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India. Marinai italiani e processo

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Char08
view post Posted on 19/2/2012, 14:44




ENRICA LEXIE
Severino: "Situazione grave"
scontro Italia-India sui militariI due Marò coinvolti nell'uccisione di due pescatori e il comandante della petroliera sono stati fatti scendere dalla nave. L'incontro tra gli alti funzionari e i rappresentanti del ministrero degli Esteri indiano è andato male. Farnesina "Atti unilaterali della polizia"

ROMA - Il caso della 'Enrica Lexie' ha avuto un'improvvisa accelerazione. Secondo l'Hindustan Times, la polizia del Kerala ha arrestato i due militari italiani presenti sulla petroliera italiana rimasta coinvolta nella morte di due pescatori 1, Ajesh Binki (25 anni) e Jalastein (di 45), scambiati per pirati, mercoledì, al largo delle coste indiane.

Secondo fonti indiane i due sono Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Lo riferisce la tv all news indiana Times Now. I due prestano servizio presso il reggimento San Marco che ha sede nella caserma Carlotto di Brindisi. Lo ha confermato l'ufficio stampa del Comando in capo del dipartimento militare marittimo dello Jonio e del Canale d'Otranto. I due militari italiani questa mattina sono scesi dalla petroliera Enrica Lexie, ferma nel porto di Kochi, insieme al comandante Umberto Vitelli, per rispondere alle autorità indiane. I due, secondo quanto riporta il Times of India, sarebbero stati arrestati. Non sono neanche in stato di fermo, ribatte il ministero della Difesa italiano, invece, puntualizzando che da parte degli italiani "essere scesi a terra per chiarire le cose" è stato solo un "atto di estrema cortesia". La Farnesina, in una nota, ha parlato di "atti unilaterali che sono in corso da parte delle autorità di polizia" indiane.

Per fare luce sulla vicenda una delegazione di esperti è a lavoro a New Delhi, ma l'incontro con i rappresentanti del ministero degli esteri indiano ''è andato male'', ha detto una fonte vicina alla trattativa che aggiunge: ''Non si è trovato accordo su di chi sia la giurisdizione. La situazione si aggrava''. ''Credo di poter escludere che i militari italiani possano finire in carcere in India", aggiunge la fonte che spiega che un eventuale arresto deve essere inteso nel senso che i Marò saranno messi in una condizione di non libertà, ma non in cella.

La vicenda "non è tranquillizzante", ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino, ospite di 'In mezz'ora'. "Abbiamo trattato tutta la notte - ha spiegato - e abbiamo in India delle persone inviate dai ministeri degli Esteri, Giustizia e Difesa. Abbiamo comunque - ha sottolineato - un'idea molto precisa: il fatto è avvenuto in acque internazionali, su una nave che batte bandiera italiana, quindi la giurisdizione è italiana".

Il console italiano a Mumbai, Giampaolo Cutillo, precisa che i due fucilieri della Marina italiana "si trovano in un procedimento che potrebbe portare al loro arresto. Tecnicamente per il momento questo provvedimento non è ancora scattato, ma è un'ipotesi verosimile". Si è inoltre appreso che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone verranno posti in custodia giudiziaria, e poi presentati nei prossimi giorni davanti alla corte per omicidio. I due militari potrebbero essere trattenuti per un giorno o due e quindi essere consegnati alla polizia dello Stato del Kerala a Kollam, per essere poi portati di fronte a un tribunale. Intanto fonti indiane hanno riferito che le delegazioni di funzionari indiani e italiani (un team di alti funzionari dei ministeri di Esteri, Giustizia e Difesa giunto a New Delhi) non sono riusciti a raggiungere alcun accordo sulla questione e su come risolverla.

La polizia di Kochi aveva dato un ultimatum per la consegna degli italiani, ultimatum che è scaduto nella notte italiana senza alcuna novità. Ma in mattinata il commissario di polizia, Ajith Kumar, è salito a bordo della nave, ormeggiata in porto, e ha interrogato l'equipaggio. Inizialmente la polizia voleva arrestare sei membri dell'equipaggio, ma poi ne ha fermati due, ritenendo che siano stati i due uomini della Marina militare italiana a sparare sui pescatori disarmati. Secondo quanto riferisce il quotidiano online Times of India, invece, la polizia avrebbe arrestato sette membri dell'equipaggio della nave, tra cui il capitano Umberto Vitelli.

Le incongruenze. I due Marò accusati di aver ucciso due pescatori "si trovano nel circolo ufficiali, dove sono stati condotti, e stanno rendendo la loro deposizione alle autorità locali, ribadendo la loro estraneità ai fatti". È quanto afferma una fonte italiana vicina all'inchiesta, che evidenzia le "numerose incongruenze" della versione dei fatti sostenuta dalle autorità indiane, ribadendo la carenza di giurisdizione dell'India: il fatto sarebbe infatti avvenuto in acque internazionali, dove è piena la giurisdizione dello stato di bandiera della nave, cioè l'Italia; inoltre, i militari imbarcati sarebbero soggetti ad immunità giurisdizionale assoluta rispetto alle autorità straniere. Riguardo alle incongruenze, la più vistosa riguarda il numero di colpi sparati: gli italiani parlano di 20 colpi complessivi, in raffiche di avvertimento, nessuna delle quali ha centrato il natante; da parte indiana si sostiene invece che il motopesca sarebbe stato investito da 60 colpi. Se così fosse, però, sottolinea la fonte, l'imbarcazione avrebbe subito gravi danni e difficilmente avrebbe potuto raggiungere il porto, sia da 33 miglia (come sostengono gli italiani), sia da 22 (versione indiana).

Autorità indiane: "No autopsia". Le autorità indiane rifiutano al momento di mostrare il corpo dei due pescatori uccisi, così come di far eseguire l'autopsia. Secondo fonti italiane continuano a non coincidere le dichiarazioni, della marina italiana e della polizia indiana, sia per quanto riguarda i termini temporali dell'accaduto, sia per la posizione geografica.

La Farnesina: "Nessun accordo, Monti informato". "I ministri degli Esteri, della Difesa e della Giustizia continuano a seguire direttamente gli sviluppi del caso che vede coinvolto l'equipaggio della nave di bandiera italiana Enrica Lexie, tenendone informato costantemente il presidente del Consiglio Monti", si legge in una nota diffusa dalla Farnesina, che conferma l'invio della delegazione di esperti a New Delhi. "Da parte italiana si è sottolineato - spiega la Farnesina - che la presenza di militari a bordo di navi mercantili è regolata da una specifica legge italiana che risponde anche alle esigenze delle risoluzioni delle Nazioni Unite in materia di lotta alla pirateria. È stato ricordato in questo contesto che i militari sono organi dello Stato italiano e che pertanto godono dell’immunità dalla giurisdizione rispetto agli Stati stranieri. La riunione non ha permesso di raggiungere una posizione condivisa. I contatti e la collaborazione tra i due Governi sono ritenuti essenziali ai fini dell'accertamento dei fatti, di fronte ad atti unilaterali che sono in corso da parte delle autorità di polizia".

Severino: "Giurisdizione italiana". "Abbiamo trattato tutta la notte, ci sono persone inviate dai ministeri degli Esteri, della Difesa e della Giustizia. La situazione non è tranquillizzante. Noi abbiamo una certezza: il fatto è avvenuto su acque internazionali su una nave battente bandiera italiana quindi la giurisdizione è italiana". Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino, rispondendo a una domanda di Lucia Annunziata, nel corso dell'anteprima di In mezz'ora, su Raitre.

La versione italiana. Ieri, intanto, il ministro degli Esteri Giulio Terzi, ha avuto una conversazione telefonica con il suo omologo indiano S.M. Krishna in relazione alla vicenda della nave. Il colloquio "si e svolto lungo le linee contenute nella lettera che il titolare della Farnesina aveva ieri inviato al Ministro degli Esteri indiano". In particolare, Terzi aveva anticipato al suo collega l'invio in India di una delegazione di alti funzionari composta da rappresentanti dei ministeri degli Esteri, della Difesa e della Giustizia per approfondire i diversi aspetti del caso 2e avviare una concreta collaborazione con l'obiettivo di stabilire la verità dei fatti oltre ogni dubbio. Il ministro Terzi ha ribadito al ministro Krishna che, alla luce dei principi di diritto internazionale generalmente accettati, il governo italiano ritiene che la giurisdizione sul caso compete alla Magistratura italiana.

La versione indiana. Le autorità indiane hanno aperto un'inchiesta per omicidio dopo la morte di due pescatori. "Le informazioni in nostro possesso indicano chiaramente che i pescatori indiani non avevano armi o munizioni a bordo della loro imbarcazione", ha detto il ministro indiano, testimoniando a Terzi "la forte reazione e agitazione dell'opinione pubblica nel Kerala" per la morte di Ajesh Binki, di 25 anni, e Jalastein, di 45.

Messaggio su Fb. È dell'11 febbraio scorso l'ultimo 'post' su Facebook di Massimiliano Latorre e rassicurava gli amici dal Ramada Hotel di Colombo: ''Signori e signori vi mando un abbraccio...mi assento per qualche ora o forse per qualche giorno, alla prossima''. Poco prima, nella sua bacheca, un amico aveva postato una notizia ANSA dal titolo 'Pirateria: sventato attacco a mercantile italiano' commentando: ''Con i leoni non si scherza..Fratello che c....''. E ancora, una foto che lo ritrae nella piscina dell'albergo di Colombo, con la didascalia ''prima di un lungo viaggio''. Sul profilo Latorre, nato il 25 maggio 1967 a Taranto, compare sorridente e in divisa.

www.repubblica.it/esteri/2012/02/19...38684/?ref=fbpr

Edited by Peppero - 20/2/2012, 19:15
 
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view post Posted on 20/2/2012, 19:12
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Spero che i nostri onorevoli sollevino le sacre terga dalla poltrona e facciano qualcosa...
 
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Char08
view post Posted on 20/2/2012, 20:32




Più grave situazione, si preoccupano due soldati italiani di Marò e che vuole ancora arrestare il capitano di petroliera...... In politica della nazionalista indiana inscena i manifestazioni anti-italiani e i bloggati indiani stati insultati offendere l'Italia....... A rischiano su il pena di morte e le condanne d'ergastolo........
 
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Il_Monarchico
view post Posted on 21/2/2012, 10:55




Questo è l'effetto di una politica estera perbenista, che ci ha fatto apparire come un Paese debole e succube delle altre Nazioni. Farsi mettere i piedi in testa dagli americani può essere comprensibile, ma da un paese del terzo mondo, che si fa grande solo perchè ha l'atomica o la sua economia cresce del 10% basandosi sulla schiavitù........non l'accetto.
La solita politica della Repubblica, c'era da aspettarselo....il "capo supremo delle forze armate" cosa dice in merito?
 
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view post Posted on 21/2/2012, 12:16
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Non ho ancora letto sue dichiarazioni. Ad ogni modo, ci sono non pochi dubbi sulla vicenda.
- Gli italiani erano in acque internazionali;
- Gli italiano affermano di non aver sparato contro, ma per aria;
- Nei pressi c'era anche una nave greca, simile a quella italiana, che pare abbia sparato contro presunti pirati;
- Gli italiani hanno subito il fermo nonostante fossero tutelati dalla legge internazionale.
- Non viene consentito all'Italia di esaminare il corpo dei defunti.
Mi sa che a sparare sono stati i greci, gli indiani si sono accorti dell'errore e piuttosto che fare un passo indietro e ammettere la gaffe, preferiscono far credere che è colpa nostra...
 
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view post Posted on 21/2/2012, 12:44
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Le cose pare siano andate pure peggio. A sparare contro i pescatori non sarebbero stati i greci, ma gli stessi indiani...

India, i due marò vittime di una trappola: attirati in acque indiane per essere arrestati
Il giallo di un attacco simile avvenuto ai danni di una nave greca. Gli indiani sparano e forse uccidono degli innocenti. E trovano un colpevole

11:52 - L'arresto dei due marò accusati di omicidio è stata una trappola. Il tranello che ha portato al fermo da parte delle autorità indiane di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone scatta così: la guardia costiera di Kochi avverte gli italiani che il peschereccio che ha attaccato la petroliera Enrica Lexie è in mani indiane, carico di armi. Si attende solo una denuncia formale, basta entrare nelle acque territoriali.
Trappola i cui sono caduti i nostri militari, malgrado la Marina militare italiana avesse subodorato qualcosa.
Una volta attirati fuori dalle acque internazionali, succede quel ormai tutti conoscono: i due militari scendono a terra e vengono arrestati. Scoppia il caso internazionale ancora lontano da trovare una soluzione. Eppure la Marina italiana, subito interpellata, si era dichiarata contraria all'ingresso della Lexie in quelle acque poco tranquille.
E Riporta il Corriere della Sera, si fa strada un'ipotesi ancor più inquietante del caso. Pare infatti che poco prima un mercantile abbia attaccato un'altra nave greca, costringendo la marina indiana ad intervenire e sparare uccidendo pescatori innocenti. Serviva quindi un alibi, o un colpevole pronto da usare. Notizia che però è stata smentita dalla Marina mercantile ellenica.
Intanto i Fucilieri del Reggimento San Marco ribadiscono di non aver sparato sul peschereccio. La Marina militare ribadisce la falsità delle accuse mosse a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sospettati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. E lo fa direttamente dalle colonne del proprio sito web.
"I due fucilieri, uomini addestrati a pensare prima di agire - si legge sulla home page, accanto a un'immagine della Enrica Lexie - sono intervenuti esclusivamente secondo le procedure e nell'ambito delle misure che riguardano la lotta alla pirateria. Hanno sparato colpi di avvertimento in aria e in acqua (warning shots) per salvaguardare il proprio territorio, rispondendo in pieno alle norme esistenti. Vale a dire, proteggere la sicurezza dei traffici marittimi da un'attività criminosa che mette a repentaglio le libertà economiche e personali dell'alto mare".

Ma la situazione appare sempre più preoccupante
I due marinai italiani, accusati dall'India di aver ucciso due pescatori, dovranno rimanere altri 11 giorni a disposizione dell'autorità giudiziaria. I nostri connazionali intanto oggi compariranno di nuovo davanti al magistrato. Le prossime 24 ore saranno cruciali perché si deciderà sull'ammissione di una prova regina: la registrazione satellitare della posizione della nave, dalla quale dipende la giurisdizione indiana o italiana sul caso.

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/artic...arrestati.shtml
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Van Hanegem
view post Posted on 21/2/2012, 14:23




Siamo stati dei gran polli, come spesso ci accade ultimamente. In primis: se la nave si trovava in acque internazionali non poteva essere abbordata dagli indiani perché era territorio italiano(la nave, intendo). In secundis: la giurisdizione era comunque italiana, per il primo motivo, e non dovevamo consegnare proprio nessuno (tantomeno dei militari).
 
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view post Posted on 21/2/2012, 14:45
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Difatti nemmeno io capisco il perché abbiano consentito una cosa simile. Speriamo solo che non sia un altro caso Battisti, di quelli che creano conflitti tra paesi e che durano una vita.
Ultime notizie: i greci hanno appena smentito di aver avuto problemi in quel mare.
 
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view post Posted on 22/2/2012, 18:53
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Interessanti considerazioni (che condivido) di Gianandrea Gaiani sulla vicenda:


www.youtube.com/watch?v=A3Cbx7JI8iQ...9b1FAAAAAAAAAAA


Edited by Peppero - 22/2/2012, 23:41
 
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Char08
view post Posted on 22/2/2012, 19:04




CITAZIONE (juvaborg @ 22/2/2012, 18:53) 
Interessanti considerazioni (che condivido) di Gianandrea Gaiani sulla vicenda:

www.youtube.com/watch?v=A3Cbx7JI8iQ...9b1FAAAAAAAAAAA

Si conosco questo il sito: analisidifesa.it è migliore, le tutte cose a bene..... Più chiaro!!!.... Ho letto a sempre, ottimo!
 
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view post Posted on 22/2/2012, 23:45
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CITAZIONE (juvaborg @ 22/2/2012, 18:53) 
Interessanti considerazioni (che condivido) di Gianandrea Gaiani

Quoto, dice cose sensate...
 
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view post Posted on 23/2/2012, 12:40
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Vai col pressing, Italia...

Pescatori indiani: De Mistura a Delhi, pressing Italia
Terzi, giurisdizione e' italiana; confermato viaggio in India (di Maurizio Salvi)

(ANSA) - NEW DELHI, 22 FEB - Pressing della diplomazia italiana nei confronti delle autorita' di New Delhi in una giornata di stallo in cui e' apparso chiaro che Italia e India non hanno ancora trovato una soluzione ad una crisi diplomatica che nessuno dei due Paesi ha interesse a drammatizzare. Un contenzioso nato dall'incidente di una settimana fa nel Mar Arabico in cui sono morti due pescatori indiani ed e' rimasta coinvolta la petroliera 'Enrica Lexie'.

Con l'arrivo del sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, il canale diplomatico ha ricevuto un nuovo slancio in vista di una prossima visita che il ministro Giulio Terzi compira' a Delhi. Parlando oggi in Senato proprio il ministro degli Esteri ha fugato, ove ve ne fossero stati, i dubbi in merito all'identificazione del paese a cui spetti svolgere le indagini giudiziarie che coinvolgono i due maro' della San Marco. ''Riteniamo - ha detto - che la giurisdizione competa esclusivamente alla magistratura italiana''.

Il ministro ha poi assicurato che ''la tutela dei nostri maro' e' assoluta e vogliamo riportarli a casa il piu' presto possibile'', anche se cio' deve avvenire in modo da ''non intaccare'' i rapporti con l'India. La soluzione di questo complesso problema non e' facile, anche perche' i treni di politica e diplomazia da una parte, e dell'indagine di polizia e della magistratura dall'altra, corrono su binari ovviamente autonomi, e c'e' il rischio che il primo vada troppo lento rispetto alla progressione del secondo. E' per questo che i legali di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che si trovano sotto custodia della polizia a Kochi, hanno presentato oggi una 'petition' (ricorso) all'Alta Corte del Kerala contro l'istruttoria in corso ai loro danni, sottolineando che l'incidente in cui sarebbero coinvolti e' avvenuto fuori dalle acque territoriali indiane. I giudici del tribunale faranno sapere domani il loro responso sulla ammissibilita' o meno della richiesta, proprio quando con tutta probabilita' i due saranno nuovamente portati davanti al magistrato di Kollam (a 150 chilometri da Kochi) che potrebbe estendere la custodia della polizia per gli arrestati o mandarli in prigione. Bloccati nella guest-house degli ufficiali della polizia di Kochi, Latorre e Girone avranno sicuramente gradito la solidarieta' che nei loro confronti si sta manifestando in ogni parte d'Italia, anche con l'iniziativa di molti comuni di affiggere pubblicamente le loro foto.

Comunque, dopo l'incontro con la collega Preneet Kaur in cui e' emerso che India e Italia concordano che ''l'incidente e' avvenuto in acque internazionali'' ma reclamano entrambi la guida delle indagini, De Mistura e' partito per il Kerala. Perche', ha sottolineato, ''la' e' avvenuto l'incidente, la' ci sono i famigliari dei poveri pescatori morti e la' ci sono i due militari italiani sottoposti a processo''. Commentando i risultati dell'incontro con l'inviato italiano, la Kaur ha voluto pero' mettere i puntini sulle 'i' della posizione indiana: ''L'Italia ha la sua interpretazione e noi abbiamo la nostra. Per quello che ci riguarda qui in India ci muoveremo in base alle nostre leggi'' che prevedono l'applicazione delle norme indiane anche se le navi si trovano fuori delle acque territoriali.

http://ansa.it/mare/notizie/rubriche/shipp..._103191523.html
e51703c9988b2848e614372cd157d793
 
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Char08
view post Posted on 24/2/2012, 11:23




Dall'Unione Europea nessun aiuto per i marò


La strapagata diplomazia Ue non ci sostiene con l’India. E Strasburgo ci bastona pure per i clandestini



di Gian Micalessin

Grazie Europa! Noi italiani possiamo dirlo forte. Mentre la Corte di Giustizia di Strasburgo ci mette alla berlina per la vicenda dei respingimenti, la diplomazia europea non muove un dito per aiutarci a far tornare a casa i due fucilieri di San Marco arrestati dalle autorità indiane ed accusati di omicidio.

i_due_maro_italiani_fermati_india_omicidio



Sindrome di Calimero? Non proprio. Qualche ragione per esigere un maggiore attivismo europeo ce l’avremmo. La prima si chiama Navfor Atalanta. La missione - avviata dall’Unione Europea per prevenire e combattere il fenomeno della pirateria - ci vede presenti nelle acque dell’Oceano Indiano dal marzo 2009. Da allora 9 unità della Marina Militare italiana si sono alternate nelle operazioni e dall’11 dicembre 2009 al 14 aprile 2010 la nave appoggio Etna ha ospitato il comando missione.

Partecipare a queste operazioni - resesi necessarie perché l’India e altri stati rivieraschi non muovono un dito per combattere la pirateria - non è propriamente un gran affare. Per capirlo basta scorrere il decreto legge 215 del 29 dicembre che autorizza lo stanziamento di 49 milioni di euro per la «partecipazione di personale militare all’operazione militare dell'Unione Europea denominata Atalanta e all’operazione Nato denominata Ocean Shield per il contrasto della pirateria».

Quarantanove milioni di euro non sono noccioline. E non lo sono neppure le altre decine di milioni di euro sborsate per contribuire ai salatissimi conti del cosiddetto «Servizio Azione Esterna». L’ambizioso progetto, previsto dal trattato di Lisbona, prevede la creazione di un rete di rappresentanze diplomatiche europee. Per foraggiare le oltre 130 ambasciate con bandiera e blu e stellette già in servizio l’Unione Europea, spenderà nel 2012 più di 487 milioni di euro. L’Italia risulta esser, ancora oggi, il terzo maggior contribuente del bilancio europeo. Dunque, fatte le debite proporzioni, un terzo dei costi sostenuti per mantenere l’ambasciata dell’Unione Europea a Nuova Delhi esce dai portafogli dei nostri contribuenti. In virtù di questa partecipazione sarebbe lecito attendersi almeno un comunicato di sostegno all’attività diplomatica esercitata dal nostro Paese per salvare la reputazione di due militari trattati alla stregua di veri pirati. Pura illusione. Per capirlo basta curiosare nel sito della rappresentanza europea a Nuova Delhi. Tra le attività svolte negli ultimi dieci giorni da questo vibrante simbolo di solidarietà europea spiccano un comunicato congiunto sul summit Ue di Nuova Delhi del 10 febbraio e una dichiarazione congiunta su attività di ricerca e innovazione. Per i nostri due marò manco un fiato.

Pensate ad un eccesso di discrezione? Allora inviate, come ha fatto Il Giornale, una richiesta d’informazioni all’addetto stampa Gunjan Chanana. La gentile signora, pagata con i soldi europei, a tutto ieri non ci aveva degnato d’uno straccio di risposta. Per 487 milioni all’anno non si possono, del resto, pretendere meccanismi solerti ed oliati. Anche perché aspettarsi solidarietà ed aiuti da chi, nella grande Europa, spesso lavora per farti le scarpe è un’azzardata illusione. Per capirlo basta seguire la magica pista dei soldi. Seguendola si scopre che solo un anno fa la nostra Finmeccanica sognava di raddoppiare le commesse in territorio indiano. Sul Wall Street Journal dell’11 febbraio 2011 Giorgio Zappa, responsabile delle attività di Finmeccanica in India, prevedeva di portare il fatturato dell’azienda italiana da 250 milioni di euro a oltre 500. In quelle previsioni rientravano anche i piani per il rinnovamento dell’aeronautica militare indiana. Il povero Zappa non aveva fatto i conti con i fratellini europei d’Oltralpe. Nicolas Sarkozy - dopo aver allegramente tentato di sbatterci fuori dalla Libia - sta ora chiudendo un contratto da 15 miliardi di euro per la fornitura a Nuova Delhi di 126 caccia bombardieri Mirage Rafale. Quel contratto spiazzerebbe completamente Finmeccanica che contava invece sulla fornitura di 126 Eurofighter Thyphoon costruiti assieme ad un consorzio di altre imprese.

Qui oltre ai soldi bisogna guardare alle date. L’entrata a gamba tesa della Francia nel mercato delle commesse militari ed aeronautiche indiane risale al 31 gennaio scorso. Neanche 15 giorni dopo esplode il caso dei due marò arrestati. Quella disputa, sviluppatasi nella completa indifferenza dei nostri partner europei ed articolata proprio intorno ad una questione squisitamente militare, rischia, per caso, di mettere completamente fuori gioco Finmeccanica? A pensar male si fa peccato, ma si rischia di azzeccarci. Soprattutto se di mezzo ci sono l’ingordo fratellino Sarkozy e la snaturata mamma Europa.

http://www.ilgiornale.it/interni/dalleurop...ge=0-comments=1




 
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tammuz
view post Posted on 24/2/2012, 12:32




Credo che questo articolo centri il nocciolo della questione! Comunque è fuori di dubbio che questa vicenda per il governo indiano è solo un pretesto (anzi viene il sospetto che questo "incidente" sia stato inscenato da loro ad arte) per spillare soldi o altri benefici all'Italia... :angry:
 
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view post Posted on 29/2/2012, 11:29
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Lo credo anch'io. L'India se ne frega delle leggi internazionali. Fa pressione perché vuole che l'Italia risarcisca i parenti delle vittime. Se l'Italia accettasse una roba simile, pur non centrando niente, ammetterebbe la sua colpevolezza e il mondo ci guarderebbe in modo diverso. Deve battersi, usare le prove a disposizione e uscire a testa alta, nessun accordo con quelli...
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Pescatori India,prova balistica cruciale
Terzi, continua lavoro per dimostrare giurisdizione italiana

KOCHI, 28 FEB - Sulla prova balistica l'Italia ha ottenuto da parte indiana che venga eseguita la collaborazione con la presenza dei nostri esperti. E' quanto ha detto il ministro degli Esteri, Giulio Terzi ai militari italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, incontrati oggi a Kochi. ''Li ho anche informati - ha detto - del fatto che continuiamo ad agire con grande pressione per suffragare tutti gli elementi giuridici che dovrebbero provare alla magistratura indiana la giurisdizione italiana''.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mo..._105956351.html
2ba9a410b32978eb6d1bc01e7da40652
 
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