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Campagna d'Etiopia

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Italoromano
view post Posted on 12/10/2010, 22:38




CITAZIONE (Civis @ 12/10/2010, 18:31)
I modus operandi inglesi e italiani avevano ben poco di diverso, sia gli italiani che gli inglesi, durante la guerra in etiopia e la seconda guerra mondiale, sparavano sui veicoli per trasporto medico.. e gli italiani usarono anche il gas nell'africa orientale, sugli ospedali da campo.. fu un crimine contro l'umanità, non per l'intento colonialista, ma per il modo in cui venne combattuta.

___________________________________________________________


Peraltro si potrebbe istituire una sorta di parallelo tra il massacro inglese dei fedeli sikh al "Tempio d'Oro" di Amritsar, nel 1919, e la strage (tutta italiana) dei monaci copti dell'antico monastero di Debra Libanos, nel 1937: la furia repressiva del colonialismo non mancò di abbattersi financo su inermi uomini di fede.

E pur non essendo affatto io un terzomondista, non posso dimenticare.


 
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Civis
view post Posted on 13/10/2010, 15:48




Ci è andata bene finchè il nemico combatteva con archi e frecce.. appena il nemico ha trovato un fucile, le cose hanno cominciato ad andare male.
 
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Il Littore
view post Posted on 13/10/2010, 17:09




CITAZIONE (Civis @ 13/10/2010, 16:48)
Ci è andata bene finchè il nemico combatteva con archi e frecce.. appena il nemico ha trovato un fucile, le cose hanno cominciato ad andare male.

Non diciamo cazzate. Avevano un sacco di artiglieria leggera, e alcuni pezzi d'artiglieria pesante donati loro da inglesi e tedeschi.
Non dimentichiamoci poi dei proiettili Dum-Dum :rolleyes:

CITAZIONE (Italoromano @ 12/10/2010, 23:38)
la strage (tutta italiana) dei monaci copti dell'antico monastero di Debra Libanos, nel 1937

Graziani si incazzava spesso quando gli rovinavano i piani.
 
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Civis
view post Posted on 13/10/2010, 17:11




Si vabbè... vogliamo mettere a confronto l'esercito etiope con quello italiano? A parte che eravamo dei criminali di guerra, crimini per cui abbiamo pagato, in denaro, fino a non molto tempo fa.. secondo non mi pare che ne il fascismo, ne il colonialismo, ne le stragi che abbiamo compiuto contro popolazioni indifese, siano motivo di vanto e di prestigio..

Ci sono tanti motivi per cui vale la pena essere fieri di essere italiani, ma la campagna di etiopia non è certo tra essi
 
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Il Littore
view post Posted on 13/10/2010, 17:19




CITAZIONE (Civis @ 13/10/2010, 18:11)
Si vabbè... vogliamo mettere a confronto l'esercito etiope con quello italiano?

Non ho detto questo. Ho solo detto che l'affermazione "archi e frecce" è fuori luogo.
CITAZIONE
A parte che eravamo dei criminali di guerra, crimini per cui abbiamo pagato, in denaro, fino a non molto tempo fa..

Purtroppo è cosa assai grave rendere grande la propria Nazione agli occhi del Mondo. :rolleyes:
CITAZIONE
secondo non mi pare che ne il fascismo, ne il colonialismo, ne le stragi che abbiamo compiuto contro popolazioni indivese, siano motivo di vanto e di prestigio..

Il Fine era visto come prestigioso. E tutto il Popolo, seppur in breve periodo, beneficiò dell'Impresa Africana. Oggi col senno di poi non è sicuramente motivo di vanto: ma all'epoca soggiogare un popolo considerato inferiore come l'Impero Romano che domina sui barbari, era visto come qualcosa di mitico.
 
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Civis
view post Posted on 13/10/2010, 17:24




CITAZIONE (Il Littore @ 13/10/2010, 18:19)
Purtroppo è cosa assai grave rendere grande la propria Nazione agli occhi del Mondo. :rolleyes:

Il Fine era visto come prestigioso. E tutto il Popolo, seppur in breve periodo, beneficiò dell'Impresa Africana. Oggi col senno di poi non è sicuramente motivo di vanto: ma all'epoca soggiogare un popolo di carnagione scura, come l'Impero Romano che domina sui barbari, era visto come qualcosa di mitico.

Rendere grande la propria nazione massacrando civili innocenti e invadendo nazioni indipendenti? E da quando l'impero romano si estese anche in Etiopia? Non li hanno neanche mai visti i romani loro.. e comunque un imperatore romano come si deve non avrebbe mai attaccato senza aver la certezza di vittoria, calcolando anche le conseguenze.. quindi ne Mussolini ne il re ne Graziani erano degni di chiamarsi "eredi dei romani", perchè ci hanno condotto alla sconfitta più umiliante e totale.
 
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Il Littore
view post Posted on 13/10/2010, 17:36




CITAZIONE (Civis @ 13/10/2010, 18:24)
Rendere grande la propria nazione massacrando civili innocenti e invadendo nazioni indipendenti?

1 - La maggior parte dei "massacri" verso i civili, in realtà veramente pochi, sono stati straordinariamente limitati al dopoguerra. E furono solo opera dell'eccessivo zelo di Graziani, durante il suo viceregno.
2 - In primis, la "povera indipendente Etiopia" aveva chiare mire su alcuni nostri territori(es. Assab). In secundis è storicamente appurato che molti Ras, con le loro truppe, fecero centinaia di incursioni nei nostri territori, derubando, violentando e distruggendo tutto. Per poi ritornare pieni di gaiezza oltreconfine. Un agglomerato feudale del genere, per quanto indipendente, faceva girare i maroni a molti. Anche se questi storicamente non passeranno come il Casus Belli ufficiale(Ual-Ual).
CITAZIONE
E da quando l'impero romano si estese anche in Etiopia? Non li hanno neanche mai visti i romani loro..

Ho utilizzato l'avverbio "come". Rileggi grazie.
CITAZIONE
e comunque un imperatore romano come si deve non avrebbe mai attaccato senza aver la certezza di vittoria, calcolando anche le conseguenze.. quindi ne Mussolini ne il re ne Graziani erano degni di chiamarsi "eredi dei romani", perchè ci hanno condotto alla sconfitta più umiliante e totale.

Ehm, stiamo parlando della Campagna d'Etiopia. E se non erro, fu stravinta. :rolleyes:
 
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Italoromano
view post Posted on 13/10/2010, 17:43




Che sia stata vinta è indubbio; ed anche in maniera brillante, caro Littore.

Peraltro le milizie feudali etiopiche - che, malgrado le riforme di Hailè Selassiè, l'Etiopia non ebbe mai un vero esercito nazionale - a seconda del loro ras di riferimento potevano esser anche ben armate (alcuni per es. avevano i fucili dotati di proiettili a punta cava, i famigerati "dum dum", vietati dalle leggi di guerra).

Ma venne in un'epoca in cui oramai le altre potenze coloniali stavano di fatto arretrando, a partire dall'Inghilterra che aveva già istituito il Commonwealth per federare le sue ex-colonie; era poi strategicamente indifendibile, e difatti fu conquistata dal nemico nel giro di pochi mesi (gli oltre 200mila soldati colà dispiegati avrebbero potuto usarli ben diversamente).

Infine, già durante la campagna abissina (dicembre 1935) qualche bombetta sugli ospedali della Croce Rossa l'han tirata, gli italici velivoli della Regia...
 
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Il Littore
view post Posted on 13/10/2010, 17:51




Mussolini se ne fregava delle tende della Croce Rossa[Britannica]. Anche perchè, spesso, ivi si celavano molti soldati/miliziani etiopici. Il "non sparate sulla Croce Rossa" era un motto che non funzionava con i coloni italiani.

Alla fine dei giochi posso solo dirti che noi in 5 anni abbiamo fatto molto. Ed infatti molte città etiopiche odierne si poggiano su nostre strutture e piani regolatori.
SPOILER (click to view)
Non dimenticherò mai un etiope incontrato un giorno su un bus di linea, che studiava diritto canonico a Roma. Costui era un inviato della Chiesa al governo di Addis Abeba, evidentemente un funzionario di rango medio. Insomma, costui mi ha detto che Addis Abeba è grande e fiorente, proprio grazie agli Italiani. E che, nonostante la guerra, quello fu un bel periodo.
[Evidentemente il raffronto con quello successivo è impossibile :D]
 
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eveline1
view post Posted on 13/10/2010, 18:20




<<eccessivo zelo >>

Lo chiamerei barbaro compiacimento
 
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view post Posted on 13/10/2010, 18:46
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Io sono scettico per quel che riguarda i crimini italiani e non credo affatto che i nostri antenati si siano comportati peggio di altri popoli colonizzatori. Riguardo l'Etiopia, ancora oggi c'è chi diffonde falsità. Ad esempio, c'è la famosa storiella dell'iprite, propaganda sicuramente voluta dagli Alleati per darci contro...

LA GUERRA D’ETIOPIA E “I GAS DI MUSSOLINI”
di Filippo Giannini

Allora, gli italiani nella guerra etiopica usarono o no i gas asfissianti? Prima di entrare nel merito sarà bene ricordare che quando l’Italia affrontò quell’impresa, Francia e Inghilterra profetizzarono che, qualora il nostro Paese fosse riuscito a vincere quella guerra, questa sarebbe durata non meno di cinque anni e con perdite inimmaginabili. Grande fu lo scorno della “Perfida Albione” allorquando quel conflitto si risolse per noi vittoriosamente in una manciata di mesi. Ecco allora venir fuori il motivo: “Hanno vinto perché usarono i gas asfissianti”. E’ sempre difficile tentare di confutare certi argomenti, quelli cioé che riguardano “il feroce volto del fascismo”, il minimo che può capitare al malcapitato che si dovesse avventurare nell’impresa sarebbe quella di essere marchiato di “revisionismo”, il che equivale ad una infamia.
In occasione del cinquantenario dell’impresa etiopica ed esattamente il 3 ottobre 1985, il primo canale televisivo della RAI, mandò in onda una trasmissione che doveva essere rievocativa e la direzione fu affidata ad Angelo Del Boca. Come è ormai uso in casi del genere, il programma “non prevedeva” alcuna controparte e, di conseguenza, lascio al lettore stabilire il livello di quello che doveva essere una tale ricostruzione storica.
Angelo Del Boca, è l’autore del volume “I gas di Mussolini” e non centellina le accuse di “brutalità” e “la ferocia del tiranno” a danno di quell’infelice Paese: l’Etiopia.
Per inquadrare il grado di attendibilità dell’Autore, trascrivo quanto ha riportato a pagina 45 del libro in questione: <montanelli ad esempio ha finalmente (?) ammesso l’impiego dei gas in Etiopia (...)>. E’ oltremodo strano che uno “storico”, fornito di ampia documentazione, senta la necessità di ricevere approvazione alle sue tesi da parte di un giornalista anche se del prestigio di Indro Montanelli. Nella realtà il De Boca asserisce una grossa inesattezza; infatti Montanelli in data 12 gennaio 1996 su “Il Messaggero” ribadisce: <se la guerra a cui ho partecipato corrisponde a questi connotati, vuol dire che io ne ho fatta un’altra. Che non c’ero. Ma quali gas?>. Alla domanda: <lei continua a non credere nei gas?> Montanelli rispose: <vorrebbe dire che ero cieco, sordo, imbecille. No, guardi di quelle cose non c’era traccia. Una cosa sono le carte, che possono anche essere scritte per la circostanza, un’altra le testimonianze vissute>.
Prima di passare alle “testimonianze vissute”, per inquadrare nel suo insieme quanto si sta trattando, è interessante riportare:
a) un altro passo del volume in questione, dove l’Autore attesta: <il mio lavoro vuol essere una sorta di deterrente contro i fantasmi del passato (...)>. Non è certamente una garanzia di indipendenza di giudizio questa dichiarazione: un ricercatore non può scrivere “contro qualcosa o qualcuno”;
b) una precisazione del De Boca che attesta che i bombardamenti chimici continuarono fino al ‘39, nella fase di ‘pacificazione’ delle colonie conquistate. Precisa lo ‘storico’: <non ho dubbio alcuno e i documenti comprovano che sulla testa degli etiopici il regime (!) scaricò dalle 2000 alle 2500 bombe per complessive 500 tonnellate di aggressivi chimici. Questo è stato il nostro regalo. Sono cifre assodate>. I “documenti” a cui Del Boca fa riferimento sono noti da diversi anni, ma quel che non è noto è la conseguenzialitità con cui si giunse a quei “documenti”, non la loro reale autenticità, e attesto questo perché da troppi anni, per motivi che nulla hanno a che vedere con la Storia, troppi falsi hanno circondato gli avvenimenti di “quei” venti anni. E passiamo alle “testimonianze vissute”.
Pietro Romano, “Il Giornale” del 18/2/96: <all’epoca ero un semplice gregario del gruppo Diamanti. Poiché il mio reparto, come è risaputo, operò sempre in avanguardia nel Tigrai e altrove, nessuno dei suoi gregari sarebbe sfuggito alle contaminazioni, se fossero stati usati i gas (...). Posso assicurare che i gas non furono mai usati>. Il Colonnello Giuseppe Spelorzo in data 18/3/96 mi ha, fra l’altro, scritto: <ho la buona sensazione che il Sig.... e gli altri cretinissimi italiani ne sappiano molto meno di me. Già, io ho avuto la ventura di percorrere tutto l’Impero A.O.I. (...) mai sentito parlare di gas (...)>. Sempre il Colonnello Spelorzo, ma in data 12/6 ha ribadito: <i gas! Nessun militare del nostro esercito conquistatore era dotato di maschere antigas! Ne sono testimone vivente: sbarcato a Mogadiscio il 24 giugno 1935, rimbarcato a Massaua il 28 marzo 1938!>. Uno dei punti nodali è “la maschera antigas”. Nessuno, per quanto ne sappia, ha mai accennato che il nostro contingente avesse in dotazione quel tipo di protezione; infatti se il vento avesse cambiato improvvisamente direzione (e in quelle latitudini la cosa era più che probabile), l’iprite avrebbe investito coloro che l’avevano lanciata e disporre della “maschera” doveva essere il minimo della prevenzione. Segue l’interessante dichiarazione del Sig. Giovanni De Simone su “Il Giornale d’Italia” del 23 marzo 1996:<(...) In A.O.I. non vennero usati i gas. Se così non fosse io sarei stato il primo a saperlo prestando servizio al Sim ove giungevano decrittati tutti i messaggi della intera rete radio del nemico captati dal “Centro intercettazioni” di Forte Bracci; un vero libro aperto per noi in possesso di “decifratore”. Mai rilevata una parola sui gas>
E ancora “Il Giornale d’Italia” del 29/4/96, il Sig. Giulio Del Rosso testimonia: <posso tranquillamente affermare che nel settore del fronte etiopico, dal fiume Mareb, confine fra l’Eritrea e l’Etiopia, fino al Lago Tana (oltre 1000 Km. pedibus calcantibus) ove ha operato il VI° Corpo d’Armata, comandato dal generale Babbini e del quale faceva parte il mio reparto, non sono mai stati impiegati gas tossici. Avevo raggiunto, io, Addis Abeba dopo le ostilità ed avevo avuto l’occasione di contatti con commilitoni provenienti da altri fronti e da altre località ove si susseguirono battaglie cruente e sanguinose, non ho mai sentito la parola ‘gas’ (...). Altra perla, me la riferì una graziosa francesina incontrata a Firenze nel ‘37, secondo la quale giornali francesi ed inglesi riportavano che noi Cc.Nn. avremmo mangiato a colazione bambini abissini>.
Lo stesso Winston Churchill nella sua “La Seconda Guerra Mondiale”, a pag. 210, esclude l’uso dei gas nei seguenti termini: <i gas asfissianti sebbene di sicuro effetto contro gli indigeni non avrebbero certo accresciuto prestigio al nome d’Italia nel mondo>.
Vittorio Mussolini che all’epoca era al comando di una squadriglia di bombardieri mi disse: <mai usati i gas. E noi dell’aeronautica che avremmo dovuto trasportarli e sganciarli, dovevamo pur esserne a conoscenza>. Non so se il Del Boca, nel suo libro, ha ricordato che ai prigionieri caduti in mano abissina venivano riservati trattamenti diabolici: l’evirazione era la norma comune.
Non è male ricordare un fatto che traumatizzò l’opinione pubblica nazionale:
il 13 febbraio 1936 a Mai Lahlà operava, ubicato imprudentemente oltre il Mareb, un cantiere Gondrand. Su questo opificio piombò una banda di 2000 guerriglieri abissini al comando del Ras Immirù, che dopo aver ucciso in modo atroce tutti gli operai, torturarono, come sapevano far loro, l’ingegnere milanese Cesare Rocca fino ad ucciderlo. Violentarono ripetutamente la moglie Lidia Maffioli e, prima di finirla, le misero in bocca i testicoli del marito. Nel caso del genere, contro gli autori di simili misfatti, l’uso dei gas sarebbe stato più che motivato. Le Convenzioni de l’Aja e di Ginevra tra l’altro stabilivano: <(...) La rappresaglia è, cioé, un atto di violenza isolata nel tempo e nello spazio, avente lo scopo di imporre il rispetto del diritto in relazione ad una violazione subita>. E ancor più chiaramente precisavano: <la scelta delle misure da infliggere spetta allo Stato offeso. Questo, però, prima di passare all’azione, deve assicurarsi che l’offensore non voglia o non possa riparare il danno>. Questi episodi (che poi non erano tali, ma la norma), non erano “propaganda fascista”, ciò è dimostrato dal fatto che vennero denunciati anche dai Governi pre-fascisti, in occasione delle disastrose spedizioni effettuate in quel periodo e in quelle località. In merito a quegli avvenimenti accaduti alla fine del XIX secolo, il Del Boca attesta: <e Se la prima guerra d’Africa fu condotta in maniera cavalleresca, quella intrapresa dal fascismo fu invece di sterminio (!) e di sopraffazione>. Non so se queste dichiarazioni possono essere tacciate di impudenza o di cos’altro; infatti evirare i prigionieri e sotterrarli vivi (notizie di fonte inglese) era una “maniera cavalleresca” di condurre la guerra. Altra testimonianza interessante è quella dello storico scozzese Denis M. Smith, non certo sospetto di nutrire simpatie per il regime mussoliniano, esprime uguali perplessità; nella sua biografia su “Mussolini” riconosce che: <l’impiego dei gas è forse un fatto meno rilevante dei grandi sforzi prodigati per celarlo (...) contrastava con la missione civilizzatrice (...) e la vittoria con atrocità illegali avrebbe danneggiato il prestigio fascista>.
Ugualmente interessante è quanto ha scritto il signor Francesco Deosanti (“Giornale d’Italia” dell’1/4/96): <da metà febbraio 1935 a metà giugno 1936, fui sottufficiale in servizio presso la Capitaneria di Porto di Massaua (...), non dimenticherò mai quella mattina, credo di febbraio 1936, quando registrai un piroscafo di 500/600 tonnellate con un carico di 25 tonnellate di ‘iprite’ (...)> Il Sig. Deosanti così continua: <ho conosciuto recentemente un ex sottufficiale del Genio, che faceva parte della Colonna Graziani da Belet Ven (in Somalia) ad Addis Abeba, che mi ha detto: “Non ho mai sentito parlare di gas”>. Che una nave trasporti ‘iprite’ non prova che quel gas sia stato usato per scopi bellici. Infatti, durante la Seconda Guerra Mondiale e precisamente dopo l’8 settembre 1943, alcuni bombardieri tedeschi colpirono delle navi alleate alla fonda nel porto di Bari. Una di queste trasportava un gas venefico, probabilmente ‘iprite’. La nave, centrata da una bomba, si incendiò diffondendo il gas letale nel centro abitato che causò centinaia di morti. Ancor oggi il fatto è accuratamente celato, anche se tanti fusti di quel pericoloso gas giacciono, tutt’ora, nel fondale Adriatico. Una nave alleata trasportava ‘iprite’ e nessuno ha mai accusato gli alleati di averlo usato per fini contrari alle Convenzioni Internazionali. Per concludere. Nel compilare questo articolo contattai il generale Angelo Bastiani, presidente del gruppo Medaglie d’Oro, recentemente scomparso. Alla mia domanda, sdegnato mi rispose: <e’ una vigliaccata, rieccoci con le carognate. Io e i miei indigeni eravamo le avanguardie di ogni assalto, ci avrebbero almeno dato le maschere antigas. Alla battaglia conclusiva di Maiceo, al lago Ashraghi, quella a cui partecipò anche il Negus; perché lui che ne avrebbe avuto tutto l’interesse mai disse che lo combattemmo coi gas?>.
Giro le domande: 1) perché nessun milite italiano fu mai fornito di maschere antigas? 2) Perché il Negus, benché fosse di casa alla Società delle Nazioni, mai denunciò l’uso di ‘armi illegali’ da parte degli italiani?

http://nerononpercaso.ilcannocchiale.it/post/1809626.html
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Italoromano
view post Posted on 13/10/2010, 20:57






Caro peppero, il dottor Giannini dimentica che Mussolini in persona con un telegramma diretto a Badoglio, il 28 dicembre del 1935, autorizzava esplicitamente il comandante in capo ad impiegare ovunque lo ritenesse necessario i gas - senza specificare quali - ed i lanciafiamme.
E' un documento storico ufficiale, facilmente rintracciabile.

Ora: è pur vero che sull'entità delle armi a gas usate il dibattito è ancora vivissimo (e qui Giannini ha ben ragione di denunciare la tendenza di Del Boca ad esagerare le stime e cifre disponibili), tuttavia che siano stati usati è indiscutibile.




p.s. Nel suo articolo il Giannini persiste a scrivere di gas "asfissianti" eppoi cita l'iprite, che però è un gas di tipo vescicante, ossia altamente corrosivo della cute umana... ;)
 
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view post Posted on 14/10/2010, 13:10
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Il fatto che ci sia un telegramma non prova che sia mai stata realizzata la cosa, tant'è che manco il Negus ne parla. Inoltre riguardo le stragi esistono una mole di carte e foto false che servirono agli Alleati per gettare discredito sull'Italia e muoverci contro le altre nazioni. Robaccia che gira ancora oggi (e che ricorda tanto la recente vicenda Saddam e le sue armi di distruzione di massa). Se crediamo a queste cose, dobbiamo credere anche agli italiani cannibali che per colazione mangiavano bambini abissini, come raccontano francesi e inglesi. Preferisco fidarmi di Vittorio Mussolini, che ha negato la cosa, o di testimoni come Deosanti, Romano, De Simone, Spelorzo, Bastiani, Del Rosso etc che furono presenti in quei luoghi nei giorni di guerra e che stranamente uscirono illesi.

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CITAZIONE (Italoromano @ 13/10/2010, 21:57)
p.s. Nel suo articolo il Giannini persiste a scrivere di gas "asfissianti" eppoi cita l'iprite, che però è un gas di tipo vescicante, ossia altamente corrosivo della cute umana... ;)

La classificazione come vescicante è giusta, ma in tossicologia è altrettanto noto che un alta concentrazione di iprite che contiene l'agente chimico soffocante o asfissiante Cloro provoca danni all'apparato respiratorio come stenosi bronchiale etc.


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Haxeln
view post Posted on 14/10/2010, 13:15




l'invasione comunque fu un dramma per la popolazione locale, nonostante a noi ci ha portato l'impero
fortuna che anche questa pagina si è chiusa
 
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GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 14/10/2010, 13:19




CITAZIONE (Peppero @ 14/10/2010, 14:10)
Il fatto che ci sia un telegramma non prova che sia mai stata realizzata la cosa, tant'è che manco il Negus ne parla. Inoltre riguardo le stragi esistono una mole di carte e foto false che servirono agli Alleati per gettare discredito sull'Italia e muoverci contro le altre nazioni. Robaccia che gira ancora oggi (e che ricorda tanto la recente vicenda Saddam e le sue armi di distruzione di massa). Se crediamo a queste cose, dobbiamo credere anche agli italiani cannibali che per colazione mangiavano bambini abissini, come raccontano francesi e inglesi. Preferisco fidarmi di Vittorio Mussolini, che ha negato la cosa, o di testimoni come Deosanti, Romano, De Simone, Spelorzo, Bastiani, Del Rosso etc che furono presenti in quei luoghi nei giorni di guerra e che stranamente uscirono illesi.

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CITAZIONE (Italoromano @ 13/10/2010, 21:57)
p.s. Nel suo articolo il Giannini persiste a scrivere di gas "asfissianti" eppoi cita l'iprite, che però è un gas di tipo vescicante, ossia altamente corrosivo della cute umana... ;)

La classificazione come vescicante è giusta, ma in tossicologia è altrettanto noto che un alta concentrazione di iprite che contiene l'agente chimico soffocante o asfissiante Cloro provoca danni all'apparato respiratorio come stenosi bronchiale etc.


(IMG:http://www.adnkronos.com/IGN/Assets/Imgs/A...ta--400x300.jpg)

peronami ,ma l epersone che hai citato non sono militari? credi forse che il regio esercito potesse ammettere ufficialmente di fare uso di armi chimich eche violavano le convenzioni internazionali? non sarebbe stato onorevole per le nostre forze armate,e non mi sorprenderebbe che ex militari,a prescindere che fossero fascisti o meno ,lo abbiano negato anche dopo negli anni successivi
 
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103 replies since 5/10/2010, 23:14   1892 views
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