Forum Patriottismo - Patria, Nazione, Irredentismo, Italia, Tradizione, Storia, Geografia, Cultura, Politica, Attualità, Società

Storia dei Messapi

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/11/2008, 01:11
Avatar

Amministratore bannerino

Group:
Amministratori
Posts:
19,121
Location:
*'*ITALIA*'*

Status:
Anonymous


I Messapi
I Messapi erano gli abitanti della parte meridionale della Iapigia (Puglia) distinti dai Peuceti (terra di Bari) dai Dauni (terra di Foggia) e riconosciuti con il nome di Salentini.

Popolo combattivo e indipendente, i Messapi si scontrarono con i Tarentini (in continua espansione verso l’interno), riportando su di loro una vittoria nel 473.

Pochi decenni dopo, durante la guerra del Peloponneso, il principe messapico Artas prestò aiuto agli Ateniesi contro Siracusa (413).

Dal 343 al 338 i Messapi si imbatterono con successo contro il re spartano Archidamo III , accorso in aiuto di Taranto ; vennero quindi sconfitti da Alessandro d’Epiro, intervenuto in appoggio alla città greca.

Alleati di Roma nella prima e nella seconda guerra sannitica, i Messapi si staccarono in parte da essa durante la terza guerra, si schierarono al fianco di Pirro nella lotta dei Tarantini contro Roma : ma furono sconfitti nel 280 a.C. e sottomessi nel 267 -266.

Mai del tutto assimilati alla civiltà romana, durante la seconda guerra punica essi si ribellarono (213-212 a.C.); in seguito, nel 90 a.C., parteciparono alla "guerra sociale".

Tra i centri abitati sono da ricordare Canosa, Ruvo, Ceglie, Brindisi, Oria, Rudiae, Conversano, Francavilla, Manduria, Roca, Otranto, Soleto, Ugento, Lecce, Ostuni, Alezio, Muro Leccese, Gallipoli, Patù, Vitigliano, Cavallino e Vaste.

Non si sa bene da dove derivi il loro nome. Si pensa significhi "popolo tra due mari" perché si erano stabiliti nella zona a sud della Puglia, tra il Mar Adriatico e quello Ionico, e perché nel loro nome si avverte la presenza del suono "ap", come anche in Iapigi e Apuli, che vuol dire "acqua". Si pensa anche voglia dire "domatori di cavalli" (equorum domitores, come li definisce Virgilio); infatti allevavano i cavalli.

Erodoto li ricorda come una popolazione unitaria e compatta etnicamente e culturalmente; in un passo della sua opera, i Messapi sono definiti discendenti dei Cretesi, che si spinsero sulle coste del Salento, si mescolarono alle popolazioni già presenti, fondando così le prime città e portando usi e costumi che distinsero i Salentini dalle altre popolazioni.

Secondo gli storici moderni, invece, i Messapi erano di stirpe illirica, come farebbero pensare gli etnici, i nomi geografici, le glosse e la lingua delle iscrizioni messapiche, rinvenuti in Puglia. Essi sarebbero arrivati a Otranto intorno al 1000 a.C., in quanto punto più vicino all’Albania, e poi sarebbero scesi fino a S. Maria di Leuca e risaliti fino a Taranto . Questo deriva da testimonianze storiche considerate valide perché gli autori antichi parlano di alcuni viaggi così effettuati. Anche Virgilio nell’Eneide, parlando delle peregrinazioni di Enea, fa riferimento ad un viaggio con un itinerario simile.

Gli storici antichi assegnavano ai Messapi tutta la penisola da Brindisi e da Taranto fino al capo di S. Maria di Leuca, come testimoniano i ritrovamenti linguistici. La lingua messapica ci è nota da un numero considerevole di iscrizioni pubbliche, funerarie, votive, numismatiche, rinvenute in Puglia soprattutto nel Salento, redatte in alfabeto messapico, che è quello greco di Taranto . Si tratta di una lingua indoeuropea che rientra nel gruppo delle lingue cosiddette "satem", cioè le indoeuropee centro-orientali, presentando un’affinità con l’odierno albanese. Comunque della lingua messapica non si sa molto, o meglio, si sa leggerla ma non si sa capirla perché i simboli, simili a quelli dell’alfabeto greco, formano parole di cui non si conosce il significato.

La Civiltà Messapica
La civiltà messapica è caratterizzata da una nuova ceramica attestata da reperti simili alle ceramiche micenee, ma appartenenti a gruppi che non trovano riscontro esatto nelle scoperte del Bacino dell’Egeo; è una speciale ceramica a ornamenti geometrici con forme singolari di vasi detti "TROZZELLE", ad alti manici, e anfore a collo largo.
I Messapi coltivavano l’ulivo, la vite; si dedicavano alla pastorizia, all’allevamento dei cani, all’apicoltura e particolarmente sviluppato era l’allevamento dei cavalli. Infatti intorno al 500 a.C. i Tarentini si rivolsero ad un artista peloponnesiaco, Agelada di Argo, per innalzare a Delfi il donario commemorativo di una vittoria sui Messapi che rappresentava la preda tratta dal popolo vinto, e cioè donne e cavalli.

Inoltre essi indossavano una veste lunga che si stringeva ai lembi con un cappuccio, usavano sandali; le donne mettevano lunghe tuniche e si ornavano il capo con una corona, come si evince dai vasi istoriati. Sembrano, queste, tutte espressioni di amore per la vita, di imperturbabilità di fronte all’evento misterioso della morte; la stessa presenza dei sepolcri dentro le mura cittadine è la manifestazione più autentica di tale sentimento di serenità della creatura terrena nei confronti dell’aldilà.

Le tombe, che dimostrano sempre il rito a inumazione, nel periodo più antico hanno la forma di tumuli di pietra, più tardi si hanno ipogei. Molto probabilmente nel modo di seppellire i defunti essi sono stati influenzati dai Greci; infatti da altri scavi si è saputo che usavano seppellire i morti in tombe di pietra con delle steli e mettevano in bocca al defunto una moneta (usanza di origine greca).

I reperti dimostrano, infine, che i Messapi subirono l'influenza greca anche per ciò che attiene alla religione, come rivelano i nomi di divinità messapiche che richiamano alcune tra le più importanti dell'Olimpo greco. Ma abbiamo testimonianza dell'esistenza di dei propri dei Messapi. Cosimo Pagliara ha studiato le iscrizioni nelle grotte di Torre dell’Orso e in quella di Roca, denominata "La Poesia", e ci ha comunicato i nomi di alcune divinità messapiche come Tator o Taotor, una delle più importanti di questa zona. Un altro esempio è Giove Batio venerato nei rovi da cui deriva il nome Batio (che significa appunto rovi). È in realtà una divinità venerata nella grotta, a volte considerata maschile e a volte femminile, raffigurata perciò mentre allatta il figlio. Quest’ultimo culto prevalse in età post-messapica come culto pagano ad una divinità femminile che cresce il figlio.

L'Organizzazione Politica
Il popolo dei Messapi, verosimilmente, si organizzò in città gestite da oligarchie gentilizie, unite in una confederazione capeggiata da un re. Uno dei loro re fu Opis e in una leggenda si narra che il primo re dei Messapi fu Iapige.

Questo popolo in nessuna occasione ha minimamente cercato di espandere i propri domini ai danni delle popolazioni vicine e lontane; non ha mai pensato a guerre di conquista, ha solo difeso fino all’ultimo respiro la terra iapigia, nella quale da tempo immemorabile aveva stabilito la propria dimora, dando vita a un legame sanguigno, fisico con questa terra, organizzandosi in proprio per respingere le continue incursioni di Taranto e di tutti gli avventurieri stranieri chiamati in Puglia a spezzare la resistenza delle genti indigene.

Non ebbero dunque un’indole aggressiva ed espansionistica. In un’epoca in cui era possibile avanzare e muovere verso un dominio che invitava alla conquista, essi rimasero là dove si erano originariamente fissati.

Risulta probabile che non un singolo popolo abbia costituito la nazione messapica, bensì l’apporto di elementi e di genti di diversa provenienza, tra le quali assunsero un ruolo prevalente gli Illiri, gli Elleni e i Fenici.


Fonte: http://www.frisella.it/index.php?option=co...=1064&Itemid=49
------------------------------------------------------------------------------------

Una delle grandi popolazioni che ha fatto la Storia d'Italia :tricolore:
 
Web Web  Top
Daniele Italico
view post Posted on 13/11/2008, 12:22




Complimenti per la discussione. Se ce ne sono altre interessanti così postane.
 
Top
1 replies since 13/11/2008, 01:11   3011 views
  Share