L'impresa di Fiume è stato un ardito colpo di mano portato a compimento dal Vate Gabriele D'Annunzio nella città alto-adriatica di Fiume. Indossata la divisa di tenente-colonnello dei Lancieri di Novara, il poeta-scrittore e militare guidò un gruppo di circa 2.600 ribelli dell'esercito - i Granatieri - da Ronchi (intitolata poi in età fascista Ronchi dei Legionari, nome rimasto), presso Monfalcone, a Fiume.
La città fu occupata il 12 settembre 1919. Nel tardo pomeriggio D'Annunzio proclamò l'annessione al Regno d'Italia della città quarnerina (Reggenza Italiana del Carnaro).
Il governo guidato da Francesco Saverio Nitti tentò di trattare la resa dei legionari e l'abbandono della città che nel frattempo, secondo il Trattato di Rapallo del 12 novembre 1920, era stata dichiarata città-stato indipendente.
Giovanni Giolitti, subentrato a Nitti, nel mese di dicembre ordinò lo sgombero della città. L'attacco che fu portato dall'esercito italiano alla Reggenza Italiana del Carnaro (l'episodio è conosciuto come Natale di sangue) provocò alcune decine di morti fra difensori ed attaccanti.
Solo nel 1924 Fiume si unì finalmente all'Italia.
FIVME D'ITALIA
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