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La triste vicenda della nave scuola "Cristoforo Colombo".

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Van Hanegem
view post Posted on 3/6/2010, 12:18




Leggendo un libro(già citato nell'apposito 3D) mi sono imbattuto nella storia di questa nave-scuola, sorella della Amerigo Vespucci, ceduta ai sovietici come uno dei risarcimenti dovuti a seguito della guerra persa.

Il veliero, progettato dal Tenente Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi fu
impostato nel cantiere navale di Castellammare di Stabia il 15 aprile 1926 con il nome di Patria e venne varato il 4 aprile 1928 con il nome di Cristoforo Colombo. Entrò in servizio il 1° luglio del 1928 e svolse la sua attività fino al 1943 (Il Vespucci invece venne varato il 22 febbraio 1931 ed
entrò in servizio, a fianco del Colombo, nel luglio dello stesso anno). Fu la 100° costruzione del
Regio Cantiere navale di Castellammare di Stabia.La costruzione delle due navi fu fortemente voluta dall’allora Ministro della Marina Paolo Thaon di Rivel ed attuata dal suo successore Ammiraglio Giuseppe Siriani che vollero, per gli
allievi dell’Accademia di Livorno, navi scuola con imponente
piano velico simile ai vascelli dell’800. Il progetto delle due
navi, spesso considerate gemelle, fu affidato al Tenente
Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi ( che fu
anche direttore del cantiere navale di Castellammare di
Stabia) che, appunto, si rifece ai vascelli: le fasce colorate
bianche e nere della murata ricordano i portelli.
Il dislocamento a pieno carico del Colombo, era di 4.146
tonnellate; le dimensioni ( in metri) le seguenti: lunghezza
fuorit tutta 100,50; lunghezza scafo 82,40; larghezza 15,50;
immersione 7. L’altezza degli alberi ( al galleggiamento)
erano le seguenti: maestra 50 metri, trinchetto 54, mezzana
43. Le vele di canapa ( tela olona) erano ventisei per un
totale 2.824 mq. La propulsione secondaria composta da
due motori diesel elettrici accoppiati + 2 dinamo; 2 eliche
coassiali. La velocità di crociera a vela era di 10 nodi,
mentre quella a motore di 7. Lo scafo in acciaio aveva una struttura con ordinate, ponti e tronchi
portanti degli alberi e del bompresso.La divisione in ponti era la seguente: coperta, batteria e corridoio con castello a prora e
cassero a poppa. La copertura del ponte principale, del cassero e del castello era in legno.

Il fasciame era composto da lamiere di acciaio di vari spessore ( da 12 a 16 mm.), collegate alle
costole, ai madieri, alla chiglia ed ai bagli, da una fitta chiodatura. Gli alberi, compreso il bompresso, erano
costruiti in tre pezzi di cui i primi due in acciaio e gli ultimi tratti in legno Douglas; i tre pennoni inferiori
erano in acciaio, mentre i due superiori in legno. In legno teak oltre il ponte di coperta, anche la
battagliola e la timoneria; gli altri elementi di allestimenti erano mogano, legno santo, frassino,
noce.
Veliero con attrezzatura velica “armata a nave” aveva i tre alberi verticali ed il bompresso
dotati di pennoni e vele quadre; le vele erano di taglio: i fiocchi a prora, fra l’abero di bompresso ed
il trinchetto, gli stralli, fra il trinchetto e il maestra e la randa dotata di boma e picco, sulla mezzana.
La superficie totale velica era di circa 2600 metri quadri; le vele di tela olona (canapa) erano
manovrate da circa 2000 metri di cavi di canapa e manilla costruiti nella Corderia di Castellammare
di Stabia.

Il Colombo ed il Vespucci, pur apparendo come gemelle, presentavano alcune differenze, fra
cui ladiversa inclinazione del bompresso, il diverso attacco delle sartie, che nel caso della Vespucci
erano a filo di murata, mentre sulla Colombo erano invece cadenti all'esterno. Altra notevole
differenza era rappresentata dalle imbarcazioni maggiori che sulla Colombo erano sistemate a centro nave con il relativo picco per le manovre di ammainata ed issata di queste. Il Cristoforo
Colombo, inoltre aveva due eliche coassiali mentre il Vespucci ne aveva solamente una.

Sul Colombo, inoltre, non c’era la plancia a poppa ove è situato il timone a quattro ruote egli
alberi era leggermente più bassi. Si racconta che, durante la navigazione nell’istmo di Corinto il
Colombo riuscì a passare sotto il ponte che congiunge le due sponde, mentre il Vespucci lo toccò
con l’albero maestro che si danneggiò.
Immediatamente dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, le due navi scuola si trovavano a Fiume e obbedendo agli ordini, il Colombo ed il Vespucci salparono alla volta di Brindisi con a
bordo gli allievi dell’Accademia di Livorno del corso Argonauti. Al largo di Ancona incrociarono il
sommergibile Ametista al comando del Sottotenente di Vascello Ginocchio che comunicò al Comandante Morin del Gruppo Navi Scuola, che la città era in mano tedesca e che il sommergibile
stava per autoaffondarsi per non cadere in mano nemica. I due velieri riuscirono ad entrare nel porto di Brindisi il 10 settembre.Terminata la guerra, il Colombo riprese la sua attività e, nel mese di novembre 1946, al comando del Capitano di Fregata
Giovanni Adalberto, si trovò impegnata in un pericoloso fortunale al largo di Cagliari, che mise a dura prova le qualità nautiche della nave, del comandante e dell’equipaggio, tanto è vero che furono oggetto di un particolare “Elogio” da parte del Ministero della Marina. Un’altra tempesta, che lacerò le vele e fece rischiare il naufragio al Colombo avvenne alla fine del mese di gennaio 1947 nella crociera Napoli-Genova. La nave, però, riuscì anche questa volta a ripararsi nel golfo di Juan per poi ancorarsi nei pressi del faro di La Garoupe nella Costa Azzurra.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1949, in base al trattato di pace di Parigi, il Colombo dovette essere ceduto all'Unione Sovietica.
Gli venne cambiato nome, Dunay (Danubio), e venne utilizzato come Nave Scuola militare ad Odessa nel Mar Nero fino al 1959; altre fonti dicono che fu utilizzato come nave da carico. Nel 1961 fu ceduto all’Istituto Nautico di quella città.
Nell’anno successivo, invece di eseguire i necessari lavori di manutenzione, fu adibito come nave trasporto legno. Un incendio distrusse il carico e la nave. Era il 1963 e fu radiato dall’albo delle navi sovietiche. Rimasto abbandonato e semidistrutto, nel
1971 fu demolito nel cantiere di Glavvtorcement delle isole Turukhannye a Leningrado.
Si racconta che, in effetti, la nave ceduta all’U.R.S.S fosse il Vespucci e non il Colombo, essendo quest’ultima, sebbene più vecchia, in migliori condizioni generali. Ma questa rimane solo una
supposizione. Nella Sala Consiglio del Vespucci sono
esposti due quadri ad olio, rappresentanti lo sbarco di Colombo a San Salvador e il suo rientro in
Spagna, che si trovavano sulla nave sulla "gemella" Cristoforo Colombo.
La nave fu ceduta non senza incidenti. A Taranto, dove erano ormeggiate le navi da consegnare all’URSS, manifestazioni di dissenso e tentativi di sabotaggio. Non si doveva consegnare agli stranieri l’orgoglio della Marina! Diversi marinai si stavano organizzando per mettere dell’esplosivo sotto la carena e far saltare in aria la nave; furono scoperti ed arrestati dalla
polizia, dai carabinieri e dal controspionaggio della Marina

………………….. Antonio Cimmino

[per le foto cliccare sul link]
www.marinai.it/contatti/colombo.pdf

Edited by Van Hanegem - 3/6/2010, 14:17
 
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view post Posted on 3/6/2010, 13:17
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Peccato di nave. E' finita nelle mani sbagliate...
 
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Van Hanegem
view post Posted on 3/6/2010, 13:42




Immaginate la Vespucci adibita a carico legna.
E' proprio una cosa da barbari.
Avrebbero fatto meglio ad autoaffondarla, come intendeva fare qualcuno.
 
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GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 3/6/2010, 13:58




quando si perde una guerra purtoppo succede...
certamente l'urrs fu inflessibile contro i suoi ex nemici,mentre gli alleati per questioni di opportunita politica furono molto piu comprensivi
 
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Van Hanegem
view post Posted on 4/6/2010, 11:35




Certo, quando si perde una guerra è un disastro.
Però non c'è stato il dovuto rispetto per una nave stupenda.
La Vespucci oggi è considerata una delle navi più belle del mondo e la Cristoforo Colombo non era da meno.
 
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view post Posted on 4/6/2010, 12:19
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Sicuramente, quella non era una nave, era un opera d'arte italiana, qualcosa che i russi non hanno compreso...
 
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GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 4/6/2010, 16:06




non credo che il concetto di arte sovietico si avvicinnasse alla sensibilita occidentale....
 
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angelo23
view post Posted on 2/2/2014, 22:04




Mio padre era imbarcato sulla corvetta IBIS a Taranto quando partì per la Russia il Colombo , e mi raccontò che cambiarono il nome della nave con il Vespucci.
 
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view post Posted on 2/2/2014, 23:54
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Onore a tuo padre. Ho trovato altre notizie riguardo la Colombo. Se vai in questo link, puoi ammirare anche splendite foto...
http://filmatidimare.altervista.org/cristo...erigo-vespucci/

CRISTOFORO COLOMBO il gemello
dell’AMERIGO VESPUCCI

Non tutti sono a conoscenza che l’Amerigo Vespucci avesse un gemello, il Cristoforo Colombo. Oggi parleremo del Cristoforo colombo e sarà qualcosa di nuovo per molti. Fare un articolo sull’Amerigo Vespucci è sicuramente molto motivante, ed il desiderio di realizzarlo, in un prossimo futuro, è grande. Certo il Vespucci, il nostro orgoglio nazionale, è conosciuto davvero da tutti per averlo visto da lontano o per averlo visitato o per aver letto i tanti articoli e libri scritti.

Filmati Di Mare ha già creato a settembre 2011, sul proprio account di Facebook, un album fotografico con molte info sul Vespucci e sarebbe semplice trasformarlo in un articolo da pubblicare, ma sarebbe, la nostra, una voce, se pur diversa, ma come tante altre. Forse preferiremo parlare invece, nel prossimo articolo, del primo Amerigo Vespucci [anche questa nave, come la Cristoforo Colombo, sconosciuta a molte persone]



Francesco Rotundi progettò le navi-scuola “C. Colombo”. e “A. Vespucci”.

Passeggiando per la villa comunale di Foggia, sarà capitato a molti di imbattersi nel busto eretto a Francesco Rotundi, ma in tanti non sapranno che questo illustre figlio della città di Foggia è stato uno dei più grandi progettisti navali di tutti i tempi.
Egli nacque a Foggia il 10 luglio del 1885
Stroncato da un morbo crudele si spense, all’età di soli 60 anni a Roma il 25 ottobre 1945.
Laureatosi in ingegneria navale e meccanica, entrò in Marina come tenente del Genio e fu destinato all’Arsenale di Venezia. E da Venezia Francesco Rotundi, iniziò la sua carriera luminosa di grande tecnico che, dotato di eccezionali capacità realizzatrici ed organizzatrici, gli valsero il generale riconoscimento dei superiori e dei colleghi.

Un episodio lo mise subito in evidenza: la nave “S. Giorgio” si era incagliata nello stretto di Messina ed egli era imbarcato come Capitano del Genio Navale sul “Volturno”. Il giovane ufficiale seppe organizzare talmente bene il salvataggio della nave che essa poté raggiungere il bacino di carenaggio con i propri mezzi. Per questo salvataggio i Superiori lo vollero nel “Comitato Progetti Navi” dove si svolse tutta la sua luminosa carriera e rifulse la sua capacità tecnica che lo impose all’ammirazione generale.
Per un breve periodo Francesco Rotundi abbandonò la sua attività al “Comitato Progetti Navi” perché fu incaricato come Vice-Comandante del Cantiere di Castellammare di Stabia, ove era in costruzione la nave scuola “Cristoforo Colombo” che egli stesso aveva progettato.
Da giovane progettò le navi posamine tipo “Legnano” poi le navi-scuola “C. Colombo”. e “A. Vespucci”.
Francesco Rotundi ha avuto ruoli molto importanti in Marina. manganofoggia.it/rotundi
Non tutti sanno che l’Amerigo Vespucci ha avuto un gemello!
La foto introduttiva: Regia Nave Amerigo Vespucci e RN Cristoforo Colombo all’ancora accostati nel Golfo della Spezia.
Le due unità costituivano la Divisione Navi Scuola ed effettuarono insieme nove Campagne di Istruzione in Mediterraneo, Nord Europa e Atlantico, fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
In questa immagine si possono notare le differenze costruttive delle due unità.
Le più evidenti sono una diversa inclinazione del bompresso (più orizzontale nel Cristoforo Colombo), il diverso attacco delle sartie (a filo di murata per il Vespucci, esterno con parasartie sull’impavesata per il Colombo) e l’assenza, su quest’ultimo, delle imbarcazioni maggiori sistemate a centro nave e pertanto mancante del relativo bigo di carico, che si nota sul Vespucci fra l’albero maestro ed il trinchetto. Il Cristoforo Colombo, inoltre aveva due eliche coassiali mentre il Vespucci ne aveva solamente una.
Sul Colombo, inoltre, non c’era la plancia a poppa ove è situato il timone a quattro ruote e gli alberi erano leggermente più bassi. Si racconta che, durante la navigazione nell’istmo di Corinto il Colombo riuscì a passare sotto il ponte che congiunge le due sponde, mentre il Vespucci lo toccò con l’albero maestro che si danneggiò.
Qualche info sul Cristoforo Colombo
Nave Scuola Cristoforo Colombo, il gemello del Vespucci
Nella seconda metà degli anni Venti la Marina Militare Italiana rinnovò le Unità destinate all’addestramento degli Allievi dell’Accademia Navale, e lo Stato Maggiore ritenne che, nonostante lo sviluppo della nuova flotta fosse orientato verso una tecnologia sempre più avanzata, la scuola migliore per i suoi equipaggi fosse quella a bordo di una nave a vela, che subisce maggiormente i condizionamenti del mare e del vento. Nel 1925 per iniziativa dell’Ammiraglio Giuseppe Sirianni, Ministro della Marina, fu decisa la costruzione di due Navi Scuola, Amerigo Vespucci e il Cristoforo Colombo. Il progetto fu affidato al Tenente Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi, il quale, nel disegnarne le forme, si ispirò a quelle di un vascello della fine del Settecento inizi Ottocento, non a caso le fasce bianche rappresentano le due linee di cannoni dei vascelli ai quali il progettista si era ispirato. Il Cristoforo Colombo fu impostato sugli scali del Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia il 15 aprile 1926, fu varato il 4 aprile 1928 ed entrò in servizio il 1° luglio dello stesso anno, e fu la prima delle due Unità ad essere impiegata come Nave Scuola. Le due navi effettuarono insieme nove Campagne di Istruzione in Mediterraneo, Nord Europa e Atlantico, fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il Vespucci ed il Colombo presentavano alcune differenze, fra cui le più evidenti erano una diversa inclinazione del bompresso, il diverso attacco del le sartie che per il Vespucci è a filo della murata, mentre per il Colombo era esterno, inoltre sul Colombo c’era l’assenza delle imbarcazioni maggiori sistemate a centro nave e del relativo albero di carico. Il Colombo, inoltre aveva, per filare le catene delle ancore, due occhi di cubia per mascone, mentre il Vespucci, ne aveva uno solo. Sul Colombo, lo scafo, la struttura, i ponti e i tronchi portanti degli alberi e del bompresso erano in acciaio, così come i pennoni e le sartie. La nave era divisa in tre ponti principali: ponte di coperta, ponte di batteria e corridoio, con castello a prora e cassero a poppa. La copertura del ponte, del castello, del cassero e le rifiniture erano in legno di teak. La propulsione principale era a vela, costituita da ventisei vele di tela olona, la cui superficie totale misurava 2.824 metri quadrati. La propulsione secondaria era costituita da due motori diesel elettrici accoppiati più due dinamo. Nel 1949 con la firma del trattato di pace a Parigi, si stabilì che il Cristoforo Colombo venisse ceduto all’Unione Sovietica. La nave, nel febbraio 1949, venne trasferita ad Augusta dove passò in disarmo in attesa della consegna. Nel marzo 1949 con la sigla Z 18, raggiunse Odessa, dove avvenne la consegna ai sovietici. Al comando dell’unità venne destinato il Capitano di Corvetta Nikolaj Korzun. Le cambiarono il nome in Dunay, ovvero Danubio, e ad Odessa i sovietici, allo scopo di cancellare il ricordo dell’italianità della nave, ridipinsero lo scafo di colore grigiastro al posto della colorazione bianca e nera che riportava ai ponti delle batterie dei cannoni tipica dei vascelli da guerra della fine del settecento. Nella Marina Sovietica, la nave, assegnata alla 78ª Brigata di addestramento, venne utilizzata saltuariamente come nave scuola ad Odessa nelle acque del Mar Nero fino al 1959, quando passò alle dipendenze della Scuola Superiore del Ministero della Marina di Leningrado che nel 1960 la destinò all’Istituto Nautico di Odessa. Nel 1961 avrebbe dovuto essere sottoposta a costosi lavori di manutenzione, che mai furono iniziati, anzi nel frattempo, venne disalberata ed adibita a nave di trasporto per il legno finché nel 1963 bruciò insieme al suo carico nelle acque sovietiche e poiché venne ritenuto economicamente sconveniente un suo recupero, venne radiata dall’albo delle navi nello stesso anno, restando abbandonata e semidistrutta per altri otto anni fino al 1971, anno in cui decisero definitivamente di demolirla. ottante.it/blog

Attualmente naviga solo la nave Amerigo Vespucci, con la quale la Marina Militare Italiana effettua le campagne addestrative degli Allievi Ufficiali.
I due velieri vennero impostati e costruiti nel Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia (NA).
Il progetto di entrambi, molto simili e per questo spesso li si considera gemelli, nonostante le differenze sopra descrittte. Il Cristoforo Colombo nacque poco prima dell’altra nave scuola,Amerigo Vespucci.

Motto dell’unità: Navigare ed osare
Veliero con attrezzatura velica “armata a nave” aveva i tre alberi verticali ed il bompresso dotati di pennoni e vele quadre; le vele erano di taglio: i fiocchi a prora, fra l’abero di bompresso ed il trinchetto, gli stralli, fra il trinchetto e il maestra e la randa dotata di boma e picco, sulla mezzana.
La superficie totale velica era di circa 2600 metri quadri; le vele di tela olona (canapa) erano manovrate da circa 20.00 metri di cavi di canapa e manilla costruiti nella Corderia di Castellammare di Stabia costruita nel 1793 dopo un decennio dall’entrata in funzione dell’annesso cantiere.
Immediatamente dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, le due navi scuola si trovavano a Fiume e. obbedendo agli ordini, il Colombo ed il Vespucci salparono alla volta di Brindisi con a bordo gli allievi dell’Accademia di Livorno del corso Argonauti. Al largo di Ancona incrociarono il sommergibile Ametista al comando del Sottotenente di Vascello Ginocchio che comunicò al Comandante Morin del Gruppo Navi Scuola, che la città era in mano tedesca e che il sommergibile stava per autoaffondarsi per non cadere in mano nemica. I due velieri riuscirono ad entrare nel porto di Brindisi il 10 settembre.
Terminata la guerra, il Colombo riprese la sua attività e, nel mese di novembre 1946, al comando del Capitano di Fregata Giovanni Adalberto, si trovò impegnata in un pericoloso fortunale al largo di Cagliari, che mise a dura prova le qualità nautiche della
nave, del comandante e dell’equipaggio, tanto è vero che furono oggetto di un particolare “Elogio” da parte del Ministero della Marina. Un’altra tempesta, che lacerò le vele e fece rischiare il naufragio al Colombo avvenne alla fine del mese di gennaio 1947
nella crociera Napoli-Genova. La nave, però, riuscì anche questa volta a ripararsi nel golfo di Juan per poi ancorarsi nei pressi del faro di La Garoupe nella Costa Azzurra.Come abbiamo già sopra descritto, alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1949. in base al trattato di pace di Parigi, il Colombo dovette essere ceduto all’unione Sovietica.
Si racconta che, in effetti, la nave ceduta all’U.R.S.S fosse il Vespucci e non il Colombo, essendo quest’ultima, sebbene più vecchia, in migliori condizioni generali. Ma questa rimane solo una supposizione.
La nave fu ceduta non senza incidenti. A Taranto, dove erano ormeggiate le navi da consegnare all’URSS, manifestazioni di dissenso e tentativi di sabotaggio. Non si doveva consegnare agli stranieri l’orgoglio della Marina! Diversi marinai si stavano organizzando per mettere dell’esplosivo sotto la carena e far saltare in aria la nave; furono scoperti ed arrestati dalla polizia, dai carabinieri e dal controspionaggio della Marina. Antonio Cimmino marinai.it

Propulsione principale: ventisei vele di tela olona (canapa) per un totale 2.824 mq.
Vele dell’albero maestro (dal basso verso l’alto): trevo di maestra, gabbia fissa, gabbia volante, gran velaccio, controvelaccio.
Albero di mezzana: randa, contromezzana, contromezzana volante, controbelvedere, belvedere.
Albero di trinchetto: trevo di trinchetto, parrocchetto fisso, parrocchetto volante, velaccino, controvelaccino.
Albero di bompresso: controfiocco, fiocco, gran fiocco, trinchettina.
Vele di strallo: strallo di belvedere, strallo di contromezzana tra maestra e mezzana, strallo di controvelaccio e strallo di velaccio tra maestra e trinchetto.
Propulsione secondaria: apparato composto da due motori diesel elettrici accoppiati + 2 dinamo. Disponeva di 2 eliche coassiali controrotanti.
Velocità Velocità a vela 10 nodi, Velocità di crociera a motore 7 nodi
Combustibile gasolio

Il Cristoforo Colombo fu impostato il 15 aprile 1926 e venne varato il 4 aprile 1928. Il suo primo nome fu “Patria”, venne però cambiato quando era ancora in costruzione. Entrò in servizio il 1° luglio 1928 e svolse la sua attività fino al 1943.

Ha il primato di essere stata la 100° costruzione dell’allora Regio Cantiere Navale di Castellammare di Stabia!

Il Vespucci invece venne varato il 22 febbraio 1931 ed entrò in servizio, a fianco del Colombo, nel luglio dello stesso anno.
Effettuarono assieme le Campagne di Istruzione per ben nove volte. Solcarono i mari volgendosi sia nel Mar Mediterraneo, sia nel Nord Europa, che nell’Oceano Atlantico, fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

La Regia Nave Cristoforo Colombo sui vasi nel cantiere di Castellammare poco prima del varo. (foto sotto)

Se già è difficile avere notizie del Vespucci, si può immaginare quanto lo sia nei riguardi del Colombo, che tra l’altro è stato ceduto ed è stato anche demolito.
Nella Sala Consiglio del Vespucci sono esposti due quadri ad olio, rappresentanti lo sbarco di Colombo a San Salvador e il suo rientro in Spagna, che si trovavano sul “gemello” Cristoforo Colombo

Un ringraziamento al sig. Beppino per aver fornito questa foto, ma soprattutto perché è una delle maestranze che lavorano in Arsenale e che si preoccupano di riportare tutte le navi allo splendore, comprese quelle particolari come i velieri.

La polena del Cristoforo Colombo fu realizzata da un esperto artigiano: Domenico Amici.

Si ispirò al ritratto più verosimile del navigatore, cioè all’opera del pittore della corte di Spagna Pedro Berruguete. Nel dipinto il navigatore è raffigurato con i capelli rossi, il viso lungo e il naso aquilino.

La polena è custodita al museo navale di La Spezia, perché fu sbarcata prima che la nave partisse per Odessa nel 1949. Il grande navigatore è rappresentato con il braccio destro teso nell’atto di indicare il nuovo mondo. Il viso dimostra la sua soddisfazione nel momento dell’avvistamento della terra.

L’artigiano Domenico Amici nacque ad Orbetello il 30 ottobre 1893 e frequentò le scuole d’arte a Cascina. Nel 1913 giunse alla Spezia e realizzò molte apprezzate opere tra le quali anche alcuni stemmi di navi di battaglia. Il figlio dell’artista, Boris Amici, che a quel tempo aveva circa 23 anni, contribuì alla realizzazione sgrossando il legno di cipresso della polena. Con soddisfazione può dire di aver visto nascere l’opera nel laboratorio di via Fazio angolo via Manin. mondovespucci.com

Altre differenze tra i due velieri sono queste.

Il Colombo aveva due occhi di Cubia per mascone per filare le ancore, il Vespucci ne ha uno solo.
Si dice che il fumaiolo del Colombo fosse più basso di quello del Vespucci e quindi quasi invisibile.
Sembra inoltre che la baleniera del Colombo sia stata tolta, prima della cessione alla Russia, e sia stata posizionata sul Vespucci.

Le leggende poi, vista la brutta e prematura fine del Colombo, nascono molto facilmente. Una di queste afferma addirittura che: il drammatico incendio che danneggiò il Colombo fu provocato da un blitz, organizzato da ex Ufficiali della Regia Marina, che non sopportavano una fine simile per questo gioiello di nave. Vederla trasformata in nave da trasporto legname era un oltraggio che andava vendicato e così, questi uomini, si dice addirittura capitanati da Julio Valerio Borghese, incendiarono la nave, perché … “meglio distrutta che umiliata” mondovespucci.com


La nave Dunay, ex Regia Nave Cristoforo Colombo, uscita dal cantiere di Odessa, impavesata il giorno della consegna alla Marina Sovietica. Sparita la scritta CRISTOFORO COLOMBO sul giardinetto e la splendida colorazione dello scafo, della plancia e dell’alberatura, l’unità non sarà mai più il veliero più ammirato al mondo.
Saltuariamente operativa sino al 1959, dopo qualche anno di utilizzo per l’addestramento l’unità finirà abbandonata a marcire sino al suo smantellamento.

http://filmatidimare.altervista.org/cristo...erigo-vespucci/


 
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