| Se mi guardo intorno (praticamente e metaforicamente), e rifletto, ho la certezza che un vero senso di appartenenza alla nazione italiana sia latente, e in alcuni casi, assente. Enuncio quelle che considero alcune delle possibile cause. Innanzitutto: molte persone commettono lo sciocco errore di far coincidere l'Italia con la classe politica che la governa, anzichè con la sua grande storia, e ciò comporta odio ed allontanamento. Poi: moltissime persone al Nord si sentono ormai parte di una inesistente nazione chiamata Padania; e, checchè se ne dica, le molte persone al Nord che si sentono italiane hanno pregiudizi radicatissimi nei confronti dei meridionali (ho riscontrato ciò soprattutto in Veneto), considerati non-italiani o italiani di seconda scelta. Ancora: a differenza di quanto è accaduto per altre nazioni, per l'Italia più che di storia si può parlare di storie (vari interessi, vari problemi, accadimenti differenti): stati e staterelli, domini a destra e influenze a sinistra; anche ciò ha contribuito alla mancata creazione di un senso della nazione comune. In altre nazioni, dove, seppure attraverso specificità territoriali, la storia è stata comune, il senso di nazione è più forte, penso ad esempip alla Scozia, o al Galles, dove l'operaio, il bottegaio, l'impiegato di banca, tutti, si sentono fortemente e irruentemente scozzesi, o gallesi, ecc. Infine, c'è da dire che ormai le italiche coscienze si sono addormentate, cullate dal placido sonno indotto loro dal calcio, dalle mille e mille lotterie di stato, dalla televisione, ecc. Io mi sento italiano come non mai, sono fiero di esserlo, la mia patria viene prima. Se mi definiscono sciovinista, non mi offendo. Ma quanti, attualmente, in Italia, sono realmente così innamorati del proprio paese? Io percepisco che gli italiani non solo non si sentano neppure patriottici, ma che non importi loro un fico secco di esserlo! Che ne pensate delle cause da me precedentemente esposte? Altre idee? Pareri?
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