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Carboneria e società segrete

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view post Posted on 12/1/2009, 20:35
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Ho trovato casualmente questo testo, piuttosto interessante per le vedute dell'autore. Paragona il nostro Filippo Giuseppe Maria Ludovico Buonarroti a...
Osama Bin Laden!!! :blink:

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Carboneria e società segrete
Dal 2001 ci siamo imbattuti in Al Qaeda, una cospirazione di carattere sovranazionale, diffusa in molti paesi. La Storia ci mostra precedenti assimilabili a questo evento? Esiste una figura paragonabile a Osama Bin Laden?
C’è forse un qualcosa che è rapportabile a Al Qaeda, benchè abbia agito quasi 200 anni fa: la Carboneria. E "Filippo Buonarroti" - un nome ormai sconosciuto ai più - è stato l’Osama Bin Laden del periodo carbonaro.
"L’opposizione all’ordine imposto all’Europa nel 1815 dalle potenze vincitrici della Francia napoleonica diede vita ad una serie di società segrete, continuazione di quelle che avevano combattuto Napoleone in nome di ideali di libertà e di nazionalità, ora delusi. In Germania, in Belgio, in Polonia, in Russia, in Grecia, nella Spagna si formarono organizzazioni clandestine con aspirazioni nazionali e/o costituzionali, talvolta con programmi più radicali di repubblica e di rivoluzione sociale. Naturalmente esse furono vietate e perseguitate dalle autorità. Tuttavia le sette furono talmente espressione dello spirito del tempo, che società segrete di ispirazione reazionaria furono favorite dai governi perché sembravano il mezzo più efficace di contrasto alle idealità liberali.
Anche in Francia, benché la lotta politica potesse svolgersi apertamente nel Parlamento e attraverso la libertà di stampa e di riunione garantita dalla carta costituzionale, si ebbero sette con programma sociale di derivazione giacobina o con programma reazionario sostenuto dagli ultra-realisti. Tra i cospiratori europei si stabilirono rapporti e accordi, in realtà piuttosto vaghi, dal momento che non fu possibile coordinare i moti nei vari paesi. Esistette a Parigi un Comité directeur, in cui erano rappresentate le molte tendenze dell’opposizione in Francia, dai bonapartisti ai giacobini, e a Ginevra un Gran Firmamento, controllato da Filippo Buonarroti, con un segreto programma egualitario e socialista: furono punti di riferimento, ma non da loro furono promossi i tentativi rivoluzionari, che maturarono in contesti locali.
In Italia nella Restaurazione le numerose società segrete si riallacciarono a quelle dell’età napoleonica. Carattere comune alla maggior parte di esse fu il gradualismo, con la progressiva rivelazione del programma agli adepti, dagli scopi più facilmente condivisi di riforme amministrative a quelli di rivendicazioni costituzionali, infine di repubblica, collegata talvolta, come abbiamo detto, alla comunione dei beni. I programmi si determinarono secondo le condizioni politiche degli Stati restaurati. Nell’Italia centrale si diffusero i carbonari, poi i guelfi: avversi al regime teocratico, vagheggiavano un regno indipendente dell’Alta Italia; in Piemonte e in Lombardia gli Adelfi innestavano le nuove aspirazioni a franchigie costituzionali sugli antichi disegni sabaudi di liberazione della Lombardia dagli austriaci. Nelle due regioni, poi, si diffusero i Sublimi maestri perfetti, ispirati dal Buonarroti.
Si cercavano alleanze per dar forza all’azione: i Federati, emanazione dei Sublimi maestri, stabilirono un collegamento tra cospiratori piemontesi e lombardi; nell’Italia centrale la Costituzione latina coordinò le forze settarie delle Legazioni e delle Marche. Nella primavera del 1817 si preparò a Bologna un piano di sollevazione esteso a tutta l’Italia centro-settentrionale, da attuare in coincidenza con la morte di Pio VII, ritenuta imminente. Il ristabilimento della salute del pontefice fece rimandare l’azione. Si mosse solo Macerata, come abbiamo visto, con una sollevazione isolata, facilmente repressa.
Nel Mezzogiorno diventò molto forte la Carboneria. Introdotta dalla Francia durante il regno di Murat, con l’intento di ottenere ordinamenti rappresentativi, continuò ad esistere al ritorno del Borbone. Vi aderì la borghesia provinciale, desiderosa di una autonomia amministrativa che sottraesse province e comuni alla burocrazia controllata gerarchicamente dalla capitale, e di ordinamenti costituzionali, che aprissero la strada ad una politica finanziaria più rispettosa degli interessi dei proprietari: numerosi furono gli adepti tra ufficiali e sottufficiali di carriera, insidiati nella loro sistemazione dai legittimisti. Il principe di Canosa, convinto reazionario, divenuto nel 1816 ministro della Polizia, le contrappose la setta sanfedista dei Calderari, ma fu sconfessato dal governo che voleva rimanere al di sopra dei partiti. I Calderari furono sciolti. Il Medici fiducioso nei risultati della politica dell’amalgama e negli effetti positivi di un’amministrazione rispettosa delle leggi, seguì criteri di tolleranza. Nonostante il divieto di ogni specie di associazioni segrete (3 agosto 1816), la Carboneria non fu perseguitata.
La Carboneria meridionale si organizzò con magistrature provinciali, rispecchiando la volontà di decentramento che era tra le principali rivendicazioni della borghesia. I capi carbonari, memori della reazione popolare del ’99, si preoccuparono di neutralizzare la masse contadine con la promessa di risolvere il problema della terra. Con l’eversione della feudalità erano stati aboliti gli usi civici (facoltà, entro limiti determinati, di raccogliere frutti, far legna, pascolare il bestiame) che assicuravano mezzi di sussistenza ai più poveri. Come risarcimento per i diritti perduti, agli abitanti dei comuni interessati fu assegnata una parte dei demani ex-feudali, da dividere in quote tra i meno abbienti. La quotizzazione dei demani comunali fu eseguita lentamente per le difficoltà tecniche della divisione in quote di terreni diversi (per estensione e qualità); peggiorarono le condizioni dei contadini, che persero immediatamente gli usi civici senza ricevere le quote. I demani comunali per il momento indivisi furono dati in fitto a prezzi di favore e diventarono mezzo di arricchimento della borghesia, che cercò poi in tutti i modi di ostacolare la ripartizione. La quotizzazione dei demani comunali diventò col tempo la causa di una insanabile lacerazione tra borghesia e contadini.
Nei primi anni della Restaurazione non era ancora chiaro che la divisione della terra, avviata lentamente per difficoltà burocratiche, sarebbe stata arrestata nell’interesse della classe più forte, e fu possibile alla Carboneria ottenere l’adesione dei contadini. Il gradualismo nella rivelazione del programmi e la complessa simbologia permisero che si mettessero nell’ombra le finalità repubblicane e l’avversione alla Chiesa, che erano state nel ’99 fra le prime cause della sollevazione sanfedista. Nelle numerose vendite carbonare furono messi, invece, in primo piano peso fiscale e oppressione della burocrazia, che con la sua scarsa attenzione alle esigenze locali rimandavi anche la soluzione del problema della terra; nel 1818 il ristabilimento della leva introdusse un nuovo motivo di malcontento nelle campagne. A tutto sembrava offrire rimedio il regime costituzionale.
I capi carbonari del Mezzogiorno tennero un convegno segreto nel 1817 tra le rovine di Pompei, e stabilirono di passare all’azione nel settembre. La cosa non fu possibile, ma nel dicembre furono diffusi centinaia di manifesti manoscritti o stampati con la richiesta della costituzione spagnola del 1812. A Cadice nel 1812 i sostenitori della dinastia borbonica deposta da Napoleone avevano formato un governo ed avevano approvato una costituzione di stampo democratico. Questa costituzione, abrogata da Ferdinando VII al suo ritorno sul trono, rimase un punto di riferimento per la democrazia spagnola e per quella europea, che la contrappose alla moderata carta francese del 1814.
Nell’Italia meridionale nel 1818 e nel 1819 fu consolidata l’organizzazione della Carboneria, e si cercarono intese con i generali, nessuno dei quali era iscritto alla setta. Nel ’20 l’agitazione fu resa febbrile dalla rivoluzione scoppiata in Spagna. In Spagna si erano formate due sette: la Massoneria (moderata) e la Carboneria (democratica). In Spagna dopo alcuni tentativi falliti il 10 gennaio del ’21 si ribellarono le truppe concentrate a Cadice per riportare sotto il controllo della madre-patria le colonie americane. Fu chiesto il ristabilimento della costituzione del 1812. Il moto si allargò. Ai principi di marzo Ferdinando VII fu costretto a capitolare e a dare al paese un regime costituzionale. Il successo della rivoluzione Spagnola, avvenuta senza spargimento di sangue, eccitò gli animi in tutta Europa.
Alfonso Scirocco, "L’Italia del risorgimento", Il Mulino.

Fonte: http://www.ilpalo.com/storia/inviate-a-mai...eta-segrete.htm
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view post Posted on 15/1/2009, 18:51
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Anche Al Qaeda = Carboneria, mi pare una forzatura...
 
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