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Antisemitismo, l'«equivoco» a sinistra

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«Il Littore»
view post Posted on 19/1/2009, 10:27




«Genocidio nazista a Gaza», spara il Partito Marxista Leninista intimando «lo scioglimento di Israele e la costituzione di un solo Stato per due popoli». Per carità, guai a prendere sul serio un gruppuscolo infinitamente minoritario che mette Stalin e Mao tra i Maestri: è il ruggito d'una mosca. Ma sarebbe un errore non vedere che nei dintorni di una certa sinistra stanno tornando a galla, sia pure arginati da una specie di pudore, sentimenti «antisionisti» dietro i quali si intravede l'ombra della solita bestia razzista.

Sono segnali, capiamoci: solo segnali. Facili da spacciare come casi isolatissimi all'interno di una reazione corale sobria e saggia. Un paio di bandiere con la stella di David sostituita dalla svastica al corteo di ieri della sinistra extraparlamentare. Un altro paio di bandiere israeliane bruciate nei giorni scorsi. E-mail immonde smistate da internauti «rossi» che incitano a ribellarsi contro «il mostro giudaico-talmudico-sionista che ci domina» e lanciano la parola d'ordine: «Distruggiamo quest'incubo razzista e genocidario infame!». Sventurate dichiarazioni alle agenzie dell'«esule» rifondarolo Marco Ferrando, fondatore del lillipuziano Movimento per il Partito comunista dei lavoratori secondo il quale chi brucia le bandiere israeliane non deve «vergognarsi di nulla» perché brucia «non la bandiera dell'ebraismo, ma la bandiera del sionismo: cioè di uno Stato coloniale nato dal terrore contro il popolo arabo e che si perpetua, da 50 anni, con i metodi del terrore». Frattaglie. Impossibili da spacciare, nemmeno in giornate come queste dominate dalle immagini spaventose di una guerra sconvolgente, per «antisemitismo di sinistra».

Come spiega Amos Luzzatto, a lungo presidente dell'Unione comunità ebraiche italiane e autore del libro «Conta e racconta. Memorie di un ebreo di sinistra», «l'antisemitismo "di sinistra" come atteggiamento innato e necessario di un'idea di sinistra non c'è. Ma certo, dell'antisemitismo esiste anche a sinistra. D'altra parte, se la sinistra appartiene a questa società...». Un paio di anni fa suo figlio, Gadi Luzzatto Voghera, docente di Storia dell'ebraismo a Venezia e certo estraneo alla destra, ha scritto un libro («Antisemitismo a sinistra ») per dimostrare che «sinistra e antisemitismo non sono incompatibili» fin dai tempi in cui il «mito dell'ebreo capitalista, ricco, usuraio» entra «nell'immaginario della sinistra nella seconda metà dell'Ottocento e non ne esce più». Tesi condivisa, ad esempio, da Shalom Lappin, del King's College di Londra, protagonista del «Manifesto di Euston», secondo cui «grandi fette d'una sedicente sinistra fanno causa comune con estremismo, totalitarismo ed antisemitismo». O ancora da chi in Francia, come racconta un'inchiesta di Paolo Rumiz, denuncia il triangolo perverso «fra tre antisemitismi: quello del nazionalismo arabo, quello dell'estrema destra e quello dell'estrema sinistra antimondialista».

Certo, siamo lontani dagli abissi ricostruiti da Riccardo Calimani in «Ebrei e pregiudizio». Dove si racconta, ad esempio, che quando Stalin (che pure favorì la nascita di Israele «prima con aiuti massicci di armi cecoslovacche all'Haganah, l'esercito clandestino ebraico, e poi con il voto all'Onu e il riconoscimento formale del nuovo Stato») scatenò «la sua offensiva con gli oppositori, gli agitatori politici alimentarono l'odio contro Trockij e contro Ztnovev lasciando intendere che non era un caso che entrambi complottassero e fossero ebrei». Alla larga dai paralleli.

C'è però un fastidiosissimo «link» tra gli orrori di ieri e le storture di oggi. Ce lo dice il libro «La confessione» dove Arthur London, un ebreo cecoslovacco, comunista, precipitato nell'incubo dei processi staliniani, ricorda il suo interrogatorio: «Il giudice istruttore mi domanda bruscamente di precisare per ognuno dei nomi che verranno citati nell'interrogatorio se si tratti o meno di un ebreo; ma ogni volta nella sua trascrizione sostituisce la designazione di ebreo con quella di sionista: "Facciamo parte dell'apparato di sicurezza d'una democrazia popolare. La parola giudeo è un'ingiuria. Perciò scriviamo sionista"». Assurdo, si ribella London. Il giudice fa spallucce: «Del resto anche in Urss, l'uso della parola giudeo è proibita». Basta sostituirla e, oplà, ecco l'antisemitismo politicamente corretto. Fatta la tara all'immensa diversità della situazione, è proprio così diverso, oggi, il gioco di un pezzo, minoritario, di sinistra?

Piero Fassino, qualche anno fa, rispose così: «Rappresentare Israele come uno Stato militarista, aggressore o, come qualcuno dice, fascista, è una sciocchezza, come lo è non riconoscere che Israele è una società democratica. Identificare la politica della destra israeliana con Israele tout court è un'operazione che non viene fatta con nessun Paese al mondo». Era, allora, il segretario dei Ds e riconosceva che «ci sono settori della sinistra che hanno parole d'ordine fondate su un pregiudizio ideologico e manicheo verso Israele, che spesso "coprono" il resto» e disse di riconoscersi nella tesi di Adriano Sofri. Il quale, denunciando i ritardi e le ambiguità di «tanta sinistra», aveva tagliato corto: «Non possiamo confidare nell'Europa e tanto meno amarla se non amiamo lo Stato di Israele (in nessun altro caso userei un'espressione come «amare uno Stato») e il suo popolo misto, coraggioso e spaventato. Il suo popolo, non soltanto le minoranze ammirevoli, i pacifisti che fraternizzano con gli arabi di Israele e di Palestina, i riservisti renitenti, le donne che difendono la vita e un'altra idea di coraggio, gli intellettuali che onorano la verità e non la sottomettono a una nazione».

C'è chi dirà: ma li avete visti, oggi, i bambini di Gaza? Immagini che fermano il respiro. Ma proprio per questo, a chi come l'ex deputato rifondarolo Francesco Caruso disse (in momenti diversi) che era «meglio essere uno di Hamas all'italiana, che un Mastella alla palestinese», vale la pena di ricordare quanto spiegò anni fa Giorgio Napolitano. Riconoscendo che «prima che nel Pci, a partire dagli anni 80, si affermasse una posizione politica coerente, se c'era antisemitismo si presentava nelle vesti di antisionismo». Ricordò, il futuro capo dello Stato, che «si protrasse a lungo l'equivoco di una contrapposizione al sionismo: come se questo costituisse un'ideologia reazionaria che nulla aveva a che vedere con la storia del popolo ebraico, e come se fosse l'incarnazione di un disegno di oppressione nei confronti dei palestinesi, un disegno di potenza dello Stato d'Israele». Ecco, possibile che quell'«equivoco» possa protrarsi ancora?


Gian Antonio Stella da CORRIERE.IT
 
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Nicoliberale
view post Posted on 19/1/2009, 14:28




Proprio ieri, guardando il telegiornale, ho sentito che vengono ancora bruciate bandiere di Israele nelle piazze italiane e accanto alla stella di David si disegnano svastiche.
Allora mi sono chiesto: " Perchè questi sinistri (perchè quelli che manifestano contro Israele solitamente lo sono) non disegnano a fianco della svastica la falce e il martello?"

Una domanda legittima direi, poichè i comunisti nell'Urss sterminarono eccome gli ebrei, nonostante si proponesseso come paladini dei diritti umani e antixenofobi in antitesi ai nazisti. Ma d'altronde si sa: le ideologie, più ci si spinge verso gli estremi, più si assomigliano. Non per niente sia il nazismo che il comunismo hanno entrambi derive antiebraiche ed economicamente hanno impostazione statalista. Già Marx nei suoi scritti accenna agli ebrei come a una razza che ha insito il male del capitalismo. Leggendo fra le righe, direi un'istigazione, nemmeno troppo celata, all'eliminazione degli ebrei in quanto nemici dell' ordine comunista.
Anche Stalin aveva in sè una componente di Antisemitismo mai sopita, che emerse con violenza e ferocia dopo l'eliminazione diretta dei suoi avversari politici e l'accentramento effettivo del potere nelle sue mani. Senza dimenticare che l'odio razzista verso alcune etnie nell'Urss fu molto radicato. I cosacchi furono sterminati; molti ebrei, in quanto nemici della Rivoluzione Proletaria, furono condannati ai campi da lavoro, dove morivano di fame e freddo o per fucilazione. Non solo: Kirzighi, Kazachi, alcune etnie degli Urali, del Caucaso, Georgiani conobbero la morte in nome della loro nazionalità nei gulag sovietici e nella spietata morsa delle esecuzioni di massa.

Quindi questi signori che disegnano la svastica, perchè non disegnano accanto anche il loro simbolo, la falce e il martello, con il quale credono di poter donare al mondo un futuro di pace ( lotta di classe?) e armonia ( Fame?)?

Sul mio forum ho aggiunto una discussione simile, con l'intervento di un giornalista de Il Giornale. Molto interessante ed esauriente. http://angolodeigiovani.forumfree.net/?t=3...stpost#lastpost


Edited by Nicoliberale - 19/1/2009, 14:58
 
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view post Posted on 19/1/2009, 16:23
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Presumo che non abbiano messo falce e martello per ovvie ragioni. In politica vige l'ipocrisia e la strumentalizzazione...
 
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Apis the Crusader
view post Posted on 19/1/2009, 20:46




...e la storia la scrivono i vincitori.
Comunque mi ha sempre dato fastidio discutere su questi famigerati simboli.
Falce e Martello, Svastica, contare le vittime che hanno fatto...a me sinceramente fanno vomitare entrambi, e lo stesso effetto mi fa la bandiera Israeliana sionista!
 
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Nicoliberale
view post Posted on 22/1/2009, 21:54




Io non capisco questo odio innato per Israele: saranno gli echi marxisti, che indicavano la razza ebrea come naturalmente predisposta al capitalismo? o gli echi nazisti, che la consideravano una razza inferiore e cospiratrice? oppure è solo una forma di razzismo senza alcun fondamento logico?

 
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Apis the Crusader
view post Posted on 23/1/2009, 14:59




CITAZIONE
Io non capisco questo odio innato per Israele

"L'odio innato" deriva dal fatto che lo stato di Iraele occupa abusivamente uno spazio di terreno e, non accontentandosi ovviamente, massacra la popolazione originaria!
"L'odio innato" deriva dal fatto che una manciata di giorni fa si è conclusa una guerra costata ai palestinesi 1200 civili tra cui 410 bambini!
"L'odio innato" deriva dal fatto che Israele, da quando occupa quella posizione, ha già ucciso, sfrattato, esiliato, migliaia di persone innocenti!
E lo ha sempre fatto con una prepotenza e con una ferocia disumane, sicura di avere le spalle parate dagli interessi che ormai troppi uomini hanno con Israele.
 
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Nicoliberale
view post Posted on 23/1/2009, 19:10




Ma scusate i bambini israeliani che da 60 anni muoiono per gli attentati, per le varie guerre arabe non perdono forse sangue e non soffrono come i bambini palestinesi?

C'è anche da precisare che i territori che, secondo alcuni, Israele occupa abusivamente sono gli stessi che ha conquistato durante le varie guerre arabe vinte, subendo sempre aggressione o attacchi indiretti al suo diritto a esistere.


Sul mio forum ho approfondito molto l'argomento in un intervento intitolato Viva Israele, in cui fornisco numerosi dati storici interessanti..chi vuole venga a commentare.... http://angolodeigiovani.forumfree.net/?t=35508226
 
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Apis the Crusader
view post Posted on 23/1/2009, 21:06




Ho già letto parte del tuo intervento ma ho preferito non commentare...

Comunque Israele ha sempre sostenuto di difendere il proprio territorio; e di solito quando ci si difende non si provocano vittime fra i civili e soprattutto non si occupano ulteriori territori soltanto perchè si dispone di un esercito.
Inoltre intendo precisare che chi, vincendo una guerra perchè superiore militarmente, ottiene dei territori, deve mantenere una posizione distaccata e non deve interferire in nessun modo sul sistema di governo, quello fiscale e tutto il resto.
Ovviamente non può neanche lamentarsi se quel territorio rivendica la sua indipendenza oppure la sua appartenenza ad un'altra nazione.
In poche parole: chi la fa l'aspetti.
E sinceramente non mi importa molto del numero residuo di bambini israeliani morti, anche perchè se contassimo le vittime Israele perderebbe di sicuro.

Dal sito ufficiale di Forza Nuova:

"Come cristiani non possiamo che avversare il Sionismo, perché si basa essenzialmente su due fattori che cozzano con la parola di Cristo ed il Nuovo Testamento: l’ idea che il popolo eletto sia il popolo ebraico, viene trasformata infatti nel Nuovo Testamento da una nuova concezione spirituale, per cui è eletto chi segue, al di là delle etnie, la parola di Cristo. La Terra Promessa per il Cristianesimo non è più la Palestina, ma quella Terra che viene promessa ai giusti ed ai buoni e cioè il Paradiso.
Questo è il motivo del radicale conflitto fra Israele e cattolicesimo ed il motivo per cui Israele viene riconosciuto dal Vaticano solo recentemente e per meri motivi di opportunità."
 
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Josif Vissarionovic Dzugasvili
view post Posted on 17/2/2009, 22:21




CITAZIONE (Nicoliberale @ 22/1/2009, 21:54)
saranno gli echi marxisti, che indicavano la razza ebrea come naturalmente predisposta al capitalismo?

Non è mai stato scritta roba del genere
 
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Cesare Battisti
view post Posted on 18/2/2009, 10:50




CITAZIONE
C'è anche da precisare che i territori che, secondo alcuni, Israele occupa abusivamente sono gli stessi che ha conquistato durante le varie guerre arabe vinte, subendo sempre aggressione o attacchi indiretti al suo diritto a esistere.

hahahahahahahahahah ma per cortesia......vedi che nel 73 gli egiziano altro non fecero che riprendersi il sinai occupato nel 67 con la guerra dei sei giorni e che Israele non solo è nato illegittimamente ma ha anche occupato le pianure dello Sheba,parte della Siria,,ma dico io....che razza di patriota sei?mi sembri solo un lacché degli Usa...
 
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9 replies since 19/1/2009, 10:27   137 views
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