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Giorgia Meloni e l'inutilità dell'Europa

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view post Posted on 17/3/2020, 10:53
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Come darle torto...

Giorgia Meloni e l'inutilità dell'Europa: "Quando ci ribelliamo?"
Giorgia Meloni attacca l'Europa: "La domanda è: quand'è che ci ribelliamo? Perché gli amici e gli alleati di una nazione si vedono nel momento del bisogno e noi non ne abbiamo visti in quest'ora buia". Lo ha detto in un video su Facebook la leader di Fratelli d'Italia che riflette sui "controsensi dell'Unione europea sul coronavirus". "In Europa - ha sottolineato - le persone circolano liberamente ma non esiste un protocollo unico nel caso di un contagio. Quando arriva il contagio, la pandemia, in Europa non esiste un sistema unico di certificazione dei contagiati e delle vittime. Così tutti possono puntare il dito contro l'Italia ma non hanno meno vittime e meno contagiati di noi, semplicemente non li dichiarano. Quando in Italia scoppia il Coronavirus, l'Unione europea stanzia 200 milioni di euro. Briciole: meno di quanto spenda per la sua inutile sede di Strasburgo. Poi il contagio arriva in Germania e in Francia e allora si comincia a parlare di miliardi".
https://www.liberoquotidiano.it/video/poli...ribelliamo.html

 
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view post Posted on 17/3/2020, 14:57
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Chissà che fine hanno fatto tutti quelli che urlavano: "ci vuole più Europa"...

Il virus della disunione europea
Andrea Indini

C’era un tempo in cui i “democratici” burocrati europei pontificavano contro la chiusura dei confini. Al loro fianco, in una instancabile battaglia contro i partiti nazionalisti che con il passare degli anni hanno preso sempre più piede, i leader dei vecchi partiti vicini all’establishment. Quante volte abbiamo sentito Angela Merkel pontificare a favore della libera circolazione? Adesso che ad essere minacciate sono le frontiere tedesche la cancelliera ha deciso di alzare un muro con i Paesi che confinano con la Germania. Tutto blindato finché non sarà passata l’emergenza coronavirus. Non è l’unico capo di Stato in Europa ad aver chiuso i confini ma, insieme all’Austria, è sicuramente quello che ha fatto più rumore.

Ancora una volta l’Unione europea si sta muovendo in ordine sparso. A Bruxelles stanno dando prova della propria inadeguatezza. Ne abbiamo già scritto, proprio qui nel loft, la scorsa settimana. Ma ogni giorno che passa le cancellerie europee sembrano confermare quello che è evidente da un paio di decenni: dinnanzi ad una qualunque emergenza manca del tutto il coordinamento, gli Stati membri non sanno parlare con una voce sola e le misure per far fronte ai problemi sono sempre tardive e inutili. È un copione già visto. Solo che ora ci troviamo a dover sconfiggere una pandemia che ha generato un’emergenza sanitaria senza precedenti e che rischia di degenerare in una crisi economica ben peggiore da quella in cui gli Stati Uniti ci hanno trascinati dodici anni fa.

Il film a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane è stato a dir poco desolante. All’inizio l’Italia è stata isolata come un untore che sparge in giro morte. Le è stata voltata la schiena persino quando il nostro governo ha chiesto aiuto per avere mascherine e respiratori. La Commissione Ue, come suo solito, si è messa a mercanteggiare fino all’ultimo per concedere un po’ più di flessibilità sui conti. Salvo poi chiudere entrambi gli occhi sui conti non appena Berlino ha fatto capire di esser pronta a sfoderare un “bazooka” da 550 miliardi di euro a sostegno delle imprese colpite dal coronavirus. Ma la beffa peggiore sta nel “Corona response fund”, un fondo da 25 miliardi, otto dei quali sono già stati stanziati dall’Europarlamento. A ricevere più soldi del nostro Paese, a cui vanno 853 milioni di euro, troviamo la Spagna (1,16 miliardi), la Polonia (1,12 miliardi) e l’Ungheria (855 milioni). E sì che, stando ai dati di ieri, la Polonia contava 68 contagiati e l’Ungheria appena 25.

Mentre le Borse bruciano capitali, le economie si incartano e l’Unione europea latita, la Banca centrale europea fa di peggio. Il terribile scivolone di Christine Lagarde, alla sua prima prova all’istituto di Francoforte, è costato quasi 800 miliardi di perdite. Per alcuni si è trattato solo di una gaffe, per altri è stata una mossa studiata per sottoporre certi titoli a una sorta di stress test. Difficile, al momento, stabilire la verità. Sta di fatto che la Consob si è subito mossa per proteggere 85 aziende vietandone le vendite allo scoperto e il Copasir ha acceso un faro per capire se ci sono state “eventuali manovre speculative in danno di asset strategici per l’economia e la sicurezza nazionale”.

Per evitare ulteriori inciampi in un momento tanto difficile, l’Eurogruppo ha cambiato all’ultimo minuto l’ordine del giorno: dopo il dilagare delle proteste, la parte relativa alla riforma del Fondo salva Stati è stata declassato nelle “varie ed eventuali” e testo è cambiato da “avallo politico” a “proseguimento del lavoro”, mentre la discussione sulla crisi economica scatenata dal coronavirus è stata avanzata al primo punto. Ma si tratta solo di strategia. Presto o tardi il Mes verrà approvato e non servirà a salvare gli Stati in difficoltà ma a imbrigliarli ulteriormente.

http://blog.ilgiornale.it/indini/2020/03/1...unione-europea/


 
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