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L’Italia negata dal Risorgimento

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tammuz
view post Posted on 18/12/2011, 19:55




Sì, in effetti la lingua italiana era conosciuta e usata assai poco tra il popolo fino all'unità d'Italia, e anche successivamente a dire il vero... (d'altra parte tuttora c'è molta gente che non lo sa: basta sentire come parlano certi poltici!). Io avevo fatto questa precisazione perchè purtroppo da qualche tempo ci sono molti che esaltano i dialetti ( chiamati impropriamente "lingue locali"; volendo usare un termine diverso, sarebbe più esatto definirli "idiomi locali") in contrapposizione all'italiano: e questo lo fanno per mera strumetalizzazione politica, perchè vorrebbero dividere l'Italia.
Quanto al mio articolo su Virgilio, lo puoi trovare nella sezione "Teologia, filosofia, ecc" (ho messo finora solo le prime due parti, perchè... è un po' lunghetto...! :rolleyes: ) :italia:
 
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Haxeln
view post Posted on 18/12/2011, 22:50




alla fine i dialetti non possono sostituire l'italiano perchè questa è comunque molto più usata
ad ogni modo l'uso di un dialetto non può comportare un motivo per secedere, proprio perchè l'Italiano è molto usato, senza contare che i dialetti hanno valore non tanto regionale, e neanche provinciale, ma cittadino
i secessionisti vogliono una Italia dei Comuni? suvvia :D
 
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view post Posted on 18/12/2011, 23:32

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nella loro strumentalizzazione arrivano anche ad inventare l'esistenza di lingue regionali, cancellando quindi proprio la varietà dei dialetti (che come giustamente dici sono comunali) che dicono di difendere.
Comunque Tammuz io distinguerei tre uso attivo ed uso passivo della lingua.
Solo il 5% degli italiani sapeva parlare in italiano al momento dell'unità, ma la quasi totalità lo capiva, tant'è che l'opera lirica (che non dimentichiamo fu anche teatro popolare!) era in italiano
 
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Haxeln
view post Posted on 19/12/2011, 10:03




CITAZIONE (dardanide @ 18/12/2011, 23:32) 
nella loro strumentalizzazione arrivano anche ad inventare l'esistenza di lingue regionali, cancellando quindi proprio la varietà dei dialetti (che come giustamente dici sono comunali) che dicono di difendere.
Comunque Tammuz io distinguerei tre uso attivo ed uso passivo della lingua.
Solo il 5% degli italiani sapeva parlare in italiano al momento dell'unità, ma la quasi totalità lo capiva, tant'è che l'opera lirica (che non dimentichiamo fu anche teatro popolare!) era in italiano

i leghisti parlano dell'esistenza di una lingua padana, io gli chiesi che cosa è questa lingua padana, e loro mi dissero che era il lombardo.
a quel punto sono scoppiato a ridere, perchè innanzitutto nella stessa Lombardia non c'è un dialetto unico, e che comunque questa lingua padana, che a loro dire è conosciuta in tutto il nord, non è parlata nelle regioni del nord Italia fuori dalla zona lombarda
in poche parole gli ho fatto capire che il fiorentino( l'Italiano come dicono loro) non può essere equiparato al lombardo( che immagino sia il milanese o il bergamasco) che come si vede ci sono dei dialetti diversi

l'Italiano comunque era parlato dal 10% della popolazione quindi nè al 3% e nè al 5%, ed era lingua franca in tutta la penisola, cioè era conosciuta, ma ancora poco parlata
le opere liriche, le leggi i primi giornali erano scritti in Italiano, compreso i libri :ita:

Edited by Haxeln - 19/12/2011, 10:53
 
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Char08
view post Posted on 19/12/2011, 10:19




CITAZIONE (Haxeln @ 19/12/2011, 10:03) 
CITAZIONE (dardanide @ 18/12/2011, 23:32) 
nella loro strumentalizzazione arrivano anche ad inventare l'esistenza di lingue regionali, cancellando quindi proprio la varietà dei dialetti (che come giustamente dici sono comunali) che dicono di difendere.
Comunque Tammuz io distinguerei tre uso attivo ed uso passivo della lingua.
Solo il 5% degli italiani sapeva parlare in italiano al momento dell'unità, ma la quasi totalità lo capiva, tant'è che l'opera lirica (che non dimentichiamo fu anche teatro popolare!) era in italiano

i leghisti parlano dell'esistenza di una lingua padana, io gli chiesi che cosa è questa lingua padana, e loro mi dissero che era il lombardo.
a quel punto sono scoppiato a ridere, perchè innanzitutto nella stessa Lombardia non c'è un dialetto unico, e che comunque questa lingua padana, che a loro dire è conosciuta in tutto il nord, non è parlata nelle regioni del nord Italia fuori dalla zona lombarda
in poche parole gli ho fatto capire che il fiorentino( l'Italiano come dicono loro) non può essere equiparato al lombardo( che immagino sia il milanese o il bergamasco) che come si vede ci sono dei dialetti diversi

lìItaliano comunque era parlato dal 10% della popolazione quindi nè al 3% e nè al 5%, ed era lingua franca in tutta la penisola, cioè era conosciuta, ma ancora poco parlata
le opere liriche, le leggi i primi giornali erano scritti in Italiano, compreso i libri :ita:

:quoto: :irredentismo:
 
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Dario1990
view post Posted on 21/12/2011, 16:03




CITAZIONE (Haxeln @ 19/12/2011, 10:03) 
CITAZIONE (dardanide @ 18/12/2011, 23:32) 
nella loro strumentalizzazione arrivano anche ad inventare l'esistenza di lingue regionali, cancellando quindi proprio la varietà dei dialetti (che come giustamente dici sono comunali) che dicono di difendere.
Comunque Tammuz io distinguerei tre uso attivo ed uso passivo della lingua.
Solo il 5% degli italiani sapeva parlare in italiano al momento dell'unità, ma la quasi totalità lo capiva, tant'è che l'opera lirica (che non dimentichiamo fu anche teatro popolare!) era in italiano

i leghisti parlano dell'esistenza di una lingua padana, io gli chiesi che cosa è questa lingua padana, e loro mi dissero che era il lombardo.
a quel punto sono scoppiato a ridere, perchè innanzitutto nella stessa Lombardia non c'è un dialetto unico, e che comunque questa lingua padana, che a loro dire è conosciuta in tutto il nord, non è parlata nelle regioni del nord Italia fuori dalla zona lombarda
in poche parole gli ho fatto capire che il fiorentino( l'Italiano come dicono loro) non può essere equiparato al lombardo( che immagino sia il milanese o il bergamasco) che come si vede ci sono dei dialetti diversi

l'Italiano comunque era parlato dal 10% della popolazione quindi nè al 3% e nè al 5%, ed era lingua franca in tutta la penisola, cioè era conosciuta, ma ancora poco parlata
le opere liriche, le leggi i primi giornali erano scritti in Italiano, compreso i libri :ita:

E poi in ogni caso era normale che in un grande paese, dove i mezzi di comunicazioni erano ancora limitate, che la gente parlasse in dialettti diversi. L'Italia non è mica un caso unico. La Francia ha sistematicamente soppresso lingue completamente distinte dal francese - l'occitano, il nizzardo, ed il tedesco, per dare pochi esemi. Anzi, tra tutti i paesi europei, l'Italia è uno degli unici a preservare i dialetti regionali. E, vorrei aggiungere, i dialetti italiani sono molto più simili tra di loro che i "dialetti" ormai estinti in Francia e Gran Bretagna.

Quando le persone parlano del "2% delle persone che parlavano l'italiano" dimostrano una sostanziale mancanza di conoscenza della storia. Fino a quando sono stati inventati nuovi mezzi di comunicazioni come radio e televisione, ogni paese aveva molti dialetti. Anzi, la differenza è che gli stati italiani prima del Risorgimento avevano già dichiarato l'italiano come lingua ufficiale, al contrario di, ripeto, Francia, Gran Bretagna, ecc.... :irredentismo:
 
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Haxeln
view post Posted on 21/12/2011, 17:06




tuttavia solo perchè ci sono i dialetti la Lega vuole la secessione, questo perchè secondo loro i dialetti non sono tutelati in quanto non studiati a scuola.
questa si che è discriminazione :D
e hanno il coraggiodi dire che la Francia tutela le minoranze meglio che in Italia
 
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tammuz
view post Posted on 22/12/2011, 23:44




Che esista una "lingua padana" è una bestialità talmente grossa che non merita nemmeno di essere commentata!
Piuttosto vorrei sapere che ne pensano i leghisti veneti del fatto che vengono sistematicamente subordinati ai "lumbard"... Tra l'altro, la stessa "lega nord" è il risultato della fusione, alla fine anni 80 o primi 90, tra il partitucolo fondato da bossi negi anni 80 e la "Liga veneta" che esisteva, se non erro, fin dagli anni 50, e reclamava, sebbene con scarso seguito, l'indipendenza o quanto meno una forte autonomia delle Venezie, e non certo di una "padania", della quale nessuno parlava. In effetti però questo termine esisteva già prima di essere lanciato dai leghisti, ma con un significato puramente geografico, come sinonimo, peraltro di uso infrequente, di Pianura padana o Val padana, senza alcuna accezione o connotazione di carattere storico-culturale. Questo carattere non l'aveva, non ce l'ha e non l' avrà mai, se non nella mente malata dei leghisti, e soprattutto nei calcoli di coloro, i capi leghisti, che la usano come surrogato di contenuti più seri, totalmente asssenti nel loro partito e nella loro propaganda!
 
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Haxeln
view post Posted on 23/12/2011, 14:05




i leghisti hanno una sola speranza
che il loro consenso aumenti, ma mi dispiace per loro ma dubito che succederà :D
 
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Dario1990
view post Posted on 23/12/2011, 16:12




CITAZIONE (Haxeln @ 23/12/2011, 14:05) 
i leghisti hanno una sola speranza
che il loro consenso aumenti, ma mi dispiace per loro ma dubito che succederà :D

La Lega oggi resiste puramente grazie alle sue politiche anti-immigrazione. Nessuno crede più al "Padanismo."
 
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Haxeln
view post Posted on 23/12/2011, 17:01




CITAZIONE (Dario1990 @ 23/12/2011, 16:12) 
CITAZIONE (Haxeln @ 23/12/2011, 14:05) 
i leghisti hanno una sola speranza
che il loro consenso aumenti, ma mi dispiace per loro ma dubito che succederà :D

La Lega oggi resiste puramente grazie alle sue politiche anti-immigrazione. Nessuno crede più al "Padanismo."

io invece spero che continuano con il loro padanismo, così crollano politicamente( speriamo)

anche io penso che i loro voti sono aumentati per la loro politica anti-immigrazione
 
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gfieramosca
view post Posted on 30/7/2012, 19:14




QUOTE (tammuz @ 17/12/2011, 00:51) 
(risposta a Van Hannegem) Per quanto ne so io, soprattutto in base a testimonianze dirette, le due colonne portanti dell'educazione in Italia, nelle scuole di ogni ordine e grado, erano proprio la religione cattolica, "fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica", come recita l'art. 36 del Concordato, e il culto della patria, per quanto il più delle volte in forma retorica e superficiale (come ho precisato nel mio intervento). E nel fare questo le due istituzioni si sostenevano a vicenda, cosa che del resto era nel reciproco interesse. Questo fino agli anni 60-70, quando con l'avanzata, soprattutto culturale, della sinistra il patriottismo cominciò ad essere considerato "roba di destra" e i preti spinti dal "vento innovatore" postconciliare, smisero di parlare sia di fede sia di patria, per dedicarsi solo all'"impegno sociale", nel quale solo veniva ravvisato il "vero" spirito del cristianesimo. POi il vento è cambiato ancora e, tra molte oscillazioni, si è giunti alla situazione attuale, di cui la lettera di quel vescovo mi sembra un esempio significativo, nel senso che, pur riconoscendo esplicitamente all'inizio la realtà autentica e l'unità della nazione italiana, sembra (almeno a me così è sembrato) che il "messsaggio" recondito che vuole trasmettere ai politici italiani sia: "però state attenti che se osate prendere quache provvedimanto a noi sgradito, potremmo passare dalla parte dei "secessionisti"". Tutto questo in linea con la tendenza della chiesa cattolica, che ho rilevato nel mio secondo intervento, a "storicizzare" la sua azione, ad adeguarsi, soprattutto di fatto, se non nei principi, ai mutamenti sociali, culturali, politici per meglio mantenere la sua grande influenza.

 
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Legionario
view post Posted on 22/8/2012, 17:48




Tammuz, secondo me il discorso dovrebbe essere impostato diversamente. Non ha torto Mons. Luigi Negri quando dice che in Italia l' identità si è formata grazie alla religione cristiana-cattolica e di pari passo con la Chiesa Cattolica. Non mi sembra apologia. Provo a spiegare perchè: il processo di unificazione è "soltanto" un evento che deriva da alcuni fattori. Proprio questi devono essere presi in considerazione per un' oculata analisi: 1 La rivoluzione francese e la controrivoluzione, 2 L'esistena di due entità profondamente radicate Impero e Papato 3 L' ideologia marxista.
Il primo fattore dimostra come il popolo italiano, nelle sue varie conformazioni politiche (Regno del Sud, comuni, etc..) era unito da un comune ethos che era proprio l'attaccamento ai valori tradizionali, cattolici e alla fedeltà alla Chiesa Cattolica e al Papa. Proprio questo mi sembra che sia fondamentale; mentre la Rivoluzione aveva attechito in gran parte delle zone d' Europa in Italia no. In Italia invece si è sentita sempre più forte l' influenza della Controrivoluzione, dei canonisti e degli intelletuali cattolici ( mi riferisco a Rosmini ) ma soprattutto del popolo (contadini, baroni, soldati) che durante l'invasione dei rivoluzionari giacobini hanno mostrato un' identità ben solida basata sulla volontà di non avere gli stessi valori rivoluzionari che volevano ricondurre la religione ad un fatto privato. L' Impero nelle blande condizioni in cui era non poteva più permettere di conservare le varie identità che lo componevano. Con il "crollo" (non formale) dell' Impero si apre la Rivoluzione. Essa, a contrario dell' Impero, non riconosce alcuna autonomia, alcuna diversità al contrario supporta l' universalismo (Napoleone?) che non ammette Nazioni, come poteva essere quella italiana, con proprie diversità e tradizioni. Infine non va trascurato che proprio l' insegnamento cattolico ha permesso di evitare le derive utopistiche. La Chiesa ha sempre condannato il marxismo asserendo che non può esestire in questa terra la perfezione con uno Stato senza ceti e senza classi, universale e materialistico. Forse proprio grazie a questo noi oggi abbiamo un' identità che ci permette di dirci Italiani.
 
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Daniele_Manin
view post Posted on 14/9/2012, 18:53




La fede cattolica è senza dubbio uno dei tratti peculiari della cultura italiana. Non a caso uno dei primi progetti d'unità nazionale prevedeva una confederazione di tre Stati (Alta Italia, Stato Pontificio, Regno delle Due Sicilie) presieduta dal Romano Pontefice. Che poi storicamente il papato sia stato un grande ostacolo all'unità politica della nazione italiana è innegabile...ma allora si parla di un'altra cosa.
 
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28 replies since 13/12/2011, 22:16   472 views
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