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Patti Lateranensi.

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Italoromano
view post Posted on 12/2/2011, 05:01




Accadeva giusto 82 anni fa: i (famigerati) Patti Lateranensi...

PATTI LATERANENSI
(11 febbraio 1929). Firmati dal cardinale Gasparri per la Santa sede e da B. Mussolini come capo del governo italiano, posero fine alla questione romana. Erano costituiti da tre atti distinti: un trattato, una convenzione finanziaria e un concordato. Il trattato garantiva alla Santa sede un'assoluta indipendenza, riaffermando che la religione cattolica è la sola religione di stato (articolo 1 dello Statuto), e riconosceva la Santa sede come soggetto del diritto internazionale in quanto stato della Città del Vaticano. La Santa sede riconosceva il Regno d'Italia con la capitale a Roma. La convenzione finanziaria impegnava l'Italia a riparare i danni inferti alla Santa sede con l'occupazione di Roma nel 1870 dietro versamento di 750 milioni di lire in contanti e di un miliardo in titoli di stato al cinque per cento. Il concordato imponeva ai vescovi di giurare fedeltà allo stato italiano, ma soprattutto stabiliva alcuni sostanziosi privilegi per la Chiesa cattolica: al matrimonio religioso venivano riconosciuti effetti civili e le cause di nullità ricadevano sotto i tribunali ecclesiastici; l'insegnamento della dottrina cattolica, definita fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica, diventava obbligatorio nelle scuole elementari e medie; i preti spretati o colpiti da censura ecclesiastica non potevano ottenere o conservare nessun impiego pubblico nello stato italiano. I Patti lateranensi costituirono per il regime fascista una preziosa legittimazione; legando il concordato, cui soprattutto teneva, al trattato, a sua volta la Chiesa si garantì da mutamenti unilaterali al primo riservandosi la possibilità di riaprire la questione romana. Dopo la caduta del fascismo il concordato fu oggetto di un'aspra battaglia politica durante i lavori dell'Assemblea costituente. La Democrazia cristiana sostenne quello che sarebbe poi diventato l'articolo 7 della Costituzione repubblicana che recepiva il complesso dei Patti come base dei rapporti fra stato e Chiesa e stabiliva che il concordato poteva essere modificato unilateralmente dallo stato italiano solo attraverso la stessa complessa procedura prevista per la revisione della Costituzione. Le forze laiche presenti nell'Assemblea costituente si opposero a questa soluzione, che recepiva surrettiziamente nella Costituzione punti del concordato palesemente in contrasto con le sue disposizioni in materia di libertà religiosa. L'articolo 7 fu infine approvato con l'essenziale contributo del voto favorevole del Partito comunista, motivato dalla volontà di evitare che la repubblica nascesse senza il riconoscimento della Chiesa e con il rischio di aggiungere una divisione religiosa ai molti motivi di debolezza della nuova costruzione politica che già esistevano.

S. Guarracino

www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/p/p088.htm



Edited by Peppero - 13/2/2011, 16:55
 
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view post Posted on 13/2/2011, 16:53
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Guarracino dice diverse cose giuste, ma non sono daccordo su un punto. L'articolo 7 della Costituzione (prima ancora art. 5 Cost.) non aveva bisogno dell'approvazione comunista per passare, perché la DC aveva già la maggioranza dei voti. Quindi il contributo dato dagli uomini di Togliatti non fu affatto essenziale, come invece afferma l'autore, e servì solo a rafforzare una certa divisione all'interno della sinistra italiana. Inoltre i comunisti erano sin dal principio contrari alla cosa e solo una parte dei "compagni" accettò di seguire la svolta di Togliatti.
 
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Italoromano
view post Posted on 13/2/2011, 18:03




CITAZIONE (Peppero @ 13/2/2011, 16:53) 
Guarracino dice diverse cose giuste, ma non sono daccordo su un punto. L'articolo 7 della Costituzione (prima ancora art. 5 Cost.) non aveva bisogno dell'approvazione comunista per passare, perché la DC aveva già la maggioranza dei voti. Quindi il contributo dato dagli uomini di Togliatti non fu affatto essenziale, come invece afferma l'autore, e servì solo a rafforzare una certa divisione all'interno della sinistra italiana. Inoltre i comunisti erano sin dal principio contrari alla cosa e solo una parte dei "compagni" accettò di seguire la svolta di Togliatti.

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Alle elezioni per la Costituente, se non vado errato, la Dc aveva raccolto il 36% circa dei voti, quindi poteva contare direttamente grosso modo su 1/3 dei deputati; i partiti laici minori erano contrari alla costituzionalizzazione dell'intesa concordataria, quindi se non proprio necessaria - nel qual caso ti pregherei di rendermi edotto sulle esatte proporzioni del consenso all'art. 7 tra i costituenti - fu quantomeno assai importante perchè andò in direzione della c.d. "pace religiosa", tantopiù necessaria da salvaguardare dopo la fuoriuscita delle sinistre marxiste dalla maggioranza di governo (fine maggio '47), elemento di per sè già potenzialmente destabilizzatore della concordia dei partiti ciellenisti e quindi anche dell 'ordine pubblico.

p.s. Verissimo poi che molti comunisti non furon entusiasti della posizione, come pure vi si opposero i socialisti nenniani, ma nel Pci vigeva pur sempre il c.d. "centralismo democratico", per cui le decisioni prese dal vertice erano poi rispettate e sostenute dalla base (dalla famigerata "svolta di Salerno" dell'aprile '44 è sostanzialmente sempre stato così).
 
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view post Posted on 13/2/2011, 19:20
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Chi conferma la cosa, cioè che l'art.7 Cost. sarebbe comunque passato per pochi voti anche senza l'appoggio del PCI è lo stesso senatore Foa, uomo di fede ebraica che nel marzo del 1947 votò contro. Pare inoltre che certi laici, ma la cosa è dibattuta, abbiano sostenuto l'articolo in questione non tanto per la pace religiosa o perché favorevoli alla Chiesa ma perchè furono promessi privilegi e poltrone. Promesse da marinaio. Uno di quelli che ci cascò, a giudicare dalle parole dell'onorevole Basso, fu probabilmente Togliatti: Votò a favore ma poi il suo PCI prese la fregatura.

 
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GIUSEPPE MAZZINI
view post Posted on 13/2/2011, 19:43




semplicimente togliatti non era pazzo e sapeva che semplicemnete non poteva ignorare che la chiesa cattolica,soprattutto in momenti di estrema crisi e debolezza dellle istituzioni politiche dello stato,è un potere con cui in italia si deve fare sempre i conti.....
questo a prescindere dal fatto che la nostra cosstituzione è nata da un compromesso ,e non poteva essere altrimenti
 
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view post Posted on 13/2/2011, 20:02
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Certo, senza compromessi non si va da nessuna parte...
 
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Italoromano
view post Posted on 13/2/2011, 20:15




CITAZIONE (Peppero @ 13/2/2011, 19:20) 
Chi conferma la cosa, cioè che l'art.7 Cost. sarebbe comunque passato per pochi voti anche senza l'appoggio del PCI è lo stesso senatore Foa, uomo di fede ebraica che nel marzo del 1947 votò contro. Pare inoltre che certi laici, ma la cosa è dibattuta, abbiano sostenuto l'articolo in questione non tanto per la pace religiosa o perché favorevoli alla Chiesa ma perchè furono promessi privilegi e poltrone. Promesse da marinaio. Uno di quelli che ci cascò, a giudicare dalle parole dell'onorevole Basso, fu probabilmente Togliatti: Votò a favore ma poi il suo PCI prese la fregatura.

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Non sapevo di questo autorevole parere, e ti ringrazio per averlo riferito.

Stando ai numeri, l'impresa comunque non sarebbe stata affatto semplice, nè tantomeno immediata: considera che Pci e Psi assieme avevano raccolto più voti della Dc, ed i partiti laici minori come liberali e repubblicani avrebbero (presumibilmente) esppresso parere contrario...la mia era, comunque, più che altro una stima di massima.

Comunque la posizione comunista fu apprezzabile, se non altro poichè si manifestò appunto dopo la formazione (30 maggio 1947) del nuovo governo De Gasperi, che vide per la prima volta la rottura dell'unità ciellenista colla fuoruscita dei socialcomunisti dalla maggioranza di governo, e quindi un loro eventuale voto contrario avrebbe potuto spaccaare ulteriormente la società italiana dell'immediato secondo dopoguerra, già fortemente polarizzata.
 
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6 replies since 12/2/2011, 05:01   110 views
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