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Il rinascimento

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view post Posted on 24/6/2011, 21:25
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Vorrei ricordare come molti studiosi stranieri cerchino di ridimensionare il Rinascimento come movimento culturale responsabile della nascita del primato dell'Occidente (moderno). La cosa può sembrare ridicola ma il tentativo di delegittimarne il merito, di ridurne l'importanza e di cercare in movimenti culturali antecedenti i veri prodromi dell'invenzione di quel particolare progresso che ha permesso all'Europa e dunque all'Occidente di distaccare da tutti i punti di vista le altre civiltà, sembra sempre più diffuso nella moderna storiografia. A me puzza più di infida invidia che di reale consistenza critica.In quanto a fregarci territori, geni ed opere d'arte gli starnieri non si sono mai fatti problemi, che ora si arrivi a banalizzare il Rinascimento, cioè: la vera alba della civiltà umana, beh ciò è assolutamente intollerabile !!
 
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Allonsanfan
view post Posted on 18/7/2011, 19:59




Mi permetto di dissentire: non si tratta di sminuire il Rinascimento, bensì di depurarlo dal mito, superando assieme agli storici (non solamente stranieri) l'obsoleto concetto di "stato moderno" e la rigida partizione fra Medioevo - coacervo di fanatismo e nefandezze - e Rinascimento/Età Moderna.

QUOTE
cercare in movimenti culturali antecedenti i veri prodromi dell'invenzione di quel particolare progresso che ha permesso all'Europa e dunque all'Occidente di distaccare da tutti i punti di vista le altre civiltà

Dissento ancora: innanzi tutto il primato dell'Europa sugli altri Stati è un assetto Ottocentesco, e riguarda unicamente l'aspetto politico, certo non quello culturale; poi il Rinascimento si pone in forte continuità con il Medioevo, se non altro perché la partizione è fatta dagli storici posteriori.
In riguardo all'importanza del fenomeno stesso (presumendo che si sovrapponga Rinascimento e Umanesimo): certamente il Quattro/Cinquecento Italiano fu uno dei periodi più straordinari della storia, ma non si deve dimenticare il concorso di altri fenomeni contemporanei, come le Riforme Protestante e Anglicana, o l'importanza fondamentale del sostrato economico-sociale, quale la rinascita demografica dopo la peste del '300, il sorpasso delle armi da fuoco su quelle bianche e della "furia franzese" sulla guerra diplomatica, lo sviluppo dei viaggi oceanici, la riforma dei contratti agrari o il consolidarsi degli stati "nazionali".
 
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view post Posted on 18/7/2011, 23:39
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CITAZIONE
Mi permetto di dissentire: non si tratta di sminuire il Rinascimento, bensì di depurarlo dal mito, superando assieme agli storici (non solamente stranieri) l'obsoleto concetto di "stato moderno" e la rigida partizione fra Medioevo - coacervo di fanatismo e nefandezze - e Rinascimento/Età Moderna.

A mio avviso tale continuità non è cosi' evidente, nel rinascimento l'uomo si emancipa dall'asservimento alla religione, intesa come ostacolo psicologico a quell' auto-realizzazione creativa che si sarebbe manifestata in tutti i campi del sapere.
L'uomo medievale è prigioniero di una dimensione escatologica che lo riduce ad essere soggetto passivo
. Esso vive eternamente alla periferia ponendo al centro Dio con la sua potenziale, implacabile e sempre minacciosa spada del giudizio. L'uomo del medioevo vive e pensa solo in funzione dell'aldilà, l'uomo rinascimentale no. Che nel medioevo sia già nata parte della civiltà occidentale moderna siamo d'accordo: la banca, la finanza e le università sorgono nel XII e XIII secolo ben prima del rinascimento, ma non in modo definitivamente maturo e consapevole, a mio avviso.
CITAZIONE
Dissento ancora: innanzi tutto il primato dell'Europa sugli altri Stati è un assetto Ottocentesco, e riguarda unicamente l'aspetto politico, certo non quello culturale; poi il Rinascimento si pone in forte continuità con il Medioevo, se non altro perché la partizione è fatta dagli storici posteriori.
In riguardo all'importanza del fenomeno stesso (presumendo che si sovrapponga Rinascimento e Umanesimo): certamente il Quattro/Cinquecento Italiano fu uno dei periodi più straordinari della storia, ma non si deve dimenticare il concorso di altri fenomeni contemporanei, come le Riforme Protestante e Anglicana, o l'importanza fondamentale del sostrato economico-sociale, quale la rinascita demografica dopo la peste del '300, il sorpasso delle armi da fuoco su quelle bianche e della "furia franzese" sulla guerra diplomatica, lo sviluppo dei viaggi oceanici, la riforma dei contratti agrari o il consolidarsi degli stati "nazionali".

L'arte rinascimentale è diversa e già moderna, in quel periodo gli artisti sono quasi tutti italiani, gli altri paesi vengono dopo. Non considero il rinascimento per quello che è stato ma per quel che ha innescato. La civiltà occidentale moderna nasce li', magari in quel periodo altre civiltà erano al nostro livello o anche superiori, ma si sono fermate senza evolversi, noi siamo arrivati a far camminare uomini sulla Luna.
 
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Allonsanfan
view post Posted on 19/7/2011, 10:19




QUOTE
A mio avviso tale continuità non è cosi' evidente, nel rinascimento l'uomo si emancipa dall'asservimento alla religione, intesa come ostacolo psicologico a quell' auto-realizzazione creativa che si sarebbe manifestata in tutti i campi del sapere.
L'uomo medievale è prigioniero di una dimensione escatologica che lo riduce ad essere soggetto passivo. Esso vive eternamente alla periferia ponendo al centro Dio con la sua potenziale, implacabile e sempre minacciosa spada del giudizio. L'uomo del medioevo vive e pensa solo in funzione dell'aldilà, l'uomo rinascimentale no.

Proprio su questa affermazione non concordo. Spiego perché:
1.L'uomo rinascimentale non può identificarsi tout court con l'Umanista, così come gli Umanisti non si possono ritenere un gruppo compatto e internamente omogeneo. Pensa soltanto alle differenze regionali, generazionali o personali che oppongono, ad esempio, un Manetti a un Erasmo da Rotterdam, a un Machiavelli, a un Bracciolini, a un Ficino o a un Cusano.
2.Il Medioevo dura un millennio, ritengo sia un errore ritenerlo omogeneo, ignorando le enormi differenze intercorse fra le diverse fasi e le diverse zone.
3.La religione "medievale" è ben lungi da costituire un blocco intellettuale. Anzi, è un motore ineludibile per la filosofia, le arti, la scienza, la guerra e ogni attività dell'intelletto umano. Il "lume naturale" della Ragione è esaltato dai Teologi in opposizione ai mistici, giacché teologia significa fiducia nella possibilità umana di raggiungere il divino con la Ragione, disciplinata e indirizzata dalle opere della filosofia classica, Platone e Aristotele in primis. Mi sembra utile ricordare, a questo proposito, come sia Lutero che Savonarola accusino la Scolastica proprio di empietà e arroganza, per questo loro tentativo.
4. L'ossessione per l'escatologia appartiene non a tutto il Medioevo, bensì alla fase tarda che segue la peste del '300 e avvia la serie irreversibile di mutamenti che costituiscono la nascita dell'Età Moderna. Questa sensibilità, unita all'angoscia per l'instabilità dei tempi, si ritrova vivissima nel Cinquecento, come testimoniano i fogli volanti della propaganda Luterana, soprattutto se messi in rapporto con i sermoni di Savonarola e con i testi di intellettuali come Machiavelli, Guicciardini, More e Erasmo da Rotterdam. Questi ultimi non batteranno sul tasto dell'escatologia (comunque data per scontata), ma manifestano parimenti quel connubio di pessimismo antropologico e fatalismo che si rispecchia non da ultimo nell'ossessione rinascimentale per l'ordine (opposto al caos imperante), per l'eroismo degli antichi e per il Fato. L'eroe antico si oppone al principe contemporaneo perché è in grado di essere l'autentico artefice del proprio destino, mentre i contemporanei - l'esempio è fornito da più di un protagonista delle Guerre d'Italia, sia esso Cesare Borgia, Ludovico il Moro, Ferrandino d'Aragona, Carlo VIII... - ne sono per buona parte dominati.
Poi la vivacità Rinascimentale non deriva da un abbandono della religione, bensì da una sua radicale riforma, che la stacca progressivamente da un clero cattolico sempre più politicizzato e nazionalizzato per ricondurla alla sfera della sensibilità individuale.
 
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18 replies since 24/11/2008, 01:15   390 views
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