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A.Maglio il padre dei Giochi Paralimpici

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view post Posted on 26/8/2021, 11:24
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Se al francese Pierre de Coubertin va il merito di aver riportato in auge i giochi ellenici, all'italiano Antonio Maglio va quello di avere inventato i Giochi Paralimpici...



Antonio Maglio: una storia tutta italiana
di Fisiatria Italiana
Anno: 2020 - Volume 5 / Fascicolo: 1 / Articolo: 25 / Periodo: ott-dic

Autori: Maria Stella Maglio
Per citare questo articolo: Maglio MS. Antonio Maglio: una storia tutta italiana. Fisiatria Italiana [Internet]. 2020 ott-dic;5(1):110-111. Disponibile su: https://www.fisiatriaitaliana.it/antonio-m...-tutta-italiana


Il nome di Antonio Maglio è sconosciuto alla maggior parte degli italiani. Eppure Maglio, medico e dirigente dell’INAIL, dedicando la vita intera al pieno recupero delle persone disabili, da geniale precursore qual era contribuì a stabilire i fondamenti teorici e pratici che ancora oggi ispirano chi opera nel settore.

Un evento in particolare ci dice quanto lungimirante fosse il suo sguardo e grande la sua capacità di promuovere e canalizzare energie. Ricorre quest’anno il sessantesimo anniversario dell’Olimpiade di Roma. Maglio riuscì con pochi mezzi, superando difficoltà di ogni genere, scetticismi e opposizioni, a far sì che a Roma, subito dopo quell’Olimpiade, se ne disputasse un’altra, la prima paralimpiade del mondo. Vi parteciparono quattrocento atleti disabili provenienti da ventitré nazioni e cinquemila persone seguirono con passione le gare: tiro con l’arco, giavellotto, pallacanestro, nuoto, scherma… La vera portata di quell’evento non risiede però solo o tanto nella sua rilevanza sportiva. È data piuttosto dal fatto che per la prima volta dei disabili uscivano dai luoghi dove prima vivevano confinati per mostrarsi al mondo come uomini e donne interi, integri, persone orgogliose dei risultati raggiunti. E per la prima volta il mondo li guardò come tali. Rivolgendosi a quegli atleti papa Giovanni XXIII seppe cogliere appieno il senso straordinario dell’impresa di cui erano stati protagonisti: “Diletti figli, voi avete dato un grande esempio che noi amiamo rilevare perché può essere utile a tutti. Avete mostrato quello che può realizzare un’anima energica, malgrado gli ostacoli in apparenza insormontabili che il corpo le oppone”.

Nato al Cairo nel 1908, vissuti gli anni della formazione in un ambiente cosmopolita che lo rende padrone di cinque lingue, Maglio si laurea in medicina presso l’università di Bari. Conseguita la specializzazione in neurologia, inizia presto a interessarsi di medicina dello sport e in modo particolare allo sport come fondamentale strumento nella riabilitazione dei medullolesi, le persone che per un trauma spinale non erano più in grado di camminare. Pioniere in questo campo e suo ispiratore è Ludwig Guttmann, medico e neurologo a sua volta, che già negli anni ’40, nell’ospedale militare dei Stoke Mandeville, presso Londra, promuove la pratica sportiva come forma di riabilitazione per i reduci di guerra che avevano riportato lesioni spinali. Per Maglio tuttavia lo sport non è il fine ma uno strumento, uno tra gli altri, volti alla piena riabilitazione della persona disabile. Divenuto dirigente dell’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e avendone il pieno sostegno, dà perciò ulteriore impulso e sviluppo a quanto Guttmann andava attuando. In quegli anni essere vittima di una grave menomazione significava perdere funzione economica e ruolo sociale, perdere non di rado anche gli affetti per venire relegati in un limbo vuoto di ogni cosa, peso e vergogna per le famiglie, oggetto di pietà o di scherno. Riabilitare dunque non vuol dire solo riprendere, mantenere e sviluppare le residue facoltà fisiche. Per Maglio, per l’umanità e la preveggenza che lo animavano, significava soprattutto recuperare ruolo sociale, promuovere nuove capacità di lavoro, vivere con pienezza gli affetti. All’epoca non esistevano protocolli né personale qualificato per la cura dei disabili. Anche alla formazione di nuovi ruoli specialistici dunque Maglio dedica la propria opera. Negli spazi liberi esterni di Villa Marina crea spazi per la musica, per lo svago, officine, laboratori artigiani. Ma la cosa che più colpisce, come genialità anticipatrice dei tempi, è il pensiero che queste sue parole esprimono: “Occorre sollecitare l’opinione pubblica con mezzi efficaci a modificare lo stato d’animo verso i minorati i quali non hanno bisogno di pietà ma di reale aiuto e quindi a considerare il fratello minorato come un individuo capace di partecipare attivamente, con le sue possibilità residue, allo sviluppo della società e al progresso dell’umanità”.

Maglio prese delle persone ferite, sconfitte dalla sorte, destinate a vivere nascoste, spesso a lasciarsi morire, e le rigenerò nel corpo e nello spirito. Molti di quei suoi ragazzi si sposarono, qualcuno ebbe figli o li adottò, si aprirono a una vita piena.

“Una società capace di inclusione, promotrice di inclusione, è una società migliore”. Queste semplici parole esprimono il suo lungimirante e vasto disegno. Un disegno che a tutt’oggi non si può dire pienamente realizzato. Ma più la società si fa capace di accogliere i diversamente abili, i diversi, più diventerà umana, ricca, giusta.

Grazie professore!


https://www.fisiatriaitaliana.it/antonio-m...tutta-italiana/



Storia Paralimpiadi: Roma 1960, la culla delle paralimpiadi
E’ il 1955 quando Giulio Andreotti, presidente del comitato organizzatore, festeggia l’assegnazione delle Olimpiadi di Roma 1960 battendo la città svizzera di Losanna. E nel 1958 si decide di far disputare i primi giochi paralimpici nella stessa città organizzatrice delle Olimpiadi. Quindi Roma diventa la culla delle Paralimpiadi.

STORIA PARALIMPIADI: NASCE UNA CITTÀ MODERNA

L’Italia sta entrando nel boom economico. Nascono nuovi quartieri, nuove strade, si moltiplicano le autovetture. A Roma nel 1955 il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi inaugura la metropolitana. Viene completato il quartiere dell’Eur, che, dopo il prolungamento della via Cristoforo Colombo, vede nascere la Fiera, il laghetto ed il “fungo“, oggi ristorante ma all’epoca riserva idrica. Sulle pendici di Monte Mario viene edificato l’Hotel Hilton.

Roma modifica radicalmente la viabilità: il tram viene praticamente abolito. Sono costruite nuove arterie come la Via Olimpica e Corso Francia, disegnato dall’Architetto Pierluigi Nervi, che passa sopra il villaggio olimpico. Poco prima dell’inizio delle Olimpiadi viene aperto lo scalo aereo di Fiumicino.
STORIA PARALIMPIADI: DA STOKE MANDEVILLE A ROMA

Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale Sir Ludwig Guttmann, il padre dello sport per disabili, comincia ad organizzare delle competizioni sportive per i veterani della guerra ricoverati presso il centro di riabilitazione dell’ospedale di Stoke Mandeville (GB), da cui i giochi prendono il nome. Nel 1958 Sir Ludwig Guttmann e il Dott. Antonio Maglio, Direttore del Centro Spinale di Roma, cominciano a lavorare alla nona edizione dei giochi di Stoke Mandeville che si sarebbe disputata proprio a Roma una settimana dopo la chiusura delle Olimpiadi. Nasce così la prima Paralimpiade. L’Inail, L’Istituto Nazionale per gli Infortuni sul Lavoro da un contributo economico fondamentale alla riuscita dell’evento.
ROMA 1960: LA PRIMA PARALIMPIADE

Il ministro della Sanità, Camillo Giardina, apre ufficialmente i Giochi Paralimpici di Roma 1960 allo stadio dell’Acquacetosa. 400 atleti in carrozzina, in rappresentanza di 23 paesi sfilano davanti a 5000 spettatori. La delegazione più numerosa è quella italiana. E’ l’8 settembre 1960.

Tutti gli atleti erano stati alloggiati nel villaggio olimpico, costruito senza tener conto delle necessità e delle esigenze delle persone disabili. Grazie all’intervento dei soldati dell’esercito italiano, che erano impegnati nel trasporto degli atleti in carrozzina su e giù per le scale di queste abitazioni , il problema fu risolto.

Tra le discipline che vengono praticate ci sono il biliardo, il lancio del giavellotto, la scherma, la pallacanestro, il tennistavolo ed il tiro con l’arco. L’Italia conquista 28 medaglie d’oro, 30 di argento e 24 di bronzo.

La cerimonia di chiusura ha luogo all’interno del Palazzetto dello Sport, vicino al villaggio olimpico, alla presenza di Sir Ludwig Guttmann e della moglie del Presidente della Repubblica Italiana Signora Carla Gronchi.

ROMA 1960: LE MEDAGLIE ITALIANE

Grimaldi, oro giavellotto 2 argenti nuoto
Felice Lenardon, oro giavellotto classe C, 2 argento peso e giavellotto, 1 bronzo giavellotto
Maria Scutti, 5 oro nei lanci atletica, 1 argento nuoto, 1 argento tennis, 2 bronzo lanci atletica
Carlo Jannucci 2 oro nuoto, 1 argento nuoto
Ottavio Moscone, 1 oro nuoto, 1 argento scherma, 2 bronzi nuoto
Renzo Rogo, 2 oro nuoto,
Franco Rossi, 1 oro nuoto, 1 oro tennis, 1 argento scherma, 1 bronzo scherma, 1 bronzo nuoto,
Enzo Santini, 1 oro atletica 2 oro nuoto,
Anna Maria Toso, 2 oro nuoto, 1 oro scherma, 1 argento tennistavolo, 1 argento atletica, 1 argento nuoto, 1 bronzo atletica, 1 bronzo tennistavolo
Giovanni Berghella, 1 oro tennistavolo, 1 bronzo scherma
Giovanni Ferraris, 1 oro tennistavolo, 1 oro scherma, 1 argento tennistavolo, 1 bronzo biliardo, 1 bronzo scherma
Aroldo Ruschioni, oro tennistavolo, 1 bronzo nuoto
Federico Zarilli, oro tennistavolo, 1 argento tennistavolo, bronzo tennistavolo
Tedone, 2 oori scherma,
Anna Maria Galimberti, 3 argenti atletica,2 bronzi atletica 1 bronzo scherma
Carmelo Russo, 2 argento atletica,
Carfagna, 1 argento nuoto,
Di Pasquo, 1 argento nuoto,
Fontana 1 argento nuoto
Girardi, 1 argento nuoto
Domenico Cascella, 1 argento, tennistavolo,
Francesco Scalzo, 1 argento tennis tavolo
Avitabile, 1 bronzo atletica
Castelli, 1 bronzo atletica
Cipriano Gasperini, 1 bronzo nuoto
Mazzoni, 1 bronzo nuoto
Pasquarelli, bronzo nuoto

https://www.abilitychannel.tv/storia-paral...e-paralimpiadi/

Storia-Paralimpiadi-Roma-1960-tre
 
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view post Posted on 29/8/2021, 10:50
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No, in tutta franchezza non ho mai sentito parlare di quest'uomo e la colpa e' principalmente dei giornalisti italiani, impegnati piu' a citare le imprese dei goleador stranieri che non quelle dei grandi Italiani che hanno fatto la vera storia dello Sport.
Mi riempirebbe il cuore di gioia sapere che le nazioni estere lo conoscono e lo ricordano al pari del già citato educatore francese ogni qualvolta si disputano eventi agonistici.
Ma sono anche consapevole che questo avverrà solamente il giorno in cui l'Italia comincerà a dargli il giusto spazio, a dedicargli strade, piazze e monumenti in tutta la Penisola per i suoi grandi contributi e l'umanità a oggi dimostrata.
 
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