Lo studente insultato e minacciato perché ha “osato” organizzare un convegno sulle foibe
Di Riccardo GhezziLa scuola è un luogo di educazione e formazione, ma può anche essere uno spazio di condivisione e iniziative. Perlomeno questo è l’aspetto didattico che in genere piace alla sinistra quando si tratta di provare esperimenti alternativi a quello che è il programma ministeriale. E ci mancherebbe: la cultura è un bene prezioso. Evidentemente, però, il colore politico di questa “didattica alternativa” influenza non poco il giudizio di chi occupa i posti nella Consulta provinciale degli studenti di Milano. La disavventura che è capitata a Giuliano Polito, studente del Liceo scientifico Cavalleri, insultato e intimidito per aver osato proporre un convegno sulle foibe, dimostra che i concetti di formazione culturale e democrazia non piacciono poi così tanto a una certa parte della sinistra italiana.
Contattato telefonicamente, è lo stesso Giuliano Polito a raccontarci la sua disavventura.
Giuliano, Il Secolo d’Italia racconta le intimidazioni che hai subito. Ci puoi raccontare la tua storia?E’ accaduto semplicemente che lo scorso 12 febbraio si è svolto un convegno sulle foibe, organizzato da me, presso l’istituto di cui sono consigliere, il Liceo Scientifico Cavalleri. Un’iniziativa che aveva l’obiettivo di informare sulle foibe e sulle verità taciute. L’iniziativa è stata un successo, soprattutto di presenze e partecipazione, come dimostrano anche le foto scattate in quell’occasione. Questo mi ha incoraggiato a chiedere di riproporla presso la Consulta provinciale degli studenti, di cui faccio parte come delegato. Ho semplicemente chiesto che altre scuole della provincia potessero ripetere l’esperienza positiva della mia scuola.
E la Consulta non è stata d’accordo…Purtroppo è formata per buona parte da ragazzi dei centri sociali e dei collettivi. Non solo hanno bocciato la mia mozione, attaccandomi pure pesantemente, ma mi hanno addirittura consigliato di non farmi più vedere in Consulta. Una richiesta che io, ovviamente, non ho accettato.
E dopo, cosa è accaduto?E’ successo che la Consulta non si è più riunita per tre mesi, nella speranza forse di farmi decadere e quindi di evitare situazioni imbarazzanti. Ma questo mese si è nuovamente dovuta riunire e io mi sono presentato, incurante delle intimidazioni e degli insulti pesanti che ho ricevuto via internet. Va detto che in questo periodo sono stato più volte accusato di revisionismo, di essermi praticamente inventato il dramma delle foibe, ed anche insultato sulla pagina facebook della Consulta.
Come sei stato accolto, al tuo ritorno?Semplicemente ho presentato un’altra mozione, finalizzata a chiedere che la sala della Consulta fosse intitolata a Sergio Ramelli. Oltre a rispondermi che la provincia di Milano aveva fatto già fin troppo permettendo la manifestazione in ricordo di Ramelli il 29 aprile, hanno bocciata la mia mozione con motivazioni pretestuose, asserendo che la sala non fosse di proprietà della Consulta ma dell’istituto che la ospita. Una scusa, in quanto sarebbe bastato approvare la mozione e chiedere l’autorizzazione all’istituto. Fatto sta che in seguito a questa mia nuova proposta sono comparse due scritte sul muro adiacente all’ingresso della mia scuola: “Foibe bugia” e una scritta ingiuriosa nei miei confronti, con il simbolo della falce e martello.
Come hai reagito?Semplicemente credo che le persone che l’hanno fatto non siano abbastanza mature da accettare le idee diverse dalle loro. Sono gesti sconsiderati e vendicativi da parte di qualche anonimo. Ho ricevuto solidarietà dai miei compagni di classe, dai professori ed anche dagli studenti non politicamente schierati o comunque attivi. Questo mi fa pensare che quella delle scritte intimidatorie sui muri non sia un’iniziativa partita dal mio istituto, ma da qualcuno esterno. Molto probabilmente un centro sociale di Milano.
www.qelsi.it/2014/lo-studente-insul...no-sulle-foibe/
Edited by Peppero - 18/8/2014, 15:10