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Foibe, persecuzione mascherata da rappresaglia

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view post Posted on 11/2/2020, 16:52
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Qualcuno ha chiesto al politico Ferrero se era daccordo a togliere l'onorificenza a Tito. Ha risposto di no...

"Foibe, persecuzione mascherata da rappresaglia"
Il messaggio del presidente della Repubblica Mattarella per il giorno del Ricordo. Lunedì 10 febbraio la cerimonia solenne alla foiba di Basovizza con il ministro D'Incà e molti parlamentari tra cui Salvini e Meloni
di Lucio Bondì

Una pagina tragica della nostra storia recente, per molti anni ignorata, rimossa o addirittura negata. Una persecuzione contro gli italiani, mascherata talvolta da rappresaglia per le angherie fasciste, ma che si risolse in vera e propria pulizia etnica che colpì in modo feroce e generalizzato una popolazione inerme e incolpevole. Con queste parole il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, definisce la tragedia delle foibe e dell'esodo istriano-giuliano-dalmata in un messaggio per il giorno del Ricordo.

"Una sciagura nazionale" continua la dichiarazione "alla quale i contemporanei non attribuirono per superficialità o per calcolo il dovuto rilievo. "Ed esistono ancora -ammonisce il capo dello Stato- piccole sacche di deprecabile negazionismo".

Parole accolte con favore dalla politica regionale e nazionale: "Grato per le parole chiare di Mattarella", dice il governatore della Regione Massimiliano Fedriga. Della stessa opinione l'ex presidente del parlamento europeo antonio Tajani (Forza Italia) e Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia.
Per Luigi Zanda, del Partito Democratico, "Un invito a ricordare, ma anche ad approfondire la verità storica contro il negazionismo e ogni forma di strumentalizzazione".

In mattinata il presidente della Repubblica ha assistito, al Quirinale, al concerto celebrativo del giorno del Ricordo.

Lunedì 10 febbraio alle 10.30, la cerimonia solenne al sacrario della foiba di Basovizza a cui prendereanno parte il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, il prsidente Fedriga, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e diversi parlamentari fra cui l'ex ministro Matteo Salvini della Lega, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, Maurizio Gasparri di Forza Italia e, per il Pd, Luigi Zanda, Debora Serracchiani e Tatjana Rojc.

www.rainews.it/tgr/fvg/video/2020/...c27272ec19.html

Foibe, ora il Quirinale tolga l’onorificenza a Tito. Le parole non bastano
Di
Lorenzo Zuppini -

Roma, 10 feb – Il presidente della Repubblica Mattarella ha speso importanti parole sul massacro compiuto dai partigiani guidati dal maresciallo Tito ai danni degli italiani alla fine del secondo conflitto mondiale, ovvero i massacri delle Foibe. Il nome di Josip Broz Tito genera malessere per ciò che ha significato per gli innocenti italiani che dopo la guerra hanno avuto la sfortuna di incontrarlo sul proprio cammino. Lui, o i suoi sgherri che nel nome della “giustizia del popolo” e di Stalin compivano massacri indiscriminati. Si trattava del IX Korpus e della polizia segreta OZNA, i due reparti agli ordini di Tito coi quali quest’ultimo intendeva non solo vendicarsi su un popolo innocente ma anche occupare militarmente i territori italiani, facendosi forte della devastazione delle nostre forze armate.
Foibe: una pulizia etnica

Dopo l’8 settembre del 1943, iniziò quella che storici non di parte hanno definito una vera e propria operazione di pulizia etnica col fine, tra gli altri, di ripulire quei territori dalla popolazione non comunista. Nel dicembre del 1945, il premier Alcide De Gasperi parlò di 2500 deportati dalle truppe jugoslave e di 7500 scomparsi. Successivamente, migliaia di italiani vennero costretti ad abbandonare l’Istria, Fiume o la Dalmazia. A chi tentò di resistere (e di questa Resistenza identitaria e nazionalista dovremmo parlare più spesso) vennero confiscate le proprietà private, in ossequio alla miglior tradizione comunista e al verbo socialista. La proprietà privata era un furto, ed essere italiano una colpa. In realtà, i numeri erano decisamente più devastanti: gli infoibati e i massacri nei lager di Tito ammontano ad oltre 10mila, mentre gli esuli a 350mila. Alla stazione di Bologna, i comunisti italiani scaraventarono il latte sui binari piuttosto che darlo ai bambini esuli cui era stato assegnato.
Il Quirinale e l’onorificenza da togliere

La continuità ideologica e spesso pratica tra la sinistra italiana e il comunismo planetario si è nutrita anche di eventi così meschini e rivoltanti, ed essi sono quelli che dettano le regole per una open society in cui l’immigrato deve esser accolto a suon di miliardi di euro pubblici, altro che latte. Con la legge n.92 del 2004 è stato istituito il Giorno del Ricordo, rimuovendo la patina di oscurantismo e pesante ipocrisia che dal dopoguerra ha annebbiato la memoria di questo paese. Tito è stato il nostro boia, il persecutore dell’italianità: l’accusa rivolta, spesso, era di “italianismo”. Detto ciò, sul sito del Quirinale, nella sezione delle onorificenze, troneggia ancor oggi il nome di Broz Tito Josip a cui venne concesso il titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica italiana, ossia la più alta carica che lo Stato italiano possa concedere.

Rimuovere tale onorificenza è un dovere sia morale che civile, oltreché il proseguimento nel cammino verso la verità su cosa hanno patito gli italiani. Per farlo, dato che Tito è felicemente defunto da anni, è necessaria una legge che permetta di revocare le onorificenze anche a chi è morto. Le proposte di legge esistono, peccato che il parlamento sia affaccendato tra le ripicche di Bonafede e quelle di Renzi. Alle questioni che sostanziali per una nazione, e che ne cementificano il senso di appartenenza, nessuno ha tempo da dedicare. Potrebbe, eventualmente, il presidente Mattarella raccomandarsi che tale onta venga lavata via da un atto di buon senso e di coraggio. E che magari la sinistra inizi a voler bene a quella che, le piaccia o no, è la sua Patria.

Lorenzo Zuppini

www.ilprimatonazionale.it/politica...za-tito-145517/






Edited by Peppero - 11/2/2020, 17:57
 
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view post Posted on 12/2/2020, 10:11
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L'articolo di Indini...

I soliti odiatori
di Andrea Indini

Ci risiamo. Come da copione. Mentre l’Italia si stringeva attorno ai sopravvissuti dei rastrellamenti titini, ricordando il terribile martirio delle foibe, la sinistra vomitava il solito odio. Ancora una volta hanno cercato di sbraitare per coprire le preghiere che si alzavano nel Giorno del Ricordo.
Si sono preparati con una buona settimana di anticipo. Giorni segnati da ogni sorta di negazionismo. Il tutto nel tentativo di mettere a tacere, come hanno sempre fatto, le barbarie del regime comunista in Jugoslavia. Il culmine, poi, si è toccato ieri con il Partito democratico che al sacrario di Basovizza, monumento nazionale sul Carso triestino, se ne è andato via in blocco quando ha attaccato a parlare Maurizio Gasparri in rappresentanza del Senato (quindi con delega istituzionale). Con la piddì Debora Serracchiani che si è addirittura fiondata a twittare che il Giorno del Ricordo è diventato “un palcoscenico per la destra sovranista”. A rincarare la dose ci ha pensato il vignettista Vauro che sempre più spesso intinge la sua matita nell’odio feroce contro la destra. Ha detto: “È un trucido strumento di propaganda sovranista”. E si è pure lamentato con il capo dello Stato Sergio Mattarella di non aver denunciato le “angherie fasciste” perché, a suo dire, in Jugoslavia fu l’Italia “il Paese aggressore”.

Ma non solo. C’è chi, come il Partito comunista di Marco Rizzo, si è spinto più in là, affermando: “Come ogni anno si aggiunge qualche elemento per la falsificazione storica degli avvenimenti del confine orientale. Vent’anni di revisionismo hanno prodotto il totale capovolgimento della realtà storica, grazie allo sconvolgimento e alla decontestualizzazione dei fatti, a una lievitazione dei numeri del tutto arbitraria e priva di criteri scientifici”. In pratica, secondo i nipotini dell’Unione sovietica, gli oltre 10mila italiani infoibati sarebbero solamente un errore di contesto, in quanto “la ricerca storica ha ceduto il passo alle strumentali logiche politiche e ai sentimenti di rivalsa della destra“. Frasi che pesano come macigni sui resti dei nostri connazionali massacrati ed infoibati.

Questi, però, sono solo alcuni esempi di una lista (rossa) d’orrore. Ancora oggi le vittime e gli esuli vengono infatti schiacciati dall’odio da chi vuole minimizzare o, peggio, negare questa tragedia. Ci sono voluti 35 anni perché Basovizza diventasse un monumento nazionale. Eppure, ancora oggi, il Pd si permette di censurare la mostra delle vignette del nostro Alfio Krancic per “non offendere l’Anpi”. E ancora: ci sono voluti ben 59 anni perché fosse istituito con una legge dello Stato il Giorno del ricordo. Eppure, come si chiede giustamente Gasparri,”quanto ci vorrà perché scompaiano” tutte queste “sacche deprecabili di negazionismo militante biasimate?”. Probabilmente non andranno mai via. Perché l’odio è rosso, per antonomasia.

http://blog.ilgiornale.it/indini/2020/02/1...oliti-odiatori/

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view post Posted on 1/4/2020, 09:53
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Cavaliere Errante

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Stanno sempre a rosica', il titoismo e' morto, se ne facciano una ragione
 
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