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UE: via i riferimenti al Natale. Italia insorge.

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view post Posted on 25/12/2021, 09:57
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L'UE ci tenta sempre...

Rivolta contro Bruxelles. Così in due anni è nato il bavaglio buonista
È bufera sulle "linee guida Ue" del linguaggio inclusivo. Interrogazione di Tajani: lesa la libertà
di Francesco Giubilei


Chissà cosa direbbero gli artefici dell'idea europea Schuman, De Gasperi e Adenauer se leggessero le linee guida della Commissione europea per una «comunicazione inclusiva» in cui si cancella il riferimento al Natale, ai nomi cristiani come Maria e Giovanni e alla differenza tra uomo e donna.
Sembrano passati secoli dalla firma del Trattato di Roma nel 1957 intriso di valori cristiani con cui si posero le basi per la cooperazione europea eppure, confrontando il documento diffuso dalla Commissione con un testo analogo realizzato dal Parlamento europeo nel 2019, le differenze sono notevoli. In soli due anni è avvenuta un'accelerazione senza precedenti per ridefinire il linguaggio e cancellare espressioni, modi di dire e concetti che da sempre hanno fatto parte della nostra storia.
Le «linee guida per la comunicazione inclusiva» redatte nel 2019 nascono per «garantire la parità di rappresentanza tra donne e uomini» e una «efficace sensibilizzazione e impegno per mettere le donne e gli uomini sullo stesso piano» poiché «la parità tra donne e uomini è un valore europeo saldamente radicato nei trattati».
Nel 2019 si dà per implicita l'esistenza dei sessi uomo e donna e si aggiunge che le linee guida mirano a «riconoscere che gruppi target ampiamente definiti (giovani, dirigenti, ecc...) hanno segmenti diversi al loro interno, per esempio donne, uomini, persone identificate come lgbti, persone con disabilità, persone di diversa origine sociale o etnica, ecc. Pertanto, queste raccomandazioni mirano a riconoscere la piena diversità del pubblico definito e fare sforzi per garantire che nessuno venga respinto».
Obiettivo delle linee guida del 2019 è assicurare il bilanciamento dei sessi tra i relatori negli eventi ed evitare di utilizzare espressioni o parole offensive verso i disabili. Si tratta di indicazioni ragionevoli e di buon senso e di tutt'altro tenore rispetto al documento «#UnionofEquality» scoperto da Il Giornale con una volontà di regolamentare e normare ogni discorso definendo quali parole si possono usare e quali no.
Non a caso l'europarlamentare e coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha presentato un'interrogazione alla Commissione europea chiedendo se linee guida per la comunicazione inclusiva «rispettino l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo sul principio della libertà di espressione, che include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza da parte delle autorità pubbliche?» aggiungendo: «Nel rispetto del principio di inclusività, quali misure intende adottare per rispettare la sensibilità della maggioranza dei dipendenti della Commissione europea? Intende modificare queste linee guida, nel rispetto delle radici cristiane dell'Unione europea?». Un'interrogazione presentata anche dell'europarlamentare Nicola Procaccini del gruppo Ecr per chiedere spiegazioni sul documento che, più che promuovere una comunicazione inclusiva, sembra voler escludere cristiani e cittadini di buon senso.

www.ilgiornale.it/news/politica/ri...ta-1992745.html

Bufera sulla censura Ue. "Cancella la nostra storia"
Spagna, Polonia e Ungheria contro il documento che "purifica" il linguaggio. Salvini: "Una follia"
Avatar di Francesco Giubilei

La scoperta da parte del Giornale di un documento della Commissione europea nato per circolazione interna con le «linee guida per una comunicazione inclusiva» sta facendo discutere a causa delle indicazioni che vietano di utilizzare il termine Natale, i nomi cristiani come Maria e Giovanni, l'espressione «signori e signore» arrivando a divieti paradossali come «colonizzare Marte» (la formula corretta dovrebbe essere «inviare umani su Marte»).
Un vero e proprio vademecum del politicamente corretto che ha suscitato reazioni di sdegno da parte del mondo politico italiano. Se la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha affermato senza giri di parole: «Ora basta: la nostra storia e la nostra identità non si cancellano», il segretario della Lega Matteo Salvini l'ha definita «una follia» e il vicesegretario federale Lorenzo Fontana ha rincarato la dose: «Quanto avviene in questa Europa dove si impone una deriva antropologica e sociale dei nostri costumi e tradizioni, è un qualcosa di mostruoso. Dobbiamo combattere con tutte le nostre forze, perché questo non accada».
Sulla stessa linea Marco Zanni, presidente al Parlamento europeo del gruppo Identity and democracy e il capo delegazione Lega Marco Campomenosi che in una nota congiunta hanno scritto: «È preoccupante che questo modo di ragionare sia fatto proprio dalle istituzioni europee: vorremmo che l'Europa usasse meglio i soldi dei cittadini, per risolvere questioni ben più concrete e urgenti. Non ci renderemo complici: continueremo a difendere i valori giudaico-cristiani dell'Europa e la sacrosanta libertà di espressione dei cittadini». Unanime la condanna anche in seno al gruppo dell'Ecr dove, se Carlo Fidanza ha affermato che «siamo alla follia! Un altro piccolo passo verso il nulla», l'europarlamentare spagnolo Jorge Buxadé, vicepresidente di Vox, non usa giri di parole per condannare il documento: «I barbari sono dentro». Uno sdegno che ha travalicato i confini dell'Italia, dalla Spagna alla Polonia fino all'Ungheria dove Rodrigo Ballester, capo del Centro per gli Studi Europei dell'MCC di Budapest (principale collegio universitario ungherese), ha scritto un tweet per esprimere la sua disapprovazione.
Eppure le follie della «comunicazione inclusiva» della Commissione europea non si fermano al Natale e all'abolizione dell'uomo e della donna ma abbracciano a trecentosessanta gradi ogni ambito della società mettendo in discussione principi come l'appartenenza nazionale e la famiglia.
Nel documento si mette in guardia dall'offendere «persone apolidi o immigrati» invitando a evitare l'utilizzo del termine «cittadino» perché «non tutti nell'Ue sono cittadini», vietato perciò dire «tutti i cittadini hanno il diritto di essere sicuri».
Non poteva infine mancare un attacco alla famiglia con l'invito a non descrivere le persone come sposate o single ed «evitare di legare il concetto di famiglia a uno status legale». Vale il principio che nessuno deve sentirsi offeso tranne i cristiani, chi crede nel valore della famiglia e nel rispetto della propria nazione, verso di loro tutto è concesso, anche cancellare millenni di storia.

www.ilgiornale.it/news/politica/bu...ia-1992501.html

L'Ue consiglia: "Via riferimenti al Natale". In Italia insorge il centro destra
“Ogni persona in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale” senza riferimenti di “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”. Così - scrive Bruxelles nelle sue nuove linee guida - devono sparire ‘Miss o Mrs’ (signorine e signore) sostituite da un più generico ‘Ms’. E anche le festività non dovranno più essere riferite a connotazioni religiose, come il Natale, ma citate in maniera generica: si dovrà dire, ad esempio, le ‘festività sono stressanti’ e non più ‘il Natale è stressante’, si legge nel documento per una “corretta comunicazione” fornita dalla Commissione dal titolo ‘Union of Equality’.
Le dichiarazioni hanno suscitato critiche, in particolare da esponenti di Lega e Forza Italia. “La Commissione intende modificare queste linee guida, nel rispetto delle radici cristiane dell’Unione europea?” si chiedono in un’interrogazione alla Commissione Ue gli eurodeputati di Fi Antonio Tajani, Isabella Adinolfi, Andrea Caroppo, Salvatore De Meo, Herbert Dorfmann, Fulvio Martusciello, Aldo Patriciello, Luisa Regimenti, Massimiliano Salini e Lucia Vuolo. “Maria, Giuseppe. Viva il Natale. Sperando che in Europa nessuno si offenda”. commenta su Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini. “Dietro una comunicazione formalmente anti-discriminatoria e neutrale, si nasconde la violenza del pensiero unico, che l’Ue ha ormai sposato appieno” dichiara Simona Baldassarre, Europarlamentare e Responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega, “La volontà sempre quella di riscrivere l’idea di società, di famiglia, di natura, di vita. Siamo orgogliosi dei nostri valori e delle nostre tradizioni.
Non ci faremo uniformare dall’Ue. Mi sono già attivata per presentare un’interrogazione alla Commissione Europea, perché quando si perde la battaglia delle parole, si perde la battaglia delle idee”.
Le linee guida contengono diversi capitoli in cui il trattamento egualitario della persona, secondo l’esecutivo Ue, va preso in considerazione. Nel decalogo della commissione ci sono alcune raccomandazioni da usare sempre: “Non usare nomi o pronomi che siano legati al genere del soggetto; mantenere un equilibrio tra generi nell’organizzazione di ogni panel; se si utilizza un contenuto audiovisivo o testimonianze, assicurarsi la diversità sia rappresentata in ogni suo aspetto; non rivolgersi alla platea con le parole ‘ladies’ o ‘gentleman’ ma utilizzare un generico ‘dear colleagues’; quando si parla di transessuali identificarli secondo la loro indicazione; non usare la parola ‘the elderly’ (gli anziani) ma ‘older people (la popolazione più adulta, ndr); parlare di persone con disabilità con riferimento prioritario alla persona (ad esempio al posto di ‘Mario Rossi è disabile va utilizzato ‘Mario Rossi ha una disabilità’).
Nelle linee guida ci sono anche riferimenti ad una “corretta” comunicazione in merito alle religioni. Ad esempio nel testo si consiglia, in qualsiasi contenuto comunicativo, di “non usare nomi propri tipici di una specifica religione”. In merito alle festività la commissione chiede di “evitare di dare per scontato che tutti siano cristiani”. Con tanto di esempi: al posto di dire o scrivere “Natale è stressante” l’esecutivo europeo invita ad utilizzare le parole: ‘Le festività sono stressanti’”.

www.huffingtonpost.it/entry/lue-co...4b07fe2011c877a
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