Italoromano |
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| L'11 novembre del 1944 i microfoni di Radio Londra diffondono nell'Italia occupata il testo del cosiddetto "proclama di Alexander", col quale il generale britannico Harold Alexander, comandante in capo alleato nello scacchiere italiano, esortava le varie formazioni partigiane a cessare immantinentemente qualsivoglia operazione su vasta scala, in quanto l'irrigidimento della resistenza tedesca sulla Linea Gotica, abbinato al contemporaneo irrigidimento delle condizioni climatiche - si era oramai giunti quasi in inverno inoltrato - sull'appennino toscoemiliano, impedivano de facto ogni ulteriore avanzata anglostatunitense verso Bologna e la valle del Po.
Discorso ineccepibile sul piano tecnico-militare, esso però segnò un duro colpo al morale dei partigiani, impegnati da mesi nel tentativo di agevolare l'offensiva alleata scatenata il 26 agosto contro le (solide) posizioni tedesche costituenti la (famigerata) Linea Gotica; di fatto, si ridussero anche i rifornimenti, per quanto di lì a poco, col vertice romano del 7 dicembre, le forze armate clandestine del Clnai ricevessero il pieno e legittimante riconoscimento tanto dell'alto comando alleato, quanto del governo di I. Bonomi.
Soltanto in marzo sarebbero state in grado di riorganizzarsi.
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