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Le origini spagnole delle mafie

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MicheleNovaro
view post Posted on 26/11/2011, 19:57




CITAZIONE (juvaborg @ 26/11/2011, 19:11) 
Vorrei sottolineare il fatto che la ipotetica mancanza di un corrispettivo "gemello" spagnolo della camorra o della mafia non preclude assolutamente la responsabilità degli iberici nel aver introdotto nella nostra penisola tali organizzazioni criminali. La differenza, casomai, va rintracciata nel perché esse si siano sviluppate e consolidate nel nostro paese mentre in Spagna tali organizzazioni siano rimaste a livello embrionale. La risposta, a mio avviso, è riconducibile al cronico problema responsabile di tante delle nostre miserie: la mancanza di unità politica del nostro paese. In un contesto unitario, addirittura imperiale, fenomeni del genere sono immediatamente circoscrivibili ed arginabili. Tale cosa non avviene in presenza di uno scenario frammentato, debole, succube di interessi stranieri tipici dell'Italia di allora. Il malgoverno spagnolo dell'Italia è storicamente documentato. Lo sviluppo di organizzazioni delinquenziali contigue al potere dei colonialisti è stato uno strumento di manipolazione e di controllo della società casomai favorito, piuttosto che combattuto. Se l'Italia fosse nata nel 1261 e non nel 1861 sicuramente non avremmo nelle nostre carceri Totò Riina o Raffaele Cutolo. Se solo gli indipendentisti capissero un pò di più la storia......

Gli indipendentisti falsificano la storia e inducono il popolo alla divisione
 
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view post Posted on 29/11/2011, 10:13
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CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35) 
In Spagna, o meglio in alcune parti di essa, sono esistite molto a lungo società segrete criminali, anche se poi esse si sono estinte. Nel Seicento erano molto diffuse e comuni nel territorio della Castiglia e dell'Andalusia. Ne parla anche Cervantes.

Indubbiamente, ma così come c'erano nella Spagna di Cervantes c'erano anche nella Garfagnana di Ariosto e nella Parigi di Cyrano. Dobbiamo considerare che molte informazioni vengono da leggende e racconti e quindi sono da prendere con le molle. Come ho detto precedentemente: ''le notizie "più attendibili" giungevano dalle opere di romanzieri inglesi e francesi del XIX secolo, ispirate a novelle spagnole del XVI secolo.''

CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35) 
Da quel che ne so, la setta dei Beati Paoli è una leggenda o quasi. La mafia poi ha preteso rivendicare la sua eredità, ma questo, oltre ad essere indimostrabile, è comunque cagionato da un uso propagandistico della storia da parte dei mafiosi.

Se posso dare il mio contributo, aggiungo che furono soprattutto anarchici e liberali ad esaltare i banditi per il fatto che questi avevano il coraggio di violare le leggi e ribellarsi ai potenti. Ci si lasciava anche influenzare dalle opere di Schiller, Hugo, Scott, Russo, Puskin, Linares etc. E' così che tra l'Ottocento e il Novecento il bandito diventa romantico, una sorta di eroe agli occhi del volgo. Qualcosa che troviamo ancora oggi, se pensiamo alla propaganda di quei movimenti indipendentisti che vedono in certi briganti del Risorgimento solo santi martiri.

CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35) 
E' indubbio che, parlando di associazioni criminali segrete, sia molto difficile. Tuttavia, esistono alcuni punti fermi:
1) nella Spagna "barocca" vi erano gruppi criminali bene organizzati: la Garduna può non essere esistita, ma bande deliquenziali dedite ad attività di tipo "mafioso" esistevano.

Su questo sono daccordo, però anche l'Italia del tempo aveva la sua malavita organizzata, e le consorterie di bravi esistevano pure al nord: a Bologna come a Modena, Forlì, Padova, Firenze e Venezia. Come ho scritto precedentemente, abbiamo testimonianze che risalgono al tempo degli antichi romani.

CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35) 
2) le prime attestazioni storiche certe di mafia, camorra, 'ndrangheta risalgono al periodo spagnolo. La "gamurra" era una specie di corporazione di mercenari, in pratica una compagnia di ventura e non un'associazione mafiosa. La sua successiva evoluzione in "camorra" vera e propria avvenne, pare, proprio sotto il dominio ispanico della Sardegna.

Che io sappia, le associazioni nascono in periodi diversi. Riguardo la gamurra, storicamente parlando, se ne fa menzione già nei codici sardi del XIII secolo, quando era Pisa a regnare e non Aragona. Un dettaglio da tenere in considerazione. Inoltre pare che quei gamurristi fossero pure "mezzi pirati", come scrive Scarpino, quindi già dediti ad attività illecite. E' altresì possibile affermare che fu la politica spagnola, soprattutto feudalesimo, soprusi e pressione fiscale elevata a favorire al sud la crescita di bande (italiane, non certo di importazione). Per una camorra vera, ufficiale e organizzata in modo efficiente bisogna però aspettare il 1817-1820, come riportano Bracalini, De Blasio, Sales e Torre. Monnier afferma: "Intorno alle origini di una setta che riporta questo nome (camorra), nulla dice la storia e la tradizione non risale oltre il 1820". Prima di quella data, evidentemente, si trova ben poco a riguardo e “si fanno congetture”, come afferma il Sales. Mafia, sacra corona unita e ndrangheta verranno più tardi.

CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35) 
Anche le prime attestazioni di pratiche "rituali" per l'ingresso in queste bande risalgono al periodo spagnolo. Ad esempio, il vicerè di Napoli le segnalava fra i detenuti delle prigioni partenopee sul finere del Cinquecento.

Questa, secondo alcuni, sarebbe anche la prova che la camorra è nata nelle prigioni del regno, di fatto smentita dal Sales. Con riferimento al viceré cardinale Gran Vela o de Granvelle e alle prammatiche regie del 1572-1610, il rituale in questione era un atto illecito, un crimine piuttosto comune nelle carceri del tempo: l’estorsione. Ma “rituali” come l’estorsione, il duello, la protezione, il gioco d’azzardo, le tangenti etc. erano diffusi ovunque. Un rituale come la zumpata, per esempio, fatto con un bastoncino di legno e non con la sfarziglia, era praticato persino tra i bulli delle piazze o carceri romane.

CITAZIONE (Rinascimento @ 26/11/2011, 13:35) 
3)le funzioni ed i ruoli delle "mafie" italiane nei secoli XVII-XIX (sino all'Unità in sostanza) sono, per quanto è dato capire, affini a quelle che erano svolte da consimili associazioni criminali in altri territori della corona di Spagna nell'epoca barocca. Pur essendo bande criminali, si vedevano di fatto riconosciute funzioni "pubbliche". Anche escludendo il rapporto con l'Inquisizione e ponendo che non sia mai avvenuto, si dava comunque un loro impiego da parte dell'aristocrazia e dei latifondisti, o meglio un'alleanza fra queste "confraternite" e la classe dirigente dell'epoca.

In realtà l’unica “mafia” spagnola di cui si sa davvero qualcosa (nei testi si parla spesso del suo statuto) e che è stata messa a paragone con la nostra criminalità organizzata è proprio la Garduna, che per studiosi come Sanchez non è mai esistita. Le origini di mafia, camorra etc devono essere ricercate nel banditismo/brigantaggio di casa nostra, più che nella delinquenza di altre patrie. Del resto, persino gli intrecci tra crimine e politica da noi esistevano già all’epoca di Cicerone.
 
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view post Posted on 29/11/2011, 11:42
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CITAZIONE (juvaborg @ 26/11/2011, 19:11) 
Vorrei sottolineare il fatto che la ipotetica mancanza di un corrispettivo "gemello" spagnolo della camorra o della mafia non preclude assolutamente la responsabilità degli iberici nel aver introdotto nella nostra penisola tali organizzazioni criminali.

Non solo la mancanza di un corrispettivo, ma anche la mancanza di fonti "serie". Ad esempio, il Pontano affermava che i napoletani avevano appreso dagli spagnoli a bestemmiare, a litigare, a tradire, a fare gli accattoni, etc., mentre il Bouchard sosteneva che erano stati loro, gli spagnoli, a diffondere a Napoli l'omosessualità. Considerando i pregiudizi del tempo, non stupisce che qualcuno li abbia accusati anche di aver portato la malavita organizzata.

CITAZIONE (juvaborg @ 26/11/2011, 19:11) 
La differenza, casomai, va rintracciata nel perché esse si siano sviluppate e consolidate nel nostro paese mentre in Spagna tali organizzazioni siano rimaste a livello embrionale. La risposta, a mio avviso, è riconducibile al cronico problema responsabile di tante delle nostre miserie: la mancanza di unità politica del nostro paese. In un contesto unitario, addirittura imperiale, fenomeni del genere sono immediatamente circoscrivibili ed arginabili. Tale cosa non avviene in presenza di uno scenario frammentato, debole, succube di interessi stranieri tipici dell'Italia di allora. Il malgoverno spagnolo dell'Italia è storicamente documentato. Lo sviluppo di organizzazioni delinquenziali contigue al potere dei colonialisti è stato uno strumento di manipolazione e di controllo della società casomai favorito, piuttosto che combattuto. Se l'Italia fosse nata nel 1261 e non nel 1861 sicuramente non avremmo nelle nostre carceri Totò Riina o Raffaele Cutolo. Se solo gli indipendentisti capissero un pò di più la storia......

Certamente, la Spagna ha la colpa di avere sfruttato le terre occupate, favorendo di fatto la nascita di bande locali, come i mastri ferrari o i ladrones y saltadors de camins, ma anche con l'unità, forse, le cose non sarebbero state così diverse. Basti pensare all'impero nipponico e alla sua yakuza, o alle triadi cinesi. D'altronde, la criminalità organizzata é sempre esistita e ancora oggi si trova ovunque.
 
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gimmi43
view post Posted on 4/3/2018, 11:17




Sono completamente in accordo con Rinascimento in quanto a origine delle mafie in Spagna e aggiungerei che furono proprio gli spagnoli alla fine del XV secolo con le loro invasioni a esportarne il fenomeno, tra l'altro leggendo il Principe del sommo Machiavelli si riesce a individuare una rete globale di collegamento tra Spagna e Italia.
 
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view post Posted on 4/3/2018, 13:57
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CITAZIONE (gimmi43 @ 4/3/2018, 11:17) 
Sono completamente in accordo con Rinascimento in quanto a origine delle mafie in Spagna e aggiungerei che furono proprio gli spagnoli alla fine del XV secolo con le loro invasioni a esportarne il fenomeno, tra l'altro leggendo il Principe del sommo Machiavelli si riesce a individuare una rete globale di collegamento tra Spagna e Italia.

Per curiosità, parlando di origini, a quali mafie spagnole fai riferimento?
 
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gimmi43
view post Posted on 4/3/2018, 18:06




Io credo che furono le truppe mercenarie spagnole, i soldati e parte dei membri dell'esercito spagnolo, è ovvio che il discorso andrebbe approfondito notevolmente a livello storico però sarebbe già un passo in avanti l'individuarne una possibile fonte extra italiana.
 
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view post Posted on 6/3/2018, 12:07
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CITAZIONE (gimmi43 @ 4/3/2018, 18:06) 
Io credo che furono le truppe mercenarie spagnole, i soldati e parte dei membri dell'esercito spagnolo, è ovvio che il discorso andrebbe approfondito notevolmente a livello storico però sarebbe già un passo in avanti l'individuarne una possibile fonte extra italiana.

Le tre, quattro o anche cinque note mafie storiche del sud hanno sfortunatamente origini italiane, proprio perchè conosciamo le ragioni che hanno provocato la crescita di quei fenomeni criminali. Prendi la camorra, che come ho detto precedentemente è nota in Italia ben prima dell'arrivo degli spagnoli. La prima citazione di gamurra risale al XIII secolo e si trova in documenti pisani. Già questo smonta la favoletta ottocentesca degli spagnoli Osso, Mastrosso e Carcagnosso. O prendi la famosa organizzazione spagnola denominata Garduna, da cui deriverebbero le mafie italiane e di cui si ha notizia solo grazie a M. De Fereal, nome d'arte della scrittrice Madame de Suberwick, che non era nemmeno spagnola. L'autrice la cita in un suo romanzo storico pubblicato intorno al 1877 (terza edizione). Non esiste altra fonte che parli di Garduna prima di lei. O almeno, studiosi spagnoli come Sanchiz e Arsenal non hanno trovato nulla a riguardo e la ritengono voce inventata. Questo è un altro fatto che smonta l'origine spagnola delle nostre mafie. Oppure consideriamo le altre tappe degli spagnoli in Italia, come quella del Ducato di Milano. Possibile che lì, a Milano, non fu portata alcuna mafia dagli spagnoli? Possibile che non c'e' traccia nei documenti spagnoli di mafie o di un loro arrivo in Italia? Possibile che non esistono documenti italiani del periodo passato che dimostrino l'esistenza di organizzazioni criminali straniere nel nostro Paese? Le mafie in Italia non sono di importazione proprio perchè mancano documenti che provino ciò, e inoltre sappiamo che si sono sviluppate in tempi e in modi diversi e poi hanno assunto caratteristiche simili nei riti, nel linguaggio, nelle punizioni, negli illeciti etc. Oggi è persino difficile trovare una qualche differenza tra una mafia e l'altra. Tuttavia, sappiamo che sono nate qui.
 
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gimmi43
view post Posted on 6/3/2018, 20:11




Non posso dire altro Peppero hai ragione tu, hai più documenti in mano, la mia era un ipotesi a cui comunque credo ancora che parte dalla lettura del Principe e si basa sul ragionamento di strategia politica, militare e "economica" che trova secondo me proprio a cavallo del XV e XVI secolo quel passaggio che ha dato origine all'età moderna e quindi allo sviluppo di una mafia strutturata. Ma era una ipotesi.
 
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view post Posted on 9/3/2018, 15:42
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Pero' sembra che c'e' un collegamento tra la camorra napoletana e la Spagna del Cinquecento.

Ho letto questa roba da qualche parte su internet. <___<
 
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view post Posted on 11/3/2018, 09:45
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CITAZIONE (armigero @ 9/3/2018, 15:42) 
Pero' sembra che c'e' un collegamento tra la camorra napoletana e la Spagna del Cinquecento.

Se consideriamo l'evoluzione del fenomeno, o involuzione dello stesso, secondo i punti di vista, cioè il passaggio da organizzazione gamurristica di tipo militare del XIII secolo di Cagliari voluta da Pisa a quella camorristica di tipo delinquenziale di Napoli dei secoli seguenti, si può ipotizzare che furono gli isolani sardi militanti tra le truppe aragonesi/spagnole a portare in epoca rinascimentale sulla Penisola italiana ciò che prima era di fatto assente (del resto non esistono fonti precedenti alla gamurra sarda). Questa vigilanza per conto dei Reali spagnoli può essere stata esercitata a Napoli anche in modo scorretto, illegale, sino a dare origine a gruppi che si approfittavano e agivano per tornaconto personale. Da qui la segretezza (o omertà) e persino l'omicidio per paura di essere scoperti. Le sanzioni per chi tradiva la Corona all'epoca erano piuttosto pesanti e solitamente inappellabili. Questo collegamento probabilmente è anche l'unico possibile.
 
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gimmi43
view post Posted on 3/6/2018, 09:51




Vorrei chiedermi a me stesso cosa sarebbe successo se "grazie" a Machiavelli l'Italia fosse diventata nazione alla fine del XV secolo o poco più in là. Se ipotizziamo anche se mi è stato già smentito che le forze straniere con le loro truppe mercenarie anche "criminali" si fossero dunque ritirate, il corso delle criminalità organizzate in Italia avrebbe avuto un altro sviluppo? Tra l'altro è vero che si sono gli stranieri insediati anche nel nord italia e qui oggi la mafia è meno sviluppata, però c'è ed è ritornata presente! Quindi il discorso potrebbe veramente essere visto determinato diciamo anche dall'influenza straniera e in particolare spagnola, ci sarebbe da ragionare parecchio. Vorrei sapere qualcosa in proposito.
 
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view post Posted on 3/6/2018, 17:55
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Nazione o meno, non credo che le cose sarebbero state diverse. Della criminalità organizzata ne ho già parlato sopra, in Italia ne abbiamo traccia ben prima dell'arrivo degli spagnoli o del XV secolo. Andando molto indietro nel tempo, abbiamo testimonianze interessanti della loro esistenza persino durante l'impero romano. Tanto per citare un fatto, Sabinus, uomo determinato e affidabile scelto da Ottaviano nel 35 a.C. per reprimere energicamente le bande criminali locali costituite da cittadini romani e non, che creavano saccheggi e disordini sul territorio italiano, si impegnò anima e corpo e con i suoi soldati fece un lavoro minuzioso indagando, scovando, catturando e giustiziando i delinquenti più pericolosi. In pratica Sabinus era una specie di vigile factotum al servizio dell'imperatore, svolgeva compiti di poliziotto investigatore, avvocato, giudice e boia nello stesso tempo e ha eliminato così tanti criminali che alcuni storici parlano addirittura di strage. E' comuque grazie alla sua determinazione e al suo pugno di ferro che è stato riportato l'ordine e la pace (sebbene per breve tempo) a Roma. Le bande organizzate le troviamo quindi durante l'Impero; poi in un Italia frazionata in Comuni, Principati e Signorie (abbiamo testimonianze anche in questo periodo); e infine nello Stato unitario, appunto la nazione italiana. Oggi le bande non le chiamiamo più "collegia" o "mastrucati latrunculi" etc, ma preferiamo usare il termine più generico di "associazione di tipo mafioso", che si ricollega appunto alla mafia nostrana ma indica anche le organizzazioni criminali giunte da lontano, come quelle cinesi, nigeriane, albanesi e così via. Di queste abbiamo notizia, di quelle spagnole no. Però è anche vero che in Spagna in tempi recenti un indagine ha portato alla luce l'esistenza di oltre quattrocento organizzazioni criminali. La cosa più curiosa è che in Spagna la "mafia" più menzionata è ancora una volta quella italiana...
 
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view post Posted on 4/6/2018, 06:12
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Questo articolo di César Cervera parla appunto della "favola" della Garduna e dei tre castigliani che avrebbero portato la mafia in Italia. Se non capite il testo o avete difficoltà, usate il servizio google traduttore...

La leyenda de que la Mafia fue creada por tres misteriosos náufragos españoles
Tres hermanos castellanos, Osso, Mastrosso y Carcagnosso, llegaron a las costas italianas huyendo de la justicia de Toledo que les acusaba de asesinato. Pertenecían a la misteriosa Hermandad de la Garduña
César Cervera

La fundación del denominado como crimen organizado remonta su origen, según leyendas populares todavía vigentes en Italia, al naufragio en el siglo XV frente a las costas de la isla de Favignana de tres hermanos españoles: Osso, Mastrosso y Carcagnosso, fundadores legendarios de la Cosa Nostra, la 'Ndrangheta y la Camorra, respectivamente. Los tres caballeros, miembros de la poderosa Hermandad de la Garduña, venían huyendo de España por un feo asunto de honor cuando arribaron en una tierra supuestamente incorrupta.

En concreto, la leyenda relata que los tres caballeros, procedentes de Toledo, se habían visto obligados a huir tras vengar con sangre el honor de su hermana violada. Consiguieron escapar de Castilla y se embarcaron hacia Italia, recalando después de un naufragio en Favignana, una pequeña isla próxima a Trapani, en el extremo occidental de Sicilia. El relato cuenta que Osso, el mayor de los tres hermanos, permaneció en la isla y dio origen a la Cosa Nostra. Mastrosso atravesó el estrecho de Messina y se estableció en Calabria, donde surgió la 'Ndrangheta, mientras que Carcagnosso, el más ambicioso de los tres, consiguió llegar a Nápoles, una de las grandes plazas del poderoso Reino de Aragón, para fundar la Camorra. Los tres hermanos serían, según esta fábula, los creadores de los códigos de honor basados en valores como valentía, lealtad y fidelidad que se atribuyen las organizaciones clandestinas italianas, pese a que su actuación dicta de tener ningún ápice de nobleza.

Los grupos criminales con una organización profesional se remontan a la antigua Roma

No en vano, la teoría española sobre la fundación mítica de las grandes mafias italianas cumple la apariencia de la típica fábula nacionalista para achacar a la influencia externa un problema local. Así ocurre en el imaginario nacionalista catalán, donde la Inquisición –vigente en la Corona de Aragón dos siglos antes que en Castilla– ha quedado vinculada únicamete a los castellanos, junto a otros defectos y problemas que eran anteriores a la unión dinástica de los Reyes Católicos. En el caso de las mafias italianas, la tradición de grupos criminales con una organización profesional en la Península Itálica se remontan prácticamente a la antigua Roma, donde el sistema de clientelismo empleado por las grandes familias patricias daban sombra a todo un séquito de carroñeros y personajes fraudulentos. Si hay prosperidad no tarda en avanzar y refinarse el crimen, siempre que no existan los instrumentos para ponerle fin.

De hecho, el surgimiento de las mafias modernas está más que documentado por los historiadores italianos que emplazan su génesis a la región de Sicilia. En el siglo XIX, surgió la figura clave de los «gabellotti» (recolectores de impuestos) en esta región italiana para administrar las propiedades de los aristócratas. Ellos obtenían a cambio un porcentaje de las cosechas obtenidas, pero para acrecentar sus ganancias dividían las tierras en pequeñas áreas y las arrendaban a los campesinos, quienes también les otorgaban un porcentaje de la cosecha obtenida. Poco a poco se volvieron cada vez más poderosos e incurrieron en actos de corrupción: extorsionaban a los labriegos, se apropiaban indebidamente de pastizales para dar de comer al ganado y organizaban grupos de ladrones y cuatreros. Por esta razón se les considera a los «gabellotti» como antecedente directo de la mafia. Sus prácticas no tardaron en ser imitadas en otras regiones empobrecidas del país.

El mito de la fundación española de las mafias italianas tiene nexos con la leyenda negra que envuelve a la familia Borgia, calificada sin fundamento de primera familia criminal de la historia. Sin embargo, los crímenes de los Borgia (abusos en el poder, nepotismo, tráfico de influencias, etc) fueron idénticos a los de otros Papas, con la salvedad de que pocos pontífices han sido de nacionalidad no italiana.
¿Existió la Hermandad de la Garduña?

Es difícil encontrar indicios razonables que corroboren la existencia de la Hermandad de la Garduña –la supuestamente más longeva sociedad criminal de Europa– y menos en los términos románticos que se ha transmitido. Hasta hace pocos años, el debate se centraba en definir cuál fue su papel en la España de los Austrias, puesto que su existencia se daba por segura. Y es que para sostener la autoridad española en Nápoles, Sicilia, Cerdeña y el Ducado de Milán se requerían aliados a todos los niveles. Por esta razón, su rol quedó vinculado al de organismo subterráneo al servicio de los virreyes españoles en Italia. No obstante, la Hermandad de la Garduña ha quedado a día de hoy reducida al mundo de las leyendas y las especulaciones.

De obedecer a éstas, aún muy vivas en el sur de Italia, la Garduña fue creada en Toledo sobre el año 1412, ligada a los asaltos a las casas de musulmanes y judíos que habían sido previamente señaladas por la Inquisición. Después se habría desarrollado mucho en Sevilla, hacia donde iban a parar las perlas, gemas, esmeraldas, oro y plata de la recién conquistada América. Con el consiguiente auge de la industria de lujo, la banca y la criminalidad asociada a la riqueza. El personaje de Monipodio en la novela ejemplar de Cervantes «Rinconete y Cortadillo» podría estar, pues, inspirado en un personaje real, al cual tuvo la oportunidad de conocer cuando el escritor estuvo en la cárcel. Las referencias sobre esta secreta y todopoderosa hermandad se alargan hasta el siglo XIX, cuando vivió sus episodios finales. Como gremio de ladrones contaba con una estructura inspirada en las cofradías religiosas, en cuya apariencia se escudaría para operar con impunidad.

Muchos investigadores han sostenido su influencia sin el menor atisbo de duda. Es el caso del importante sociólogo alemán Georg Simmel o el intelectual Enzensberger, que defendieron su gran impacto en las sociedades mediterráneas. Más lejos llegó el historiador y policía Manuel de Cundías que aseguró que el Gran Maestro de la hermandad tuvo una vivienda reservada en el Palacio de la Monarquía de los Austrias, lo cual daría cuenta de su influencia dentro del Imperio español.

En contraposición a la Garduña –de ser cierto que existió– se creó en 1476 la Santa Hermandad, posiblemente el primer cuerpo policial organizado de Europa. Un grupo de gente armada, pagada por los concejos, para perseguir a los criminales que fue instituido por Isabel «la Católica», en las Cortes de Madrigal de 1476, unificando las distintas Hermandades que habían existido desde el siglo XI en los reinos cristianos. Su creación coincidió con el periodo donde la Garduña habría vivido su edad dorada.


http://www.abc.es/espana/20150315/abci-ley...1503130041.html

inquisizione
 
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gimmi43
view post Posted on 15/9/2018, 14:56




Vorrei aggiungere un ulteriore discorso. Scrive John Nash a proposito della Teoria dei Giochi: «Nelle pagine di quel capolavoro si ha l'impressione che Machiavelli cerchi di insegnare a dei mafiosi come operare in modo efficiente e spregiudicato. Fornisce consigli tattici a principi crudeli ed egoisti, e nella sua opera descrive effettivamente i “giochi di corte” che venivano praticati nelle stanze vaticane e nei palazzi fiorentini». Come ho letto sopra nell'ultimo messaggio forse la prima vera famiglia mafiosa furono i Borgia che guarda caso erano di origine spagnola e quello che volevo ulteriormente aggiungere è il fatto che potrebbe essersi sviluppato un tale processo nel corso dei secoli passati per cui se in Spagna e anche in Francia l'invenzione del crimine organizzato si è sviluppato come un "metodo" ed è importante specificare questo forse a loro volta ereditato dall'Impero Romano, ha soltanto trovato in Italia l'"applicazione" là dove appunto un "humus" fertile di povertà, corruzione e lotte nobiliari permise la creazione completa e definitiva del vero "crimine organizzato" attraverso un atto "ragionato di invenzione questa volta certamente italiana".
 
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gimmi431
view post Posted on 7/1/2021, 16:11




Mi dispiace ma dopo tante malette di discussioni sulla mafia , mi spice dirvelo ma voi della mafia non avete capito un cavolo. La mafia è sempre esistita e non certo è incominciata a metà dell'800, ma già Machivavelli aveva come già spiegato intuito l'esistenza della mafia (leggetevi "cazzo" il Macchiavelli) e quindi ancora prima dell'800 la mafia è sempre esistita e io posso conoscere come si potrebbe sconfiggerla ma non ve lo dico. Ciao e a presto. Se volete saperne di più su come descriverla rispondete pure.
 
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29 replies since 21/11/2011, 16:02   4788 views
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