| Caro Civis,
sulla fondatezza di talune velleità secessioniste siamo totalmente d'accordo, mentre mi permetto di dissentire su di un punto: benchè il secessionismo sia appunto una conclamata follia, tuttavia non possiamo dimenticare che il suo vessillifero partitico, cioè la Lega Nord, da anni non fa che crescere elettoralmente, ergo ne debbo dedurre che una qualche ragione dovrà pur eserci, che ne spieghi questi livelli di consenso (basti pensare che hanno "valicato" l'Appennino Tosco-Emiliano, prendendo il 18% in provincia di Modena ed il 7% in Umbria alle ultime Regionali)...
Insomma saranno pure in gran parte un'accozaglia di rozzi egoisti antinazionali - e secondo me apunto lo sono quasi tutti -, gli esponenti leghisti, però hanno evidentemente saputo intercettare un forte malcontento popolare che doveva pur esistere, contro un certo tipo di amministrazione della cosa pubblica, perciò io eviterei di sminuire la portata di questo fenomeno, benchè poi certo loro lo fomentino in maniera rozzamente e strumentalmente antinazionale.
Io poi son "romano de' Roma", perciò puoi ben capire quanto li abbia in simpatia, ciononostante non mi sento di liquidare sbrigativamente il fenomeno politico leghista, che fornisce risposte demagogiche ad esigenze socialmente diffuse (e concrete).
Cordialmente
p.s. Studiando appassionatamente - da dilettante - la storia nazionale, mi son reso conto di quanto all'epoca fosse profondamente sentita l'esigenza di una gestione per così dire "centralistica" dello Stato unitario, anche di fronte alle molteplici forze di opposizione (papisti, mazziniani, ecc...), e nel solco del tradizionale centralismo sabaudo, tuttavia oggi, ragionando comodamente a posteriori, mi son reso conto che le ragioni teoriche d'un Carlo Cattaneo a favore del federalismo non erano poi così prive di fondamento (che poi il disegno federalista della Lega non ne sia all'altezza è probabilmente vero, ma io qui faccio un discorso appunto teorico, di principio).
Insomma, direi che non si possa piegare la storia ed usarla per alimentare oggi una polemica anticentralistica, nel senso che le cose andarono così, ed allora un certo modello amministrativo poteva sembrare ai più legittimo e necessario, ma oggi non credi si possa laicamente e serenamente discutere della possibilità di modifiche in senso federale, senza che ciò suoni come un'offesa alla grandiosa opera dei nostri patres patriae?
Naturalmente, fermo restando che federalismo e secessionismo son due cose ben diverse, e che quindi il principio dell'unità nazionale deve restare più che mai sacro ed intangibile.
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