Forum Patriottismo - Patria, Nazione, Irredentismo, Italia, Tradizione, Storia, Geografia, Cultura, Politica, Attualità, Società

Rettore delira su foibe

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 30/8/2021, 08:51
Avatar

Amministratore bannerino

Group:
Amministratori
Posts:
19,121
Location:
*'*ITALIA*'*

Status:
Anonymous


Quando il negazionismo sale in cattedra...

Le giornate del prof Lo scivolone di Montanari nel contrapporre le Foibe alla Shoah
di Giuliano Cazzola

Il rettore dell’Università degli stranieri di Siena ha criticato la legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo perché sarebbe in antitesi a quella della Memoria. Nessuna persona intellettualmente onesta può paragonare queste due tragedie umanitarie, sia per le dimensioni sia per le circostanze storiche. O peggio, dare un giudizio di valore
Su Il Giornale viene ripresa una dichiarazione di Tomaso Montanari della quale, a mio avviso, il rettore dell’Università degli stranieri di Siena dovrebbe vergognarsi. Per motivi suoi se la prende con «La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah)» che a suo avviso «rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica», su cui, «la destra italiana sta equivocando, ci sta marciando, sta inventando tutto».
Poi il rettore ’’del nostro scontento” avverte di dover chiarire il suo pensiero: «Nessuno nega le foibe, ma è l’uso strumentale, politico che la destra neofascista fa delle foibe che contesto». Per poi aggiungere: «La destra sta ingigantendo le foibe da un punto di vista storico, numerico e soprattutto cerca di equipararla alla Shoah, dopo aver ottenuto una Giornata del Ricordo messa in calendario. La falsificazione storica è aver creato quella giornata in contrapposizione alla Giornata della Shoah. Questa è la falsificazione, l’equiparazione dei due tragici eventi».
Nessuna persona intellettualmente onesta può paragonare queste due tragedie umanitarie, sia per le dimensioni che per le circostanze storiche. Nella tragedia delle foibe (e dell’esodo di circa 350mila italiani, scappati da quelle zone come gli afghani di oggi, portandosi appresso solo i vestiti che avevano addosso i loro averi erano stati confiscati) si consumarono vendette e ritorsioni contro i dominatori sconfitti che non erano sempre stati ’’italiani brava gente’’.
Io ero un bambino ma ricordo bene che un treno carico di profughi ’’Giuliani’’ non poté sostare nella Stazione di Bologna perché si diceva che fossero fascisti in fuga dal socialismo. Nelle zone (A e B) intorno a Trieste per anni il Partito Comunista italiano sostenne la causa slava, almeno fino a quando Tito non ruppe con Stalin. Per decenni quegli italiani uccisi per la loro nazionalità sono stati ignorati; non mi pare che la memoria di costoro possa essere ritenuta una vittoria della destra.
Ma davvero Montanari si sente di negare, nella vicenda delle foibe, una componente di pulizia etnica. È questo il termine macabro usato dal presidente Giorgio Napolitano il 10 febbraio 2007, commemorando gli eccidi dell’immediato dopoguerra: «…già nello scatenarsi della prima ondata di cieca violenza in quelle terre, nell’autunno del 1943, si intrecciarono “giustizialismo sommario e tumultuoso, parossismo nazionalista, rivalse sociali e un disegno di sradicamento” della presenza italiana da quella che era, e cessò di essere, la Venezia Giulia. Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una “pulizia etnica”».
La stessa strategia del massacro indiscriminato che abbiamo visto ripetersi tragicamente dopo il crollo della Jugoslavia. Croati contro serbi, serbi contro bosniaci mussulmani, stupri etnici di massa e stragi di uomini, donne e bambini soltanto perché appartenenti a un’altra etnia. Il 9 luglio 1995, la zona protetta dall’ONU di Srebrenica e il territorio circostante furono attaccati dalle truppe dell’esercito serbo di Bosnia che riuscì a entrare definitivamente nella città due giorni dopo. I maschi dai 12 ai 77 anni furono separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani, apparentemente per essere interrogati, in realtà vennero uccisi e sepolti in fosse comuni. Del resto i croati non si erano fatti mancare nulla nel conflitto contro i serbi. Le forze di interposizione delle Nazioni Unite a Srebrenica mostrarono tutta la loro impotenza. E si rese necessario l’intervento della Nato.

È poi veramente privo di senso l’accostamento che Montanari compie tra le date delle due Memorie come se costituissero l’esito di una rivalsa della destra contro sinistra. La Giornata della Memoria della Shoah si celebra il 27 gennaio perché in quella data nel 1945 l’Armata Rossa liberò Auschwitz, il Campo di sterminio più grande di tutti quelli che il nazismo aveva disseminato per l’Europa (lo stesso di cui ora il governo polacco vuole vietare l’accesso ai cittadini israeliani). Mentre la Giornata del Ricordo delle foibe fu fissata il 10 febbraio per una ragione precisa. In quella data vennero firmati nel 1947 i Trattati di Parigi dove era prevista la cessione di territori italiani alla Jugoslavia. Si trattava di quegli stessi Trattati nei quali, secondo Giorgio Napolitano (che peraltro allora c’era), «prevalse il disegno annessionistico».

Mentre la Giornata della Memoria dell’Olocausto venne decisa nel 2005 dall’Assemblea generale dell’ONU (l’Italia aveva già provveduto con una legge del 2000), la legge del 2004 sulla Memoria delle foibe, fu promossa principalmente da esponenti della destra (sia pure con un ruolo attivo di altri gruppi in particolare della Margherita).

È questa una buona ragione per giudicare quell’iniziativa una falsificazione storica o un atto di ritorsione contro la Memoria della Shoah? Perché non riconoscere che quella legge del 2004 – ancorché dettata da motivi politici – contribuì a porre riparo a una vile omissione e a rendere giustizia a dei compatrioti vittime di una guerra perduta?

www.linkiesta.it/2021/08/tomaso-montanari-foibe-giornata/

Fermate la deriva del Rettore che delira sull'antifascismo
29 Agosto 2021 - 06:00

Da qualche giorno, con un crescendo inquietante di dichiarazioni sempre più intrise di odio politico, ci troviamo costretti a leggere gli sproloqui di Tomaso Montanari futuro rettore dell'Università per Stranieri di Siena
Giorgia Meloni

Da qualche giorno, con un crescendo inquietante di dichiarazioni sempre più intrise di odio politico, ci troviamo costretti a leggere gli sproloqui di Tomaso Montanari «intellettuale» vip della sinistra e prossimo rettore dell'Università per Stranieri di Siena che propone la cancellazione del Giorno del Ricordo per i martiri delle Foibe. Ossia il 10 febbraio, data solenne sancita da una legge dello Stato approvata nel 2004. Per lui in spregio al monito del presidente Sergio Mattarella nient'altro che un'operazione di «revisionismo di Stato» frutto della propaganda della destra.

Su La Stampa di ieri, il professore del quale non sono note ricerche scientifiche riguardo la materia su cui si avventura si è prodigato in una serie di sciocchezze sulla tragedia che ha coinvolto migliaia e migliaia di italiani trucidati dai partigiani comunisti di Tito: «Non ci furono milioni di infoibati, probabilmente furono cinquemila, tra i quali molti erano fascisti e nazisti, altri erano innocenti». Altri erano innocenti Se è già falso e puro riduzionismo dire che nelle foibe sarebbero morte cinquemila persone, il folle messaggio che passa dalle sue parole è che infoibare migliaia di «fascisti» non sia stato un crimine. È proprio sulla base di questo estremismo che personaggi alla Montanari giustificano e minimizzano da anni la brutale uccisione di Norma Cossetto, ragazzina torturata e stuprata in branco dai «partigiani» e poi gettata viva in una foiba per la grave colpa di non essere stata ostile al fascismo (come gran parte degli italiani di allora).

Ecco, mi chiedo, con molta serietà e preoccupazione, se questo odio e questa violenza rappresenteranno la «linea» didattica dell'Università per stranieri di Siena, nella quale parole del futuro rettore ha promesso che insegnerà ai ragazzi «i valori dell'antifascismo in modo militante». Al di là della perplessità sulle materie da insegnare in un Ateneo (paghiamo per questo cara ministra Messa con i soldi pubblici Montanari?), mi piacerebbe sapere se i «valori» di cui parla l'esperto di arte siano quelli che hanno ispirato chi ha colpito a morte, tra i molti, Sergio Ramelli o animato la mano di chi ha arso vivi i fratelli Mattei, e cioè che la violenza contro i «fascisti» non solo è giustificata, ma è da incoraggiare.

Nella sua intervista a La Stampa Montanari scrive che «c'è troppa tolleranza verso i fascisti», concetto che aveva già sviluppato, questa volta su il Fatto Quotidiano: «Sembriamo aver dimenticato che per i fascisti e solo per i fascisti non valgono tutte le garanzie costituzionali: per esempio, non valgono la libertà di associazione e di espressione».

Insomma per Montanari ai «fascisti» vanno tolti tutti i diritti, anche quello di non essere ammazzati dagli «anti». Già questa sarebbe una follia fuori dall'insieme di valori della civiltà occidentale, secondo la quale il rispetto della persona umana si concede anche al peggiore degli individui, ma c'è di più. Perché l'elenco di questi «fascisti» ai quali togliere ogni diritto e da prendere a fucilate all'occorrenza, lo stila lo stesso Montanari, insieme ai suoi soliti compagni di merende. E, ovviamente, nell'elenco ci sono tutti i partiti di destra, anche quelli rappresentati in Parlamento.

Qualche mese fa nel salotto di Lilli Gruber, Montanari teorizzava questa sentenza: «Non vi è dubbio che il partito della Meloni sia il punto di riferimento di quel risveglio del fascismo storico in questo Paese». Se ci fosse qualche poveretto che prendesse seriamente le farneticazioni di Montanari, quindi, oggi si sentirebbe legittimato a compiere qualsiasi atto, anche violento, anche incostituzionale, contro il pericolo fascista rappresentato da Fratelli d'Italia o da qualunque movimento individuato dai vari Montanari d'Italia.

Che dire, insomma, davanti a tali assurdità? Non mi interessano le polemiche sterili, ancora di meno mi interessa parlare del millennio passato, di fascismo e comunismo. Provo pena per personaggi come Montanari (e ce ne sono diversi) che, in assenza di talento specifico, si affannano a costruirsi una carriera grazie a un antifascismo grottesco e da operetta. Ma ora si sta davvero superando il limite. In una democrazia evoluta, un professore o peggio un rettore non può diffondere messaggi di odio, discriminazione e violenza come questi. Cosa farà Montanari, vieterà ai professori e agli studenti di destra della sua università di esprimere le proprie opinioni? Così sono nati i Talebani, proprio con la propaganda estremista nelle università. Non è un problema di Fratelli d'Italia, è un problema per l'Italia, e mi auguro che qualcuno abbia la decenza di fermare questa pericolosa deriva.

Fonte: https://www.ilgiornale.it/news/cronache/st...re-1971638.html

Tomaso Montanari choc sulle foibe, Sasso (Lega): non può dirigere un ateneo pubblico
"Può un docente universitario che si appresta a dirigere un ateneo pubblico definire 'falsificazione storica' la tragedia delle foibe?" Rossano Sasso, leghista sottosegretario pubblica istruzione, va all'attacco di Tomaso Montanari.
Nel mirino del leghista le parole dello storico dell'arte: “Non si può nascondere che alcune battaglie revisioniste siano state vinte, grazie alla debolezza politica e culturale dei vertici della Repubblica. La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica”. Dichiarazioni che hanno provocato uno tsunami di proteste e indignazione.
"Può lo stesso accademico ignorare una legge dello Stato che definisce il giorno del ricordo come solennità civile riconosciuta dalla Repubblica? - continua Sasso - E può lo stesso neo-Rettore infine esaltare chi insulta il Presidente Mattarella? Letta non ha nulla da dire?
Possibile che a sinistra valga ancora il concetto di "doppia morale" per cui alla fine quelli che si rendono protagonisti in negativo se sono di sinistra sono ancora e solo "compagni che sbagliano" e quindi vanno giustificati e perdonati?".
"Montanari chieda scusa e si vergogni, chi di dovere intervenga perché chi ricopre incarichi nella pubblica amministrazione non può assumere determinate condotte" dice Sasso che ieri su facebook aveva argomentato: "Le foibe? Un falso storico. A dirlo non un odiatore qualunque carico di ignoranza e disprezzo della storia, non un frequentatore abituale di centri sociali ma il Rettore dell’Università per stranieri di Siena. Montanari, si vergogni".

https://www.iltempo.it/politica/2021/08/27...blico-28461462/

montanari_jacobin_italia-1
 
Web Web  Top
view post Posted on 2/9/2021, 19:07
Avatar

patriota-doc

Group:
Member
Posts:
832

Status:
Offline


Che tipo curioso questo Montanari. Adesso fa la vittima e lamenta che tutti ce l'hanno con lui perche' e' antifascista.
Eppure le sue dimissioni sono state chieste anche dalla parlamentare Bellanova, che certamente non puo' essere definita di destra o 'pro fascismo'.

Edited by Tricolore - 9/5/2021, 01:53 PM
 
Top
1 replies since 30/8/2021, 08:51   57 views
  Share