Forum Patriottismo - Patria, Nazione, Irredentismo, Italia, Tradizione, Storia, Geografia, Cultura, Politica, Attualità, Società

Il Fascismo e la sintesi Socialista Nazionale

« Older   Newer »
  Share  
Tiberio Sempronio Gracco
view post Posted on 27/11/2010, 19:22




Il Fascismo non è un fenomeno esclusivamente italiano. Le sue radici ideologiche ed il suo Humus Culturale affondano nell'Europa del primo Novecento, in particolare nella Francia. E' in Francia che inizia ad opera dei sindacalisti rivoluzionari guidati da George Sorel una revisione antimaterialista del marxismo; è in Francia che prima dello scoppio della Grande Guerra si attua quel connubio tra Socialismo e Nazionalismo; è sempre in Francia che si dipartono quei filoni socio-culturali che saranno la base dell'Ideologia Fascista. A dispetto di chi sostiene che il Fascismo non ebbe una ideologia e che fu il risultato di una "improvvisazione", che non ebbe matrici culturali a differenza del marxismo e del liberalismo, a smentire queste farneticazioni è Zeev Sternhell in "Nascita dell'ideologia fascista" e nel saggio che qui vi propongo.

LA SINTESI SOCIALISTA-NAZIONALE
Da Z. STEKNHELL, Né destra né sinistra. La nascita dell’ideologia fascista, Akropolis, Napoli 1984, pp. 15-20; 23-33; 37-38 (ed. or. Ni droite, ni gauche. L’ideologie fasciste en trance, Seuil, Paris 1983). Estratto da “Il Fascismo – Le interpretazioni dei contemporanei e degli storici” Renzo De Felice


Lo scopo di questo libro è di proporre un’analisi del fascismo che sia il riflesso della società francese. È quello di tentare di indicare e di comprendere le strutture di un fenomeno politico, di ritrovare la natura di un’ideologia, di rintracciare le caratteristiche di uno spirito e di un temperamento osservando la provetta francese. Il fatto è che la Francia, per uno studio del genere, offre delle condizioni particolarmente favorevoli: l’era fascista è stata, in questo paese, quella dei movimenti e delle ideologie, e non quella di un regime. Poiché è prima di aver conquistato il potere, prima che pressioni e compromessi li trasformino in gruppi governativi simili a tutti gli altri, che i movimenti e le idee offrono la loro immagine più fedele. La natura di un’ideologia politica è sempre più chiara nelle aspirazioni che nell’applicazione. È in Francia che la destra radicale acquista più rapidamente le caratteristiche essenziali del fascismo; è sempre in Francia che questo processo arriva più rapidamente al suo termine — alla vigilia della grande guerra. La parola non esiste allora, ma il fenomeno è già lì, provvisto di un quadro concettuale ben solido. Per diventare una forza politica non aspetta altro che il fiorire delle condizioni socio-economiche propizie, cioè: una disoccupazione estesa, una classe media impoverita, dei piccolo-borghesi terrorizzati. L’ondata delle idee fasciste in Francia non può essere messa sul solo conto della guerra. Ancor meno su quello dei successi di Mussolini in Italia o della ascesa del nazismo in Germania. Certamente, anche in Francia la guerra ha svolto il suo ruolo infinitamente importante di catalizzatore delle condizioni psicologiche, economiche e sociali favorevoli al mutamento del pensiero fascista in forza politica, ma essa non ha questo effetto di cesura, sia al livello degli uomini che a quello delle ideologie e dei movimenti, per quanto ci si diverta ad attribuirglielo.
Se non si può imputare alla guerra la nascita del fenomeno fascista, è essenzialmente perché, tutto sommato, il fascismo è nel contempo il risultato di una crisi della democrazia liberale e di una crisi del socialismo. È una rivolta contro la società borghese, i suoi valori morali, le sue strutture politiche e sociali, il suo modo di vivere. Il fascismo si presenta così come l’espressione di una rottura che reca tutti i segni di una crisi di civiltà. Ecco perché il fascismo, nonostante si alimenti di differenti aspetti della crisi del marxismo, non potrebbe nemmeno essere considerato come una semplice immagine riflessa del marxismo, oppure la sua esistenza come una semplice reazione al marxismo: si tratta infatti di un fenomeno che possiede un proprio grado di autonomia, di indipendenza intellettuale.
Fascismo e marxismo hanno un punto in comune: entrambi vogliono la distruzione del vecchio ordine di cose, di cui sono dei prodotti, per rimpiazzarlo con strutture politiche e sociali diverse. È in questo che l’ideologia fascista è un’ideologia rivoluzionaria. Anche se non intende attaccare tutte le strutture economiche tradizionali, anche se intende colpire solo il capitalismo e non la proprietà privata e la nozione di profitto. In una società borghese che pratica la democrazia liberale, un’ideologia che spinge l’esaltazione dello Stato fino a identificarlo con la nazione e afferma il primato del politico fino a concepire lo Stato come unico signore di tutta la vita sociale e di ogni valore spirituale, un’ideologia che si concepisce, in ultima analisi, come l’antitesi del liberalismo e dell’individualismo è un’ideologia rivoluzionaria. Un’ideologia che preconizza una società organica non può essere che refrattaria al pluralismo politico, così come non può che rifiutare le forme più palesi dell’ingiustizia sociale.
Fonte: http://primatofascista.com/?p=161
Continua a leggere

Edited by Peppero - 28/11/2010, 00:04
 
Top
eveline1
view post Posted on 27/11/2010, 19:56




<<l’ideologia fascista è un’ideologia rivoluzionaria>>

Distillato di ignoranza.Reazione NON E' rivoluzione.
 
Top
Tiberio Sempronio Gracco
view post Posted on 27/11/2010, 20:21




CITAZIONE (eveline1 @ 27/11/2010, 19:56) 
<<l’ideologia fascista è un’ideologia rivoluzionaria>>

Distillato di ignoranza.Reazione NON E' rivoluzione.

Al di la della tua propaganda marxista, non credo ci possano essere più oggettivi dubbi nell'ambito della storiografia circa la valenza rivoluzionaria dell'ideologia fascista, che di fatto si propone di scalzare e distruggere il regime esistente per sostituirlo con nuove istituzioni e per affermare il proprio modello economico, politico e sociale. D'altronde non mi pare che tu nell'alto della tua presunzione ti sia scomodato più di tanto di confutare le tesi del professor Zeev Sternhell, che dunque restano valide fino a prova contraria.
 
Top
GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 27/11/2010, 20:33




CITAZIONE (Tiberio Sempronio Gracco @ 27/11/2010, 20:21) 
CITAZIONE (eveline1 @ 27/11/2010, 19:56) 
<<l’ideologia fascista è un’ideologia rivoluzionaria>>

Distillato di ignoranza.Reazione NON E' rivoluzione.

Al di la della tua propaganda marxista, non credo ci possano essere più oggettivi dubbi nell'ambito della storiografia circa la valenza rivoluzionaria dell'ideologia fascista, che di fatto si propone di scalzare e distruggere il regime esistente per sostituirlo con nuove istituzioni e per affermare il proprio modello economico, politico e sociale. D'altronde non mi pare che tu nell'alto della tua presunzione ti sia scomodato più di tanto di confutare le tesi del professor Zeev Sternhell, che dunque restano valide fino a prova contraria.

se lo scopo era questo si tratta di una rivoluzione fallita...non mi pare che il fascismo abbia distrutto le istituzioni(la camera,il senato,la monarchia ,la chiesa),ne durante il ventennio,ne durante la repubblica sociale(vista la tutela tedesca).Tuttalpiu le ha occupate.........
 
Top
Il Littore
view post Posted on 27/11/2010, 20:44




Mica Rivoluzione è sinonimo di Distruzione :O
 
Top
GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 27/11/2010, 21:14




CITAZIONE (Il Littore @ 27/11/2010, 20:44) 
Mica Rivoluzione è sinonimo di Distruzione :O

quelle riuscite di solito si....
 
Top
Tiberio Sempronio Gracco
view post Posted on 27/11/2010, 21:23




CITAZIONE (GIUSEPPE MAZZINI @ 27/11/2010, 20:33) 
CITAZIONE (Tiberio Sempronio Gracco @ 27/11/2010, 20:21) 
Al di la della tua propaganda marxista, non credo ci possano essere più oggettivi dubbi nell'ambito della storiografia circa la valenza rivoluzionaria dell'ideologia fascista, che di fatto si propone di scalzare e distruggere il regime esistente per sostituirlo con nuove istituzioni e per affermare il proprio modello economico, politico e sociale. D'altronde non mi pare che tu nell'alto della tua presunzione ti sia scomodato più di tanto di confutare le tesi del professor Zeev Sternhell, che dunque restano valide fino a prova contraria.

se lo scopo era questo si tratta di una rivoluzione fallita...non mi pare che il fascismo abbia distrutto le istituzioni(la camera,il senato,la monarchia ,la chiesa),ne durante il ventennio,ne durante la repubblica sociale(vista la tutela tedesca).Tuttalpiu le ha occupate.........

Chiariamo anzitutto il significato di Rivoluzione. Secondo Mussolini...
La rivoluzione non è il caos, non è il disordine, non è lo sfasciamento di ogni attività, di ogni vincolo della vita sociale, come opinano gli estremisti idioti di certi paesi; la rivoluzione ha un senso e una portata storica soltanto quando rappresenta un ordine superiore, un sistema politico, economico, morale di una sfera più elevata; altrimenti è la reazione, è la Vandea. La rivoluzione è una disciplina che si sostituisce a un’altra disciplina, è una gerarchia che prende il posto di un’altra gerarchia. ( Benito Mussolini, Opera Omnia , a cura di Edoardo e Duilio Susmel , Firenze, 1958, vol. IX, pg. 78 )

A differenza della rivoluzione bolscevica, che demolisce e DISTRUGGE tutto quanto, la rivoluzione fascista viene attuata in maniera lenta ma graduale. Non a caso i fascisti la definivano rivoluzione permanente. Scrive al tal proposito Bottai:

Dalla Russia ci viene un esempio d'una rivoluzione che cammina a ritroso. La rivoluzione russa sta subendo un processo di involuzione. Ha cominciato con una distruzione totale, e deve ricostruire, giorno per giorno, ciò che ha distrutto. All'affermazione integrale succede una graduale autonegazione. La rivoluzione-catapulta si trasforma in rivoluzione-gambero. Il Fascismo, che ha, tra gli altri, il merito di sostanziare in sé esperienze del passato e di svilupparle secondo un piano logico, non poteva mettere la sua rivoluzione sul punto di subire il medesimo scacco. Così, mentre il suo svolgimento è stato misurato per tempi e inquadrato nei duri limiti delle circostanze, ha subito imbrigliata la sua rivoluzione per regolarne il passo.
www.paginadelleidee.net/7_politica/politica29.htm

Le stesse istituzioni cui tu accenni è vero che rimasero in vita, ma FURONO SVUOTATE DI OGNI POTERE POLITICO. La chiesa, che il fascismo non vuole distruggere perchè non è un movimento anticlericale, fu privata dell'educazione politica dei giovani, alcune sue istituzioni sciolte (vedi boy scout) e i suoi insegnamenti ristretti nel mero ambito della religione. La monarchia di fatto non aveva nessun potere e poté rialzare la testa solo con la sconfitta del regime. La camera dei deputati venne sciolta nel 1939 e sostituita dalla Camera del Lavoro (meglio nota come Camera dei Fasci e delle Corporazioni) con una rappresentanza nuova. Di fatto la Rivoluzione Fascista distrusse il regime liberale e creò uno Stato Totalitario, con un partito unico, con la volontà di integrare il Popolo nello Stato che veniva identificato con la Nazione. Il fascismo era una rivoluzione in divenire, questa rivoluzione fu interrotta con la sconfitta militare.

Edited by Peppero - 28/11/2010, 00:10
 
Top
Il Littore
view post Posted on 27/11/2010, 21:23




Rivoluzionare per noi Fascisti significa "rinnovare", non distruggere. Evidentemente ogni idea ha il suo concetto.
 
Top
GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 27/11/2010, 21:43




CITAZIONE (Tiberio Sempronio Gracco @ 27/11/2010, 21:23) 
CITAZIONE (GIUSEPPE MAZZINI @ 27/11/2010, 20:33) 
se lo scopo era questo si tratta di una rivoluzione fallita...non mi pare che il fascismo abbia distrutto le istituzioni(la camera,il senato,la monarchia ,la chiesa),ne durante il ventennio,ne durante la repubblica sociale(vista la tutela tedesca).Tuttalpiu le ha occupate.........

Chiariamo anzitutto il significato di Rivoluzione. Secondo Mussolini...
La rivoluzione non è il caos, non è il disordine, non è lo sfasciamento di ogni attività, di ogni vincolo della vita sociale, come opinano gli estremisti idioti di certi paesi; la rivoluzione ha un senso e una portata storica soltanto quando rappresenta un ordine superiore, un sistema politico, economico, morale di una sfera più elevata; altrimenti è la reazione, è la Vandea. La rivoluzione è una disciplina che si sostituisce a un’altra disciplina, è una gerarchia che prende il posto di un’altra gerarchia. ( Benito Mussolini, Opera Omnia , a cura di Edoardo e Duilio Susmel , Firenze, 1958, vol. IX, pg. 78 )

A differenza della rivoluzione bolscevica, che demolisce e DISTRUGGE tutto quanto, la rivoluzione fascista viene attuata in maniera lenta ma graduale. Non a caso i fascisti la definivano rivoluzione permanente. Scrive al tal proposito Bottai:

Dalla Russia ci viene un esempio d'una rivoluzione che cammina a ritroso. La rivoluzione russa sta subendo un processo di involuzione. Ha cominciato con una distruzione totale, e deve ricostruire, giorno per giorno, ciò che ha distrutto. All'affermazione integrale succede una graduale autonegazione. La rivoluzione-catapulta si trasforma in rivoluzione-gambero. Il Fascismo, che ha, tra gli altri, il merito di sostanziare in sé esperienze del passato e di svilupparle secondo un piano logico, non poteva mettere la sua rivoluzione sul punto di subire il medesimo scacco. Così, mentre il suo svolgimento è stato misurato per tempi e inquadrato nei duri limiti delle circostanze, ha subito imbrigliata la sua rivoluzione per regolarne il passo.

Le stesse istituzioni cui tu accenni è vero che rimasero in vita, ma FURONO SVUOTATE DI OGNI POTERE POLITICO. La chiesa, che il fascismo non vuole distruggere perchè non è un movimento anticlericale, fu privata dell'educazione politica dei giovani, alcune sue istituzioni sciolte (vedi boy scout) e i suoi insegnamenti ristretti nel mero ambito della religione. La monarchia di fatto non aveva nessun potere e poté rialzare la testa solo con la sconfitta del regime. La camera dei deputati venne sciolta nel 1939 e sostituita dalla Camera del Lavoro (meglio nota come Camera dei Fasci e delle Corporazioni) con una rappresentanza nuova. Di fatto la Rivoluzione Fascista distrusse il regime liberale e creò uno Stato Totalitario, con un partito unico, con la volontà di integrare il Popolo nello Stato che veniva identificato con la Nazione. Il fascismo era una rivoluzione in divenire, questa rivoluzione fu interrotta con la sconfitta militare.

sarebbe piu esatto dire che la monarchia SI LASCIO svuotare di ogni potere....la amrina e ampi settori dellìesercito e delle forze armate non furono mai completamente sotto il controllo del regime,poiche di provata fede monarchica....non ho nemmeno capito in cosa consiste la rivoluzione economica del fascismo ad esempio...nel liberismo(economico) dei primi anni del regime ?
non metto in dubbio gli scopi del regime,quello che metto in dubbio è ,guerra a parte ,quanto fossero stati raggiunti....apparentemente si,nella realta dei fatti basto un ordine del giorno a far crollare il regime e tutte le sue istituzioni...al contario del naziamo in germania,il quale si dimostro refrattario a qualsiasi condizionamento interno....anche culturale:un benedetto croce a piede libero non sarebbe stato mai tollerato in germania.....

CITAZIONE (Il Littore @ 27/11/2010, 21:23) 
Rivoluzionare per noi Fascisti significa "rinnovare", non distruggere. Evidentemente ogni idea ha il suo concetto.

azzo,allora siete dei riformisti piu che dei rivoluzionari :asd:
 
Top
Tiberio Sempronio Gracco
view post Posted on 29/11/2010, 02:25




CITAZIONE
sarebbe piu esatto dire che la monarchia SI LASCIO svuotare di ogni potere....la amrina e ampi settori dellìesercito e delle forze armate non furono mai completamente sotto il controllo del regime,poiche di provata fede monarchica....

Il Gran Consiglio del Fascismo si arrogava il diritto di esprimersi sulla successione dinastica, atto certamente rivoluzionario che non ha precedenti in nessun regime monarchico. Non si era mai visto l'organo supremo di un partito politico divenire organo dello Stato e potere esprimersi per legge sulla successione al Trono e attribuzioni/prerogative della Corona.

Sull'esercito c'è da dire che alla vigilia della marcia su Roma non si è dimostrato molto fedele alla monarchia. Alcuni generali erano apertamente fascisti, altri (vedi Diaz) sconsigliarono al re di opporsi all'ascesa del fascismo dicendo testualmente: "Sire l'esercito è fedele, ma io vi sconsiglierei di metterlo alla prova". Dubito che se dopo la conquista dell'impero (1936) il fascismo si fosse sbarazzato della monarchia, i militari si sarebbero sollevati contro il regime.

CITAZIONE
non ho nemmeno capito in cosa consiste la rivoluzione economica del fascismo ad esempio...nel liberismo(economico) dei primi anni del regime ?

Nel Corporativismo Economico e conseguente socializzazione delle imprese.

CITAZIONE
non metto in dubbio gli scopi del regime,quello che metto in dubbio è ,guerra a parte ,quanto fossero stati raggiunti....apparentemente si,nella realta dei fatti basto un ordine del giorno a far crollare il regime e tutte le sue istituzioni...al contario del naziamo in germania,il quale si dimostro refrattario a qualsiasi condizionamento interno....anche culturale:un benedetto croce a piede libero non sarebbe stato mai tollerato in germania.....

A rovesciare il regime non fu l'ordine del giorno del 25 luglio 1943, ma la disfatta militare e la conseguente invasione anglo-americana.
 
Top
GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 29/11/2010, 13:01




CITAZIONE (Tiberio Sempronio Gracco @ 29/11/2010, 02:25) 
CITAZIONE
sarebbe piu esatto dire che la monarchia SI LASCIO svuotare di ogni potere....la amrina e ampi settori dellìesercito e delle forze armate non furono mai completamente sotto il controllo del regime,poiche di provata fede monarchica....

Il Gran Consiglio del Fascismo si arrogava il diritto di esprimersi sulla successione dinastica, atto certamente rivoluzionario che non ha precedenti in nessun regime monarchico. Non si era mai visto l'organo supremo di un partito politico divenire organo dello Stato e potere esprimersi per legge sulla successione al Trono e attribuzioni/prerogative della Corona.

Sull'esercito c'è da dire che alla vigilia della marcia su Roma non si è dimostrato molto fedele alla monarchia. Alcuni generali erano apertamente fascisti, altri (vedi Diaz) sconsigliarono al re di opporsi all'ascesa del fascismo dicendo testualmente: "Sire l'esercito è fedele, ma io vi sconsiglierei di metterlo alla prova". Dubito che se dopo la conquista dell'impero (1936) il fascismo si fosse sbarazzato della monarchia, i militari si sarebbero sollevati contro il regime.

CITAZIONE
non ho nemmeno capito in cosa consiste la rivoluzione economica del fascismo ad esempio...nel liberismo(economico) dei primi anni del regime ?

Nel Corporativismo Economico e conseguente socializzazione delle imprese.

CITAZIONE
non metto in dubbio gli scopi del regime,quello che metto in dubbio è ,guerra a parte ,quanto fossero stati raggiunti....apparentemente si,nella realta dei fatti basto un ordine del giorno a far crollare il regime e tutte le sue istituzioni...al contario del naziamo in germania,il quale si dimostro refrattario a qualsiasi condizionamento interno....anche culturale:un benedetto croce a piede libero non sarebbe stato mai tollerato in germania.....

A rovesciare il regime non fu l'ordine del giorno del 25 luglio 1943, ma la disfatta militare e la conseguente invasione anglo-americana.

resta il fatto che senza l'intervento di hitler il fascismo in italia,salvo pochi fedelissimi,sarebbe sparito da un giorno all'altro.....
 
Top
eveline1
view post Posted on 29/11/2010, 13:37




<<scomodato>>

Se era riferito a me.E' :scomodat-A.
Donna.Ben felice di esserlo.
 
Top
Italoromano
view post Posted on 29/11/2010, 16:32




CITAZIONE (eveline1 @ 27/11/2010, 19:56) 
<<l’ideologia fascista è un’ideologia rivoluzionaria>>

Distillato di ignoranza.Reazione NON E' rivoluzione.

_________________________________________________________


Lo storico - insigne ed autorevolissimo - di cui TSG ha citato un brano, ossia Zeev Sternhell, è un ebreo dichiaratamente di sinistra, che al tema ha dedicato tutta la sua vita e che non può esser derubricato a mero propagandista reazionario.

Io, che fascista non lo sono mai stato, nè nutro particolari simpatie per detto fenomeno, trovo del tutto normale parlare di una sorta di genuina carica rivoluzionaria del fascismo - o quantomeno del primo fascismo, quello non ancora fattosi regime - senza per questo ritenere di fornire la benchè minima legittimazione ad un'esperienza storica morta e sepolta (e quindi non più resuscitabile).

Ma forse tu, in materia di analisi storica del fascismo, sei ferma ancora alle tesi togliattiane sul "regime reazionario di massa" esposte durante il congresso di Lione, e non hai ancora letto nemmeno Angelo Tasca, che credo segni già un'evoluzione negli studi sull'argomento (ma qui abbisogneremmo dell'autorevole intervento dipanatore dell'amico Allosanfans), sforzandosi di andare oltre la tradizionale - ed a mio modesto avviso superficiale - visione del fascismo come "cane da guardia del capitale", mero "strumento della reazione borghese", ecc...

p.s. Avrei una domanda da fare agli amici Littore e TSG: non è ipotizzabile che tanto il caarattere graduale della rivoluzione fascista quanto la sua minore sanguinarietà rispetto ad analoghi esperimenti storici ad esso contemporanei (vedi Urss e Terzo Reich) siano dovuti, più che all'originaria impostazione dottrinale, alle precise condizioni dell'Italia degli anni '20, monarchica e cattolica?
 
Top
GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 29/11/2010, 17:08




se vuoi la mia opinione italo,è vero a metà:il fascismo alle origini anti-clericale e anti-borghese è potuto salire al potere solo grazie alla piccola borghesia e a una sorta di patto di non belligerenza con le istituzioni ecclesiastiche,diventato poi 'inciucio' con i successivi patti lateranensi....la mia valutazione personale è che l'originaria 'rivoluzionarieta' del pensiero fascista(quello di san sepolcro)si sia del tutto persa nell'istituzione del regime di governo:il quale ha avuto sin dall'inizio una leggittimazione agli occhi dell'opinione pubblica,anche non fascista ,dall'incarico dato dal re a mussolini nel 22 '....in tutto questo la famosa marcia su roma è stato piu che altro un intermezzo ,una sfilata di gala per uno sviluppo forse inevitabile della politica italiana.nel contesto di uno stato liberale accortocciato su se stesso e nel pericolo dell'estremismo della classe proletaria pilotato dalla parte piu estrema del fronte di sinistra...al re(e non solo a lui) il fascismo sembrava la soluzione perfetta....
In tutto questo a me non sembra cosi assurdo definire il regime (poi ch e il fascismo in se per se) 'reazione'....al di la della sua carica rivoluzionaria il fascismo si pose certamente alla testa di un fronte di forze reazionarie,le quali erano disposte ,pur di conservare le istituzioni fondamentali dello stato e della societa (la monarchia,la chiesa ,i vertici economici e militari)che vedevano minacciate da un arivoluzione ,ben piu terrificante ai loro occhi,che tutto questo aveva intenzione di distruggerlo,ad appoggiare l'ascesa e lo sviluppo di un tipo di regime che sostanzialmente ne avrebbe permesso la conservazione....Tutto quello,insomma,che lo stato liberale non riusciva piu a garantire
L'ascesa del nazismo in germania mi sembra sulla stessa falsariga...
mentre certamente il regime sovietico ha vissuto un'altra evoluzione

 
Top
Il Littore
view post Posted on 29/11/2010, 18:16




CITAZIONE (Italoromano @ 29/11/2010, 16:32) 
Avrei una domanda da fare agli amici Littore e TSG: non è ipotizzabile che tanto il caarattere graduale della rivoluzione fascista quanto la sua minore sanguinarietà rispetto ad analoghi esperimenti storici ad esso contemporanei (vedi Urss e Terzo Reich) siano dovuti, più che all'originaria impostazione dottrinale, alle precise condizioni dell'Italia degli anni '20, monarchica e cattolica?

No. La cautela fu dovuta alla sola "fase perpetua" della Rivoluzione Continua: un'innovazione lenta, graduale e non sanguinaria del Regime. Se la Monarchia era al suo posto e la Chiesa pure, era solo perchè Mussolini voleva che fossero ancora li. Il consenso verso di loro era ancora forte, e in una sola decina d'anni sarebbero stati illiquidabili. Bisognava formare prima "generazioni di fascisti", poi si sarebbe pensato a metterli da parte.

CITAZIONE (GIUSEPPE MAZZINI @ 29/11/2010, 17:08) 
la mia valutazione personale è che l'originaria 'rivoluzionarieta' del pensiero fascista(quello di san sepolcro)si sia del tutto persa nell'istituzione del regime di governo:il quale ha avuto sin dall'inizio una leggittimazione agli occhi dell'opinione pubblica,anche non fascista ,dall'incarico dato dal re a mussolini nel 22 '....in tutto questo la famosa marcia su roma è stato piu che altro un intermezzo ,una sfilata di gala per uno sviluppo forse inevitabile della politica italiana.nel contesto di uno stato liberale accortocciato su se stesso e nel pericolo dell'estremismo della classe proletaria pilotato dalla parte piu estrema del fronte di sinistra...al re(e non solo a lui) il fascismo sembrava la soluzione perfetta....

Il Regime è necessario per il Fascismo, per realizzare tutti i programmi di tale idea. E il modo con cui salimmo al potere non andò a pregiudicare l'assetto istituzionale del Partito nè tantomeno la sua carica rivoluzionaria, che fu come ho sottolineato sopra, dilazionata nel tempo nel perfetto stile della rivoluzione continua e permanente. Il Re fece bene i suoi conti, non avrebbe mai potuto combattere su due fronti - il rosso ed il nero.
CITAZIONE
In tutto questo a me non sembra cosi assurdo definire il regime (poi ch e il fascismo in se per se) 'reazione'....al di la della sua carica rivoluzionaria il fascismo si pose certamente alla testa di un fronte di forze reazionarie,le quali erano disposte ,pur di conservare le istituzioni fondamentali dello stato e della societa (la monarchia,la chiesa ,i vertici economici e militari)che vedevano minacciate da un arivoluzione ,ben piu terrificante ai loro occhi,che tutto questo aveva intenzione di distruggerlo,ad appoggiare l'ascesa e lo sviluppo di un tipo di regime che sostanzialmente ne avrebbe permesso la conservazione....Tutto quello,insomma,che lo stato liberale non riusciva piu a garantire
L'ascesa del nazismo in germania mi sembra sulla stessa falsariga...
mentre certamente il regime sovietico ha vissuto un'altra evoluzione

Capisco che per voi socialisti la parola "Rivoluzione" è sinonimo di distruzione, violenza, voltapagina: peccato che è una vostra personale idea di Rivoluzione. La nostra è nettamente meno violenta e più sostanziale. Noi non abbiamo mai perseguitato "una classe" e appoggiato un'altra, abbiamo sempre mediato tra gli uni e gli altri[vedi Classe dei Produttori]; non abbiamo mai distrutto nulla del precedente assetto statale ed abbiamo sempre rivalutato le tradizioni plurimillenarie del nostro Paese.
Abbiamo sempre ripudiato e sempre ripudiamo la concezione bolscevica di Rivoluzione come "spazzar via gli anticlassisti".
 
Top
62 replies since 27/11/2010, 19:22   922 views
  Share