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Tito il criminale

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view post Posted on 29/10/2008, 01:33
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Corriere della Sera
Lo storico francese Stéphane Courtois parla della nuova edizione del suo bestseller sui regimi marxisti. E del processo per le foibe che si apre il 5 maggio
COMUNISMO, È PRONTO IL SEGUITO DEL «LIBRO NERO». CON TITO PROTAGONISTA «L' autunno scorso, quando presentavo Il libro nero del comunismo in Slovenia, tutti mi accusavano di non aver parlato di Tito», dice Stéphane Courtois, lo storico francese che ha coordinato il poderoso dossier sui delitti compiuti dai regimi marxisti nel XX secolo (Mondadori). «Gli sloveni hanno ragione. Soltanto ora scopriamo che Tito è stato un grande criminale del comunismo: per anni, dopo la rottura con l' Urss del ' 48, l' Occidente lo ha trattato quasi come un socialdemocratico», aggiunge Courtois nella sede milanese del «Circolo di via Marina», dove ieri ha presentato con Valerio Riva e Fernando Mezzetti Istruttoria preliminare, il primo video del Processo al comunismo mondiale realizzato dalla Fondazione «Europe Liberté» (testimonianze e immagini inedite su misfatti e «verità negate» del socialismo reale). L' ombra di Tito si è materializzata nella sala con la presenza degli esuli del movimento Istria-Fiume-Dalmazia che fiancheggiano l'azione giudiziaria promossa dai parenti delle vittime del Maresciallo e che, dopo cavilli e rinvii, porterà la tragedia delle foibe in un' aula del Tribunale di Roma il 5 maggio prossimo. L' azione fu iniziata da Nidia Cernecca, figlia del segretario comunale di Gimino, seviziato e ucciso con altri italiani dai comunisti jugoslavi. A lei si unirono privati, enti, associazioni e ora lo stesso Stato italiano che, per l' obbligatorietà dell' azione penale, è divenuto parte in causa nella persona del pubblico ministero Petitto. Un imputato, Oskar Piskulich membro dell' Osna (la polizia politica titina), è tutt' ora vivente e dovrà rispondere in quello che, dice il professor Finazzer Floris, coordinatore del Circolo, sarà «il primo processo dell' Occidente su un crimine commesso dal mondo comunista». Ma la tragedia delle foibe sta per entrare anche nei «supplementi» che arricchiranno il «libro nero» di Courtois: «Presentando il volume in vari Paesi, abbiamo raccolto nuovi contributi: per esempio, un supplemento di 420 pagine in Germania, uno di 150 in Romania, una documentata prefazione di Yakovlev in Russia. Parleremo anche di Tito, delle stragi di sloveni (le decine di fosse comuni trovate nei lavori per un' autostrada), e di musulmani di Bosnia; e si parlerà dell' Italia, dai fatti triestini alle uccisioni di antifascisti non comunisti da parte di partigiani comunisti». Nel ' 98 l' uscita del Libro nero, che si avvia al milione di copie, fu uno choc per milioni di persone, non solo nell' Europa dell' Est: Courtois trova naturale che «nel dopoguerra tutta l' attenzione degli storici fosse puntata sul nazismo e sull' Olocausto», ma aggiunge che «c' è voluta la fine della guerra fredda e la caduta del Muro, perché gli studiosi cominciassero a indagare e i testimoni a parlare». Nelle università e negli ambienti intellettuali francesi, spiega, «c' era un rapporto di forza a favore dei comunisti che paralizzava anche i non comunisti: solo il cambiamento del clima culturale seguito all' 89 ha permesso di studiare e denunciare i crimini del socialismo reale. Nelle università italiane, invece, vi sono resistenze: si lavora ancora poco sul comunismo e sul Pci in particolare, che pure a Mosca aveva Togliatti». Del resto, anche gli esuli istriani dicono di aver avuto per decenni pudore (o paura) di parlare dei loro morti. Cesare Medail


Da un vecchio articolo di C.Medail del Corriere della Sera, pag. 35
21 aprile 2000
http://archiviostorico.corriere.it/2000/ap...000421687.shtml



Un libro vecchio, ma di un grande ricercatore...
 
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