| Per 60 anni si è mantenuto un terribile silenzio sulla carestia terroristica protratta dal regime sovietico tra il '32 e il '33. Stalin, dopo la sua consacrazione a capo dell'Urss, a seguito della sconfitta di Trockij, della destra di Bucharin e Rykov e della sinistra di Kamenev e Zinovev, impose la collettivizzazione forzata delle campagne. Tutto ciò era in linea con le intenzioni di Lenin, che aveva definito, nel 1921, la Nep ( Nuova Poliica Economica) una "ritirata strategica" per ovviare ai disasrei provocati dal "comunismo di guerra". La Nep (1921-1928) sancì un periodo di relativa libertà economica e permise una ripresa generalizzata del commercio e dell'agricoltura nelle campagne. Ma Lenin era intenzionato a sferrare un'offensiva collettivista contro i contadini e ad abolire la Nep, prima che la morte lo colpì. Scrisse così infatti a Kamenev in una lettera del 3 marzo 1922: " E' un grave errore pensare che la Nep metta fine al terrore; noi faremo ancora ricorso al terrore, anche in campo economico." Stalin, perciò, dopo la stabilizzazione del suo potere, proseguì la politica di Lenin, ma trovò subito tra i contadini una fiera resistenza alle politiche del regime e soprattutto in Ucraina, dove rimaneva radicato il sentimento nazionale. Per piegare le resistenze e assicurare il pieno successo della campagna collettivista in tutta l'Urss, Stalin ricorse ricorse a una serie di provvedimenti volti a scatenare una carestia nelle campagne. dove la resistenza era più tenace. Qui molti sollevano dubbi sul fatto che questi provvedimenti siano in linea con i precetti di Lenin e del marxismo leninismo. Innanzitutto il marxismo non specifica a quali metodi violenti si debba ricorrere per stabilizzare la dittatura del proletariato e rendere effettivi i suoi provvedimenti sulle classi. In secondo luogo può essere illuminante il commento di Lenin alla carestia del 1891 che colpì la regione del Volga: " Dal punto di vista psicologico questa storia di nutrire chi sta morendo di fame è niente più che una espressione di sdolcinato sentimentalismo tanto caratteristico della nostra intellighenzia." Aggiunse poi come la carestia fosse utile per la radicalizzazione delle masse. Perciò credo, e molti storici con me, che la carestia sarebbe stata protratta come extrema ratio, come fu per Stalin, anche da Lenin. Dopo questa parentesi passiamo alla carestia vera e propria.
Malcom Muggeridge scrisse nel 1933: "Durante una recente visita nel Caucao settentrionale e in Ucraina ho potuto vedere qualcosa della lotta in corso tra il governo e i contadini. Il campo di battaglia è desolato come quello di qualsiasi altra guerra, e si estende per molti km, su una grande parte della Russia. Da un lato milioni di contadini affamati con i corpi spesso rigonfi per la mancanza di cibo. Dall'altro, i militi della GPU che eseguono le istruzioni della dittatura del proletariato. Avevano invaso l'intero paese come un enorme sciame di locuste, e portato via tutto ciò che era commestibile; avevano fucilato o mandato in esilio migliaia di contadini, a volte interi villaggi; avevano ridotto parte delle più fertili terre esistenti al mondo in un deserto desolato."
Questa è un'altra descrizione dello stesso periodo di un attivista del regime: " Qui ho visto gente che moriva sola, lentamente, in modo orrendo, senza neanche la scusa del sacrificio per una causa. Erano stati intrappolati e lasciati morire di fame, ognuno nella propria casa, da una decisione politica presa in una capitale lontana, intorno al tavolo di una riunione o di un banchetto. Non c'era neanche la consolazione dell'inevitabilità ad alleviare l'orrore. Lo spettacolo più terribile erano i bambini con le membra scheletriche che ciondolavano su addomi gonfi come palloni."
In questa situazione morirono soprattutto bambini e uomini e fecero la loro comparsa episodi di cannibalismo. Il numero dei morti si aggira intorno ai 5 milioni nella sola Ucraina, mentre si parla di 2 milioni in Kuban e nelle regioni del Don e del Volga. Per le responsabilità possiamo citare un pezzo riassuntivo tratto dal saggio di Robert Conquest " Raccolto di dolore":
" 1- l'origine della carestia risale alla fissazione di quote di ammasso eccessivamente alte da parte di Stalin e dei suoi collaboratori.
2- I dirigenti del partito ucraino avevano fin dall'inizio detto esplicitamente a Stalin e agli altri dirigenti che tali quote erano eccessivamente alte.
3- Le quote furono comunque rese obbligatorie fino a quando non ebbe inizio la carestia
4- I dirigenti ucraini fecero notare la situazione a Stalin e agli altri dirigenti e venne fatta loro conoscere la verità.
5- Nonostante ciò le requisizione continuarono.
6- Nelle città vennero distribuite le razioni di pane, seppure minime, ma nei villaggi non vennero mai organizzati razonamenti di tal genere.
7- Il grano era disponibile nelle zone colpite dalla carestia, ma non venne distribuito ai contadini stremati.
8- Furono dati ordini, eseguiti per quanto possibile, di impedire l'ingresso nelle città ai contadini e di espellerli qualora vi fossero entrati.
9- Furono dati ordini, puntualmente eseguiti, di impedire che generi alimentari, anche se ottenuti legalmente, fossero portati oltre i confini della Russia in Ucraina.
10- La realtà della carestia, particolarmente spaventosa, è stata pienamente confermata da numerosi testimoni: alti funzionari comunisti, attivisti locali, osservatori stranieri e i contadini stessi. Tuttavia, all'interno dell'Urss divenne illegale affermare che esistesse una carestia; fu data istruzione ai portavoce sovietici all'estero di negare l'esistenza di una carestia; e fino a oggi il fatto non viene ammesso nella letteratura ufficiale ( anche se è confermato, abbastanza di recente e comunque di rado, in certe opere di narrativa sovietica).
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