risalgono al tempo degli antichi romani.
CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35)
2) le prime attestazioni storiche certe di mafia, camorra, 'ndrangheta risalgono al periodo spagnolo. La "gamurra" era una specie di corporazione di mercenari, in pratica una compagnia di ventura e non un'associazione mafiosa. La sua successiva evoluzione in "camorra" vera e propria avvenne, pare, proprio sotto il dominio ispanico della Sardegna.
Che io sappia, le associazioni nascono in periodi diversi. Riguardo la gamurra, storicamente parlando, se ne fa menzione già nei codici sardi del XIII secolo, quando era Pisa a regnare e non Aragona. Un dettaglio da tenere in considerazione. Inoltre pare che quei gamurristi fossero pure "mezzi pirati", come scrive Scarpino, quindi già dediti ad attività illecite. E' altresì possibile affermare che fu la politica spagnola, soprattutto feudalesimo, soprusi e pressione fiscale elevata a favorire al sud la crescita di bande (italiane, non certo di importazione). Per una camorra vera, ufficiale e organizzata in modo efficiente bisogna però aspettare il 1817-1820, come riportano Bracalini, De Blasio, Sales e Torre. Monnier afferma: "
Intorno alle origini di una setta che riporta questo nome (camorra), nulla dice la storia e la tradizione non risale oltre il 1820". Prima di quella data, evidentemente, si trova ben poco a riguardo e “
si fanno congetture”, come afferma il Sales. Mafia, sacra corona unita e ndrangheta verranno più tardi.
CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35)
Anche le prime attestazioni di pratiche "rituali" per l'ingresso in queste bande risalgono al periodo spagnolo. Ad esempio, il vicerè di Napoli le segnalava fra i detenuti delle prigioni partenopee sul finere del Cinquecento.
Questa, secondo alcuni, sarebbe anche la prova che la camorra è nata nelle prigioni del regno, di fatto smentita dal Sales. Con riferimento al viceré cardinale Gran Vela o de Granvelle e alle prammatiche regie del 1572-1610, il rituale in questione era un atto illecito, un crimine piuttosto comune nelle carceri del tempo: l’estorsione. Ma “rituali” come l’estorsione, il duello, la protezione, il gioco d’azzardo, le tangenti etc. erano diffusi ovunque. Un rituale come la
zumpata, per esempio, fatto con un bastoncino di legno e non con la sfarziglia, era praticato persino tra i bulli delle piazze o carceri romane.
CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35)
3)le funzioni ed i ruoli delle "mafie" italiane nei secoli XVII-XIX (sino all'Unità in sostanza) sono, per quanto è dato capire, affini a quelle che erano svolte da consimili associazioni criminali in altri territori della corona di Spagna nell'epoca barocca. Pur essendo bande criminali, si vedevano di fatto riconosciute funzioni "pubbliche". Anche escludendo il rapporto con l'Inquisizione e ponendo che non sia mai avvenuto, si dava comunque un loro impiego da parte dell'aristocrazia e dei latifondisti, o meglio un'alleanza fra queste "confraternite" e la classe dirigente dell'epoca.
In realtà l’unica “mafia” spagnola di cui si sa davvero qualcosa (nei testi si parla spesso del suo statuto) e che è stata messa a paragone con la nostra criminalità organizzata è proprio la Garduna, che per studiosi come Sanchez non è mai esistita. Le origini di mafia, camorra etc devono essere ricercate nel banditismo/brigantaggio di casa nostra, più che nella delinquenza di altre patrie. Del resto, persino gli intrecci tra crimine e politica da noi esistevano già all’epoca di Cicerone.